dietro lo specchio (1956)

Excursus semisconosciuto di Ray eppure i motivi per dargli un'occhiata ci sarebbero tutti, attualissimo, l'abuso di farmaci (cortisone), gli sbalzi d'umore, la violenza domestica, la depressione, il ritratto sulla classe medio-alta borghese è devastante, lo stato di impotenza in cui versano madre e figlio costretti a vivere nella dittatura più assoluta del patriarca, il classico finale consolatorio stavolta non rassicura del tutto o comunque non riesce a smorzare la cupezza del dramma famigliare, Mason attore ideale per esprimere questi personaggi bipolari, al limite della pazzia, un precursore del più celebre Jack Torrance.

Delirante eppure incredibilmente duro e tragico, un grande atto d'accusa di Ray alle medicine miracolose che stavano prendendo piede all'epoca, in cui il prefezionismo dell'american way of life viene subdolamente scassinato dal germe della tossicodipendenza. Costruito come un fiammeggiante melodramma dalle forti implicazioni religiose (esemplari alcuni cromatismi della fotografia, specie nella seconda parte in cui la megalomania del protagonista viene esaltata dai giochi di luci e ombre), è stato un film scomodo e ingiustamente osteggiato che deve essere assolutamente recuperato. Con un James Mason superlativo.