In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Garrone confeziona finalmente la favola che inseguiva da tempo. Il suo Tale of tales era forse un fuoripista necessario per fare, questa volta, centro perfetto. La storia di cronaca a cui è ispirato è solo un pretesto. L'ambientazione è uno spazio dell'anima. Dogman è un film spirituale, una favola tetra da cui tirare fuori un insegnamento, una o più letture delle vicende umane. Marcello, il protagonista (perfetto, eccellente, sicuramente diretto dal regista, un ispirato Garrone burattinaio), è sedotto dalla forza e dall'insaziabile smania di desiderio di Simoncino che rappresenta l'ego-la parte infantile,bloccata nella richiesta coercitiva, nel desiderare violento e fatale. Il percorso di crescita di Marcello è uccidere questo mostro. Simoncino si presta a tante letture: lui è l'ombra dentro di Marcello-noi stessi- infatti sniffa perennemente, gioca, va a *******, compra costosissima moto. Tutto senza potersi permettere niente di tutto questo. Simoncino è la parte di Marcello che lui stesso nutre, preserva, ma che presto gli si ritorce contro, mostruosa e distruttiva disposta ad ammazzarti senza indugio. Una tensione costante lungo tutto il film, la paura che forse ognuno di noi prova a contatto con la nostra piccola o grande ombra interiore. Epilogo magistrale.