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E' un film particolarissimo, difficile peraltro da giudicare considerato il massacro della censura che lo mutilò di quasi mezzora. La trama non ha nulla di particolare, un normale poliziesco con qualche piccolo risvolto noir, ma Zuffi attua un procedimento che ha degli aspetti comuni con il Blow up di Antonioni, cioè quello di desscrivere i fermenti di una città come New York, divisa tra un capitalismo spietato e le culture alternative dell'epoca, accomunate dall'elemento droga: chi la produce e sperimenta su larga scala e chi la consuma annichilendo il cervello anzichè aprire le porte della percezione. In questo contesto Zuffi opera un viaggio ai limiti del lisergico soprattutto con l'ausilio di tutte le componenti tecniche: fotografia, scenografia e montaggio tale da rendere l'esperienza spiazzante, pur mantenendo, contrariamente al film di Antonioni, una patina di film di genere. Purtroppo una versione così deturpata rende diversi passaggi difficili da comprende e fuori dalla logica, però senza dubbio è un film bizzarro e abbastanza inusuale.