elephant regia di Gus Van Sant USA 2003
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

elephant (2003)

Commenti e Risposte sul film Recensione sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film ELEPHANT

Titolo Originale: ELEPHANT

RegiaGus Van Sant

InterpretiAlex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor, Carrie Finklea, Nicole George, Brittany Mountain, Alicia Miles, Kristen Hicks, Bennie Dixon, Nathan Tyson, Timothy Bottoms, Matt Malloy, Chantelle Chriestenson Nelson, Larry Laverty, Ruben Bansie-Snellman, Jason Seitz, Vana O'Brien, Joseph Sackett, Adolf Hitler

Durata: h 1.21
NazionalitàUSA 2003
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2003

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Elephant

E' una bella giornata d'autunno. Mentre cammina nel parco, verso la scuola, Eli persuade una coppia di punk a posare per alcune fotografie. Nate termina il suo allenamento a football e va a incontrare la sua ragazza Carrie, per pranzare con lei. John lascia le chiavi della macchina di suo padre nell'ufficio della scuola affinché le prenda suo fratello. Nel caffè, Brittany, Jordan e Nicole chiacchierano di quanto le loro madri stiano sempre a ficcare il naso nei loro affari. Michelle si affretta verso la biblioteca mentre Eli scatta alcune fotografie di John nel corridoio. John cammina sul prato, incrociando Alex ed Eric. Un normale giorno di scuola nel liceo di Portland. O forse no.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   6,83 / 10 (197 voti)6,83Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Palma d'oroMiglior regia (Gus Van Sant)
VINCITORE DI 2 PREMI AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro, Miglior regia (Gus Van Sant)
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su Elephant, 197 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 2   Commenti Successivi »»
Commenti positiviStai visualizzando solo i commenti positivi

Jumpy  @  09/09/2021 18:03:39
   7 / 10
La potenza del film nasce proprio dal distacco con sono raccontati gli eventi. Come altri han notato, per una buona mezz'ora non si capisce bene dove si voglia andare a parere: sembra giusto il racconto di qualsiasi ragazzi di scuola.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Potrebbe non piacere o annoiare, soprattutto nella prima parte, ma merita almeno una visione.

Goldust  @  12/04/2020 21:40:37
   7 / 10
Antispettacolare e antiretorico, lontano dall'enfasi e dallo spaccato psicologico, il film di Van Sant è una gelida istantanea di un momento terribile nella vita quotidiana di due studenti problematici e di tanti loro ignari ed incolpevoli coetanei. E' il resoconto di una strage raccontato da diversi punti di vista e piani temporali; potrà non piacere, annoiare o sembrare monco visto che non giunge a soluzioni utili ( sulle cause si fa accenno solo timidamente a manie neonaziste, così come si accenna appena la natura omosessuale che lega i due assaltatori ), però è un tipo di cinema che lascia il segno e questo alla fine è l'importante.

Filman  @  02/12/2018 12:55:53
   9½ / 10
L'esperienza da regista prima che da autore avuta con le grandi produzioni hollywoodiane avrà fatto riscoprire a Gus Van Sant il gusto per il minimalismo e per la messinscena come comunicazione linguistica e non solo estetica, o magari è stata qualche altra concausa ad aprire questa sua nuova parte di carriera - diversa da una prima fase indipendente e da una seconda mainstream - la quale ha in ELEPHANT la massima espressione e maturità, forse relativamente a tutta la filmografia dell'autore. Quest'ultimo riduce, con ottimi risultati, i propri piccoli vezzi stilistici (sonori, di regia e di montaggio) all'essenza della loro funzione, mantenendone alta la qualità estrinseca e lasciando che esplodano senza forzature all'interno del racconto, nel quotidiano mormorio dell'esistenza adolescenziale di ogni personaggio, ognuno segnato dalle proprie difficoltà, ognuno afflitto dalle proprie fragilità, nessuno meno di altri, indipendentemente dalle piccole gerarchie sociali che si possono creare all'interno di un ambiente scolastico. Ed è solo per la casuale instabilità e incapacità di resistenza di uno specifico soggetto che questo inquieto vivere porta alla tragedia. Non è, dunque, soltanto una critica alla libera circolazione delle armi che Van Sant vuole imprimere sullo schermo e nella mente dello spettatore, ma una vera e propria sopravvivenza psicologica all'interno del mondo contemporaneo esistente tra i più giovani, e lo esprime con un film altrettanto contemporaneo che ruba dal cinema moderno la non linearità temporale per farne un'idea propria in cui, da angolazioni diverse, la stessa scena può raccontare storie diverse, o in questo caso storie di personaggi diversi, senza contare l'uso della camera a mano e l'assenza di verbosità che vanno a caratterizzare un già perfetto capolavoro.

kafka62  @  25/03/2018 17:34:15
   7 / 10
"Elephant" è un film assolutamente emozionante nella sua programmatica mancanza di emozione. Van Sant sceglie infatti di mettere in scena la famosa strage del liceo di Columbine senza ricorrere ad alcuno degli stratagemmi cinematografici generalmente usati per creare pathos e tensione: il climax narrativo che da una situazione di normalità conduce a un'atmosfera di angoscia e di terrore, l'attesa spasmodica dell'evento scandita dalla musica e dal montaggio, la scena madre violenta e parossistica. Egli preferisce invece raccontare gli eventi in maniera indifferenziata e impassibile. Certo, a "Elephant" (il cui titolo criptico forse allude a un detto secondo cui è impossibile immaginare con precisione un elefante senza averne visto prima l'immagine) può essere preferibile il punto di vista meno obiettivo e più moralista proposto da Moore nel suo documentario "Bowling for Columbine". Quello che però non si può negare è che il film di Van Sant, con la sua macchina da presa incollata ai suoi personaggi in complessi piani sequenza che percorrono in lungo e in largo i corridoi e le aule del liceo, consentendo così una ambientazione estremamente precisa e scrupolosa, è stilisticamente raffinatissimo, oltre che molto originale dal punto di vista della struttura temporale, in quanto, proprio come in un film di Tarantino, mescola e raddoppia le sequenze, con relativi andirivieni temporali, a seconda del punto di vista di ciascun personaggio. Non interessa molto a Van Sant cercare le cause della strage (la colpevole assenza degli adulti? la facilità con cui in America è possibile acquistare le armi?), probabilmente perché convinto che il mondo degli adolescenti sfugge inesorabilmente a ogni spiegazione sociologica, o forse perché affascinato dall'ipotesi che tra gli assassini e le vittime non c'è apparentemente quasi alcuna differenza e che la violenza giovanile non ha bisogno di un motivo eclatante per esplodere, eppure il film, come dicevo all'inizio, è avvincente e ci fa sentire alla fine come se fossimo stati anche noi impotenti spettatori della tragedia.

dagon  @  04/11/2017 17:19:57
   7½ / 10
Tendenzialmente. non amo troppo il cinema di Van Sant, ma questo "Elephant" mi è piaciuto. In un diluvio di piani sequenza, rende bene l'orrore che, improvvisamente, senza enfasi, senza esser annunciato, squarcia la normalità della vita quotidiana. Casuale, senza una logica, senza un motivo apparente e, proprio per questo, ancora più agghiacciante.

antoeboli  @  06/01/2017 18:47:18
   8 / 10
I film di Gus van sant non mi hanno mai attratto ,quindi qual migliore scelta se non cominciare con il pluripremiato a Cannes , Elephant.
Fino a 40 min di visione , non riuscivo a capire su cosa mi trovassi di fronte . una storia come dice anche la trama di filmscoop, in cui abbiamo una normale scuola americana , e diversi studenti che svolgono le loro quotidiane attività .
Van Sant cerca di riprendere queste persone nella loro normalità con nomi per ogni episodio che li vede protagonisti , il che lo rende già particolare .
Mettiamoci anche che la regia risulta molto spesso lenta , dove se un personaggio cammina e parte da un punto a , e deve arrivare al B. tutto il suo intercedere viene messo in onda interamente , senza tagli , il che lo rende volontariamente lento e fastidioso.
Stessa cosa si potrebbe dire per alcune inquadrature , che sono ferme ,fisse , per diversi minuti , come se il regista si fosse addormentato dietro alla macchina da presa.
Il cast è difficile da valutare , perchè fanno quello che li viene detto senza strafare , ed è maggiormente composto da attori che nel 2003 non erano per nulla conosciuti .
Un film comunque di impatto assoluto , con una organizzazione ricercata , pieno di metafore e stranezze .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  12/04/2016 18:54:35
   6 / 10
film difficile perchè la prima cosa che salta all'occhio è l'eccessiva lentezza che però fa parte del gioco e serve a spiegare la natura dell'elefante del titolo ..
infatti si muovono lenti e ben visibile questi giovani problematici , ma nessuno sembra notarlo.con le conseguenze del caso.
ci sono tanti elementi di cinema d'autore ,la telecamera alle spalle,l'uso di colori molto chiari,l'assenza delle istituzioni i disegni nella camera,il ruolo dei genitori;non tutto è molto chiaro e il film andrebbe visto diverse volte.
Certo non è roba per un pubblico che esige solo la logica spicciola delle immagini.

bluechip  @  03/05/2014 14:38:31
   7 / 10
Molto buono, ritmo lento e recitazione ottima anche se gli attori sono giovani e inesperti (all'epoca). La storia nel film è quella di Columbine, quindi la trama serve a poco se si conosce la vicenda, ma quello che avviene prima della strage è sempre molto crudo e lascia un senso di urlare ai protagonisti-future vittime "Andatevene da lì, andatevene da lì!" che un normale horror-thriller di sicuro non consegna.

