cosmopolis regia di David Cronenberg Francia, Canada, Portogallo, Italia 2012
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cosmopolis (2012)

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locandina del film COSMOPOLIS

Titolo Originale: COSMOPOLIS

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiRobert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Baruchel, Kevin Durand, Juliette Binoche, Emily Hampshire, Mathieu Amalric, Sarah Gadon, Jadyn Wong, Samantha Morton

Durata: h 1.45
NazionalitàFrancia, Canada, Portogallo, Italia 2012
Generedrammatico
Tratto dal libro "Cosmopolis" di Don DeLillo
Al cinema nel Maggio 2012

•  Altri film di David Cronenberg

Trama del film Cosmopolis

Cosmopolis racconta la storia di un giovane manager multimiliardario, Eric Packer, che attraversa New York nella sua limousine, deciso ad andare nel suo vecchio quartiere per farsi tagliare i capelli. Nella sua auto superaccessoriata e computerizzata in costante contatto coi mercati azionari, l'uomo fa riunioni di affari, si sottopone ad approfondite visite mediche, costantemente protetto da guardie del corpo che sanno che uno stalker potrebbe ucciderlo.

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Voto Visitatori:   5,83 / 10 (104 voti)5,83Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Cosmopolis, 104 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

rockyeye  @  24/05/2014 09:21:21
   9½ / 10
Si è già detto tutto... Cronenerg è l'unico regista che ha capito cos'è il mondo ....capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/05/2014 10.49.35
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Badu D. Lynch  @  22/10/2013 16:02:17
   9 / 10
- COSMOPOLIS - di David Cronenberg

Asimmetria impellente.

Parker è un morto che cammina, uno spettro che cerca l'annientamento. La limousine protegge e amplifica la profondità del suo vuoto esistenziale, lo separa dal pericolo della natura umana, dal rischio, dallo stimolo, dalla vita. L'abisso del protagonista , di conseguenza, è tutto tranne che disperato : non è esplosione, ma implosione. E' una mancanza interiore, quasi primitiva ; è l'esigenza di sentirsi carne, deformi, umani prima di ogni altra cosa. Eric raggiunge una sorta di asettica perfezione : la bellezza, i soldi, i numeri, i conti mascherano l'ansia d'esistere, il male di vivere. Il suo è un allontanamento meccanico e intellettualizzato dal mondo, dalla natura. E' un dimenticare il sublime sapore dell'imperfezione. Un freddo possedere e mai possedersi. Parker è macchina vivente, un automa, la parte ineccepibile e metallica dell'umanità, il quale, per sentirsi finalmente bruciare, deve necessariamente incontrare l'altra parte di se, deve assaporare e fronteggiare l'indispensabile perdizione, il proprio riflesso, la materializzazione umana di quella prostata asimmetrica : la propria parte sbagliata, deforme, inutile, rigettata, umana. L'uomo.

La limousine : uno spermatozoo che viaggia a ritroso, attraversa il tempo/corpo per ritornare all'origine, alla fecondazione iniziale in cui tutto muore e tutto nasce - il ventre materno. Il barbiere: l'unico punto fermo e stabile, la memoria del protagonista ; lo specchio dei ricordi d'infanzia, l'appiglio che avvicina all'emozione primigenia dimenticata, alle sensazioni più vecchie, primordiali ; più vicino possibile all'utero che accoglieva la totalità della vita, la purezza carnale, incontaminata e pulsante. Il tempo scorre e si fonde con Parker, diventando un'unica entità, come due gemelli Inseparabili, fino ad imbattersi nell'imperfezione corporea e fisica : la prostata asimmetrica, il big bang cronenberghiano nel quale ha inizio ogni cosa. La psicologia del protagonista è in continua evoluzione : egli ha superato la condizione di "essere umano qualunque", raggiungendo la consapevolezza del proprio male di vivere, della propria spettralità esistenziale. Ecco quindi la spasmodica e silenziosa ricerca del suo alter ego, la fine celeste, necessaria.

La naturalezza del mondo non esiste più, si è persa. Cronenberg racconta l'assuefazione dell'uomo (moderno) nei confronti della logica del computer, del calcolo asfissiante ; l'adagiarsi ad un universo automatizzato. Muoversi e cibarsi di numeri infinitesimali. Sprofondare in quest'universo intellettualizzato. I desideri soffocati ribollono dentro il protagonista, nelle profondità del proprio corpo ; ora la sua personalità denaturalizzata si dilata, ricercando la propria forma primordiale e originale. Eric cambia atteggiamento, diventa consapevole delle proprie necessità esistenziali nonché corporee : cerca inesorabilmente l'imperfezione ; l'urgenza del dolore fisico, il bisogno di sentirsi tangibili, l'esigenza della morte per scoprirsi finalmente vivi, carne prima di tutto.

