Luke è uno stuntman motociclista la cui vita viene sconvolta quando incontra la sua ex, Romina, e scopre di essere diventato padre. Luke decide di prendersi le sue responsabilità di genitore, ma per affrontare le difficoltà economiche a cui deve far fronte, inizia a rapinare banche. Questo lo porta a scontrarsi con Avery Cross, ex poliziotto pronto a tutto pur di incastrarlo.
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Si schianta come un tuono senza fare rumore. Troppo facile commentare con poche righe un film così insensato che spreca il talento di Gosling, DeHaan e Dominic Cooper
Un incrocio di destini duro e senza vincitori quello raccontato da "Come un Tuono", film che trova la sua più grande originalità in un lineare passaggio di testimoni che lascia da parte l'eterno stratagemma cinematografico di saltare da una parte all'altra della vicenda tramite intrecci o flashback vari. La storia è semplice ma di vita e dolore reali (quindi difficile non rimanerne coinvolti) alimentata principalmente da un cast che davvero più sofferto di così non si può (anche se la Mendes fa poco e Cooper, pur essendo bravissimo, non l'ho trovato fisicamente tanto adatto al ruolo) e da una regia cupa e spietata che, oltre a non concedere sollievi di alcun tipo, in certi frangenti raggiunge picchi emozionali da vero primato (vedere il lungo piano sequenza dell'inseguimento tra il poliziotto e Gosling, magistrale). Certo non mancano i difetti: la durata, come per tutti i film dell'ultimo decennio, pur non risultando minimamente pesante poteva essere tranquillamente limata (specie nella parte centrale, interessante ma non necessaria) mentre su qualche frammento di sceneggiatura andrebbe chiuso anche più di un occhio (l'amicizia fortuita dei figli e tutto quello che ne consegue); ciò comunque non toglie che il film è davvero curato e coinvolgente, più preoccupato di ciò che racconta che per come lo racconta (cosa molto rara oggigiorno).
Un drammatico con i cosiddetti che, come volevasi dimostrare, non si è cagàto nessuno. Buona storia, grandi attori, ottima confezione; a volte basta poco per fare un bel film.
Non so chi sia sto regista, ma spero che vada avanti così.
il film merita 9 fino a quando ce lui, poi quando lui muore ed esce dalla scena il film perde molto, retto soltanto dalla bravura di ray liotta
nota di merito va al figlio del vice procuratore che ha un viso da bravo ragazzo ma al tempo stesso anche ambigua e pericolosa, bradlay cooper come attore non mi piace , comunque sapete cosa vi dico? che siccome ce ryan gosling io gli do un bel 9
Male, se il primo lavoro di Cianfrance ovvero Blue Valentine portato qui con colpevole ritardo era riuscito alla grande qui non si può dire altrettanto. Questa mania delle storie parallele rilanciata da Pulp Fiction negli anni 90 ha stufato francamente. La prima parte è ottima con un Gosling sugli scudi e l'inseguimento nel cimitero è fatto benissimo, ma dopo
è stato allungato troppo il brodo (come dice giustamente pinhead) La seconda parte con un Cooper a mio avviso sottotono e non adatto a un ruolo del genere è pesante e noiosa all'inverosimile anche perché questo percorso di redenzione è fatto solo di parole poco incisive. Terza parte del film ridicola,inutile e che rende il film pure prolisso.
Alla fine dei conti la sufficienza se la prende perché il regista è interessante, ma qui le 3 parti sono connesse per modo di dire proprio perché c'era l'elemento di base iniziale che le univa...a me è parso quasi di vedere un telefilm a puntate e non scherzo
Gosling e Cooper incarnano due figure abbastanza tipiche del cinema americano. Il biker eroe di tante pellicole ed il poliziotto onesto. A loro modo sono degli eroi, l'uno dalla responsabilità di una paternità imprevista, l'altro incensato dai media dopo aver ucciso il primo dopo una rapina. Ma mentre Gosling non si discosta molto dal modello di base, il personaggio di Cooper offre molte più sfaccettature proprio per il suo percorso morale, anzi la perdita di un forte senso morale a favore dell'ambizione personale. Due padri quindi che incideranno sul destino dei figli con una terza parte del film che non è altro che la quadratura del cerchio. Il figlio di Avery, riflesso di un uomo amorale e di padre assente e il figlio di Luke imbracciare una moto verso una vita da emarginato. Non mi ha convinto del tutto ma si tratta comunque di un discreto film con ottimi sprazzi di regia (l'inseguimento della moto dalla buonissima resa realistica) ed attori bene in parte.