Fortune  @  13/01/2014 10:16:12
   8 / 10
Un giorno di ordinaria follia...fatto realmente accaduto e riproposto nel film/documento.Agghiacciante,cupo ma sorprendente.Regia perfetta e buone interpretazioni.

pak7  @  13/01/2014 02:57:18
   8 / 10
Si tratta della mia seconda visione assoluta di questo film: la mia "prima" risale forse a 4-5 anni fa e ricordo che non mi convinse. Invece "Elephant" è una pellicola che si ricorda per il suo stile quasi documentaristico, per la bravura dei protagonisti, ma soprattutto per la regia e l'ottimo montaggio. Ottime le caratterizioni di tutti gli attori, ognuno diverso, ognuno con la sua vita.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  28/07/2013 00:16:42
   8 / 10
Mi è piaciuto davvero tanto. Agghiacciante.

Crazymo  @  16/07/2013 16:50:24
   9 / 10
Un capolavoro. Per la prima ora di questo film dall'esile ma perfetta durata di 80 minuti viviamo la normale routine dei ragazzi della Columbine High School senza che ci venga detto CHI sarà l'autore della strage; infatti tutti potrebbero essere coloro che metteranno la mano sul grilletto, il regista segue con freddezza e onniscenza ognuno di questi personaggi guidandoci senza una meta in questa scuola-teatro asettico dove tutti gli adolescenti sembrano degli spettri, quasi spontanea in me è stata la rievocazione dell'Overlook Hotel di Shining. Gli ultimi venti minuti sono un pugno allo stomaco e Van Sant decide di non puntare il dito ma solo di stare ad osservare le azioni dei ragazzi, ed è molto ambigua quanto emozionante la scena in cui si scambiano un bacio sotto la doccia poichè questo è il giorno "in cui si va a morire", e non hanno mai baciato nessuno prima d'ora. A tutte queste scene dallo scopo ambiguo si va a sommare una peculiarità a cui molti non danno giusta rilevanza: il film non dice mai direttamente di trattare della strage di Columbine, tant'è che i nomi di tutti i personaggi vengono cambiati e le cose vanno in modo diverso rispetto alla realtà

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, come a sottolineare che il regista con questo film non voleva rappresentare una sola strage ma la disfatta dell'america intera: fatta di siti web che permettono a chiunque di comprare armi, dell'indifferenza, dell'apparire (Le ragazze che vomitano nei bagni le due foglie d'insalata che hanno appena mangiato), dell'assenza dei genitori (Inquadrati spesso solo dalla cinta in giù) e dell'ignoranza (I ragazzi sanno a malapena cos'è la seconda guerra mondiale, aldilà di quello che pensano di Hitler). Questo film parla del malessere di una nazione impressa in pellicola da un Gus Van Sant all'ennesima potenza, virtuoso ma mai fine a se stesso. Capolavorone!

Stebre  @  14/07/2013 22:22:04
   8½ / 10
Primo lavoro di Gus Van Sant che mi è capitato sotto mano, primo centro per quanto mi riguarda. Van Sant rinarra i tragici avvenimenti accaduti nella scuola americana di Columbine dove due ragazzi armati fino ai denti hanno compiuto un massacro di studenti e insegnanti, prima di suicidarsi. Il regista apre il film catapultandoci nel microcosmo della scuola americana, nella quale segue assiduamente con lunghi piani sequenza e pochissimi stacchi alcuni ragazzi che in apparenza non fanno niente di speciale se non vivere la propria giornata scolastica come molte altre. Li vediamo compiere azioni di routine, anche banali se vogliamo, che rientrano nel quotidiano di ogni ragazzo normale: dialogare, camminare, coltivare le proprie passioni. Sta a noi immaginarci cosa gli passa per la testa. Molti di loro sicuramente sono insoddisfatti, altri allegri, altri ancora speranzosi. E in questa prima parte il film non ci regala nulla di trascendentale, se non la grande cura nella regia, la fotografia che ho trovato molto fredda, come intrisa di un qualcosa di innaturale e un insolito incastro delle sequenze, tramite l'uso di flashback in cui vediamo la stessa azione sotto gli occhi di diversi protagonisti. E' verso la parte finale che entrano in ballo i due personaggi più interessanti, i cardini della vicenda: quelli che poi si riveleranno, come tutti sapete, i killer. Da lì in poi la visione per me è stata un pugno nello stomaco dopo l'altro, un susseguirsi di sequenze magnetiche, disturbanti e agghiaccianti. Tutta l'atmosfera di quotidianità che si era andata a creare viene spezzata, scossa, distrutta in un solo attimo. E in questo epilogo Van Sant ci fa partecipi del destino di ognuno dei ragazzi che ci aveva presentato, sempre però con quel distacco da narratore onniscente, lasciando a noi spettatori il giudizio su tutta la vicenda, lasciandoci la possibilità di tentare di cercare un senso a tutto questo. I due ragazzi, andando al di là dei problemi psichici che potevano avere, non sono stati forse vittime della società? Il regista è riuscito a farmi sollevare questa domanda: nonostante tutto, anche l'ambiente che li circonda ha influito sul loro modo di comportarsi. Il bullismo, la totale assenza di figure genitoriali, l'emraginazione, la possibilità di reperire armi ed esplosivi come se fossero pizze d'asporto. Non si può di fronte a tutto ciò rispondere con un "non ha senso ma è accaduto lo stesso", qualche domanda bisogna porsela. Insomma, un ritratto realistico e crudo di uno degli avvenimenti che più hanno segnato la recente storia americana, che forse può non appassionare nè avere un gran ritmo ma che mi ha segnato e che penso segnerà chiunque lo guardi e lo porterà, come è successo a me, a porsi delle domande.

Clamercury  @  22/05/2013 16:30:07
   7 / 10
Gran bella pellicola ma che non è riuscita a convincermi del tutto. Nonostante le scene siano fortemente realistiche il susseguirsi rapido di esse e il non addentrarsi mai nella personalità dei vari protagonisti (presentati da tristi scritte e mostrati soltanto mentre svolgono azioni routinarie) rende la visione fredda e distaccata. Al termine rimane l'amaro in bocca e la sgradevole sensazione che mancasse ancora qualcosa.

outsider  @  03/04/2013 23:16:40
   7 / 10
questo film por todos NON EST

è un prodotto valido ma difficile, semplice se a guardarlo è il maturo vecchio BaFFo od anche il giovane che penetrar possa il significato dell'escalation di violenza, il motivo recondito, l'origine della vuotezza, la concezione della vita, il concetto di cattiveria in relazione a quello di conoscenza, il giovane che tal non è, in quanto entità fisica, ma tale appare.

Un evento simile non si può liquidare con le solite due parole dei giornalisti inconsapevoli, bisogna studiarlo.

Molto interessante l'esperimento di rappresentazione. Buona la luminosità e nitidezza, pensando al mezzo usato...telecamera portatile .

Quanto valore vien dato alla vita da parte di chi progetta videogiochi?
Può un ragazzo insignificante che suona il piano....
La solitudine che porta due pargoli a tentare il sesso gay in doccia...
il senso di vuotezza, unito all'anaffettività..
l'aggressività repressa....
la mancanza di amore scambiato con i propri simili...
queste cose e altre che non conosciamo possono portare un giovane essere umano a fare una cosa del genere?
boh, a quanto pare sì.

Badu D. Lynch  @  18/02/2013 23:38:48
   10 / 10
Il mio Gus Van Sant preferito.. Adoro l'atmosfera che si respira in questa pellicola e il distacco emotivo con cui viene ripresa questa storia.. Una freddezza straordinaria.. L'assenza (quasi) totale di moralismo o retorica è, secondo me, uno degli aspetti vincenti di questa pellicola. Ho sentito anche innumerevoli critiche negative proprio per ciò che ho appena detto.
Sicuramente è tra le (doppie) "palma d'oro" consegnate che hanno reso giustizia ai miei gusti cinematografici.