Le informazioni diventano atroci, si dimentica il sapore della lacerazione. E' il bisogno represso di sentirsi eccitato, come una malattia. La mancanza di passioni travolgenti, Il bisogno di chiudere un qualcosa che è appena cominciato. Le idee si fondono con il tessuto della vita quotidiana : si diventa pura informazione, fredda matematica che respira, cammina, scopa. Il futuro è destinato a fallire, è insistente. Ecco la necessità di stordirsi fino alla vertigine. Il dolore, la prostata asimmetrica è l'inizio, l'input interno, la scintilla che riaccende il suo castrato concetto di libertà, che lo porterebbe ad essere libero. Il primo passo verso la vita. Si va dal parrucchiere per tuffarsi nella fragilità della reminiscenza, per sentire nuovamente pulsare quest'esistenza in stallo ; ecco che il parrucchiere diventa un'associazione di idee, vita. Bisognerebbe allontanarsi dalla prevedibilità, dalle pianificazioni, dalle precauzioni - assaporare il pericolo, il mondo. E' ora di ricongiungersi con la propria nemesi. Parker determina consapevolmente la sua rovina, perché ha la presa di coscienza. Lui è entrato volontariamente in quell'appartamento nonostante sappia di trovare la sua fine. Ecco la presunzione, l'assenza di rimorso, l'intuizione di una morte prematura, lontani dai dubbi : vuole autodistruggersi più degli altri, più è in alto più avrà un crollo straordinario. Un Icaro già caduto tanti anni fa, secoli fa, che finalmente vuole vivere : Morte e Vita si scambiano i ruoli, il significato. Eric vuole finalmente bruciare, ritornare all'origine della vita, al senso dimenticato dell'esistenza. L'invisibile incontra il visibile. Lo spettro incontra il corpo. Due facce della stessa apocalittica medaglia. La violenza in realtà richiede un progetto, impegno, una motivazione ; sarebbe un banalizzare la propria dipartita, meccanizzarla, spogliarla dal proprio fascino incontaminato ; ecco che quindi l'unico modo di crollare è farsi uccidere da colui che non è contro la ricchezza, da colui che non ha fantasia, che non ha reali motivazioni per ammazzare, nessun movente. Sta semplicemente "dall'altra parte", è il proprio riflesso umanamente decodificato. La prostata asimmetrica è l'imperfezione che sconfigge la precisione, ciò che vibra dall'interno, che esige diventare parte integrante, staccarsi dall'apatia vitale, dalla freddezza di un mondo computerizzato, senza morte. Carne, corpo prima di mente. Ecco l'importanza dell'asimmetria , di ciò che è sbilanciato. La risposta è nell'anomalia, nel suo corpo e nel suo reprimere inconsciamente le pulsioni esistenziali ; non è in tutti quei calcoli, in tutti quei numeri, in tutta quell'automatizzazione del mondo. Ecco la caduta di Icaro, tanto attesa. La Vita e la Morte che si abbracciano, si scambiano i ruoli per un solo momento che durerà per sempre. Completarsi a vicenda.

Cosmopolis è il collasso definitivo della materia cronenberghiana ; è l'implosione finale di tutto il cinema del regista canadese. L'(ultimo)urlo soffocato di David Cronenberg, come fosse la sua opera definitiva - l'ineluttabile apocalisse corporea. Il suo (capo)lavoro conclusivo.

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Ultima risposta 22/10/2013 20.34.17
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Melefreghista  @  31/07/2013 00:01:08
   10 / 10
L'unico modo per capire Cronenberg è guardare tutta la sua filmografia, opera dopo opera, solo così si può cogliere il linguaggio di questo regista visionario.

Era preventivabile, considerando la presenza di Patterson, che molti l'avrebbero visto senza nemmeno conoscere lo stile del regista.
Insomma, non sapevate a cosa stavate andando in contro!

Cronenberg è così, non aspettatevi intrattenimento.

Questo canadese, ormai settantenne, è riuscito a farmi apprezzare persino il vampirla! La dice lunga sulla grandezza di un film claustrofobico, angosciante, alienato, disumano.

Ennesimo capolavoro. Sarà rivalutato tra 20 anni.

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Ultima risposta 20/01/2014 13.52.45
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Scuderia2  @  22/10/2012 19:35:34
   2 / 10
Elogio dell'asimmetria.
Trionfo dell'imperfezione.
Kronenbourg,con Cosmopolis, dà libero sfogo a ciò che la sua prostata infiammata gli suggerisce.
Nella messa in scena di una Società che galleggia a malapena nelle acque reflue dell'Economia imperante,il film affonda coma uno stro.nzo di 5 kg.
Giù dritto .

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Ultima risposta 20/11/2012 22.06.07
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addicted  @  10/10/2012 00:14:19
   9 / 10
Una visione che mi ha entusiasmato.
Cronenberg fa strike: realizza uno dei suoi film migliori, revitalizza Pattinson (davvero bravo!) e ci regala quasi un paio d'ore di cinema difficili da dimenticare.
Attori gestiti alla meraviglia, sceneggiatura al fulmicotone (quanto dobbiamo a De Lillo? Purtroppo non l'ho letto). La colonna sonora merita una menzione speciale: è la ciliegina sulla torta, suadente e claustrofobica.
Un ritratto spaventoso di qualcosa che è sotto i nostri occhi eppure non vogliamo vedere.
Merita visioni multiple e potrebbe dare dipendenza (almeno a me).

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Ultima risposta 21/12/2012 20.57.48
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bood  @  17/06/2012 16:33:56
   10 / 10
bel film

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Ultima risposta 20/01/2014 13.23.28
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PATRICK KENZIE  @  13/06/2012 23:00:13
   1 / 10
Una vera schifezza cinematografica...
E non dipende dal fatto che sicuramente non è un film per tutti e che bisogna psicologicamente seguirlo in ogni istante,ma dal fatto che è 15 anni che vado al cinema a vedere quasi di tutto e un film cosi orrendo,privo di logica e senza senso non mi era mai capitato.. E si che di film brutti ne ho visti in vita mia!
Avevo grandi aspettative,dal trailer e da Cronenberg stesso,dal fatto che poi De Lillo è straordinario. Ma qui il film è una pura ****** inguardabile, Certo,originali le ambientazioni e la regia ovvio,ma mamma mia che schifo di film...
E ovviamente c'è chi pensa il contrario e lo accetto,ma non significa che chi capisce questo film lo giudica grandioso e chi invece no lo giudica pessimo. Perche qui il film è davvero orrendo mi dispiace ammetterlo...
Da evitare come la peste

