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Riflessione pessimistica sui metodi repressivi coi quali il potere manipola la massa tramutandola in un gregge di obbedienti pecore. Lo stile grafico piuttosto grezzo non inficia il valore del messaggio, eloquente e diretto; l'uomo si mostra incapace di ribellarsi ragionando con la propria testa (letteralmente presa a mazzate), è solo pronto a prostrarsi davanti l'autorità. Addirittura l'animale si mostra più scaltro nel fingere di essersi adeguato, in realtà mantenendo inalterato il proprio pensiero e quindi tenendosi pronto alla disubbidienza. Lo spaccato sociale è presentato utilizzando una metafora fantasiosa, in cui la decifrazione di un monumento a forma di lettera dell'alfabeto diventa oggetto della diatriba che un sovrano risolverà in modo dispotico. Semplice ma diretto nella sua essenza atta a condannare ogni forma di potere impostosi sul proprio popolo con l'inganno o la violenza, pur essendo non recentissimo, "E" mostra come poco sia cambiato il mondo, con una visione applicabile, oggi come allora, non non solo ai regimi ma anche alle tante fasulle forme di democrazia.
Farsesco quanto amaro, c'è pure l'animale ch'è più furbo dell'uomo... Oggi non siamo in un regime, cioè più o meno, comunque è anche più attuale di quanto già non appaia.
Mi è subito venuto in mente 1984 di Orwell quando il carceriere fa la fatidica domanda di quanto fa 2+2. I regimi totalitari sono per l'annullamento della volontà del singolo individuo che deve essere addomesticato con le buone o con le cattive. Tutto ciò che noi vediamo o percepiamo deve essere necessariamente conforme a ciò che vede e percepisce il potere.
esto corto è una bomba! Tratta il dispotismo e mostra la differenza di quello che sappiamo con quello che ci viene inculcato! Oggi piu che altro sono i massmedia la nostra influenza! C'è molto da ragionare e questo corto ne è un esempio!
Ad opera di Bretislav Pojar, uno dei massimi esponenti dell'animazione ceca degli anni passati, insieme all'immortale Jan Švankmajer ed a Jiří Trnka, (con il quale oltretutto ha collaborato), "E" è una metafora comica ma amara per illustrare gli effetti della dittatura, del totalitarismo, della tirannia, della monarchia sulla mente del popoli: chi ci governa distorce a suo piacimento la nostra visione della realtà, inculcandoci con la forza idee e comportamenti sbagliati ma convenienti al regime, tenendoci nell'ignoranza (come accade alle persone nel corto) o peggio nel terrore di esprimere la nostra opinione o semplicemente far emergere la verità, la realtà dei fatti (come dimostra l'episodio del pappagallo, alla fine). Questo corto appartiene al periodo canadese del regista (anni '80), dove fu accolto dopo che la repressione e la censura a Praga costrinsero molti artisti ad esiliare dalla Cecoslovacchia, e che rappresenta in tutto e per tutto lo sfogo personale di un artista che ha vissuto sulla propria pelle tutto quello che accade ai personaggi di questo corto.