Film che parte bene ma dopo l intervallo diventa un mattone insopportabile. Poi credo che abbiano proiettato nella mia sala una versione tagliata altrimenti non si possono spiegate alcune scene insensate. Tra tutte:
il meccanico gli distrugge la moto (e non capisco il perche) e il protagonista invece di chiedergli perchè gli ha distrutto la moto gli dice soltanto "mi devi 2.500 dollari" oppure un altra la scena in cui la moglie vede il marito nascondere i soldi nel garage... e quindi? una volta che l ha visto che fa? scopre tutto? indaga? boh....
poi non capisco l idea di fare 3 microfilm in cui non fai a tempo ad appassionarti a un protagonista che si passa all altra storia con un altro protagonista. Bocciato.
Dall'incipit (piano-sequenza) Gosling non cattura più di tanto la mia attenzione, per meglio dire il cliché del bello e dannato è piuttosto abusato, al cinema. Certamente è un personaggio molto anni 80" (chi ricorda Amare con rabbia con Aidan Quinn?), una sorta di antisegnano, in veste autoriale, di Vin Diesel e le sue rutilanti corse in auto. Ma a parte tutto questo Valentino Rossi con la pistola in pugno non esprime una concreta (voglia di) paternità per restare nel ricordo delle "mele marce" da difendere. Poi il film prende una piega diversa, cominciando dal bellissimo personaggio di Bradley Cooper, uomo di legge e di coscienza che però a poco a poco perde la sua proverbiale debolezza per trasformarsi in un cinico arrivista. Il tutto nel segno di una ritrovata moralità sociale. Che poi è il ribaltamento di quel capolavoro che poteva essere FLIGHT di Zemeckis, con l'eroe che volta le spalle alle sue ambigue sicurezze. E come nel film di Zemeckis, "Come un tuono" sprigiona una potenza visiva ed emotiva senza eguali nonostante l'affettazione dei suoi personaggi (ehm sfumature che mancano quando servono). Padri assenti = figli di papà insoddisfatti e s.t.r.o.n.z.i. quanto basta o figli illegittimi che chiedono di conoscere la verità? Un buon film, sicuramente, se il brodo non si allungasse più del dovuto, e comunque per metà uno dei migliori prodotti cinematografici della stagione (per metà). Con queste tracce di 80's (Hall and Oates) e modernità (Bon Iver) e il furore paterno di un idolo precoce e sciagurato (mi scuso con i fans di Gosling). Bradley Cooper è ormai una garanzia e non soltanto "l'uomo più sexy del pianeta" secondo i sondaggi. La sua credibilità va oltre la difesa morale di un personaggio che diventa ora rispettabile ora opportunista, ma figlio di una strana giostra "morale" che mette i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Una fotografia in tasca può dire tutto. Piace l'idea di un cinema che sfora tutti i meccanismi (thriller e dramma umanista) per uno spettacolo da prima serata. Un cinema che guarda al presente e a quel decennio (non fatemelo ripetere) che era già puro edonismo di quanto accaduto due o tre decenni prima. Che poi sia persuasivo soprattutto nella parte centrale, è un altro discorso. Puoi rapire l'eternità in un attimo
Non riesco ad essere entusiasta. E' un film dalle forti connotazioni negative,deprimente. Avere Gosling in questo stato di grazia e lasciarlo per 2/3 del film in camerino è un delitto ulteriore. Sia chiaro,anche Cooper è in buono spolvero, ma,in questa galleria di perdenti,il suo personaggio mi ha fortemente disturbato. Forse l'ho percepito male io,però un poliziotto falso è marcio tanto quanto un poliziotto corrotto. Ha solo la fortuna di avere sempre il coltello dalla parte del manico invece che tatuato sul viso. Eppure patisce anche lui. Fortunatamente il finale lascia un po' di speranza. I figli non ereditano solo gli errori dei padri. Anche le passioni. Cavalchiamole.