Ho dato 10 per alzare la media, altrimenti darei 9 1/2

OldBoy  @  03/01/2013 01:57:23
   7½ / 10
Un Film veramente bello, che personalmente non mi ha mai annoiato.Sicuramente non un capolavoro ma bello da guardare.Consigliato

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/01/2013 02.01.30
Visualizza / Rispondi al commento
kako  @  12/11/2012 01:01:01
   7 / 10
un film originale e particolare, girato molto bene con un'ottima regia, e un montaggio riuscito. Un film che bene o male, piaccia o non piaccia, difficilmente lascia indifferenti. A me, a parte l'eccessiva lentezza di alcuni passaggi, è piaciuto e mi ha coinvolto, perchè attraverso l'esposizione di una totale normalità, con situazioni quotidiane e dialoghi da tutti i giorni Van Sant arriva a mostrarci un episodio di una drammaticità unica, senza enfatizzare nulla, in tutta la sua crudezza, in maniera semplice e diretta. Mi è piaciuto il fatto di mostrare certe scene dal punto di vista di più personaggi.

franzcesco  @  30/06/2012 15:17:14
   7 / 10
Sicuramente regia, musiche e scene eccezionali!
La trama è ispirata (solo ispirata) alla storia che conosciamo tutti.
Alcune scene sono tra l'inutile ed il ridicolo.
Peccato, poteva essere un capolavoro...

DeciSex  @  21/06/2012 20:31:38
   9½ / 10
"Non ci sono parole per questo", come (non) dice il film.
Del film sono da ammirare le inquadrature, le scene riprese da più angolazioni e mostrate da vari punti di vista, la monotonia spezzata bruscamente da un fatto sconvolgente. Il disagio espresso dai due assassini però è in contrasto con la loro profondità: è probabile che sia capitato solo a me ma mi è sembrato che Alex e Dylan fossero i protagonisti più profondi e consci del film, mentre tutti gli altri erano privi di una certa vitalità. Questo è presto spiegato ma il punto non è questo. Da lodare è il finale.

C.Spaulding  @  13/06/2012 21:28:11
   9 / 10
Resoconto dettagliato della strage della Columbine High School dove due ragazzi hanno ucciso a colpi di arma da fuoco molti loro compagni. Uno film scioccante diretto con cura da Gus Van Sant. La pellicola è girata con la telecamera a mano in stile documentario. Da vedere !!!!

Oskarsson88  @  10/04/2012 21:36:17
   7 / 10
per me van sant resta ambiguo, continuo a vedere i suoi film ma non mi riesce mai di apprezzarli a pieno, sarà questa lentezza e pesantezza permanente che c'è in ogni sua pellicola. tutto sommato però non mi dispiacciono neanche, ad esempio elephant, che per la prima ora è pressochè la quotidianeità e niente di veramente interessante, si trasforma in cinica e distaccata freddezza nell'ultimo quarto d'ora, oltretutto ispirato ad una vera tragedia avvenuta negli US che fa cambiare il volto al film. Belli i colori, il fluttuare della pellicola, bello il finale, anche se un po' troppi vuoti e tempi morti ci sono in questa scarsa ora e quindici...

mauro84  @  14/02/2012 02:07:43
   9 / 10
c'è poco da dire.. film serio.. storia vera.. violenza reale.. un normale giorno di scuola si trasforma in follia pura!..

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  31/01/2012 18:49:10
   8 / 10
Questo è un film che irrita o affascina.
Irrita se ci si aspetta che in un film la normalità dell'esistenza debba essere approfondita, sempre. Affascina se si accetta il contrario.
Nella vita di tutti i giorni i gesti e le azioni consuete fanno parte della nostra quotidianità. C'è chi si alza per andare a scuola, chi in ufficio, chi in fabbrica. Si svolgono le proprie attività quindi si torna a casa, il tempo che ci è dato a disposizione per quel giorno termina con la buonanotte. Noi non ce ne rendiamo conto ma durante queste ore tutto quello che accade fuori dalla portata del nostro orizzonte lo ignoriamo, l'esistenza è limitata a quello che viviamo tramite i nostri occhi. Il cinema di finzione ha la possibilità di moltiplicare i punti di vista di un' azione con l'ausilio di altri occhi, quelli delle telecamere, e di approfondire la conoscenza di uno o più soggetti con la sceneggiatura e il montaggio. Se nelle vita reale incrociamo un nostro collega di lavoro o un nostro compagno di scuola, nello stesso momento in cui costui scompare dal nostro raggio di azione di quella persona non ne sappiamo più nulla, è un limite imposto dalla natura. Un film, anche se concentra lo svolgersi della trama nell'arco di una giornata, può farci vivere a noi spettatori la moltitudine di avvenimenti che contemporaneamente si svolgono in più posti.
Elephant apre una finestra su quanto può essere devastante quel periodo che tutti noi conosciamo molto bene: L'adolescenza. Il regista si limita (è il limite del film?) a descrivere, senza indagare, un fatto di ordinaria follia basandosi su un episodio realmente accaduto.
I piani sequenza non ci aiutano a penetrare la personalità dei protagonisti, prevalentemente inquadrati di spalle come a voler nascondere anche il solo sguardo, rivelatore di sentimenti, gli attori non protagonisti svolgono le loro azioni quotidiane consuete a qualunque studente di liceo, la telecamera osserva senza occhio critico il via vai per i corridoi, le aule, la biblioteca, il cortile esterno, la mensa. Su questa parvenza di normalità, in quella che normalmente è "la vita di tutti i giorni", grava la variante Y, un tarlo che si innesca all'interno di un cervello probabilmente incline alle deviazioni e impone il suo arbitrio, un ragazzo apparentemente come tanti prepara una strage.
Non riesco a trovare altra spiegazione alla scelta del regista di gestire l'eccidio senza la minima reazione da parte delle vittime (emblematica la scena del ragazzo nero che si "consegna" al carnefice o la totale rinuncia di tutti gli studenti a scappare dall'istituto ) se non per l'intenzione di darle un valore simbolico, una metafora all'impossibilità di cambiare gli accadimenti della storia, sul libro del destino c'era già scritta questa triste pagina, nessuno avrebbe potuto sospettare niente e tentare di fuggire non sarebbe servito a nulla.
Possiamo prevedere e cambiare le sorti del destino?
Come è possibile non accorgersi di un elefante dentro una stanza?.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  17/11/2011 00:16:16
   8½ / 10
Che lo si ami o lo si odi va riconosciuto l'enorme merito a Van Sant di non lasciare indifferenti, perlomeno in questo suo Elephant. C'è chi lo venera come un capolavoro, chi lo odia visceralmente per la sua presuntuosità. Se devo assestarmi su un giudizio stabile e ben ponderato non posso dire che sia un film perfetto, ma che sia cinema con i cogli0ni ho pochi dubbi.
Difetta nella parte in cui Van Sant illustra i ragazzi, alcuni li pennella magistralmente senza scavare a fondo (come è giusto che sia) altri fanno da comparse e si ha la percezione che questi servino solo da sensazionalismo per il regista. Nello stesso tempo Alex ed Eric, i veri oggetti che calamitano tutta l'attenzione dello spettatore, sono invece ritratti con grande sensibilità, e sì che questa era una cosa davvero impossibile da fare.
Le cause che hanno portato i due ragazzi a compiere il massacro sono forse spiegate con troppa semplicità in poco più di due scene che vorrebbero essere evocative ma forse risultano troppo superficiali... però bisogna pur dire che Van Sant dalla realtà non si allontana poi tanto. Anzi ho la brutta sensazione che l'abbia messa sullo schermo alla perfezione.

Sui pregi ci sarebbe molto da scrivere: il cast di giovani è a suo agio e si vede, recitano con una naturalezza impressionante. Van Sant li segue come uno di loro in lunghe carrellate ipnotiche che spesso e volentieri non portano in alcun luogo se non in quello di un'apatia sconcertante, di noia: perfino il giorno del massacro è un giorno come un altro, così brutto eppure così bello.
Ci sono i salvatori, i salvati e gli uccisi, c'è il delirio di onnipotenza di due aborti della mitica America che ti permette di comprare armi come fossero noccioline, che propaga la violenza come fosse un ideale di vita giusto e sano, che non ascolta.

E se per quasi tutto il film la trama non c'è, semplicemente si assiste ad una quasi sconcertante messa in scena di quotidianità lenta e spesso perché no anche banale (se è una cosa voluta, come a me pare, è geniale), l'ultimo quarto d'ora mi ha sconvolto.
Ero preparato a quel che sarebbe accaduto, lo sapevo dalle cronache, lo avevo letto nelle recensioni. Ma quando lo stile distaccato continua a rimanere tale anche nell'orgia di sangue della Fine, si esce sconvolti dalla visione di Elephant. Io personalmente, e mi fa strano dirlo, sono rimasto terrorizzato. Era da Funny Games che qualcosa non mi colpiva tanto a fondo da farmi venire i brividi di paura, quelli veri; saranno i due ragazzi apatici che ammazzano come niente fosse, sarà quella ragazza che abbiamo visto in poche inquadrature forse soffrire per le parole velenose delle sue coetanee la cui vita viene interrotta così all'improvviso da far venire un sobbalzo, perché con sé porta una vita che alla fine neanche abbiamo capito fino in fondo...
Saranno tante di quelle cose che forse non vale neanche la pena elencare.
Nessuna risposta, tante domande.
Ma Elephant non lo si può ignorare, guai che sia così.

