fanny & alexander regia di Ingmar Bergman Svezia, Germania, Francia 1982
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fanny & alexander (1982)

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locandina del film FANNY & ALEXANDER

Titolo Originale: FANNY OCH ALEXANDER

RegiaIngmar Bergman

InterpretiPernilla Allwin, Bertil Guve, Börje Ahlsted, Erland Josephson, Allan Edwall, Ewa Fröling

Durata: h 5.12
NazionalitàSvezia, Germania, Francia 1982
Generedrammatico
Tratto dal libro "Ada o ardore" di Vladimir Nabokov
Al cinema nell'Aprile 1982

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Trama del film Fanny & alexander

Ambientato nel 1907 in una cittŕ della provincia svedese, il film narra le vicende di una agiata famiglia borghese, gli Ekdahl, i cui componenti centralisticamente si riferiscono alla figura forte, a tratti saggia, della nonna Elena, che in gioventů č stata attrice. La famiglia, ma piů in generale il mondo intero, sono osservati con gli occhi innocenti e visionari dei due bambini Fanny e Alexander, figli del direttore del teatro locale Oscar. Gli zii Gustaf Adolf e Carl, con le rispettive mogli, completano la cerchia familiare.

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Voto Visitatori:   9,12 / 10 (74 voti)9,12Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Miglior film stranieroMiglior fotografiaMiglior scenografiaMigliori costumi
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Miglior film straniero, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Migliori costumi
Miglior film stranieroMigliore regista stranieroMigliore sceneggiatura straniera
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero, Migliore regista straniero, Migliore sceneggiatura straniera
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Fanny & alexander, 74 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

suzuki71  @  24/12/2014 12:25:44
   8 / 10
Sontuoso e inavvertitamente onirico, sceneggiato egregiamente., ma non il miglior Bergman secondo il mio parere, emozionando poco (pensiamo a "Persona"!) e facendo riflettere ancora meno (pensiamo a "Scene da un matrimonio"!).

3 risposte al commento
Ultima risposta 24/12/2014 21.26.03
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vitocortesi  @  31/08/2013 23:18:55
   10 / 10
Immenso capolavoro di Bergman un film magico che ti incolla allo schermo

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/09/2013 01.32.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  29/10/2012 10:54:01
   10 / 10
"Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono, l'immaginazione fila e tesse nuovi disegni".



Summa totale di tutto il cinema di Bergman, un capolavoro della storia del cinema. Cinque atti (non ho visto la versione da tre ore, non ancora) e 5 ore di cinema che, difficile da far credere ma è cosi, scorrono via come un ruscello, con una leggerezza inusuale. Ne vorresti ancora alla fine.
Bergman trasfigura con l'arte la sua vita, vi inserisce la sua fanciullezza in parte vissuta e in parte immaginata. Il resto non conta.
Fanny e Alexander è una summa del suo cinema perché si notano non solo i temi a lui cari ma anche il suo furore stilistico e visivo, con una concessione rara (ma presente da sempre nel suo cinema, pure se a tratti) al mondo dell'immaginazione: si tratta di fantasmi questa volta; anche se esistono solo nella testa del protagonista.
C'è tutto comunque in quest'opera straordinaria, basta saper ricercare.
C'è inoltre una forte rappresentazione del mondo dell'infanzia che credo mai Bergman avesse trattato prima, e mai si è arrischiato a farlo nei pochissimi lavori televisivi successivi. E accostabile all'Amarcord felliniano per l'accuratezza autobiografica con cui ridà vita ad un ambiente famigliare caldo, accogliente, pieno di contraddizioni ma anche di positività; ma i paragoni con Fellini finiscono qui. Eccezionale il modo con cui sono tratteggiati questa miriade di personaggi scavati a fondo delle loro psicologie, a cui regala uno per uno momenti di altissimo cinema indimenticabile. Svetta il vescovo Vergerus, ovviamente, un personaggio negativo e mostrato con una ferocia sadica, possessiva e dogmatica rara in Bergman per la sua totale negatività. D'altronde il mondo è visto attraverso gli occhi di Alexander/Bergman, non dimentichiamolo.
Vorrei scrivere ancora, e ancora e ancora e ancora fino allo sfinimento perché è stata un'esperienza meravigliosa quest'opera d'arte. Mi limito a consigliarvene la visione, versione integrale o meno che sia.

