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Storiella che vorrebbe essere sconcertante quando manca del giusto mordente. Non ho letto il romanzo e quindi non farò paragoni, tuttavia mi è sembrato che il punto cruciale dell'operazione, il rapporto padre-figlio, sia stato trattato piuttosto evasivamente all'interno del film. Tranquillamente evitabile, per quanto mi riguarda.
classico film che non rende omaggio al romanzo, per niente. Non che il romanzo di Ammaniti sia granchè (forse il peggiore tra tutti...ma perchè non fanno una trasposizione di "Ti prendo e ti porto via"?!) ma il film è ancora peggio. La recitazione di Caleca è imbarazzante, De Luigi lo è ancor di più (caro Fabio, tornatene a love bugs, per favore) e per tutto il resto rimane una ciofeca. Fotografia orrenda e inquadrature pessime. Ad ogni modo guardabile, se proprio non si ha niente da fare..
E' un film oscuro, nero, fortemente drammatico, caratterizzato dall'ottima interpretazione di Filippo Timi: quando quest'ultimo "esce di scena", infatti, la pellicola perde mordente e assume una veste più tediosa. Il giovane Caleca, d'altronde, pur munito di una buona dose di espressività, non è parso capace di reggere il film laddove il suo personaggio assume una veste potente e fortemente drammatica. Anche Germano, nel ruolo di 'quattroformaggi', è troppo caricaturale e macchiettistico, tanto che è solo il dato estetico che prevale sul resto, ben più preponderante, dei disturbi interiori. Nel complesso, 'Come Dio comanda' è un film interessante ma poco sviluppato; l'attenzione verso l'estetica ha messo in secondo piano la trama e la sceneggiatura che, a conti fatti, risultano non amalgamarsi a dovere con la cupezza e la forza drammatica che, senza dubbio, erano nelle prevalenti intenzioni del regista.
pesante, noioso e mal recitato. dal libro alla pellicola la storia perde decisamente charme, la capacità di emozionare di Ammaniti svanisce in questo film. Bocciato a questo giro il duo Ammaniti-Salvatores (che premio invece per altri riusciti esperimenti come, Io non ho paura); delude anche la performance di Filippo Timi, uno dei migliori attori italiani.
Pessima la scelta del padre-padrone, interpretato da un attore non all'altezza, per non parlare del ruolo dell'assistente sociale dato ad un buffo DeLuigi, non ancora pronto a mio avviso per ruoli drammatici. Per quanto riguarda il film, l'inizio lascia presagire una storia tipo "American history X", ed invece ad un certo punto cambia totalmente binario focalizzando il tutto su un episodio. Deludente nel complesso, forse uno dei peggiori di Salvatores, che in questo caso non è certo supportato da un buon cast.
Salvatores aveva eccelso nella trasposizione cinematograsfica di "Io non ho paura" anche perchè la sceneggiatura si appoggiava alla storia accattivante del bel romanzo omonimo. Questa volta ripesca una storia pensata e scritta sempre da Ammaniti, ma non con la stessa profondità stilistica del precedente, eccedendo con una sceneggiatura forzata per una storia francamente improbabile. Gli interpreti, pur bravi, risultano macchiette superficiali di una società malata, gli sviluppi psicologici appena accennati non aiutano la comunicazione tra regista e spettatore. Peccato, perchè Salvatores ha sempre dato prova di regista capace, speriamo nel prossimo lavoro
Sarà pure una "favola nera" ben confezionata tecnicamente ma non c'è paragone con IO NON HO PAURA..che delusione,questo film non ti prende per niente e non ti emoziona
Film orrendo!! Sceneggiatura sviluppata superficialmente e in malo modo. Attori incapaci e poco credibili nelle parti a loro assegnate. Noioso e poco credibile in molte parti. Regia pessima. Vuole in tutti i modi far provare emozioni ma non ci riesce minimamente. Uno dei peggiori film dell'anno sicuramente!