5 risposte al commento
Ultima risposta 23/08/2014 15.55.31
Visualizza / Rispondi al commento
Lory_noir  @  20/10/2011 12:41:20
   7 / 10
Una buona regia sicuramente per un film molto originale. Mi è piaciuto specialmente il modo di seguire con la telecamera i personaggi nella prima parte del film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  20/07/2011 16:18:57
   10 / 10

Vedi recensione

2 risposte al commento
Ultima risposta 29/12/2011 20.02.28
Visualizza / Rispondi al commento
James_Ford89  @  06/07/2011 01:34:59
   8 / 10
Film delicato e struggente.
Ispirato a un fatto realmente accaduto in una scuola di Columbine, Van Sant ci cala di fronte a un vero incubo. E lo fa calandoci nel vuoto adolescenziale, nel silenzio più totale, nella normalità più disarmante (vedi dialogo tra John e e suo padre o Benny che cammina tranquillo nella scuola devastata). Il cinguettio degli uccelli in sottofondo per quasi tutto il film è massacrante. E' un film che disturba lo spettatore in ogni reparto. Appunto: da non rivedere per i prossimi 10 anni.

david briar  @  04/07/2011 12:55:26
   8 / 10
"Elephant" rientra nella categoria di quei film che o li ami o li odi, senza mezze misure.
Io l'ho apprezzato, l'obbiettivo di Van Sant, con la sua regia da maestro, è quello di rappresentare una normale giornata di dei normali studenti, che verrano sconvolti da un evento inaspettato.
Gli attori, chiaramente non professionisti, se la cavano bene in un'ambiente a loro familiare.
La pellicola non annoia più di tanto, e il suo obbiettivo non è certo quello di intrattenere: il regista vuole semplicemente rappresentare i fatti così come sono, lasciando il giudizio allo spettatore.
Le critiche alle banalità dei dialoghi le vedo poco sensate: se si vuole rappresentare la realtà di una scuola, è normale che ci siano delle banalità.
Meritati i due premi a Cannes, fra l'altro questo è uno dei pochi film che ha ottenuto i due premi più prestigiosi in tutta la storia del festival.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  31/12/2010 17:08:09
   6½ / 10
Film particolare, abbastanza anomale.
L'essere così distaccato è un punto a suo favore, uno sguardo distaccato sulla realtà scolastica che per molti è un vero incubo.
Di contro però, il ripetere lunghi piani sequenza sulla schiena degli attori (non professionisti ma passabili), è stancante e poco incisivo. Certe sequenze poi appaiono davvero assurde.
Non è un prodotto pienamente riuscito ma nemmeno da buttare completamente.

endriuu  @  30/12/2010 00:12:06
   7½ / 10
L'esplorazione del vuoto giovanile,la normalità della tragedia che non fa notizia,la solitudine e la follia.

Alex89  @  27/11/2010 02:05:47
   8 / 10
Pungo allo stomaco, con annesso conato di vomito..
Il peggio è che è una storia vera..
Raccontata magistralmente da Gus Van Sant

wallace'89  @  25/11/2010 18:05:28
   7½ / 10
Un'importante testimonianza di disagio giovanile dai risvolti drammatici?
Un film di critica sulla libera circolazione delle armi nel sistema americano?
Oppure un lussuoso quanto compiaciuto esercizio stilistico di un bravo e un pò provocatore autore (semi)indipendente americano dallo stile minimalista in cerca più di astrazione e bellezza artistica che sostanza?
Un po' tutte queste cose, su cui non mi pronuncio compiutamente, comunque un film da vedere e che sa rimanere impresso anche senza pronunciarsi o esprimere drammaticamente la realmente accaduta vicenda, e forse anche per questo.

Clint Eastwood  @  05/11/2010 14:43:14
   7 / 10
Ispirato alla strage di studenti e professori in un liceo di Columbine negli Stati Uniti, ricalca e presenta una tranquilla giornata trasformata poi in un'inferno quando due studenti entrano nella scuola e iniziano a sparare all'impazzata. Riuscito esercizietto di stile per Van Sant, autocompiaciuto delle volte ma sempre lucido per tutta la breve durata. Ottimo connubio immagini-suoni (musica). Non lo rivedrei di sicuro.

7/7.5

Guy Picciotto  @  01/09/2010 18:14:45
   6½ / 10
Van Sant uguale lunghi piani sequenza, prendere o lasciare, io prendo ciò che trovo più interessante nei film suoi, elephant è uno dei più mirabili esempi di questo tipo di scavo realista sulla società americana odierna, i 2 ragazzi assassini rappresentano la prima generazione cresciuta senza genitori. Ecco quindi la lunga giornata tipo di questi 2 ragazzi senza padre ne madre che si snoda in un agonia monotona nichilistica come nella sequenza del videogioco con Beethoven in sottofondo) o in rapporti pederasti del tutto improvvisati figli di un atteggiamento poser più che di reale convinzione e di libido matura, o nella scuola-lager sempre più luogo di sopraffazione e di nonnismo,
o tutta la preparazione agghiacciante nella sua svagatezza della strage compresa la consegna a domicilio del mitragliatore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  09/08/2010 14:41:17
   7½ / 10
Una cronaca fredda, lucidissima. Proprio per questo agghiacciante

Xavier666  @  15/07/2010 12:58:36
   9½ / 10
Ma suvvia, perchè una media così bassa? Bisogna rispettare il parere di tutti, questo è innegabile, ma giustificare un voto assassino come 2 o 3 solo perchè è lento piatto e noioso... E' un film delicato, uno spettacolo visivo, come qualcuno ha sottolineato, con dei dialoghi banali che rendono la banalità di un'orribile quotidianità in un liceo americano, ragazze che parlano del nulla (cito una frase che mi ha colpito: " Oddio ci sono ragazzi che mangiano il dolce- avranno fame") e poi vanno a vomitare per sentirsi incluse nella normalità del socialmente accettabile, una ragazza senza amici per la sua bruttezza (quindi lo specchio delle tre ragazze prima citate) due esclusi (e certo che nei licei americani questa demarcazione è molto più netta, fra gli esclusi, perdenti e la bella gente, questa brutale prevaricazione dei bulli, l'umiliazione e le cattiverie) che infine decidono di ribellarsi a questo schifo, nel peggior modo possibile.
Io l'ho trovato splendido. Questo film può essere molte cose, ma noioso... Non siamo più abituati a riflettere sul silenzio e sui silenzi, vogliamo azione e sempre azione, dialoghi alla Tarantino...
In ogni caso ha vinto la Palma d'Oro... Mi dispiace per la media di questo sito, ma vi rispetto profondamente lo stesso. :D

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/07/2010 21.11.05
Visualizza / Rispondi al commento
rapture  @  07/03/2010 10:25:42
   9 / 10
Agghiacciante... un film puramente visivo, se fosse stato muto non sarebbe cambiato gran che, i dialoghi saranno stupidi e banali ma sono più vicini alla realtà di quanto si possa pensare... film molto molto triste.

The Cane Family  @  15/02/2010 14:07:53
   9½ / 10
Van Sant è un grandissimo regista, e non riesco a capire perchè un media cosi bassa.
Il regista segue con la steadycam le vittime e-o gli assassini protagonisti della vicenda e il risultato è un incredibile tunnel senza fondo, senza luce. Non c'è neanche la tragedia, la morte per strage si tinge di banale quotidianità.
Ottime la scelta di impiegare la musica classica. Il film è interpretato al meglio grazie a degli attori non protagonisti ma capaci di esprimersi al meglio.
Per me, il capolavoro di Van Sant.
Apprezzabile in tutto, merita maggiore affetto.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  25/01/2010 14:37:41
   8 / 10
Tematica shock del nostro tempo e che purtroppo, specie ultimamente, troppo spesso fa parlare di sè. Più che documentare la strage della Columbine, Van Sant come al solito non si sporca le mani e si limita all'osservazione. All'apparenza... una scuola come tante... una giornata come tante... ragazzi come tanti... un ragazzo con problemi familiari come tanti... un ragazzo con la passione della fotografia come tanti... una lezione in classe come tante... una ragazza bruttina e per questo alienata come tante... due ragazzi umiliati come tanti... ma... poi si rompe qualcosa. Chissà...forse Van Sant ci invita a guardare proprio oltre quell'apparenza. Chissà... magari se avessimo guardato un po tutti... sarebbe finita diversamente. Ma nonostante questo... la sensazione è che ugualmente le cose non si sarebbero potute evitare

gandyovo  @  05/01/2010 18:00:10
   7½ / 10
un pugno nello stomaco. che aggiungere? dovendo ricostruire questo fatto di cronaca eclatante, il film lo fa in modo particolare e secondo me, molto interessante.

Gold snake  @  02/12/2009 08:11:03
   9 / 10
Chi si aspetta un film pieno di sangue e morti atroci è meglio che passi oltre.

Il film è a tratti noioso, ma è normale perché il regista cerca di immedesimarci nei vari "protagonisti" e di interpretare le loro morti quasi se i ragazzi li conoscessimo per davvero.

