e johnny prese il fucile regia di Dalton Trumbo USA 1970
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e johnny prese il fucile (1970)

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locandina del film E JOHNNY PRESE IL FUCILE

Titolo Originale: JOHNNY GOT HIS GUN

RegiaDalton Trumbo

InterpretiTimothy Bottoms, Diane Varsi, Kathy Fields, Jason Robards, Donald Sutherland

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1970
Generedrammatico
Tratto dal libro "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo
Al cinema nel Novembre 1970

•  Altri film di Dalton Trumbo

Trama del film E johnny prese il fucile

La tragedia di un reduce della Prima guerra mondiale ridotto a relitto umano in un ospedale militare, che riesce a comunicare muovendo la testa secondo l'alfabeto Morse.

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Voto Visitatori:   8,49 / 10 (39 voti)8,49Grafico
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Voti e commenti su E johnny prese il fucile, 39 opinioni inserite

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Alpagueur  @  14/11/2020 11:28:22
   6 / 10
Dato che il film è ispirato al libro omonimo, scritto dallo stesso regista (Dalton Trumbo, questa la sua unica esperienza da regista ma non da sceneggiatore), non si può prescindere dall'inquadramento storico (che elenco sotto). Sono stato colpito dal libro, nei primi anni '70, eppure questo film sembra forzato e un po' scadente. Ma questo è semplicemente a causa di come è stato realizzato, non per la storia, che è terrificante sia per l'idea alla base, sia per il modo in cui viene portata avanti. Potrebbero esserci dei problemi con la logica di cosa mostrare e dal punto di vista di chi. "Lo scafandro e la farfalla" per es. è stato un modo pù facile per affrontare questo problema in modo leggermente diverso. Dalton Trumbo, il regista e scrittore qui, fa molto affidamento sui flashback, e in un certo senso abbiamo un film di un giovane che si prepara ad andare in guerra, con la sua ragazza più spaventata di lui e un padre con i suoi guai, proprio un'intera panoplia di ricordi che compongono la vita di un ragazzo...La narrazione di Timothy Bottoms (dalla testa del soldato ferito) ha un rilascio goffo, le parole funzionano, la voce meno. Il libro, se letto negli anni '70, poteva sembrare una protesta contro la guerra del Vietnam, anche se è stato pubblicato nel 1939. Il film doveva, ne sono certo, mirare più specificamente al Vietnam, ma ora, nel 2020, ha perso parte di questo immediatezza, e diventa un po' più astratto. È anche un po' l'esercizio di un regista, a causa della restrizione del suo punto di vista (letteralmente o attraverso flashback). Nessuna quantità di analisi eliminerà gli orrori di questa situazione. Il film indugia quando pensi che dovrebbe andare avanti, e balbetta a volte con una recitazione meno che convincente. Ma quando la comunicazione inizia effettivamente, è piuttosto emozionante. Trumbo è uno scrittore e sceneggiatore, e forse questo porta l'effetto complessivo del film, come un film. Come storia rimane devastante. Pare che Trumbo fosse filocomunista e segreto ammiratore di Stalin (qualcuno all'epoca lo accusò addirittura di servilismo nei suoi confronti e in quelli di Hitler, suo alleato), per principio contro la guerra e contro la partecipazione degli Stati Uniti nel 1938 quando Stalin e Hitler erano alleati, e poi rabbiosamente favorevole alla guerra non appena la Germania attaccò l'URSS (operazione Barbarossa). Nel caso qualcuno non conoscesse la storia, Trumbo pubblicò il romanzo poco tempo dopo il patto di non-aggressione fra Hitler e Stalin, e circa due anni dopo Trumbo denunciò il proprio romanzo nello stesso momento in cui Stalin denunciò il patto Hitler-Stalin quando Hitler sorprese il suo alleato Stalin invadendo appunto l'Unione Sovietica nel maggio del 1941. A quanto pare quindi "Johnny Got His Gun" era solo una parte dell'isolazionismo di Trumbo che propagandava contro l'aiuto del Regno Unito contro il fascismo durante il periodo in cui fascisti e comunisti erano alleati. Ma poi dal 1939 Trumbo si è pronunciato contro qualsiasi assistenza al Regno Unito, contro qualsiasi supporto, anche il supporto morale dei piccoli paesi europei (come la Grecia, i Balcani e i paesi baltici) che venivano divorati dall'Asse o dalle forze armate sovietiche, e andavano sbandierando che i rapporti sulle persecuzioni degli ebrei erano esagerazioni. Questa è stata esattamente la linea di propaganda sovietica durante il patto Patto Molotov-Ribbentrop (Stalin-Hitler). Nel momento in cui Stalin è stato attaccato dal suo ex alleato, Trumbo ha immediatamente cambiato bandiera, di nuovo seguendo esattamente il messaggio di propaganda sovietico, a un r-a-p-i-d-a-m-e-n-t-e favorevole alla guerra, premendo affinchè gli Stati Uniti entrassero immediatamente in guerra per aiutare i sovietici, e questo prima di Pearl Harbor (!). Infatti una settimana dopo lo scioglimento dell'alleanza Stalin-Hitler, Trumbo chiese che tutte le copie di "Johnny got gis gun" fossero ritirate da tutte le librerie. Trumbo ha poi promulgato una serie di trattati a favore della guerra, e scrisse la sceneggiatura del famoso "Missione segreta" ("30 seconds over Tokyo"), 1944, di Mervyn LeRoy, mostrandosi estremamente favorevole alla guerra nei suoi discorsi in pubblico. Dopo "E Johnny prese il suo fucile", Dalton scrisse nel 1940, pubblicato all'inizio del 1941, anche il soggetto per "Il notevole Andrew" (diretto da Stuart Heisler), era fermamente isolazionista e poi, dopo aver venduto i diritti cinematografici, cercò di impedire che venisse trasformato in un film nel 1942. Ovviamente quando i comunisti hanno avuto un interesse per il ritorno degli Stati Uniti all'isolazionismo, Trumbo è ricomparso, di nuovo proprio insieme alle linee comuniste, con "Johnny got his gun" come film durante il periodo della guerra del Vietnam. Questo era il contesto per una parte di propaganda sia nel romanzo che nel film. Sul film stesso, sono d'accordo con la recensione del New York Times del 1971 che diceva che la sceneggiatura era terribile, i dialoghi forzati e imbarazzanti, la performance di Robards bassa per quell'attore altrimenti eccezionale, e Tim Bottoms nei panni protagonista. Film comunque apprezzabile, nonostante la strumentalizzazione del libro da parte dello stesso autore.

