A furia di recitare Otello sulla scena, un attore si fa possedere dal personaggio. Geloso della ex moglie e del suo agente, scambia per Desdemona (S. Winters) una povera cameriera di facili costumi.
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Una rappresentazione cupa all'interno del mondo teatrale dove un bravissimo Colman interpreta un attore alle prese con L'Otello di Shakespeare. Al centro di tutto la confusione tra attore e personaggio, dove il secondo influenza e condiziona pesantemente, fino alle tragiche conseguenze, la realtà quotidiana. Un'immedesimazione quasi totale. L'impianto del film ovviamente è teatrale, tuttavia il soggetto si presta a tale struttura. Una buona sceneggiatura ed unamessa in scena sostenuta da un'ottima fotografia fanno di questo film un lavoro di tutto rispetto.
Per mio personalissimo gusto, tra i minori di Cukor: la sua incursione nei meandri del teatro e dell'arte dell'immedesimazione estrema tra attore e personaggio è sì affascinante, ma a tratti risulta essere troppo artificiale ed ampollosa, al pari del suo ( superbo ) protagonista Ronald Colman. Primo ruolo importante per la futura star Shelley Winters.
Cupissimo melodramma di Cukor sull'arte dell'attore e dell'immedesimazione estrema nel ruolo. Atmosfera gotica e sceneggiatura di ferro della premiata coppia Ruth Gordon-Garson Kanin, fotografia di profonde suggestioni visive, una grandiosa interpretazione di Colman e un cast decisamente eccellente (notevole esordio per la conturbante Shelley Winters). Tutto impeccabile ma un pò freddino e ingessato. La versione italiana perde gran parte dei furori orchestrali della colonna sonora di Miklos Rozsa.