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Ultima risposta 16/07/2012 01.09.30
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Guy Picciotto  @  13/06/2012 16:50:46
   8 / 10
Non si possono dare voti alla storia del post marxismo liquefatto in deserti ombrosi fasciati e moltiplicati per mille fino a spezzare l'autismo di wall street facendolo uscire tumefatto agonico pezzo di marmo-porpora in un altrove artaudiano: oltre la Parola c'è il cinismo del Suono, percezione sonora (Ligeti) che appartiene alla memoria bergsoniana: meta-linguaggi e amoralità robotica che fendono i nostri sorrisi: ricordi purulenti-verminosi che non
ci appartengono più: sfocate esplosioni di violenza inconscia che impediscono la consequenzialità dell'azione. Luigi Nono, Stanley Kubrick e l'egresso terminale ballardiano sparato dritto in un 3000 tecnocratico ultracapitalista che è già odierno.
Poiché il denaro è il centro del nostro sistema, economico e sociale, noi abbiamo dovuto adattare il nostro passo al suo. Basta entrare nell'ufficetto di qualsiasi piccolo broker, accerchiato da monitor, altoparlanti, telefoni, fax, lo sguardo fisso sullo schermo gigante e multicolore della Reuter che, attraverso un megacalcolatore, lo tiene collegato in modo permanente con 20.000 case finanziariee con tutte le grandi Borse del mondo, per capire a quali stress, a quali fibrillazioni, a quali sollecitazioni da Formula Uno sia sottoposto un uomo che lavora con il denaro in fibra ottica. Solo un po' meno evidenti ed esasperati sono gli stress, le fibrillazioni, le sollecitazioni
che ritmano l'esistenza di tutti coloro che vivono all'interno dell'odierna economia monetaria. Ciò spiega anche l'apparente paradosso, che è esperienza comune e quotidiana, per cui l'uomo moderno, che proprio allo
scopo di risparmiare tempo dispone di mezzi velocissimi per muoversi e comunicare (automobili, aerei, telefoni, telefonini, fax, computer), non ha mai tempo, è in perpetuo affanno, «con gli occhi costantemente fissi all'orologio
Sono i ritmi cui ci obbliga la logica del denaro che è lo spirito del denaro (guadagno sistemico) a prenderci il tempo.
Gianni Agnelli una volta disse «Le generazioni perdono presto la memoria finanziaria, ogni tanto hanno bisogno di una doccia fredda, per guarire
dall'euforia» .
Ma il mito della moltiplicazione del denaro, della crescita ad infinitum, non muore mai e, dopoun po', si è pronti a ricominciare
Chi ha instaurato nella nostra civiltà questi principi "liberal-internazionalisti" sono gli stessi che hanno instaurato l'idea di villaggio globale, idee che sono alla radice della estinzione della nostra razza....
Come ha detto un utente qualche commento fa, questo film non c'è ed è così che doveva essere smarginato lo spirito del romanzo di DeLilloa parere mio, quindi centro pieno per Cronenberg che torna su ottimi livelli dopo alcune prove a vuoto.
E un film che parla di uno zombi della sua bara prematura (la sua limousine).
Davvero non basterebbero duemila anni per spiegare i perversi, contorti legami che intarsiano capitalismo ultra liberista e sangue demoniaco pagano.

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Ultima risposta 15/06/2012 18.47.08
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  07/06/2012 23:02:59
   8 / 10
Prima di tutto chiederei al moderatore di eliminare il voto dal mio commento, perché per questo film non voglio esprimere nessun voto. Non credo sia possibile (intendo sia votare il film che non votarlo su FS).
Il punto è che Cronenberg fa esattamente ciò che andava fatto per filmare un libro come Cosmopolis. Per raccontare il non-luogo narrato da De Lillo sceglie di fare un non-film.
Possiamo senza tanti dubbi affermare, infatti, che questo film è uno splendido non-trama che si avvicina ai capolavori francesi degli anni 60-70, un film elitario con un non-attore come protagonista.
E' senza dubbio un (non)film difficilissimo, in cui ogni dialogo apre scenari interessanti e spiazzanti, forse anche troppo criptico, quasi una sfida.
E' un'opera che merita più di una visione attenta per cogliere tutte le sfumature. D'altronde stiamo parlando di un (non)film tratto da una delle opere letterarie più complesse e stratificate di inizio secolo e Cronenberg realizza un'opera altrettanto complessa e stratificata che a volte ha il difetto di apparire quasi narcisistica oltre che troppo ostica a una prima visione.
Per questo motivo credo sia giusto dare un non-voto al non-film in modo che resti sospeso, galleggiante in un limbo dai contorni definiti solo dal commento.

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Ultima risposta 31/07/2012 15.54.01
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Fabbro75  @  07/06/2012 13:09:24
   4½ / 10
A me il film non è piaciuto, penso che Cronenberg abbia detto tutto quello che doveva dire con il non eccezionale ma affascinante eXistenZ, per poi inanellare film di qualità incostante, alcuni anche buoni, ma comunque privi di gran parte della poetica che lo rendevano così unico.
Rispetto comunque l'opinione di chi ci ha visto o letto cose che evidentemente io non ho colto.
Però i voti oltre al 7...
9 o addirittura 10 a questo film? Ma dai... Quindi lo vogliamo mettere sullo stesso piano dei suoi capolavori? Cosmopolis come Videodrome o Inseparabili?
Io sono convinto che nel tempo, finita la battaglia tra detrattori, critici estasiati sinceri e a-critici estasiati da complessi di inferiorità ("Mi son fatto due palle così ma si tratta di Cronenberg, qualcosa di intelligente avrà ben voluto dire"), verrà ricordato come un film minore del regista, magari pure con aspetti affascinanti, ma un minore. Esattamente come "Il pasto Nudo", altro film difficile tratto da un libro difficile.