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Ultima risposta 14/11/2020 11.38.22
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DogDayAfternoon  @  10/09/2015 13:43:22
   6 / 10
Sinceramente leggendo la trama e i commenti precedenti sono rimasto molto deluso. Se escludiamo gli ultimi 10 minuti e qualche scena tra infermiera e Johnny, per il resto l'ho trovato un film troppo prolisso, spesso noioso, a tratti caotico in quanto le scene dei flashback mi sono parse troppo slegate tra loro.

Indubbiamente le parti in bianco e nero nel letto di ospedale sono le meglio riuscite, abbastanza toccanti anche se non come avrei pensato. Poi gli ultimi minuti, quelli sì sono forti e a dir la verità io mi aspettavo che tutto il film sarebbe stato sui livelli della parte finale.

Un 6 più per la stima, l'originalità e gli ultimi minuti, ma non posso di certo dire che mi sia piaciuto.

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Ultima risposta 10/09/2015 18.05.17
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Invia una mail all'autore del commento polamidone  @  16/11/2010 08:43:07
   10 / 10
una delole opere meglio riuscite della storia del cinema.
nonostante i temi siano forti e tanti non si ha la sensazione che trumbo abbia messo troppa carne al fuoco perchè ogni riflessione trova lo spazio che merita. il merito di ciò va al fatto che nella pellicola tutto è accennato e colpèisce lo spettatore a livello cerebrale piuttosto che visivo

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Ultima risposta 16/11/2010 08.44.39
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Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  17/06/2010 13:05:28
   8½ / 10
Ottimo Prodotto!
Originale e ben diretto, per il resto vi consiglio di leggere la recensione del mio amico Compagneros!

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Ultima risposta 17/06/2010 17.05.20
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  01/04/2010 16:52:07
   10 / 10
Questa volta non posso negare il 10... se lo facessi credo che ne rimpiangerei per sempre.
Giuro, non so da cosa partire per commentare questo film... se c'è una pellicola che la possa amare come la mia famiglia, i miei amici o le persone a me più care, è questa.
Sarebbe da far vedere ai registi che pensano di fare un bel film solo se hanno un bel budget, o se vogliono ficcarci tanti effetti speciali... questo è uno dei più bei film di sempre perché è l'incontrario, perché ha qualcosa da dire, anzi ha qualcosa da urlare alla gente, con tutte le sue forze... un film che ha voglia di cambiare l'animo della gente, e non facendola commuovere con cose futili o lacrimevoli, ma con qualcosa che è successo e SUCCEDE ANCORA nella realtà.
Sarebbe da far vedere ai clericali o al Papa che credono ancora che l'eutanasia sia un male, e invece sbagliano di grosso...
Sarebbe da far vedere a Bush, che credeva che fare la guerra contro l'Iraq fosse un bene per il mondo... dico Bush ma ne potrei dire 1000000 altri, i quali credono che la guerra sia necessaria...
Non voglio divagare oltre; questo film distrugge, avviso a tutti che io sono stato male durante la visione e penso di starne male per altri molti giorni, perché è qualcosa che ferisce e non molla più; se ci ripenso ci sto male ancora... ma questo non è un difetto, anzi, questi film sono necessari e devono esistere, e credo che nel genere questo è il film esempio.
Geniale l'idea del ricreare i sogni e pensieri del protagonista (anche grazie a Bunuel) e straordinari i momenti delicati con l'infermiera... Bruce Campbell produce il film.

