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Buon capitolo della saga diehardesca, prima dello sprofondare causato dai pessimi capitoli 4 e 5. Niente a che vedere con il capostipite, anzi: per tono siamo più dalle parti dei seguiti di "arma letale" (tanto più nell'edizione italiana, con il solito insopportabile doppiaggio sopra le righe di Sorrentino). Ad una ottima prima parte segue una seconda che, invece, è troppo sgangherata e piena di inutili forzature ed esagerazioni per lo spettacolo fine a sé stesso. Scorre, ma con un po' più di equilibrio sarebbe potuto esser migliore.
Nei lontani anni '90 la maggior parte dei blockbuster americani erano dei film d'azione con le palle in confronto a quello che si produce oggi, meno grafica computerizzata con scene d'azione di notevole impatto visivo, più reali. Al terzo capitolo torna McTiernan, il padre della saga e ci pensa lui a rimetterla in carreggiata dopo il seguito comico-demenziale del mestierante Harlin. Il film non raggiunge la classe e il coraggio del primo Die Hard, ma tiene la testa alta grazie al duo Willis-Jackson, la loro complicità/dialoghi e il panorama newyorkese. Da penalizzare la sceneggiatura con alcuni svolgimenti poco lineari che riserva pochi colpi di scena o per lo più prevedibili. In definitiva rimane un buon film, degno della saga con un inossidabile Willis.
- Giochi ancora al cowboy eh ?! Voi americani siete tutti uguali. Ma stavolta John Wayne non cavalcherà verso il tramonto con Grace Kelly. - Era Gary Cooper, c.o.g.l.i.o.n.e. !
Anni luce lontano dal primo episodio, scarseggiano le idee. La sceneggiatura è insipida, i dialoghi sono sottotono (oh ma l'astuzia di quelli del primo che fine ha fatto?) e i personaggi principali (e non) sono mal caratterizzati (ma vi ricordate l'agente Johnson dell'FBI nel primo, o i fratelli Vito e Lorenzo nel secondo??). L'accoppiata Willis-Jackson è parzialmente riuscita, mentre il cattivo Irons non convince affatto (Hans vs Peter? 10-1). Evitatelo se potete.
Scemenzuola di John Mctienan che rimette in scena il personaggio di John Mclaine, che aveva ceduto nel secondo episodio a Ranny Harlin.
Mctiernan vorrebbe rifare il primo episodio con gli spazi ampi di un'intera città, invece di quelli stretti del primo. Abbonda di ironia e per questo è divertente, ci sono Jackson e Jeremy Irons, ma il paragone col primo non esiste.
Film che ritrova la giusta ironia ed importante che ritorni il regista del primo. Si distacca (e fa bene) dagli altri due anche perchè all' inizio doveva essere un film a se. Irons più in sottofondo rispetto a Rickman e questo fa un pò perdere al film che forse ha uno schema un pò ripetitivo.
Dopo il meno riuscito "Die Hard II" (in italiano "58 minuti per morire") questo terzo capitolo per alcuni versi risulta anche superiore al primo: in particolar modo mi riferisco ai personaggi. Qui il 'cattivo' di turno è il grande Jeremy Irons, mentre 'la spalla' Samuel Jackson costituisce una coppia affiatatissima con Willis, ricordando un pò la coppia Wayans-Willis de "l'ultimo dei boy scout". La sceneggiatura è buona e riesce il colpo di scena rivelatore sui veri intenti del gruppo di terroristi..però alla lunga non trovo il film tanto avvincente quanto il primo. Bellissima la scena in cui John è costretto a vagare ad Harlem col cartello "I hate niggers".
bello come il primo...si abbassa un po la spettacolarita pero aumente il divertimento grazie alla bravura e alla simpatia dei protagonisti...speriamo ne facciano un altro
il migliore dei 3! willis, irons e jackson sono grandiosi. ironia, azione e suspence!!! in questo film c'è quasi TUTTO! "Mentre andavo nelle ardenne vidi un uomo e 7 donne, ogni donna 7 sacche, ogni sacca 7 gatte. Uomini, donne, sacche e gatte, quanti andavano nelle ardenne?" solo 1! lo *******ne! IO andavo nelle ardenne, li altri li ha solo incontrati.