Orribile. Noioso. Superficiale. Scuro. Superfluo. Il peggior Salvatores di sempre. E pensare che Mediterraneo è il mio film preferito in assoluto. Stesso regista. Prove differenti.
Partivo dal vantaggio di non aver letto il libro (forse l'unico di Ammaniti che mi manca) eppure il film proprio non mi ha "preso". Non ho trovato particolarmente incisivi i personaggi, la storia praticamente non esiste ma questo lo capisco già maggiormente, dal momento che immagino si volesse descrivere uno spaccato di vita. Incompiuto...
Film che non mi ha appassionato, mi è sembrato troppo freddo e soprattutto inutilmente cattivo, non per la crudezza che ha la storia ma per il tentativo di fare della violenza (in senso lato) quasi una scelta di stile. Troppa rabbia senza un reale motivo; eccessiva ricerca di simbolismi; un finale ad effetto poco credibile e che stona con il tenore di tutto il film.
Risulta inevitabile durante la visione di questa pellicola, andare con la mente al libro da cui è tratto, e purtroppo questo (ma non solo) penalizza fortemente il giudizio su questa trasposizione firmata Salvatores. Li dove Niccolò Ammaniti sforna un racconto meraviglioso fatto di una caratterizzazione di stituazioni e personaggi unica, ricca di dettagli e particolari, Salvatores non solo sacrifica un elemento importante del libro, il personaggi di Danilo Aprea, ma offre una panoramica su personaggi e situazioni che banalizza e riduce al quasi nulla, le personalità complesse che andavano invece approfondite enormemente. Si assiste cosi' ad un susseguirsi di vicende forzate e talvolta inspiegabili proprio perchè manca quel background di informazioni che il libro offriva meravogliosamente. Il film in se è girato bene, soporattutto per la fotografia davvero bella, e si avvale anche di alcune buone interpretazioni, dove sicuramente la più riuscita è quella di Quattro Formaggi di Elio Germano, ma è davvero troppo poco per un racconto che poteva e doveva meritare una più generosa trasposizione cinematografica. Inoltre manca uno snodo fondamentale del film (oltre al già citato personaggio omesso), "il piano", che unito all'incessante temporale che sconvolge tutto, da un senso e un'atmosfera al finale del libro che il film perde completamente, risultando davvero noioso e a tratti forzato.
Un film mediocre se non si ha letto il libro, pessimo se si parte dalla splendida opera leteraria di Ammaniti davvero stuprata e banalizzata in toto.
Film nel complesso deludente. Eccetto i 2 protagonisti, con i quali per altro si fa molta fatica ad entrare in empatia, gli altri personaggi sono appena abbozzati; la recitazione è sempre forzata e oltre e e le righe e più in generale il film segue uno stile "gridato" affidando i tentativi di rendere partecipe lo spettatore quasi esclusivamente ad una colonna sonora invadente e ripetitiva. Discutibile anche nel messaggio che in nome dell'amore tra padre e figlio tende a giustificare qualunque cosa.
Ho visto questo film senza sapere,prima di sedermi sulla poltrona del cinema, di cosa trattasse. Gli attori sono bravi ma... perchè il film non il ha continuato a trattare l'attualissimo ed ignorato argomento del razzismo fra precari italiani ed extracomunitari? Troppo impegnativo? Parte bene e sprofonda in qualcosa di visto e stravisto Peccato, le potenzialità erano enormi.
Se non hai letto il libro capirai ben poco, se lo hai letto troverai 'sto film una porcheria. Il libro emoziona, il film annoia... Avevo trovato mal trasposto anche Io non ho paura ma questo è molto peggio. Il psdre è troppo buono, Germano è troppo fuori. Peccato!