Ma poi decidetevi: Pattinson recita da cane oppure è bravissimo nella sua imperturbabile staticità?
Giamatti sì che non lascia dubbi.

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Ultima risposta 08/06/2012 10.02.59
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-Uskebasi-  @  05/06/2012 17:03:06
   6 / 10
Il cinema sta veramente morendo. Non lo dico certo per Cosmopolis, non merita questa importanza nel bene e nel male. Lo dico perché nel campo non c'è una cosa che odio di più dell'intervallo, e adesso si sta diffondendo in ogni cinema distruggendo l'atmosfera, l'emozione e la tensione del film solo per incrementare la vendita di qualche coca diluita con acqua. Comunque, dicevo, guardo Cosmopolis e arriva l'inaspettato (in realtà in questo caso un po' sperato) intervallo. Un uomo apre la grande porta della sala, non sta uscendo per prendere una bibita, sta entrando. Scende gli scalini alfabetici, dalla N alla A e si piazza davanti al grande schermo. In mano ha una macchina fotografica e con nostro grande stupore chiede a tutti... a tutti... alle decina di persone in sala, il favore di disporsi vicini davanti a lui per una foto. Il motivo è un presunto test inerente al film, credo che abbia accennato a misurazioni o altro, non so cosa, niente di preoccupante comunque. Tutti hanno accettato seppur con qualche perplessità nel volto. Non ha chiesto nemmeno di sorridere, ha solo scattato la foto. Poi uscendo, all'altezza della lettera L, ha aggiunto che chi avesse voluto, avrebbe potuto trovare la foto in rete in un preciso sito.
Era di parola. L'ho trovata, ma non è un granché, non ci ha nemmeno preso tutti. Eccola comunque:

http://a4.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash2/32267_135885646425209_135611903119250_384099_96782_n.jpg

Non vi dico chi sono io, ma ammetto che ero leggermente annoiato.
Molto curioso è il fatto che nella primissima scena alla ripresa del film, ci sia la solare ragazza del Pattinson che fa sottintendere al partner la bellezza dello spettacolo a cui stava assistendo, semplicemente dicendo di essere uscita a metà. Istintivo il pensiero di aver dovuto fare la stessa cosa, che forse sarebbe stata la scelta migliore, onde evitare esplosioni pericolose. Ma mi sarei sbagliato. Si perché alle parole Nancy Babich qualcosa cambia. Il film inizia a prendere un'altra forma e a raggiungere altri obiettivi oltre a quelli già stra-ottenuti dell'incremento nello spettatore della conoscienza finanziaria e dei cojoni. Si inizia a capire il comportamento del protagonista e anche i dialoghi diventano molto più interessanti, fino alla parte migliore, il duello verbale con il sempre grande Giamatti, che non sapevo ci fosse ma che avevo individuato in una scena a fianco della limousine. Avresti dovuto salvarmi.

Qua non si discute Cronenberg, tantomeno l'intelligenza del film, c'è dentro tutto e questo è fuori ogni dubbio. Mi immagino come sarà il libro, sarà unico, e doveva essere solo quello, non si possono filmare le parole.
Insomma, Cosmopolis è esattamente come Pattinson; può piacere, ma non andiamo a dire in giro che è bello perché se gli mettiamo a confronto il vero bello gli occhi si aprono. La nostra credibilità sarebbe quella di una ragazzina di 13 anni.
E infine le sale dovrebbero essere più controllate, non possono entrare anche gli animali.

http://shamael.noblogs.org/files/2012/03/che_palle.jpg

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Ultima risposta 24/05/2014 11.27.35
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claudio54  @  03/06/2012 23:33:51
   8½ / 10
Che dire... mi prende un senso di spaesamento... di tristezza. Eravamo in otto in sala a vedere quello che mi è sembrato fin da subito un film bellissimo, estremamente impegnato, serio, niente affatto difficile, come dicono molti. Cosa c'è di difficile in un film come questo? Non ho ancora letto il libro del grande De Lillo (uno dei miei autori americani preferiti)(che poi è quasi italiano). E' cinema allo stato puro, estremamente simbolico, ma lasciamo stare gli aggettivi. Capisco che può non piacere il genere, ma, mi domando, come si fa a dare voti così bassi ad un film così straordinariamente coraggioso? Cosa vogliamo dal cinema? Le vacanze di natale e cose simili? Il cinema sta morendo, cari miei. Non so se sia colpa dei produttori, del pubblico, dei distributori (questi veramente credo che abbiano grandi responsabilità), di internet, dei downloads illegali (veri e propri furti, non credete che sia il caso di cominciare a chiamare le cose con il loro nome?) Per non pagare i pochi euro che costa una visione al cinema stiamo uccidendo tutto, cinema, musica, e tra poco anche la letteratura. C'è qualcuno che dice: ma il cine costra troppo, 7 o 8 euro ti sembrano pochi? E quindi tutti giù a rubare, a vedere copie illegali di pessima qualità su telefonini grandi come francobolli, ipad e via dicendo.
Dicevo che eravamo in otto in sala. Una domenica sera. Se il biglietto fosse stato non di otto euro ma di cinque sarebbe stata la stessa cosa. Il cinema sta morendo, lo stiamo uccidendo noi. Registi come Cronenberg stanno diventanto solo degli eroi coraggiosi, solitari, come quei quattro gatti che vanno a vederlo. Che tristezza.