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Ultima risposta 09/04/2010 21.02.55
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JOKER1926  @  22/03/2009 04:05:17
   8 / 10
Nei meandri remoti della Cinematografia splende "E Johnny prese il fucile", Trumbo propone allo spettatore un film che sprofonda in esplicite denuncie "accarezzando" molte concezioni…

Johnny è un ragazzo che è ferito in guerra, la sua sfortuna è quella di non morire e dunque di sopravvivere nel giardino del male psicologico e fisico, l'unica "medicina" per il giovane ragazzo è rappresentata dai ricordi che, almeno a tratti, allietano Johnny…

"E Johnny prese il fucile" è a tutti gli effetti una chiarissima denuncia al servizio militare e alle tecniche ospedaliere che, come capita spesso, sono dannose per i pazienti.

Il regista con grazia, classe riesce a riportare concetti e problematiche perenni della nostra società, l'introduzione di alcuni personaggi strani (come Gesù Cristo) elevano inesorabilmente la qualità del film, il tutto sarà inevitabilmente più suggestivo e a tratti inquietante.
Johnny durante il "ricovero" vive attimi di vita terrificanti, lui è vivo, ma purtroppo non è capito dalla massa…
Prima l'amputazione delle braccia, poi le gambe dolore e delirio accompagneranno il protagonista in un calvario (non solo fisico) di distruzione totale.

Il film come accennato è un viaggio estremo, sterminato in concezioni indecifrabili e a tratti ambigue, da evidenziare le scene ove Johnny parla con Gesù, occhio alle varie e cruciali simbologie, metafore della regia, Johnny è praticamente abbandonato al suo destino, nemmeno Gesù riesce a "disegnare" prospettive diverse di vita, importante e terribilmente cinica la concezione del sogno, il nostro protagonista si trova in un limbo non definito, la realtà è il sogno, ovvero il sogno (l'incubo) è finzione, in pratica la tangibile realtà si confonde, o meglio, si fonde con l'impossibile e con l' allarmante allucinazione…
La pellicola di Trumbo si alimenta di scene agghiaccianti, il nostro "sfortunato" paziente è rappresentato in modo impeccabile, il regista non mostra mai il volto del protagonista (la faccia di Johnny in pratica è interamente sfigurata, stesso il protagonista tenta di descriverla e dice che essa è un "buco" ove è rimasto solo una parte di cervello…), quindi Trumbo lascia intravedere la sofferenza e la terribile deformazione del protagonista; la rappresentazione quasi "funebre" di Johnny ricorda lontanamente quella del "bambino" del Maestro David Lynch …

"E Johnny prese il fucile" riesce nel complesso ad ipnotizzare lo spettatore, la violenza psicologica, la militanza della concezione aiutano il film a scalare le posizioni più importanti nella fantomatica classifica delle pellicole "maledette" della Cinematografia.
Il tutto è quindi "enfatizzato" da ottimi, onirici flashback (essi sono a colori a differenza delle scene dell'ospedale ove i colori sono "monotoni", ovvero il regista usa il bianco e nero), essi hanno il compito di "rafforzare" il viaggio teoretico della regia, importante sottolineare la sequenze della fidanzata di Johnny che da vita ad un "teatrino" dell'illusione e della miseria…
Importantissima anche la scena (anzi le varie scene) con protagonisti Johnny e il padre (discorsi teoretici sulla politica, sul patriottismo americano), la sequenza metaforica della canna, gli indiani morti nell'acqua, la superstizione, la concezione progressista della guerra, le cure… sono tutte progettazioni visive intersecate a meraviglia da Trumbo nelle quasi due ore di proiezione del film.

La pellicola oltre alla magniloquente ricorrenza concettuale offre diversi pregi anche sul piano tecnico, fotografia tutto sommato accettabile, attori convincenti e musiche oppressive e a tratti allarmanti.