Ho letto il libro e l'ho amato molto. Ho visto il film e l'ho odiato molto. Da Salvatores mi aspettavo molto di più, la scena del bosco fa sbadigliare invece che inorridire, la canzonetta di Robbie WIlliams è odiosa, i personaggi non sono per nulla approfonditi, l'attore che fa Cristiano Zena potrebbe diventare il nuovo Scamarcio in quanto a bellezza e purtroppo anche in recitazione. Salvo solo l'ambientazione del film, molto suggestiva e l'interpretazione di Elio Germano che anche se mi sono stufata di vederlo in tutti i film, è comunque indubbiamente bravo.
Orribile, anche per le aspettative per un film di Salvadores... il film parla di tutto e niente, accenna alcune tematiche ma non ne approfondisce una, i personaggi , almeno 4 formaggi e l'assistente sociale sono propio fastidiosi, forse anche per la recetazione imbarazzante!! Un mischione per trarci un film tanto per fare. Insomma se non fossi stato con amici sarei uscito dopo la prima 1/2 ora. Ciauz
Ormai è gia stato detto tutto da coloro che di film se ne intendono. I commenti negativi spero che facciano capire a Salvatores che questo film è stato uno scivolone abbastanza grande. Banalità che si alternano a luoghi comuni. Musiche che danno veramente fastidio buttate a caso per tutta la durata del film. Sceneggiatura pessima: si vuole lavorare sui personaggi ma questi non si evolvono mai durante il film. nella scena dello stupro, come ha gia detto qualcuno, doveva esserci tensione e invece Salvatores punta troppo su di essa e la fa durare un eternità rendendola un mattone. cosa vuole lasciarci questo film? tutti questi luoghi comuni che si vedono in quasi tutti i film italiani di questi anni!! Basta! Ci vorrebbe un po di Lynch o di Kubrick(pace all'anima sua) nei film italiani....
Fabio de Luigi quando sale sul furgone non vede il corpo della ragazza e non sente nemmeno la puzza di morto anche se è rimasta li per tutta la notte...................mah
Ci ho pensato parecchio prima di commentare, ma l'ultimo Salvatores è davvero insalvabile: non funziona, non colpisce, è un film costruito a tavolino e tranne rarissime occasioni è tutto alquanto noioso e forzato. Bravi i protagonisti ma allo stesso tempo davvero pessima la sceneggiatura, incapace di regalare una minima sfumatura caratteriale a una schiera di personaggi malamente sprecati. Tutta la prima parte è di una noia mortale (vedi l'alternarsi di scene urlate contrapposte a sequenze fin troppo banali per il cinema di un premio oscar come Salvatores), mentre il resto arranca senza regalare un minimo di phatos, tra musiche troppo invadenti - come la canzoncina di Robbie Williams inserita in maniera assolutamente didascalica- e una totale mancanza di coinvolgimento. Magari nelle pagine di Ammaniti tutto cresce con l'accavallarsi dei particolari, ma su pellicola non funziona, c'è poco da fare.
Mi ritrovo pienamente nel commento lasciato sotto da Ferro84 ma a differenza sua io ho anche letto il libro di Ammaniti. Libro che ho letto tutto di un fiato e che oltre ad emozionarmi in alcuni punti mi ha fatto anche ridere di gusto. Non capisco per quale misteriosa alchimia Salvatores abbia eliminato dalla sceneggiatura un personaggio come Danilo Aprea con i suoi tormenti e sensi di colpa per la morte della figlia ed i suoi deliri sulla moglie... ed anche la storia d'amore e sesso tra l'assistente sociale Beppe Trecca e Ida... Il film è caotico e confuso oltre che girato male...mentre leggevo il libro provavo odio verso Rino e compassione per il figlio nel film tutto si ribalta e Rino ne esce quasi come se fosse l'eroe maledetto...non ci siamo proprio. La scena dello stupro di quattro formaggi è inspigabilmente lunga e impossibile da decifrare per chi non ha letto il libro...non si capisce nulla ed il malore di Rino sembra causato da un masso che gli arriva sul capo...nel libro sono molto belli i pensieri del povero 4formaggi che inseguendo la ragazzina è assalito da mille dubbi e sceglie solo perchè lei casualmente imbocca la strada del bosco... Si salva la fotografia e qualche immagine che racconta il degrado perifirico ma non basta perchè le stesse cose le puoi trovare in un documentario...