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Ultima risposta 04/06/2012 20.45.42
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gianni1969  @  01/06/2012 15:40:25
   9 / 10
il commento di kowalsky e' l'emblema delle emozioni che trasmette a mio avviso questo capolavoro. cronenberg non lascia,ma raddoppia. poi i detrattori ci sono sempre,delusi dal fatto che non sbuca nessun licantropo o affini.

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Ultima risposta 01/06/2012 18.41.14
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Mpo1  @  01/06/2012 01:04:34
   8½ / 10
Dopo 3 film non del tutto soddisfacenti, o comunque lontani da quello che era il miglior Cronenberg, il regista canadese torna agli alti livelli del passato con un film che lascerà il segno, un'opera originale e spiazzante che già divide tra detrattori ed entusiasti. Tratto piuttosto fedelmente dall'omonimo romanzo di Don DeLillo, il film è un'odissea, un viaggio attraverso New York che è anche un viaggio nel mondo moderno e nella mente del protagonista Eric Packer, che incarna il capitalismo più estremo. Film apocalittico, glaciale, claustrofobico, pieno di dialoghi spesso criptici ma affascinanti, "Cosmopolis" è un'opera che fa e farà discutere, che racconta l'oggi meglio di tanti filmetti "realistici" che infestano gli schermi (soprattutto in Italia). Possiamo notare molti punti in comune con il capolavoro del 1996 "Crash": quest'ultimo aveva nel desiderio sessuale e in quello di morte i suoi poli principali, e ciò che sembra guidare Eric, al di là del soddisfacimento dei momentanei bisogni, è proprio un forte desiderio di autodistruzione; in entrambi i film il rapporto tra uomo e tecnologia, e in particolare tra uomo e automobile, è essenziale, tanto che la bianca limousine di Eric diventa quasi un'estensione del suo corpo, o una sua rappresentazione. La tensione verso un'impossibile perfezione porta Eric a scontrarsi con l'imperfezione che è già dentro di noi… Tra i molti momenti da ricordare: la visita medica, gli incontri con la moglie e ovviamente il finale. Molto bella anche la colonna sonora, in particolare il brano sui titoli di coda ("Long to Live" dei Metric). Di questo film si potrebbe dire tantissimo, e nuove visioni sono sicuramente necessarie…
Prevedibili e scontate le critiche… ma il vero Cinema NON è intrattenimento, non tutti i film si possono guardare distrattamente sgranocchiando popcorn, il cinema è una forma d'arte, di cultura, deve provocare, far riflettere… davanti a un film dobbiamo usare il cervello, non dimenticarci di averlo. Invece di insultare il film, non sarebbe meglio ammettere semplicemente che non ci si arriva?

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Ultima risposta 22/02/2020 22.25.50
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  31/05/2012 23:46:46
   7 / 10
Il regista della psiche e della carne, a solo un anno dall'incompreso "A dangerous method" (si vede che C. con il magma della parola ci ha preso gusto) imbastisce un apologo di sconcertante cripticità sulla devastazione sociale prodotta dal potere economico. Lo fa attraverso un protagonista, novello Ulisse, bulimico di sensazioni forti e incapace di vivere il reale, tormentato da sé (asimmetria della prostata, del taglio di capelli) e dal microcosmo che lo protegge (la limousine, le guardie del corpo).
L'impressione di minaccia costante si fa sempre più carica, così come aumenta l'inquietudine legata ad una metropoli devastata in cui i ratti sono divenuti la più preziosa merce di scambio.
L'universo Cronenberg è strabiliante come sempre, anche se meno originale di quanto ci si sarebbe potuti attendere; le sue ossessioni carnal-techno-psico-sessuali si fondono alla perfezione in un'atmosfera di degenere esaltazione che richiama al precedente "Crash" ma anche a "Strange days" di Katryn Bygelow.
D'altra parte però, il livello di fruizione del film è oltremodo minimale: neppure con "Il pasto nudo" tratto da Burroghs il regista era arrivato ad un tale grado di inaudita difficoltà. Dialoghi rispettati anche alla lettera dal referente letterario, accumulati senza sosta e senza pietà in un delirante vaneggiamento divinatorio su una fine tanto imminente quanto auspicata.
Piuttosto complesso non lasciarsi esasperare dalla verbosità dei trattati filosofici dei personaggi e dall'insopportabile rigidità interpretativa di Robert Pattinson, attore per caso affatto efficace nel ricoprire un ruolo di notevole astrusità, alter ego luciferino del vampiro fiabesco fin'ora affrontato.
L'impressione è che C. abbia peccato di riserbo d'interpretazione, demandando alla fiumana concettosa di DeLillo il compito di parlare di una nuova apocalisse. Visivamente suggestivo e inquietante, acusticamente demoralizzante, profondamente frustrante.
Alla fine ci si ritrova stremati e irritati ma con la sensazione di aver assistito a un film che si farà ripensare a lungo.
Non se ne può fare una colpa agli scettici: non è la sacerdotessa Morton a dire proprio: "Più è visionaria l'idea e più le persone rimarranno indietro"?