Film fatto molto bene, consiglio per chi ama immedesimarsi, sconsiglio per chi vuole vedere budella volare da tutte le parti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  24/08/2009 07:02:47
   7½ / 10
20 aprile 1999, Columbine High School, Colorado. Due studenti si presentano a scuola armati di mitra, compiono una strage uccidendo indistintamente compagni e professori, e finiscono per togliersi la vita.
Ecco, un’altra occasione di denuncia sprecata - qualcuno potrebbe dire. Un nuovo film dai contenuti vacui e che rinuncia a ipotizzare soluzioni.
Credo invece che l’arte debba continuare nella sua missione di comunicare le cose nel solo modo in cui sa farlo: con l’arte. D’invogliare ad approfondimenti e di suggerire momenti di riflessione. Ad altri spetterebbe il compito di provare a risolvere certi gravi problemi.
Van Sant non ha risposte: sfidando la noia, indaga, prova a spiare da varie postazioni quella giornata al liceo, sin dagli inizi, segue ogni incontro tra gli studenti, ne origlia i discorsi, ne sorveglia le abitudini e le piccole storie, scopre che quella non è che una mattina come tutte le altre. Poi, con lo stesso stile puntiglioso e antispettacolare, filma la strage, quasi la follia omicida fosse una logica conseguenza della normalità di quella giornata.
20 aprile 1999, Columbine High School, Colorado. Due studenti si presentano a scuola armati di mitra, compiono una strage uccidendo indistintamente compagni e professori, e finiscono per togliersi la vita.

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/01/2010 09.33.01
Visualizza / Rispondi al commento
everyray  @  22/08/2009 11:00:07
   7½ / 10
Film che riprende la tragedia della Columbine in cui il regista vuole calare lo spettatore nelle atmosfere scolastiche e lo fa in modo quasi apatico,presentando i vari personaggi senza però far trasparire sentimenti ed emozioni riuscendo comunque a tratti a colpire allo stomaco infondendo un reale senso di minaccia incombente.

MexicoCityBluEs  @  16/07/2009 21:48:52
   7½ / 10
Affrontare artisticamente le vicende di un massacro non è impresa facile, soprattutto quando i fatti non sono ancora protetti dall'ombrello storico del tempo. Ma Gus Van Sant, lo sappiamo, è un regista coraggioso, un uomo che nell'arco della sua carriera ha sempre cercato con astuta recettività il segnale portante della società, quel flusso appena accennato, latente, difficilmente percepibile dallo sguardo, ma che più di ogni altra cosa delinea i contorni della convivenza civile.
Quale miglior terreno d'azione è possibile sondare, da queste premesse, se non la psicologia dell'universo giovanile, il motore della parte sana di ogni società, di ogni essere umano che creda ancora nell'indiscriminato progresso?
Da "Drugstore Cowboy" a "My Own Private Idaho", passando per il controverso e poco riuscito "Last Days", fino a giungere ad "Elephant" e soprattutto a "Paranoid Park" (in cui il nuovo percorso di Van Sant "si compie"), gli intenti del regista americano appaiono inequivocabili.
Quando non ci si pone al di sopra dei fatti, quando non c'è alcun bisogno di giudicare, quando è l'essenza stessa dell'arte che condanna quei deliri d'onnipotenza che bramano il dolore per semplice autorigenerazione del proprio bisogno, allora possiamo parlare di obiettività e riflettere in modo serio sulla strada già percorsa e sui frutti in essa scovati.
In "Elephant" non esiste presunzione di verità, ma una verità presuntuosa la cui prima vittima cade per mano della stessa indifferenza che distorce l'animo del carnefice. In questo risiede la follia di un'umanità privata della propria identità, i cui impulsi primari, per quanto in alcuni casi violenti e spesso contrari ai principi del sentire comune, lottano con l'assurdità e il biasimo della propria, imposta contrazione.

In "Elephant" non è possibile nascondersi; là dove vorrebbero insinuarsi i germi di una facile incriminazione, di una via unica e inequivocabile, Gus Van Sant crea le premesse per un'analisi a tutto campo, un punto dal quale l'osservazione è nuda, come i nostri limiti.
"Elephant" non ci esenta dalla condanna, le premesse della propria "ideologia" il regista le trae dalla morbosità della vicenda mostrata; se questo aiuta concettualmente il film a trovare una via di fuga dal pericolo di una risposta, d'altro canto manca a Van Sant la lucidità necessaria per cementare la visione di una sconfitta culturale, operata per mano di uno spirito malato e psicotico, che trascende la carne del futuro in decadenza dal calore intenso della sacra giovinezza alla disperazione di una volontà alienata.
I punti in meno dipendono soprattutto da questi limiti, dalla reticenza a sfondare un muro di compiacenza oltre il quale la realtà costituita perfeziona il virus di una fasulla inevitabilità.

ascot  @  22/05/2009 04:22:02
   6 / 10
beh..un film di cui devi conoscere la trama fin dall inizio..altrimenti cambi canale dalla noia...un film intero in attesa dei 10 min finali..molto particolare perche si segue(nel vero senso della parola) la giornata di alcuni ragazzi ma in maniera inespressiva..i dieci min finali(quando dici "ah finalmente succede qualcosa") sn inquitanti..sale una rabbia e un angoscia nel vedere quello che accade, indescrivibile..ed e qui che ci azzecca! pero la precedente ora di film è snervante...in piu ti viene voglia di capire "ma poi che fine hanno fatto sti co*****?"..ed e li che ti devi fare una bella ricerca su internet...si poteva fare meglio...

Icyhot  @  01/05/2009 18:14:54
   6½ / 10
Un film angosciante, verso la fine personalmente mi veniva la rabbia a pensare che due pirletti del genere abbiamo fatto fuori della gente. Se pensi che poi a volte succede davvero che ragazzi entrano nelle scuole armati...

dipa_89  @  22/04/2009 15:31:06
   10 / 10
Il capolavoro di Gus Van Sant!
Racconta la strage della Columbine High School, fatto realmente accaduto, e lo fa in modo sublime.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  09/04/2009 16:37:16
   6 / 10
Essendo un film sperimentale, nel suo piccolo è abbastanza riuscito. Ma non di troppo, eh.
E’ da apprezzare il fatto che il film non annoi sebbene le sequenze siano lunghe e ripetitive… lunghe camminate, lunghi silenzi… tutti abbiamo vissuto a scuola e siamo tutti convinti che la scuola sia (stata) noiosa. I giorni sono ordinari e monotoni, si vedono le stesse persone, si fanno le stesse cose, ci si preoccupa per le materie. Ma quando qualcosa di terribile appare all’improvviso non siamo in grado di affrontare quel momento. E’ questo che Van Sant vuole dimostrare.
Ci sbatte in faccia un fatto realmente avvenuto e da lì capiamo che dalla vita ci si può aspettare di tutto.
Che poi la messa in scena sia realistica non saprei che dire. Gli attori sono senza infamia e senza lode e certe sequenze sono a dir poco inutili. E poi lo sviluppo mi è sembrato abbastanza superficiale. Ho cercato di notare qualche simbolo o qualche illuminazione ma non sono stato appagato. Può anche darsi che molte cose non le abbia colte, per carità… comunque mi sembra in gran parte incompiuto e il finale non è sto granché, sinceramente.
E poi ci sarebbe qualcosa da ridire sul fatto che il film ha vinto dei premi per la regia…

Ps: Mi chiedo quante volte è stata usata “Per Elisa” di Beethoven al cinema…

paride_86  @  21/03/2009 19:25:44
   8 / 10
Gus Van Sant racconta la strage della Clumbine Hingh School. Lo fa con un film impregnato di grazia verista, ambienti luminosi e lunghi piani sequenza; il regista non dà giudizi né pretende di fare la morale a qualcuno, se non allo spettatore che guarda. La tragedia, così raccontata e descritta, esplode nel quotidiano come un gesto di "ordinaria" follia. Come è stato possibile non accorgersi di un elefante così grosso nella stanza?

donfabios  @  08/03/2009 13:00:33
   8½ / 10
ritratto dei giovani d'oggi, (a mio avviso non troppo pessimistico) e di quanto sono vacue, paranoiche, ripetitive e spesso assurde le loro vite tra i loro finti problemi e i loro miti da rincorrere.
L'unico rischio e di cadere troppo in categorie stereotipate della società, ma il tutto è funzionale allo scopo di evidenziare la quotidiana freddezza e vacuità della società odierna.
Anche se non è un capolavoro, il film mi è piaciuto. ( anche perchè condivido la visione del regista...)