Premetto che non ho letto il libro di Ammaniti. Detto questo Salvatores costruisce un film opposto, visivamente parlando, a Io non ho paura permeato da colori caldi mentre le tonalità fredde e grigie dominano questa pellicola. caratteristiche comuni ai due film (al Sud come al Nord) sono la desolazione del paesaggio dove vivono personaggi brutali e rozzi e il rapporto padre-figlio. Ciò nonostante dopo un inizio che prometteva bene con una discreta delineazione dei protagonisti, il film si blocca. Comincia a girare su stesso, causa sceneggiatura incompleta, che costringe a dilatare all'infinito ogni sequenza risultando francamente noioso. Manca un approfondimento del contesto ambientale, personaggi di contorno praticamente assenti o inutili (vedi De Luigi). Anche Germano (pur bravo) tende ad essere un po' troppo lezioso. Capisco che il rapporto fra padre e figlio era centrale nel film, ma a quest'ultimo non si può sacrificare tutto il resto. C'è un senso di incomplezza in tutta la pellicola e mi dispiace, perchè Salvatores è un regista valido e tornare dopo quattro anni di silenzio con questo film lascia un senso di delusione e di amarezza.
Anche io mi accodo al voto (in parte),e al commento,(sempre in parte)di Ferro.Innanzitutto Salvatores ha sfornato molto ma molto meglio,senza andare tanto lontano negli anni,anche Non ho paura è certamente meglio. Purtroppo neanche io ho letto il libro di Ammaniti,che non penso sia un brutto libro,dato che ha vinto il Premio Strega nel 2007,piuttosto la stesura della sceneggiatura presenta,a mio parere troppe lacune.La più grande è quella di non dare un vero filo conduttore alla storia e quindi spessore all'intero film.E' tutto molto confuso e sconclusionato..E cito alla parola la frase-chiave espressa da Ferro 84.Di che parla questo film??? Le recitazioni dei protagonisti,Timi su tutti,insieme alla sempre bella fotografia,sono le cose che sollevano in parte il giudizio finale sul film,che altrimenti meriterebbe meno di 5..A mè Timi colpisce sempre molto,la sua presenza è sempre importante,Germano è bravo(ino) ma mi pare che in quest'interpretazione abbia caricato e caricaturato un pò troppo.Poi She's The One anche a mè piace come canzone ma quì era veramente ridondante!
Il peggior film che ho visto al cinema quest'anno e di sicuro il peggior Salvatores! Avanti non siamo critici ufficiali che devono rispondere alle loro amicizie o farsi i conti fra i potenti, QUESTO FILM E' ORRENDO.
E'la summa di tutti i difetti del cinema italiano, autoriale, lento, prolisso, buonista, intimista che racconta storie che non interessano a nessuno, moralista e didattico. Salvatores, che fino a ieri era fra i pochi che non si riteneva un filosofo della macchina da presa (pur avendo vinto un Oscar) ma un regista (parolaccia?) anche lui si è convertito al cinema d'impegno (da quattro soldi). Elencare i difetti di questo film è un lavoro gravoso ma lo farò perchè altrimenti chi si scandalizzerà del voto vorra avere, giustamente, spiegazioni.