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Ultima risposta 04/06/2012 19.50.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/05/2012 22:49:37
   8½ / 10
Continua Cronenberg a trasportare sul grande schermo i romanzi intraducibili del '900: lo fece con il delirante Pasto Nudo (uno dei suoi capolavori), poi Crash e adesso questo criticatissimo Cosmopolis. Scritto da uno dei maestri della letteratura americana, quel Don De Lillo di cui tanti si prodigano ad elogiare i romanzi ma che a conti fatti è anche uno di quegli scrittori che è durissima leggere, principalmente per lo stile in cui la parola predomina sull'azione fino all'eccesso cerebrale. E non tragga in inganno l'elogio costante della critica, De Lillo è uno scrittore che ha spaccato a metà un pò tutti e solo per questo andrebbe menzionato come autore di assoluto valore.
Cosmopolis di David Cronenberg nasceva quindi per dividere, soprattutto se il canadese decideva di partire dal Verbo, dalla pagina scritta, trasportando di fatto tutto il romanzo sul grande schermo cosi com'è o come dovrebbe essere cinematograficamente. E allora, si chiedono in molti? E ALLORA?
Qualcuno provi a leggere lo stile ostico di De Lillo, il tempo narrativo che si fonde in un continuum al di fuori del tempo stesso tra presente, futuro e passato, il delirio razionale dei suoi personaggi e gli scatti di follia (?) improvvisa. Cronenberg ce l'ha fatta, senza scendere in compromessi ha fatto del Cosmopolis letterario un film di difficilissima visione, noioso per i più, certamente cerebrale e verboso fino allo sfinimento.
Ciò che di fatto non mi va giù sono le critiche di non cinema che questo film si porterà dietro per tantissimo tempo da parte di alcuni detrattori; la parola per molti non è appannaggio della cinematografia dove tutto parte dall'immagine. Ma a me sembra si sia incappati in un grosso equivoco: in Cosmopolis Cronenberg privilegia l'aspetto verboso rispetto a quello dell'azione ma di fatto crea un'atmosfera apocalittica e schizoide ma sempre glaciale e "ragionata"; il suo cinema sembra lontano ma in realtà Cosmopolis ne è impregnato nei temi, non solo da quegli scatti lontani di grottesco sessuale, violenza ostentata o momenti puramente assurdi (i terroristi dei topi e quello della crema pasticciera). Certo, perché Cronenberg è rimasto fuori dalla limousine.
Al di là di questo, il film ha un montaggio molto veloce e i continui scambi sembrano atrofizzare lo spettatore che non se ne rende conto: Cronenberg segue i dettagli, a volte ossessivamente, non si è ovviamente limitato a scrivere la sceneggiatura in sei giorni; che poi ovviamente tutto è già nell'opera letteraria, perché bisognerebbe aggiungere dialoghi o temi che non centrerebbero nulla? Cronenberg rimane comunque un maestro quando riesce a creare all'interno di scambi verbosi un angoscia crescente, che sembra lì lì per esplodere ma in realtà implode in sé stessa lasciando sgomenti. Salvo poi scattare in episodi di incredibile violenza, tanto veloci quanto sconvolgenti.

Cosmopolis è l'odissea (riferimento non casuale) di uno spettro che ha in mano il mondo, nell'immenso palco delle strade di New York dove incontra altri spettri, residui di una vita implosa; come se non bastasse, profetizza il presente in un certo senso.
Il problema è questo: lo spettatore non è più disposto all'ascolto, non più o forse non lo è mai stato. Ci sta la noia, ci può stare. Ma è un vero peccato non riuscire a cogliere tutti i suggerimenti di quello che è uno dei film più interessanti e controversi degli ultimi anni, che lo si ami o lo si odi.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  31/05/2012 18:29:21
   9 / 10
Tutto previsto, ovvio, ma per me è stato un'inesauribile colpo al cuore: esco dal cinema e provo la stessa impossibilità di "barricarmi", epicentro del mio controllo mentale e corporeo è e si sente vulnerabile. Mi tornano in mente quelle parole "tu dovevi salvarci...". Perchè? La lobby economica prevede forse di arricchire i suoi schiavi o l'unica cosa che conti è tentare di farli sopravvivere? Il cerchio si chiude, indistintamente. Mi faccio un sacco di grasse risate pensando alla faccia contrariata delle ragazzine davanti al Patterson post-saga: se fossi nel film, direi che il disprezzo per il pessimo gusto altrui non fa che liberare (oh che goduria) la mia anarchica cattiveria... al diavolo i vampironi romantici stampati nelle foto dei diari scolastici, ma forse la scelta di P. non è casuale. L'Icona pop (star) che testimonia l'altro vampirismo,quello sociale, allettante e altrettanto diabolico.Il tutto incapsulato in questo magma visivo dove l'identità umana, dopo la febbre dell'oro, assiste sconsolata al funerale collettivo di un'intero sistema - il sesso privo di vita come in Shame di McQueen, l'incontro con personaggi di altre epoche e vite come in After Hours di Scorsese - il Q. I. una massa cerebrale di dati che vanifica ogni substrato (contatto) di vita (con)terrena. Se il Capitale non ha piu' alcuna possibilità di difendersi, la minaccia di ferite ancora aperte sposta l'obiettivo su mondi vilipesi da altre paure ("Sparano ancora ai presidenti?Ci sono persone piu' interessanti di loro"). Il film questo Naked Lunch della generazione Zero, questo 1984 dei carnefici diventati vittime, è un vero e proprio CAPOLAVORO.
L'asettico spettatore non vi troverà la zavorra necessaria per affrontarlo fino alla fine ma si sbaglia: correte a vedere la storia di quel musicista alla ricerca vana di una spiritualità interiore... lasciate quel barbiere rincorrere il sogno schiavista di un passato da tassista iperattivo "morto dentro" quella professione dolcemente logorante... lasciate a un'immenso Paul Giamatti, che sembra uscìto da un film di fantascienza, il compìto di esaudire o meno la nostra (voglia di) vendetta... magari c'è solo un'eccesso di pragmatismo letterario, anche se suggerisco a chi diffida che Don De Lillo è e rimane uno dei piu' grandi letterati americani contemporanei, insomma non uno qualunque
Forse il sangue versato da Cronenberg a differenza di quello di Twilight non sarà mai inutile

