donnie brasco (1997)

La cosa migliore di "Donnie Brasco" è l'ottica prosaica e antiromantica con cui affronta il mondo della malavita, popolata di gangster di secondo piano (come il Lefty di Pacino) che si sottopongono a umilianti e disagevoli attese sui marciapiedi per farsi vedere dai loro capi e che scassinano parchimetri sognando il colpo grosso che li promuova nella scala gerarchica (proprio come dei qualsiasi travet d'ufficio). Peccato che, nonostante questo sguardo entomologico sulla mafia, "Donnie Brasco" sia troppo convenzionale e pochissimo avvincente, oscillando tra la scialba descrizione della vita privata di Pistone (il conflittuale rapporto con la moglie che si sente trascurata dal marito poliziotto: tutte cose già viste in molti altri film) e quella dell'amicizia con Lefty (è la parte più convincente, ma alla lunga ci si trova persino ad augurarsi qualsiasi sparatoria in più per sollevare la pellicola dalla noia e dalla mancanza di qualsiasi guizzo inventivo della regia). Un film tutto sommato senza infamia e senza lode, con un Pacino come sempre molto bravo (anzi meno manierato ed istrionico del solito).