1) Io non ho letto il romanzo di Ammaniti, mi attengo alla sceneggiatura sembra tratta dal libro "come non va scritta una sceneggiatura". Piena zeppa di luoghi comuni, anche la rappresentazione del padre alcolizzato (che in tutto il film non lo vediamo mai ubriaco) è convenzionale e i la gioventà italiana è descritta come in uno stupido film americano. Inoltre la sceneggiatura è sfilacciata, senza un filo conduttore unico ma che si perde in tanti argomenti senza approfondirne uno. C'è il rapporto padre-figlio, il matto, l'omicidio, il tradimento, l'adolescenza difficile, la violenza sessuale e non, il tutto buttato li e la storia va da una parte all'altra senza arrivare mai a un punto. Di che parla questo film? L'evoluzione dei personaggi dov'è?
2) Recitazione francamente deludente, Timi non rende l'ambiguità del suo personaggio (nè aiuta la sceneggiatura), il padre alla fine è un buon padre lo si capisce dall'inizio, sui generis sicuramente, il film è intimista, sta sui personaggi ma non li approfondisce. I personaggi non cambiano durante il film, il padre è un personaggio positivo, lo è all'inizio lo è alla fine, anzi non lo si mette mai in dubbio durante il film, quindi forse basta avere idee naziste per essere cattivi? La politica è giudizio morale sulle persone? Non sono forse i fatti, ciò che si fa nella vita a capire ciò che si è? Davvero il film ma a questo punto metto in dubbio anche il libro, crede di creare un personaggio interessante, quando alla fine sembra un padre uscito dal libro cuore. Veniamo ad Elio Germano, ora non è che in ogni film italiano bisogna rifilarci questo qui! Sarà anche bravo ma quando te lo vedi per la 10 volta in un anno in quasi tutti i film italiani cominci anche a non essere più credibile. Cioè non è se un attore vada di moda lo si deve necessariamente mettere ovunque (un pò come si è fatto in passato con Accorsi e Scamarcio).
3) Spiace dirlo altra nota dolente è la regia. Come D.i.o Comanda è un film noioso e prolisso in cui Salvatores fa errori talmente gravi da non poter credere che un navigato regista come lui possa aver commesso simili ingenuità. La scena della violenza sessuale è lunghissima, noiosa, forse rendendola fulcro del film e dilatandola si è pensato che avrebbe tenuta anche alta la tensione, invece ha proprio l'effetto opposto, una delle scene più adrenaliniche, forti diventa un mattone cui non si sa dove voglia andare ad apparare. Forse perchè non mi è piaciuto il film ma anche la colonna sonora è stata usata male di sicuro nella scena del delitto è veramente imbarazzante. Robin Williams che suona per ore, la Bertè messi li a casaccio, troppa musica dolce per una scena tanto violenta, forse si pensava che usando questi brani si creasse un contrasto inquietante, invece si crea solo un contrasto e basta.
Si salvano le splendide ambientazioni (quelle si d'autore) e la bellissima fotografia.
Non è raro che i grandi registi sbaglino film ma mai ho visto un regista "toppare" tanto
Mi dispiace Gabriele ma nn era da te...sinceramente dal Salvatores che conosco io mi aspetto ben altro...se i veri film da te diretti anche se mancanti di una trama ben delineata riuscivano a tenerti comunque incollato alla poltrona, mi sono annoiato a vedere questo...mi dispiace veramente...ti rifarai con il prossimo...
Dal brutto romanzo di Ammaniti Salvatores riesce tutto sommato a tirar fuori un film quasi decente, soprattutto grazie allo sfrondamento degli elementi di troppo (su tutti l'insulso personaggio di Danilo Aprea e la storia d'amore dell'assistente sociale), alle ottime prove attoriali ed all'eccellente fotografia del fedele Petriccione. Il resto, ovvero la sceneggiatura, latita terribilmente, frammentaria ed inconcludente come raramente si era visto nei precedenti film di Salvatores. L'angoscia della periferia ed il carosello di disperazione dei personaggi rimangono fondamentalmente sul taccuino delle buone intenzioni, e nessuno dei propositi di Salvatores colpisce veramente nel segno. Alla fine quello che risulta è un film medio(cre), risibile e svogliato; va però detto a parziale discolpa del sempre ottimo Salvatores che, a differenza di "Io non ho paura", in questo caso il materiale di partenza era veramente scadente. Il voto è un po' più alto del dovuto per rendere merito allo straordinario Filippo Timi, balbuziente nella vita ed attore di razza purtroppo sottostimato, il cui Rino Zena riesce da solo a colmare tutti i buchi di sceneggiatura circa il suo personaggio e gli agghiaccianti dialoghi. Bravo anche Germano, pur se troppo spesso sopra le righe, e promettente il ragazzino, che esprime il proprio disagio 10.000 volte meglio di qualsiasi adolescente pseudodepresso di Gus Van Sant.