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  31/05/2012 13:09:58
   7½ / 10
Chissà se "Cosmopolis" potrebbe mai candidarsi a "capolavoro mancato" di Cronenberg. Forse sono troppo severo.
Leggendo "Cosmopolis" di DeLillo non si tarda a comprendere come mai il regista abbia provato un irresistibile richiamo: sembra condensare la sua poetica.
Desiderio della carne a contaminarsi con la tecnologia, che si fa tensione del nostro grado di civilizzazione a svaporare dalla materia, tradursi inanemente in mera astrazione, numero che domina asetticamente. Fantasma che si aggira. Fantasma che si protegge, insieme a tutti i propri liquidi corporei, nell'abitacolo ermeticamente chiuso.
Pattinson (a mio avviso efficace, nel ruolo di un individuo ermeticamente chiuso) entra in conflitto con il vuoto pneumatico della propria prigione: i conti non tornano più, la tentazione della materia è troppo forte.
Ecco che l'ultima sequenza, la meno risolta nonostante un Paul Giamatti in stato di grazia, ci riconduce ad ambientazioni putride e fatiscenti quali ce ne sono un'infinità nel cinema di Cronenberg (dai primissimi film a EXistenZ).
Il putridume della carne (anche fisicamente giamatti incarna bene l'antitesi di Pattinson) è una tentazione vertiginosa, che per questo personaggio che implode non può che rappresentare la negazione del proprio estremismo.
Non ci può essere rinascita, un buco nero lo attende.

Ma nel film c'è qualcosa di non perfettamente risolto: sarà probabilmente il fatto che il fascino della prosa di DeLillo è nella parola e non nella narrazione; in questo senso non è filmabile, e Cronenberg dimostra invece una incredibile fedeltà all'autore (pare abbia scritto la sceneggiatura in 6 giorni; è plausibile, dacché riporta interi passi del romanzo), in questa sua più recente propensione per la verbosità.
E' come se attraverso la parola Cronenberg volesse costruire una ulteriore gabbia, claustrofobica, in cui rinchiudere (e sotto il cui peso schiacciare) il suo personaggio, che pure con le parole si muove insolitamente bene.

Mi attendevo uno scatto visivo rispetto alla pagina, una più marcata "cronenberghizzazione" del soggetto (già però, come detto, troppo cronenberghiano in partenza, forse), e in questo sono rimasto perplesso. Anche se devo dire che l'ambientazione algida e robotica nella limousine resta impressa. Così come il procedere lento, quasi a ralenti, dell'auto.
Tuttavia, almeno a una prima visione, il film accusa tutta la propria cerebralità, il proprio essere studiato a tavolino, il proprio aggiungere tutto sommato poco alla poetica dell'autore (aggiornata al capitalismo finanziario post-industriale del XXI secolo).
L'epoca in cui il topo è divenuta l'unità monetaria.

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Ultima risposta 02/06/2012 12.36.46
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Manticora  @  31/05/2012 12:40:15
   8 / 10
Cosmopolis ovvero come girare un film incomprensibile per il pubblico, rendere il tutto insopportabilmente verboso, ma anche terribilmente reale e soprattutto legato al libro di Don De Lillo, che nessuno ha letto...
Cronemberg è un regista che non è stato mai lineare nella trasposizione dei suoi film, ha attraversato i generi con la stessa disinvoltura di chi passa dal mestiere di bagnino a quello di macellaio. Però il suo è un film necessario, per quello che rappresenta, perchè nella sua inperfezione ci sono dei semi di verità. Il capitalismo è un fantasma, profezia della crisi finanziaria e sociale che sta sconvolgendo la nostra normalità. Cos'è la normalità? Spendere un milione di dollari? comprare un bombardiere russo che non può volare per mancanza di pezzi di ricambio e andare a contemplarlo in un capannone? Voler comprare una cappella, con tele di rotko alle pareti? Avere due ascensori che diffondono entrambi musica, ma differente?
La normalità del capitale è la sua stessa follia, perchè senza follia il capitalismo non può esistere, prendere così tanto e dare così poco, fino a che non saranno i topi scaraventati nelle tavole calde o le torte in faccia a cambiare la situazione. Ma se cavi gli occhi ai dirigenti e ai miliaridari forse non potranno più godere di questo senso di onnipotenza, di cinismo e mancanza di empatia con la GENTE.
La gente si parla addosso, la critica idem, le banche falliscono, qualcuno si dà fuoco, le guardie del corpo fanno il loro lavoro, in mezzo il fantasma del capitale scorrazza ancora per il mondo. Sono un grande enigma per me stesso dice Eric, perchè non sà cosa vuole, forse fottersi la moglie, forse uccidere qualcuno, forse farsi tagliare i capelli, o forse semplicemente morire.
Tutto è asimmetrico, non si può prevedere la fine del capitale, quando sarà, be le limusine non serviranno più a niente, perchè il mondo non è dentro quell'archetipo di bunker semovente, che separa l'avere dall'essere, ma nelle strade che attraversa....
Nota negativa, robert Pattison come attore non convince, assolutamente, Colin Farrell o Edward Norton sarebbero stati perfetti, Il resto degli attori è al servizio della storia, dalla Binonche a Paul Giamatti, appunto per gli aspiranti spettatori, questo non è un film che tutti possono capire, quindi se non siete sintonizzati su ciò che il film vuol essere, se vi aspettate che Pattison diventi un vampiro, o se non avete idee, be vi consiglio spasionatamente di EVITARE DI VEDERLO.