Il viaggio verso il non definito di Johnny risulta essere pesante e tenebroso, inoltre alcuni episodi beffardi (come quello nel finale) esaltano maggiormente l'alone di disperazione e di impotenza del personaggio; il finale è davvero ottimo, il protagonista chiede a "voce alta" di essere un "qualcosa" di utile per gli altri uomini della terra, ma la "transenna" dell'onnipotenza, della falsa perfezione statunitense ovviamente vieta tutti questi "artificiosi" programmi di Johnny.

L'ultimissima sequenza (accompagnata da un sonoro da urlo) delinea un inferno infinito e indefinito per Johnny, la salvezza è solo una crudele illusione, siamo giunti alla corte del niente che fa rima con buio, paura, desolazione e vuoto…

"E Johnny prese il fucile" è una pellicola "oscura" che, grazie all'uso di sterminati e ridondati dialoghi riesce a commuovere, o meglio, a terrorizzare l'uomo che ancora oggi è contro l'Eutanasia; una persona in coma, in un limbo imprecisato ha diritto alla morte per non soffrire pene incomprese, bestiali e beffarde…

"E Johnny prese il fucile" è un Teorema meditativo che dilaga nei meandri di un uomo sofferente, le dimensioni si smarriscono e allo stesso si liquefanno soggiogando il concetto temporale e spaziale per sprofondare alla fine in un "repertorio" mentale fatto di ricordi confusi, tenebrosi che hanno perso da sempre una militanza concreta e sorvolano scenari ignoti e vaghi…

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Ultima risposta 22/12/2009 21.22.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  27/11/2007 11:22:28
   8½ / 10
Unica pellicola diretta da Dalton Trumbo,scrittore e sceneggiatore di gran livello (lavoro’ anche con Kubrick),accusato di filocomunismo ed incarcerato per un anno durante la caccia alle streghe del Senatore McCarthy.
Il suo lavoro piu’ celebre rimane il romanzo “Johnny got his gun“ risalente al 1939 ,straordinario manifesto antimilitarista a quanto pare ispirato ad una storia vera e tradotto da se stesso piu' di trent'anni dopo in immagini strazianti.
La storia è quella di John Bonham,giovane soldato dell’esercito americano inviato a combattere in Francia.
Qui colpito dall’esplosione di un colpo di mortaio si trovera’ ridotto ad un torso umano,privato dell’udito,della vista e della parola,ma purtroppo per lui ancora lucido cerebralmente,in grado di pensare all’insaputa dei medici, convinti di avere ormai a che fare con una specie di cavia per esperimenti incapace di formulare pensieri e di provare piacere o dolore.
John diventera’ cosi’ nel suo letto d’ospedale, il simbolo della follia della guerra,un simbolo da nascondere agli occhi della gente,da tenere segregato in un ripostiglio con le ante delle finestre perennemente chiuse, prodotto shockante della societa’ moderna basata su di una politica marcia e sfruttatrice che Trumbo rappresenta con violenza attraverso le parole del padre di John,uomo controverso e favorevole al conflitto, ma anche consapevole che la democrazia poggi sui giovani che si uccidono mentre i vecchi sono a casa a curare il focolare.
Nella sua angoscia senza pace il protagonista trovera’ conforto inizialmente nella religione ,che attraverso un onirico Donald Sutherland versione figlio di D.io non riuscira’ ad alleviare la sua sofferenza e a fornire risposte,quindi mediante le cure di una giovane infermiera che prendendo a cuore il suo caso cerchera’ di salvarlo dal limbo in cui si trova, anche con un atto estremo che incornicia uno dei momenti piu’ commoventi e significativi della pellicola.
L’idea insopportabile di milioni di ragazzi mandati al fronte e fatti a pezzi o tornati a casa rovinati per sempre induce Trumbo in pieno conflitto del Vietnam,a realizzare questo film che risultera’ non perfetto,ma molto coinvolgente,diviso in sequenze in banco e nero che fungono da specchio della realta’ e quindi ritraggono la situazione disperata di John e con altre a colori,dedicate ai ricordi,ai sogni,alle illusioni che prendono vita nella mente del ragazzo e risultano spesso piuttosto surreali o simboliche.
Il film non analizza solo il dramma della guerra ma tocca molti altri argomenti di grande attualita’,religione,amore e non in ultimo l’eutanasia.
La paura,il dolore,la disperazione di John è sicuramente riportata meglio nel romanzo,a mio avviso un vero capolavoro,la pellicola riesce a far passare determinate sensazioni e pensieri ma purtroppo non riesce sempre ad utilizzare al meglio la forza dirompente della parola scritta anche a causa di qualche passaggio un po’ banale.
“E Johnny prese il fucile” rimane pero’ un’opera di grande impatto,lascia intendere quanto i destini degli esseri umani siano nelle mani di pochi eletti ed urla tutto il suo strazio dinnanzi all’orrore della guerra,rimanendo un film assolutamente da vedere considerato che in Italia passo’ inosservato al pari del suo protagonista, dimenticato da tutti in una triste camera d’ospedale.