Concordo con i miei compagni di film! Inoltre, gli attori riescono a dare il peggio di se stessi, forse si salva il ragazzino. Dialoghi banali, (come quello in chiesa su D.I.O.), e alcune scene "troppo forzate". Non amo particolarmente Ammaniti, anzi... e Salvatores ètanto lontano da Marrakech Express.
Mi dispiace rovinare la media, ma io ho trovato questo film bruttissimo. Non si salva nulla, o quasi. Personaggi davvero poco azzeccati (a cominciare dal bravissimo Germano davvero sopra le righe) e una serie di paradossi senza senso: Quattro Formaggi che improvvisamente rinsvavisce e fa un ragionamento uscendo e entrando a suo piacimento dalla camera dove il suo amico è in coma, la donna che fa l'amore con l'uomo e si accorge poi di un'enorme svastica alla parete accusandolo di nazismo (capisco la miopia...), l'ipod che suona sempre la stessa canzone,...persino la fotografia del grande Petriccione è piuttosto deludente. Vedere poi un produce placement con marchio Lovable bene in vista per un film di Salvatores mette davvero tristezza.
Classico film "italiano", cupo, drammatico, con agrovigliamenti interiori oltre ogni limite (noi italiani non riusciamo a fare un film solare, genuino e fresco, l'alternativa sono solo i cinepanettoni), molto farraginoso, il libro non l'ho letto, ma vedendo il film non mi viene voglia, buoni gli attori, ma questa non è una sorpresa, poco altro.....solo tanta pioggia. Lemming
..e sono generosa, si salva la colonna sonora e alcune scene "suggestive", per il resto ti lascia un senso di angoscia non per i contenuti ma per come sono trattati: sopra le righe e paradossali; il pazzo non è proprio pazzo, il padre per carità, e d.io non è d.io e quindi non comanda. boh..mi verrebbe da dire non classificabile, forse ha influito pure il clima uggioso, acqua fuori e acqua dentro.
Premetto: non ho letto il libro e anche se fosse odio i parallelismi tra libri e film. Il mio giudizio e il voto che lo riassume è una mia personale visione, non una critica a coloro ai quali il film è piaciuto. Il film l'ho trovato piuttosto orrendo. Una ciminiera che fuma, un pazzo che sbava, una ragazzina che cicaleggia in motorino, un ragazzo imbronciato, una cava di pietra, una svastica su un muro. Non ho trovato ne profondità ne introspezione. Un film sudicio. Nel senso di schifoso. Di solito questi film dovrebbero almeno toccare l'animo di chi li guarda. A me personalmente ha lasciato annoiato. Con me non ha centrato questo obbiettivo. Ripeto, è una mia impressione personale e tale rimane. Però per questo motivo lo boccio in pieno. ''Io non ho paura'' era stato azzeccato. Questo mi ha fatto schifo. La sola interpretazione degli attori, sempre secondo il mio personale modo di vedere i film, se non sorretta da una sceneggiatura degna di tale nome, non fa un film (piuttosto vado a teatro). Mi scusi Salvatores, mi scusino coloro ai quali il film è piaciuto. Ma in sala mi sono irritato ed annoiato.