VikCrow  @  07/03/2009 12:16:19
   10 / 10
Il magistrale capolavoro di Gus Van Sant.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  06/02/2009 15:34:25
   7 / 10
Mi rendo conto solo ora di che gran capolavoro è Paranoid Park...
"Elephant" è un film sensazionalistico e retorico..ma lo è a buon diritto.
La strage di Columbine è un fatto atroce, che sconvolge, che obbliga a pensare e il film di questo subisce l'influsso. Come si fa d'altro canto a raccontare una tal strage senza retorica? è impossibile e a questo Van Sant doveva fermarsi.
Ma Van Sant vuole fare di più. Vuole ragionare e far ragionare e non dico che sia sbagliato, ma cinematograficamente non c'e riuscito; il tema è blando e privo di vera introspezione, la forma noiosa e insopportabilmente ricercata. Quanto ho maledetto le riprese di schiena lo sa solo Dio. è un film noioso, anche se in un certo senso adrenalinico. Ma non è Beethoven, non sono gli spettri ricercati della fotografia, non è verdeggiante cielo plumbeo a fare di questo film un capolavoro, o perlmeno Cinema.
In Paranoid Park il nichilismo a cui male si rifà l'autore e che comunque si è capito essere il male giovanile che egli vuole raccontare, è estremamente visibile e poeticamente raccontato con maestria assoluta. Che poi anche quest'altro sia lento non mi disturba, almeno non è noioso e soprattutto non scontato (dialoghi da vomito, peggio di "Davanti agli occhi") a livello di scneneggiatura... Comunque un film godibile e necessario, ma nulla di più di 7

Geoff  @  02/02/2009 13:00:35
   9 / 10
ladies and gentleman... THIS IS CINEMA.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  27/01/2009 23:43:28
   7½ / 10
Stravolgente, questo film non è un capolavoro, ma è certamente qualcosa di veramente buono: la trama coinvolge una delle stragi americane successe nelle scuole, ma oltre a questo il film mette in evidenzia il fattore della "diversita" negli ambienti scolastici, dove purtroppo tante volte viene ignorata o minimizzata, quindi non evidenzia la scuola solo come uso di coltura ed educazione, ma anche di malvagità e malessere interiore, che alla fine sfocia nel dramma più assoluto anche in una tranquillissima giornata come le altre, dove non puoi minimamente immaginare cosa può succedere da un momento all'altro.
La regia è molto buona, gli effetti sonori incantevoli, l'unica pecca che secondo me abbassa un pò il film è la lentezza in alcune scene, ma tutto sommato non annoia quasi mai.

Il resto è da vedere, una pellicola che fa rabbrividire la pelle, un pugno diretto nello stomaco.

Simmetria84  @  26/01/2009 01:58:26
   10 / 10
Sensazionale...

smellow  @  25/01/2009 14:24:23
   7½ / 10
Molto particolare.. Bello il finale, lo stile, l'uso dei colori.. insomma molto curato ma anche abbastanza noioso per circa 40 minuti!! Però vista la sua brevità direi che vale la pena annoiarsi per godersi alcune parti molto forti nella fine..

Redrum83  @  21/01/2009 12:03:56
   9 / 10
Basato su una storia vera, il film tramite lo stile asciutto e lo sguardo curioso del regista riesce a rappresentare il contesto quotidiano della scuola, e a inserirci la tragedia. Nonostante Van Sant faccia il verso a Kubrick con i suoi lunghi piani sequenza, riesce in pieno nel suo intento di spiegare come la follia umana possa scatenarsi in qualunque contesto ed in qualunque momento, come si possa nascondere in soggetti apparentemente normali e che spesso si nasconda in una generazione fatta di ragazzi solitari, confusi, fragili, vuoti. L'adolescenza è rappresentata al meglio come in "Paranoid Park"; i ragazzi sono presi nella loro semplicità e superficialità, la scuola è il loro mondo e dopotutto è il contesto che li inserisce nella società, la quale viene appunto criticata in un certo modo con i fatti qui rappresentati.

Van Sant personalmente lo ritengo uno dei migliori registi degli ultimi anni, uno che sa trasmettere molto con le immagini; "Elephant" è una prova concreta delle sue ottime capacità registiche.

edo88  @  05/01/2009 16:56:06
   9 / 10
Un po' troppo quotidiano e freddo per i miei gusti, e nell'ultima parte alcune cose fanno storcere il naso ma non complesso è davvero un ottimo film, Van Sant sa davvero dirigere con originalità e se vogliamo eleganza anche quando non fa altro che seguire i protagonisti come fossero marionette.
Non sarà un film sulla psicologia dei personaggi ma il ritratto della società che dipinge è da applauso e l'uso (anzi, il NON uso) della colonna sonora fa davvero molto.
Ho paura che d'ora in poi ascolterò Per Elisa con orecchie diverse...

Ciaby  @  24/12/2008 12:48:51
   10 / 10
agghiacciante capolavoro!

Drugo.91  @  13/12/2008 14:17:55
   7 / 10
film USA che ricorda vagamente il cinema europeo..che sia un caso o no nn ne ho proprio idea..comunque buon film

Brundle-fly  @  11/12/2008 20:46:29
   9½ / 10
“Elephant” di Van Sant: il nuovo Bresson, il medesimo stile registico. E la stessa aria da Roquentin e dei Magazzini Criminali, per due paragoni invece di tipo letterario e teatrale. La crisi d’identità del soggetto, lo “sfigurativismo” di Bacon, reso con gli attori inquadrati di spalle, anonimi, intercambiabili. Gl’interminabili corridoi come ne “Il Processo” kafkiano di Welles. Lo sfacelo del decorso narrativo lineare, gli attimi, i momenti e gli eventi anch’essi privi di senso e specificità. Nessun rinvio sociologico, solo esistenzialismo dal primo all’ultimo fotogramma.
Poi, purtroppo, verrà “Last Days”: stessi concetti, stessa modalità autoriale, però con una costellazione d’errori madornali, dal casting (Michael Pitt=?) alla location (naturalismo=?), dall’ambiguità sessuale (il Cobain vestito e malconcio come in “Live in Rio”) ridotta a gaysmo allo spiritualismo del morto sulla scala. Ma è un’altra storia, tutt’altro film. Non c’è confronto alcuno con “Elephant”. “L’argent” trasferito a Columbine o, comunque, nel 3° millennio (ogni tanto, a Cannes, coi premi c’azzeccano). A volte tornano e, per un istante, ci si riconcilia col cinema.

Discussione proseguita su:
http://www.filmscoop.it/forum/search.asp?KW=argent&SM=1&SI=TC&FM=33&OB=1

Mauro Lanari

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/12/2008 18.03.17
Visualizza / Rispondi al commento
DarkRareMirko  @  25/10/2008 11:54:18
   9 / 10
Seconda parte della trilogia della morte del regista.

Qui Van Sant dimostra un tatto, una sensibilità ed una finezza assurda nell'inquadrare la scuola per quello che è, per quello che sarà e per quello che è sempre stato, ossia un luogo che per un certo tipo di persone è sempre un inferno.

Attraverso abili riprese, sempre miranti a seguire i giovani nelle loro vicessitudini, pare che non siano nemmeno gli stessi giovani a guidare loro stessi, bensì ci sia qualcos'altro a fare questo per loro, una misteriosa forza (che forse si chiama omologazione?) che si può liberare e spirare in cielo solo attraverso la morte, come suggerisce il poetico finale inquadrante il cielo.

E col passare dello scorrere del film, si capisce benissimo che la causa di tanta violenza non và ricercata nei videogiochi violenti, nè nella televisione e nè nelle musiche cattivisisme e sataniche di Marylin Manson; il problema è semplicemente la scuola stessa e le persone che ci stanno dentro, spesso indifferenti, cattive, qualunquiste, pecorone.

Grande regia, grandi giovani interpreti sconosciuti (che nella maggior parte dei casi han conservato i loro veri nomi per i film), gran maestria da parte del regista nel parlare di giovani ai giovani e non.

Educativo e profondo; consigliatissimo.

Max78  @  23/10/2008 20:34:29
   10 / 10
Il canto del cigno al chiaro di luna.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

9 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2008 21.03.27
Visualizza / Rispondi al commento
inferiore  @  12/10/2008 03:21:21
   8 / 10
Film che fa rabbrividire, per il suo realismo, la sua semplicità e la sua durezza! Ispirato ad una storia vera Gus Van Sant racchiude con essenzialità tutte le problematiche adolescenziali, che vanno dalla bulimia all' omosessualità! Veramente originale il modo di narrare la vicenda, una giornata sotto tanti punti di vista, sotto altre inquadature. Alla fine 'elephant' è un ottimo prodotto, fa riflettere e ne consiglio la visione, lo potrete trovare un pò lento ma è questo il suo punto di forza, la lentezza, il silenzio, lascia spazio alle immagini, ai comuni dialoghi di tutti i giorni, una normale giornata trasformata in tragedia! Questo film era da prima serata!

simone p  @  22/08/2008 10:37:20
   7 / 10
Film particolare che per certi aspetti vuole essere fin troppo realistico soprattutto nei dialoghi e nelle situazioni della prima parte.
Seconda parte più movimentata e cruda.
Finale troppo affrettato.

Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  02/06/2008 22:46:02
   7 / 10
In una normalissima giornata d'autunno alcuni ragazzi di un liceo di Portland stanno per vivere un'esperienza che rimarrà per sempre impressa nelle loro menti.La cosa sconcertante in questa pellicola è la sensazione di vuoto che si prova man mano che si va avanti con la visione.La vita adolescenziale può essere un inferno a volte ; tutto è maledettamente normale,ci sono i soliti tipi che hanno successo,il gruppo di ragazze ossessionate dall'aspetto fisico e come in ogni scuola che si rispetti i cosiddetti "invisibili" o fatti diventare tali dalle persone che ignorano i loro problemi,pregiudicandoli in maniera del tutto superficiale.Il tutto avviene con una lentezza ed una ripetitività a volte esasperanti ma che riescono bene a far capire allo spettatore l'intento di Gus Van Sant che ha appositamente voluto tralasciare numerosi interrogativi,proprio come è successo alla Columbine High School,anche se il regista ha voluto porre delle differenze.Uno dei pochi film non commerciali degli ultimi anni,veramente profondo.Di certo non è facile poterlo apprezzare ma vale la pena di vederlo

Invia una mail all'autore del commento Bright Parker  @  24/05/2008 21:38:04
   8 / 10
Ho terminato la visione di "Elephant" da circa tre quarti d'ora, e devo ammettere, in tutta sincerità, che è senza alcun dubbio uno dei film più sconcertanti che abbia mai visto in tutta la mia vita. Come per "Gerry" e il successivo "Last Days", Van Sant adotta la sua arma più potente e affilata, quella del "silenzio", un silenzio quasi eterno che sembra non finire mai, un silenzio spaventoso che, come ci si aspettatava, annuncia una micidiale e improvvisa esplosione. I movimenti di macchina, gli innumerevoli piani sequenza, la fotografia, la luce, la colonna sonora...ah, scusate...quale colonna sonora? sono i principali tasselli che fanno di "Elephant" un'opera corale e visivamente divina, che porta con sè attori perlopiù sconosciuti in una storia torbida e, ahimè, realmente accaduta. Tutto ciò che Van Sant compie per realizzare a pieno il suo lavoro, non è che un'unica, implicita e impercettibile follia, ed è da ammirare la sua innata e straordinaria capacità di trasformare in qualche strano e incomprensibile modo, il normale in ANormale, ciò che si vede e ciò che NON si vede, facendo sì che il tempo si estingua con i suoi personaggi per arrivare alla conclusione che solo un fatto così paradossale e drammaticamente sconcertante non poteva ASSOLUTAMENTE passare "inosservato". Come ho vagamente accennato prima, in "Elephant" la colonna sonora è praticamente (o quasi) inesistente se non fosse per la sinfonia mistica e celeste del pianoforte di sottofondo che accompagnano, soprattutto, le sequenze a camera fissa di apertura e di chiusura che ci mostrano l'oscurarsi del cielo autunnale della febbrile Portland, cittadina dell'Oregon. Che altro dire sull'opera di Van Sant? Niente...se non per ribadire la sconcertante e terribile aria di "malessere" interiore che lo spettatore avverte nelle sue vene durante la visione, in particolar modo, nella parte finale che io definirei con due termini: micidiale e brutale. Nonostante questo, però, chi non ha ancora avuto modo di vedere il film, non deve assolutamente aspettarsi di trovare in "Elephant" azione o avventura di qualche genere, perchè la pellicola di Van Sant è (volutamente) lenta, allucinata, sfuocata e in qualche modo incantata, proprio per riservare a chi la sta guardando, dieci minuti finali di pura follia. Palma d'Oro meritatissima!

THE_FEX84  @  03/05/2008 16:30:09
   9 / 10
Dopo alcuni lavori puramente commerciali("Will Hunting-Genio ribelle"e"Scoprendo Forrester")Van Sant spiazza il suo pubblico,proponendo una storia che ha fatto discutere per la sua crudezza e per l'incomprensibilità di certe sequenze.Ma dietro a ogni scena si può dedurre un ritratto crudele e spietato della gioventù odierna:emarginazione per chi non è alla moda,discorsi vacui e banali rivolti dietro alle spalle del prossimo,ipocriti,finti,viziati e irresponsabili senza mai esserne consapevoli.Il silenzio è l'unica "arma"a loro favore,ma non tutti sono disposti ad accettarlo;a chi non ci sta ad accettare le regole basilari per farsi accettare,ad esempio,l'unica rivalsa dai propri coetanei e dai genitori indifferenti è quella di rendersi complici ad una società fatta di guerre ed ingiustizie,sfogando le proprie frustrazioni con una strage destinata a rimanere negli annali della violenza.Lo spaccato che ne viene fuori da questo quadro generale è straziante,ma necessario per giustificare un ritmo che si adegua con una perfetta costruzione a scatole cinesi e che scoppia in un finale che quasi sembra invocare la fine di un mondo che non è mai iniziato.La regìa di Van Sant,è molto virtuosistica,ma necessaria per raccontare una storia che si snoda piano piano e tiene senza mai perdere di vista l'obiettivo iniziale del regista,che era quello di vederci chiaro su qualcosa di poco chiaro e che fa ancora discutere(fingere di non vedere l'"elefante"che abbiamo davanti,da cui il titolo).Anonimi quanto basta per"interpretare"i ruoli loro affidati,i ragazzi sono delle presenze carismatiche e Van Sant li inserisce in un contesto(la scuola)descritto come un luogo claustrofobico e influenzabile per comportamenti ed atteggiamenti,destinati a durare con il passare del tempo in maniera sempre più definita.Giustamente premiato a Cannes(miglior film e miglior regìa).

Tom24  @  26/04/2008 12:50:28
   8 / 10
di un realismo sconvolgente. magnifico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/02/2008 20:02:11
   8 / 10
La tragedia di Colombine sconvolse gli Stati Uniti, non è stata purtroppo l'ultima. Qui non asistiamo nè ad un documentario in cui ognuno dice la propria sull'accaduto, nè una ricostruzione degli avvenimenti in senso classico. Van Sant agisce per sottrazione, si limita solo a mostrare senza commentare con i dialoghi ridotti al minimo. Van Sant vuole far parlare le immagini: segue alcuni protagonisti in quella che può essere una normale giornata scolastica, ma segue anche gli assassini nel loro patto scellerato, nella loro estrema emarginazione. Il tono raggelato della pellicola è terribile nel mostrare le immagini della strage, frutto più di una tragica casualità di trovarsi nel posto sbagliato che di una storia di rancori e odio.

mikland83  @  03/01/2008 17:09:13
   6½ / 10
Sicuramente un buon film.Non per tutti questo è chiaro, questo tipo di film può risultare frustrante dopo un po'.
Ma quello che conta è l'idea di fondo.La regia davvero spettacolare,ad incastro,vari film dentro uno solo.Non è facile destreggiarsi in mezzo a tanti filoni, ed infatti ,qui il registra pecca un po' di superbia,ma nel complesso un'ottima idea ed una buona esecuzione.
Consigliato

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  18/11/2007 11:55:33
   8 / 10
Cosa si nasconde dietro la maschera dell' America "avanzata" e "civilizzata"?

Gus Van Sant ci descrive l'adolescenza americana, e lo fa senza lesinare sui suoi aspetti più crudi e insani. Quella che emerge, dal ritratto del regista statunitense, è una gioventù inquieta, allo sbando e in balia di problemi seri che non trovano soluzione: dalla solitudine alla difficoltà nel relazionarsi agli altri, dalla bulimia alla mancanza di punti di riferimento ecc.... E' una realtà drammatica che viene ignorata (di qui l'allusione del titolo al proverbio dell' "elefante nella stanza", metafora di un problema evidente che tutti possono vedere, ma che nessuno ha il coraggio di affrontare) dalle istituzioni principali, quali la famiglia e la scuola: l'insegnante che impone all'alunna di indossare la gonna del completo sportivo -alla stessa stregua delle altre- non chiedendosi perchè costei è restia a farlo, o il preside che punisce lo studente perchè ritardario non considerando il fatto che questi viva con un padre alcolizzato ecc.. sono tutti indici di una società schiva, vile, egoista e incapace di guardare in faccia alla realtà. Questo ignorare e sottacere i problemi dei propri "figli" non fa che innescare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. E' quello che succede ad Eric e Alex i quali, come se fossero i protagonisti di un videogame, decidono di armarsi e di perpetrare una vera e propria mattanza (che ricorda quella di "Targets") all'interno della loro scuola, senza risparmiare nessuno, neanche loro stessi. Di qui la desolante contraddizione di un Governo che non si preoccupa delle vere problematiche sociali del Paese (come la sanità o l'istruzione), e che invece consente libertà assurde come quella dell'uso delle armi.
Gus Van Sant sembra anche fare una riflessione sul Caso, come elemento determinante nelle esistenze di ciascuno di noi: dei due ragazzi appassionati della fotografia che si incontrano nella scuola, uno si salverà perchè al momento dell'entrata in scena dei due "cecchini", si troverà casualmente all'esterno dell'edificio.
Si tratta di un film in cui c'è molta carne al fuoco ma che, nonostante l'esigua durata, riesce a trattare efficacemente molteplici tematiche.

