In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
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Vista la generale acclamazione, mi aspettavo molto di più. Nulla da eccepire dal lato tecnico, va dato atto che il film è fatto davvero bene (ancor di più se si pensa che è un film italiano). Ottime anche le performance di tutto il cast, anche se in alcuni frangenti la dialettica romana ho fatto fatica a comprenderla del tutto.
Però il film non decolla mai, l'ho trovato di una pesantezza che assolutamente non avrei mai pensato di trovare in un film che racconta una storia di questo tipo. Ogni tanto si ravviva in qualche scena clou, ma sinceramente l'ora e mezza o poco più di durata mi è sembrata lunga almeno il doppio. Si entra nel vivo praticamente solo nella parte finale.
Mi aspettavo meno qualità e più intrattenimento, ma sono quei film che comunque è giusto premiare.
difficile trovare un film che vince un prestigioso premio che poi piaccia alla massa. matteo garrone ci ha stupito anche stavolta con un film assolutamente noioso, un po violento e privo di quella grande vena artistica che dovrebe essere espressa dagli attori. un ora e 36 che poteva essere ridotta a 20 minuti, comunque non voglio esagerare su un fim premiato. o mi sono annoiato. gli attori non sono così bravi
Matteo Garrone ha l'innato pregio di fondere miracolosamente le note più intime, dolenti e poetiche del neorealismo..a una molteplicità di sfondi e livelli pregni di sensazioni oniriche, sognanti e fiabesche, fuori dal tempo e dallo spazio esistenti. Il grande Garrone compie un miracolo sia a livello tecnico (regia e fotografia pazzeschi, una messa in scena strabiliante) che a livello narrativo e di scrittura, sul quale vengono imbastite le interpretazioni magistrali di Marcello Fonte e Edoardo Pesce. La sceneggiatura e la bravura degli attori riescono a rendere realistici e tangibili i sentimenti contrastanti che si vivono durante la visione, l'immedesizazzione è d'impatto e totalmente annichilente; la parabola umana contrastata di questo povero Cristo è talmente ben raccontata che lo spettatore, nudo come non mai, comincia a sentirsi in colpa e a soffrire in prima persona per le sorti umane, le azioni e i sentimenti di Marcello. A Garrone basta un primo piano in sequenza per raccontarti TUTTO del suo personaggio, e questa è prerogativa soltanto dei grandissimi registi del cinema. Il quadro fiabesco di fantasia, oscuro, tetro, fosco e senza fine.. nel quale si muovono i protagonisti è reso in maniera mostruosa e impeccabile; ed ecco allora che tutto quanto, per noi spettatori, diventa immersivo e totalmente ammaliante: ''Dogman'' resta addosso a tutti noi.. nei minuti, nelle ore, nelle giornate e nelle settimane seguenti alla visione. Un film 'piccolo', ma grandiosamente straordinario.
Sicuramente un bel film, però non ci ho visto proprio quel filmone e capolavoro che viene osannato. Piuttosto un film reale al 100 ,% in cui di empatizza col povero protagonista. Ci sono diverse metafore soprattutto alla fine... bellissima la scena in cui dopo averlo ucciso, marcello si immagina di vedere i suoi ex amici a cui vorrebbe fare vedere che lui ce l'ha fatta, che alla fine è stato proprio lui a liberare tutti da quel mostro, dalla bestia che attanagliava tutti nel quartiere. Era il migliore dei modi per riscattarsi con loro, ma soprrattutto con se stesso. E fanatastica la scena finale in cui Marcello, sofferente come un Cristo che porta la propria croce, procede a stento, sfinito verso la resurrrezione.
Però a parte questo visto una volta si dimentica facilmente Un capolavoro è ben altro È un qualcosa che ti fa venire voglia di rivederlo, che ogni volta ti da sensazioni nuove e ci vogliono sfumature diverse. È un qualcosa di irripetibile e sconvolgente. E questo è solo un film come altri.
Prima del presente commento, il mio, la media voto dei visitatori era di 9.13, con 19 voti espressi. Una media decisamente alta, anche se non si può esser certi che si manterrà in futuro. Per ora posso dire che non capisco tutto questo entusiasmo per una pellicola si buona, ma in fin dei conti ordinaria. Le prove attoriali di Fonte e Pesce sono state decisamente valide, ma questo non basta per fare un grande film. E' un film senza intensità; crudo, invero più nella forma che nel contenuto, piatto, senza echi emozionali, nel senso che il film si risolve tutto nella storia. E come potrebbero riecheggiare dei 'tipi'? E si, perché tutti (sic) i personaggi di questo film sono stereotipati. La fortuna di questo film è facilmente ascrivibile alla figura del protagonista. Ma non basta.
Garrone si conferma il mio regista italiano preferito. Qui si ripropone con una storia inventata che trae spunto da un terribile fatto di cronaca nera.
Il regista migliora sempre di più, con una fotografia incredibile che rievoca le vecchie pellicole dei neorealisti italiani. Location sempre al meglio, luoghi e angoli della nostra Italia che solo lui riesce a scovare e a rendere visivamente così bene. Cemento, povertà, degrado. Siamo abbandonati a noi stessi. Sicuramente uno dei punti di forza è l'ambientazione.
Purtroppo non riesco a dire lo stesso del resto, non sono d'accordo con il premio vinto a Cannes (che poi hanno dichiarato che hanno voluto accontentare un pò tutti con i premi, bah, e che è una spartizione?) dall'attore che sforna comunque una buona prova ma più che interpretare mi è sembrato essere proprio così nella vita reale: è stato più che altro se stesso. Ho preferito di gran lunga la prova dell'antagonista Simone che mette davvero ansia e sembra sul serio uno di quegli energumeni con cui risulta impossibile ragionare. L'altro punto a sfavore a mio avviso è la storia, troppo scarna, troppo semplice e che mi ha lasciato proprio poco. Va bene lo spaccato ma qui è quasi un duetto tra i due attori che pochissimo racconta della società in cui vivono: poco sappiamo all'inizio e poco sapremo alla fine del film. Cosa ci vuoi dire Garrone? Che la violenza chiama violenza? Che anche il più innocuo dei personaggi può trasformarsi in un feroce assassino a causa della società che lo insidia?
Non lo so, mi è sembrato tutto troppo piatto e gia visto e stravisto come messaggio. Alla fine mi sono ritrovato con la domanda: e quindi? 2 ore di "bullismo" tra i due, quasi unici, protagonisti non mi sono bastate per sentirmi appagato. E non mi ha mai emozionato.
Il definitiva non il suo migliore e nemmeno il mio preferito. Titoli come "Gomorra, l'imbalsamatore, Reality e Primo Amore" per me rimangono superiori in quanto a storia, originalità e coinvolgimento. Come comparto tecnico qui siamo un gradino sopra ma preferisco una regia meno raffinata e una storia più coinvolgente e di spessore.
Bello ma con un messaggio che non mi ha affatto soddisfatto. Da vedere comunque.
Per caso vediamo sulla locandina e dopo aver consultato la trama, ci buttiamo all'avventura. Consci del cinema e del timbro spaventosamente inquietante di Matteo Garrone, il regista si conferma uno che spacca e che ti lascia sempre qualcosa da portare a casa. La prima scena ti cala subito nella vita quotidiana del protagonista. Nessuna distrazione per oltre 2 ore. Non conoscevo la storia reale del 'canaro', che di per sé ha tutto da essere commentata. La pellicola segue abbastanza fedelmente quanto successo 30 anni fa. Per il 10 ci volevano colonne sonore: peccato.