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Ultima risposta 24/04/2008 10.52.37
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  19/05/2007 00:14:11
   8½ / 10
Negli anni '70 esisteva ancora il cinema di denuncia, impegnato, serio...e questo film ne è la dimostrazione. Un grande, commovente e tragico apologo antimilitarista che offre centinaia di spunti di riflessione, non solo sulla guerra e sulla violenza, ma anche sulla fede, la forza dei sentimenti, l' immenso potere della mente umana (unica cosa rimasta al protagonista) e sulla pietas che nutrono gl uomini nei confronti dei loro simili che soffrono.
Grandioso.

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Ultima risposta 24/04/2008 09.58.58
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frankensnifff  @  26/02/2007 10:14:02
   7½ / 10
Film che si fa apprezzare per il contenuti, per il dichiarato messaggio antimilitarista, lascia un pò a desidere dal punto di vista visivo, non graffia come dovrebbe, il regista si lascia andare a facili sentimentalismi nel rappresentare la vita del protagonista prima del suo tragico incidente . Magari sarebbe stato un capolavoro se girato da un bravo regista surrealista...boh. Comunque le immagini del film imho suscitano emozioni più forti e una maggiore "indignazione", nel video dei metallica

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Ultima risposta 26/02/2007 10.17.22
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Crimson  @  01/01/2006 21:32:19
   9 / 10
Questo film è un vero gioiello. La scoperta è stata quasi casuale, in particolar modo perchè in Italia è passato praticamente inosservato (non è una novità!), e addirittura dubito che ci sia una versione doppiata in italiano.
La vicenda si svolge su due piani differenti: il presente, ossia la vita da "relitto umano" del reduce (naturalmente come mio standard non ricordo mai i nomi dei protagonisti dei film..), girato in un glaciale bianco e nero; il piano dei ricordi, che invece è caratterizzato da colori vivaci, in netto contrasto dunque.
Ebbene sì, i ricordi: il protagonista a differenza di ciò che ritengono i medici e lo staff militare è lucidissimo, e ahilui può ancora pensare, ragionare, ricordare, emozionarsi. Le sequenze a colori sono forse un pò troppo numerose, costituiscono una vera e propria tempesta di messaggi, evidenti o sottintesi, che tuttavia hanno un grande effetto e colpiscono dritto al loro scopo. Il ragazzo non era convinto di partire per la guerra, è la società che lo ha spinto. Chiesa, politica, famiglia. E' quest'ultima sfera quella per la quale ho nutrito maggior interesse: essa è rappresentata dalla figura paterna, molto affascinante seppur decisamente non positiva. O meglio, è una figura contraddittoria. Il legame affettivo col figlio è tenero, ricco, ma è lui stesso ad essere fortemente convinto che "ogni uomo deve dare il proprio figlio per la democrazia" (pur a costo di perderlo). Un quesito morale di indubbio interesse. Fino a che punto è assurda una concezione del genere? ed è davvero questa la democrazia? questo è solo uno dei tanti temi che il film affronta. Un altro spunto importante è il rapporto con d.i.o del protagonista: inizialmente sembra ancora confidare in un sostegno "ultraterreno", ma con il passare del tempo egli giunge a riflettere sul fatto che se ci fosse un d.i.o egli non soffrirebbe in quel modo.
Un altro tema è quello dell'eutanasia, sul quale mi limito ad un lieve accenno per non rovinare nulla (forse leggendo la parola "eutanasia" qualcuno penserà che ho svelato qualcosa del finale del film ma vi assicuro che non è così, state tranquilli). Fino a che punto si può vivere? in quelle condizioni come ci si comporta?
E' eccezionale e ammirevole la sola grande eroina del film: l'infermiera che si affeziona al reduce. Una persona tra bestie.
Secondo me questo film è da vedere assolutamente.
Il regista è la stessa persona che ha scritto il libro da cui è tratto il film.

p.s. se qualcuno ha visto il videoclip di "one" dei metallica e si è sempre chiesto a cosa si riferisce il testo e da quale film provengono quelle immagini, ecco la soluzione.

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Ultima risposta 01/02/2006 11.01.31
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