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Creep 2 parte da una considerazione che è doveroso fare. Nel primo film la soggettiva del protagonista coicncideva con con quella dello spettatore. Non hai consapevolezza piena di chi hai davanti, creando un discreto effetto di straniamento gradualmente sempre più inquietante. In Creep 2 tutto questo scompare perchè conosciamo il soggetto e sappiamo di cosa sia capace. Lo sguardo quindi si scompone ulteriormente: la telecamera di Sara nn coincide più con quella dello spettatore, tuttavia sia Bryce come regista e sceneggiatore e Duplass come attore mantengono sempre alta l'inquietudine. Da una parte si evidenzia il gioco della manipolazione del killer nei confronti di Sara (e anche nostro), dall'altra ci si domanda fino a che punto Sara sta credendo a quello che dice l'assassino. Creep 2 in qualche modo si ricollega al vecchio film il cameraman e l'assassino (quasi citato in questo film), e partendo dalla stessa impostazione di Creep riesce a centrare il bersaglio, anzi devo dire che mi è piaciuto più questo secondo capitolo.