teddy  @  22/06/2007 12:57:06
   8 / 10
il primo film di gus van sant che vedo,è devo dire che è veramente bello.il regista ci mostra sin dall'inizio le situazioni dei diversi ragazzi che si troveranno coinvolti nel massacro,tra loro troviamo tutte le tipologie di ragazzi che si trovano in un liceo americano,il *****tto,il ragazzo solitario che ama fare fotografie e tre amiche bulimiche.il film è di breve durata,la regia è piatta e asciutta,e narra tutte le vicende dei ragazzi(compreso il massacro)in modo freddo e distaccato.ed è proprio questo secondo me l'aspetto più affascinante di questo film,il regista mostra le deverse situazioni(piuttosto probblematiche)degli studenti della columbine.e con la totale assenza di una colonna sonora(eccetto le scene in cui alex suona il pianoforte) e le inquadrature monotone.vuole a mio avviso mettere in evidenza,un probblema grande come un elefante(appunto il titolo)di cui nessuno si preoccupa e che viene continuamente ignorato,cioè il "DISAGIO GIOVANILE".i ragazzi presenti in questo film sembrano essere perennemente a disagio,e per di più sembra che debbano fare tutto da soli,senza che nessuno li aiuti.le inquadrature monotone,vogliono secondo me trasmettere il senso di tristezza,che scaturisce dal disagio e dalle vite perennemente tediose di questi ragazzi.il massacro finale sembra quasi un ACTING OUT ossia uno sfogo definitivo di tutta la rabbia e i sentimenti repressi.ovviamente questa è solo una delle tante interpretazioni,di questo film,che è secondo me pieno di significati.non si può secondo me criticare questo film per la sua lentezza,perchè è proprio la sua lentezza e freddezza che rende questo film atipico e tremendamente disturbante.dopo la visione di questo film si prova lo stesso vuoto interiore,che si prova nel film,e questo conferma secondo me la bravura di van sant.lo consiglio a chiunque,e consiglio anche di non giudicarlo per la sua lentezza,(perchè questa è un interpretazione superficiale e alquanto puerile) ma valutarlo in modo obbiettivo trovandone i significati.in conclusione ELEPHANT è un film veramente profondo e originale.

Dante V  @  03/06/2007 13:13:13
   9 / 10
Una Lezione di Cinema Moderno e d'Avanguardia Estetica.

BaStEr  @  30/05/2007 23:56:52
   8½ / 10
In effetti la lentezza può ucciderti, ma sono sopravvissuto riuscendo ad apprezzare i particolari di ogni scena... davvero un grandioso film, unico se vogliamo...il finale che si può intuire è solenne, come l'ultima scena. La bellezza, in quel suo essere lento, sta nel rispecchiare la vita dei tanti qualcuno nella loro diversità, che sia ricca di serenità come quella di john o piena di tormento come gli omosessuali, che sia pudica e triste come quella della "brutta" o terribilmente vuota e priva di valori come le tre bulimiche, che sia vissuta nella contemplazione Elia, o nel dialogo asfissiante e inconcludente come il gruppo di discussione... prima del tragico evento, Gus Van Sant cerca di farci conoscere questi normali ragazzi, cerca di farci fare un' idea su di loro... il ragazzo che suona per elisa, compra un fucile, vuole comprare una bandiera nazista...
Stupendo... esperimento riuscito

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

PetaloScarlatto  @  15/05/2007 01:04:22
   9 / 10
Un bellissimo NON film!!!

Straziante e noioso ed è proprio nell'apparente nebbia della noia che si nasconde la bellezza di questo quasi capolavoro...

Lento, si ripete come strali di carta igienica, ma dal tessuto dorato!!!

DA vedere per riflettere non solo sul cinema, ma sulla vita!!

Gus Vant Sant, dopo un paio di prove nn eccelse, torna agli esordi, con in più la voglia di sperimentare...!!!

Si ripeterà nel bello ( ma non altrettanto ) successivo Last Days, sulle ultime ore di Kurt Cobain..

Bel film, questo... Grande regista, lui...!!!

phemt  @  27/04/2007 18:37:42
   8 / 10
Una manciata di ragazzi seguiti, quasi pedinati dalla macchina da presa; il racconto delle loro storie in una noiosa mattina scolastica che si sovrappongono sullo sfondo di un fatto di sangue, e Van Sant che racconta il tutto in poco più di 75 minuti… Elephant è uno di quei film in cui sembra non succedere nulla e in cui invece succede tutto… Sembra che Van Sant quando va ad analizzare i problemi adolescenziali racconti tutte cose viste e riviste, invece il regista racconta la nostra società, quella società fatta da padri assenti, da giovani lasciati a se, da ragazze vuote che pensano solo allo shoopping o a vomitare insieme dopo mangiato, da ragazze che non sono in grado di accettare il proprio corpo, da ragazzi soli e senza aiuto che si coalizzano, che fanno quadrato intorno a loro stessi e che sentono di dover far esplodere in qualche modo la loro rabbia, da chi pensa che sparare alle spalle di un uomo sia come sparare in un videogioco, da chi suona Beethoeven ma dentro ha una macchia nera che gli fa credere di dover esplodere quella sua rabbia magari divertendosi…
La regia di Van Sant è semplicemente notevole, lo stile documentaristico è realizzato alla perfezione grazie all’uso della steadycam e a lunghissimi pianosequenza che raccontano quella che per davvero è una classica giornata scolastica… Le storie si intrecciano perfettamente e finiscono tutte allo stesso punto di svolta… Il tutto è visto con una freddezza ed un distacco di raro livello e il finale è quasi agghiacciante…
La critica sociale c’è ed è fatta bene, il messaggio arriva forte e chiaro e il film lascia alla fine della visione un gran vuoto dentro lo spettatore… In un certo senso lo si potrebbe considerare addirittura un film weird (più per lo stile che per i contenuti) e quindi non mi sorprendo che a qualcuno possa fare schifo, a me però è piaciuto molto…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  13/03/2007 15:46:29
   7½ / 10
senza molti giri di parole, van sant è assolutamente unico nel raccontare storie di ragazzi problematici. in questa pellicola poi, tratteggia uno stile narrativo personalissimo e sfata finalmente l'archetipo autore della strage=marylin manson-dipendente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  08/03/2007 15:27:09
   8 / 10
Eccellente pellicola sul disagio giovanile che serpeggia tra gli adolescenti americani e che spesso si sfoga nella violenza piu’ inaudita priva di qualsiasi motivazione.
Van Sant entra in quella che potrebbe essere la giornata tipo di un qualsiasi studente liceale americano alle prese con la solita routine quotidiana,nella prima parte del film non accade praticamente nulla,il regista si sofferma su dettagli apparentemente inutili,racconta le vite di ragazzi come tanti altri,ma il dramma pesa sulla pellicola come una nube oscura,la tensione si fa via via con il passare dei minuti sempre piu’ insopportabile sino all’angoscioso e straziante finale ancor piu’ terribile perché privo di qualsiasi spiegazione logica.
L’idea del regista di girare un film che fosse una sorta di documentario è perfettamente riuscita,l’utilizzo di luci naturali,i lunghi piani sequenza e l’assenza quasi totale delle musiche ,oltre la presenza di volti sconosciuti (gli attori sono quasi tutti non professionisti),conferisce all’opera un’attinenza con la realta’ veramente notevole.
Il titolo deriva da un modo di dire americano che ironizza su colui che pur avendo un elefante in soggiorno fa finta di non vederlo,come a sottolineare l'immobilita' da parte della societa' americana nei confronti dei problemi degli adolescenti.

  Pagina di 2   Commenti Successivi »»

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

ancora un'estateanother end
 NEW
augure - ritorno alle originiautobiography - il ragazzo e il generale
 NEW
back to black
 NEW
brigitte bardot forever
 NEW
cattiverie a domicilio
 NEW
challengers
 NEW
civil warcoincidenze d'amore
 NEW
confidenzadamseldicono di tedrive-away dollsdune - parte duee la festa continua!ennio doris - c'e' anche domanieravamo bambinifino alla fine della musicaflaminiaforce of nature - oltre l'ingannoghostbusters - minaccia glacialegli agnelli possono pascolare in pacegodzilla e kong - il nuovo imperoi delinquentii misteri del bar etoile
 NEW
il caso josette
 NEW
il cassetto segretoil diavolo e' dragan cyganil mio amico robotil teorema di margheritaimaginaryinshallah a boykina e yuk alla scoperta del mondokung fu panda 4
 NEW
la moglie del presidentela seconda vitala terra promessala zona d'interessel'estate di cleolos colonosmay decembermemory (2023)monkey manneve (2024)
 NEW
non volere volareomen - l'origine del presagio
 HOT R
povere creature!priscillarace for glory - audi vs lancia
 NEW
rebel moon - parte 2: la sfregiatricered (2022)ricky stanicky - l'amico immaginarioroad house (2024)se solo fossi un orsoshirley: in corsa per la casa biancasolo per mesopravvissuti (2022)
 NEW
spy x family code: whitesull'adamant - dove l'impossibile diventa possibiletatami - una donna in lotta per la liberta'the animal kingdomtito e vinni - a tutto ritmototem - il mio soleun altro ferragostoun mondo a parte (2024)
 NEW
vita da gattovite vendute (2024)zafira, l'ultima reginazamora

1049792 commenti su 50680 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

7 BOXESCHAINED FOR LIFEDISAPPEAR COMPLETELYDOUBLE BLINDFABBRICANTE DI LACRIMETHE BELGIAN WAVETHE DEVIL'S DOORWAYTHE GLENARMA TAPES

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net