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Ultima risposta 01/06/2012 22.47.44
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tritech  @  29/05/2012 16:01:27
   3 / 10
Signori, uno può anche chiamarsi Cronenberg ma se fa una cag_ata bisogna avere l'onestà e il coraggio di ammetterlo: questo film è, appunto, una cag_ata !!
Incollare le scene una dietro l'altra farcendole di noia e dialoghi insulsi non signfica essere bravi registi, signfica voler far buttare tempo e soldi a chi si prende la briga di andar a vedere queste pellicole tanto pubblicizzate quanto deludenti.
Mi dispiace per i soliti fanatici delle pellicole firmate da grandi nomi, ma mettete a freno la vostra schizzofrenia cinematografica ed imparate ad accettare con serenità le opinioni della maggior parte del pubblico.

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Ultima risposta 02/06/2012 10.02.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  28/05/2012 11:51:23
   5½ / 10
Vabbè dai, ci ho pensato parecchio da quando l'ho visto, ma non funziona.

Potrei scrivere dell' idea - interessante, questo si - di rendere una banale giornata vissuta nel traffico come una metafora della società moderna, come una critica al capitalismo e quant'altro, ma preferisco ribadire quanto Cosmopolis sia una delle visioni più ostiche e difficili che mi sia mai capitato di affrontare. L'unica cosa che mi ha positivamente colpito è il senso di oppressione, di angoscia e di fine imminente che l'opera di Cronenberg emana lungo tutta la durata della pellicola, ma i pregi per quanto mi riguarda finiscono qui.

Troppi personaggi risultano del tutto indecifrabili o addirittura irritanti - la moglie in primis - nonostante un certo fascino nel meccanismo con cui entrano ed escono dalla scena. Peccato che il film, a conti fatti, risulti prolisso oltre ogni limite, lento fino all'esasperazione, con un Pattinson secondo me non all'altezza di un ruolo così difficile. Cronenberg a dispetto di quanto letto in giro, la prima scommessa la perde proprio nella scelta - assurda - del suo protagonista. Uno che vedrei bene al reparto lavatrici di Media World.

Vale un punto più solo per la presenza di un Giamatti allucinato come non mai, in un finale dove la tensione sale notevolmente. Ci arrivi a pezzi eh, ma un piccolo brivido te lo regala.

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Ultima risposta 30/05/2012 02.11.42
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SicilianBoy  @  28/05/2012 11:31:31
   1 / 10
e' stato seriamente il film peggiore che abbia mai visto nella mia vita! non c'e' assolutamente nulla da salvare e soprattutto nn avevo mai visto cosi' tanta gente che durante lo spettacolo si alzassero e se ne andassero via e parliamo anche dopo soli venti minuti dall'inizio del film! durante la pausa poi la sala si e' completamente svuotata lasciando qualke scemo(tra cui io) che sperava in una improvvisa impennata di questa ciofeca di film!(cosa che ovviamente nn e' avvenuta!) EVITATELO COME LA PESTE,DATE I SOLDI IN BENEFICENZA MA NON ENTRATE A VEDERLO!!!!!!!!!!!!!!

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Ultima risposta 31/05/2012 18.32.40
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Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  26/05/2012 13:33:02
   3 / 10
Non é possibile...***** ma neanche a impegnarsi è possibile fare una roba del genere. L'unica spiegazione che riesco a dare è che Cronenberg abbia voluto massacrare le milioni di teenagers fans di Pattinson con un film che spappola il cervello grazie a dialoghi che manco Lynch in "Rabbits" per 2 interminabili ore di primi piani.

Veniamo al film.
REGIA:
La Limousine é un ambiente sicuro, protetto...Le scene girate all'interno della vettura creano sicurezza nello spettatore (anche quando fuori impazza la rivolta degli anarchici). Ma appena Packer abbandona la vettura l'angoscia ti assale.
FINE DEGLI ASPETTI REGISTICI POSITIVI DI COSMOPOLIS (giuro)

RECITAZIONE:
David opta per scelte recitative "nulle" al fine di dar enfasi ai postulati filosofici di DeLillo -e lo dico senza ironia-.
C. chiede agli attori di non recitare...Poi arriva Giamatti.

SCENOGRAFIA:
Cosmopolis é un polpettone di 2 ore piattissimo dove l'universo è compresso in un microcosmo ipertecnologico (paradosso del villaggio globale) che delimita lo spazio personale a pochi, selezionatissimi e casuali rapporti umani.

FOTOGRAFIA:
Niente da dire. Molto "scolastica" e per certi versi molto classica (Cronenberg rifiuta la moderna grammatica della narrativa per immagini e i suoi dipendenti si adeguano...Niente macchina a mano, niente "invenzioni" stilistiche...Ma questo non é certo un male).

SCENEGGIATURA:
DeLillo è un genio...Scrive libri "intraducibili" perché nell'infinita lentezza della narrazione fanno montare l'angoscia e lo sconforto nel lettore. Tradurli al cinema: impresa folle.

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Ultima risposta 27/05/2012 20.50.32
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narko80  @  26/05/2012 01:31:21
   8 / 10
Bhe Cronenberg è uno di quei registi che divide a metà. A me piace molto, quindi anche questo film m'è garbato parecchio. Ottimo Pattinson. Ci sono alcune frasi, alcuni silenzi, alcune espressioni che mi sono rimasti impressi. Film critico. Film molto consigliato.

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Ultima risposta 27/05/2012 15.12.57
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