Non è il film che vi aspettate. Se non conoscete Cianfrance, trailer e trama saranno fuorvianti. "Come un tuono" è la storia di due padri e dei rispettivi figli, parallela metaforicamente ma non temporalmente, per uno spaccato americano di "tragedie quotidiane" ( colpa, vendetta,ipocrisia ed amara felicità, in definita la vita ) dal forte tono realistico. Strutturalmente diviso in tre parti, che raccordano le diverse vicende, riesce ad essere intenso, inaspettato e disarmante. La regia ed il montaggio sono tecnicamente usati per farci sentire l'attrito che le diverse vicende producono nello sfregarsi, di cui i personaggi sono i principali strumenti. Essi sono caratterizzati senza esserne stereotipi da un personale dualismo bene-male, che rende tutti uomini senza buoni o cattivi. Da vedere.
Partendo dalla considerazione che per una volta il cambio di titolo in italiano crea un collegamento emotivo ancora più forte con il film di quanto faccia il pur evocativo titolo originale, non posso che elogiare questo film, seconda opera in cui si ritrovano il regista Cianfrane e Ryan Gosling, ormai saldamente il miglior attore della sua generazione. La storia inizia con "Handsome" Luke (Ryan Gosling), uno stuntman che si esibisce in tutto il mondo e che un giorno, dopo aver scoperto di avere un figlio di appena un anno, decide di rimanere nella cittadina di Schenectady, dove la sua ex ragazza Romina (Eva Mendes) vive con il nuovo compagno. Il problema di Luke però è la sua personalità: fondamentalmente è un buono, ma profondamente instabile, con una voglia di riscatto talmente grande da superare il buon senso. Un conoscente lo convince a fare delle rapine in banca, ma dopo un inizio promettente tutto andrà male ed entra in gioco l'agente Avery Cross (Bradley Cooper) si troverà faccia a faccia con lui. Difficile scegliere fra i due "protagonisti", descritti e rappresentati alla perfezione da i due attori. E qui fatemi spendere due parole su Cooper, che mette in fila due interpretazioni pazzesche nel giro di pochi mesi, non male per uno che sembrava essere solo l'ennesimo belloccio dell'industria hollywoodiana. La storia è molto bella, con il film che si dipana in quasi due decadi di storia in cui entreranno in gioco spazio anche due liceali, figli dei due protagonisti, come se una maledizione fosse sulle loro teste. Nonostante i 140 minuti di durata il tempo passa con leggerezza, grazie all'ottima scrittura e alla bellezza dei particolari. Oltre ad essere ben scritto, il film è girato in maniera splendida: piano-sequenza lunghissimi e complessi, soggettive frenetiche e cambi di prospettiva sono usati in maniera esemplare, con particolare attenzione quando i due protagonisti sono in scena. Giudizio quindi completamente positivo, è stato molto piacevole vedere un film così completo sotto tutti i punti di vista, che ti lascia molto dentro dopo la fine della sua visione.
una prima ora di livello altissimo, una seconda parte che è un continuo pugno nello stomaco; un film così strano, atipico, recitato benissimo e apparecchiato con una bella colonna sonora. Devo però confermare quello che hanno detto prima di me: se cercate un film da vedere per spassarvela un po' e con solo mezzo cervello acceso, non andate a vederlo perché non è per voi
bellissima la suddivisione del film in 3 parti ben distinte, con un passaggio continuo della vicenda da un protagonista all'altra con effetto-domino e chiusura del cerchio finale. Niente di originalissimo, ma è un vero gioiellino