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Molto inferiore al primo capitolo. Qui perde il mistero sulla malattia che lo animava e tutto si trasforma nell'ennesimo film "zombesco", peraltro sconclusionato e privo di quasi tutte le risposte sorte sin dal precedente film.
Forse un attimino migliore del primo capitolo,un body horror che se da una parte presenta degli ottimi effetti che riescono facilmente a suscitare disgusto e raccapriccio dal altra si dimostra piuttosto carente per quanto riguarda la scrittura.... Si danno alcune risposte alle domande che aveva lasciato aperto il primo capitolo, dura poco, quindi non annoia e la recitazione della protagonista è convincente. Intrattiene, personalmente non mi ha fatto impazzire, però si può vedere senza troppi problemi.
Storia fatta da un bambino di terza elementare, in cui devono esserci: - zombies - zombies meo banali e più raffinati - un protagonista che deve fare rambo - un cattivone - un detective - stop.
Non si capisce dove voglia andare a parare... In compenso le (poche) scene zombesche son fatte bene...
Siamo più o meno sui livelli del precedente, quindi poca cura per la narrazione e poco dinamismo nelle interpretazioni. Il fattore gore non è preponderante visto che urinare sangue non è che sia il massimo della tensione, invece il make up appare funzionante. Per capire qualcosa in più della genesi del virus credo bisognerà aspettare il terzo capitolo, intanto nel giudicare PHASE II il mio voto non può essere una piena sufficienza.
Secondo me è di gran lunga migliore del primo, che è molto più noioso. Questo è molto più dinamico, come dire, come se il primo avesse preso degli integratori vitaminici, se mi sono spiegato. Aspetto con asma il terzo capitolo di questa pustolosa serie
No questo seguito non è granché. La sceneggiatura vacilla parecchio, molto più che nel primo film. La storia è più dinamica, c'è persino un po' di investigazione ma è gestita male e quindi non rappresenta un valore aggiunto – il personaggio della poliziotta è veramente mal scritto. Si vuole inoltre personalizzare lo "scontro" tra Riley e BJ, ma ancora, le ragioni che giustificherebbero questa scelta non convincono affatto. Purtroppo Samy la si vede poco, pochissimo, nonostante sia nei credits, e questo non migliora la situazione. Trascurabile, vedremo cosa combinano col terzo episodio.
L'orrore e il disgusto che caratterizzavano il primo film, insieme ad un'angoscia crescente in parallelo con il disfacimento corporeo dell'allora protagonista qui si perdono a favore di un impianto più thriller che horror. Sicuramente c'è più azione ma il coinvolgimento emotivo latita. Si parte da dove l' altro film terminava, riprendendo alcuni dei personaggi e tessendo loro intorno una storia dal sapore complottistico in cui imperversa un genio del male, dietro al quale si celerebbero i motivi della dilagante epidemia rappresentata su scala maggiore rispetto al precedente capitolo dove l'obiettivo era puntato sul presunto paziente zero. Purtroppo la trama sta in piedi a fatica pur riconoscendo un'idea di partenza non malvagia, alla quale però fa seguito un impianto narrativo fiacco con spunti confusi dalla blanda evoluzione. Sviluppi soporiferi e momenti gravemente ridicoli punteggiano dramma personale e indagini poliziesche. Non mancano intermezzi in teoria ributtanti, in pratica piuttosto insignificanti a patto di essere abituati ad un certo tipo di body horror. La parte finale è poi ancor più fiacca nonostante i tentativi di rianimarla con qualche colpo di scena che purtroppo non riescono a rendere scoppiettante una situazione anestetizzata da tempo. Passa in secondo piano anche l'educativo messaggio del sesso protetto dal quale prende origine la dilagante infezione. Sequel inutile con propositi fin troppo ambiziosi purtroppo non sostenuti adeguatamente.
Liquidandolo in modo qualunquistico potremmo dire che è la versione "al maschile" del precedente, volendo approfondire diciamo che è un vero e proprio sequel (inizia anche con le ultime scene del primo film) e va avanti sullo stesso solco anche dal punto di vista tecnico e stilistico...abbastanza piatto e in parte scontato (ha le stesse dinamiche del primo) cerca di dare una scossa con una lieve impennata sul finale e in parte ci riesce, tutto sommato un film sufficiente.