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Ultima risposta 05/11/2012 15.58.43
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kossarr  @  13/02/2011 05:07:35
   9 / 10
Miglior fotografia, Miglior scenografia, Migliori costumi. D'accordo con quello.
Quello che mi ha lasciato un po' perplesso è la poca chiarezza di certe situazioni, se no prendeva pieni voti.
Ho visto la versione da 3 ore, forse in quella da 5 si capiscono un po' meglio dei passaggi importanti.
Comunque un lavoro magistrale.
Consigliato

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Ultima risposta 15/06/2014 02.24.43
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Guy Picciotto  @  25/05/2010 20:21:13
   8½ / 10
credo sia l'ultmo grande film di Bergman anche se tra quelli di dopo ne ho visto solo uno e addormentandomi dopo mezz'ora.
in Fanny si fanno i conti con il sogno nostalgico dell'infanzia, e di come si diventa adulti adulterati praticamente, e di come un adulto non potrà mai raccontare, benchè si sforzi" cosa è stata l'età puberale, ci ho sentito molto Fellini qua dentro, ma non saprei dire con certezza dove, laddove Fellini s'immergeva nei ricordi con un aria tutto sommato allegra, romagnola e spensierata (data anche dalle musiche di Rota almeno fino ad amarcord), in Bergman invece l'aria è greve, in questo film perfino fatata e magica, ma più sul sepolcrale. non per niente Bergman arriva ad usare il grande quintetto op.44 di Schumann, e qui è già da inchino in quanto Schumann è sempre stato usato pochissimo nel cinema. E chiaro che oltre questo film Bergman non volle più inoltrarsi, Fanny and alexander sono i rantoli della precocità della morte, è una regressione all'inorganico tra spettri vagabondi, infanzia d’incantesimo senza ragione, finale giustamente sospeso.

8 risposte al commento
Ultima risposta 26/05/2010 09.31.19
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dobel  @  26/10/2009 11:21:48
   10 / 10
Non ho parole per commentare uno dei miei film preferiti, il voto parla da solo

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/10/2009 16.47.46
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bulldog  @  21/07/2009 02:22:24
   6 / 10
Eccessivamente lungo e lento.

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Ultima risposta 31/03/2010 12.19.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  31/12/2007 17:19:21
   8 / 10
anche io come molti ho visto la versione "ridotta" che del resto è quella che il regista aveva pensato inizialmente...e l'ho trovata eccessivamente lunga!soprattutto la prima parte...praticamente il film vero e proprio inizia dopo 55 minuti e cioè quando il padre dei ragazzi ha il malore in teatro...
poi Bergman tocca tutti i temi a lui piu cari ma anche qui sembra ricalcare un po quello che avevamo gia visto in "sussurri e grida" che io reputo molt simile a questa pellicola...
poi,ovviamente,conosciamo gia il modo incantevole di raccontare queste storie e quindi facile far salire il voto fino al consueto "8"!
bellissima la scenografia...tanto sfarzosa nella casa della nonna quanto povera e piena di luce la casa del vescovo...una casa silenziosa al suo interno ma che all'esterno subisce il frastuono del fiume!
molto bello ma mi aspettavo di piu...

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/01/2008 22.56.37
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wega  @  27/09/2007 21:10:28
   10 / 10
un vero capolavoro.
un'opera enorme la solita fotografia perfetta..il rosso..le immagini poetiche,la pioggia sul seno sella statua,la neve,gli interni impressionanti e fantastici
a parte la perfezione,questo film lo considero un capolavoro perchè ho una sistematica voglia di vederlo e rivederlo..cosa che ero sicuro di non sentire dopo la prima visione..mi successe lo stesso con barry lyndon.
inutile parlare della trama,un pò autobiografica un pò no per quanto ne parla bergman,un'opera magnifica

11 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2009 19.08.00
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/08/2007 01:01:49
   9 / 10
Temo di non aver mai assistito alla versione integrale, ma a quella che è stata trasmessa in due puntate nel passaggio alla televisione... italiana.
Abbastanza per comprendere quanto questa rilettura (libera ma non troppo) di Nabokov sia uno dei massimi vertici e la summa assoluta dell'arte Bergmaniana, quella che a volte anch'io ho avuto difficoltà ad accettare e amare incondizionatamente (un mondo troppo... borghese, il suo, per i miei istinti selvaggi).
Grande, grandissimo film, con sfumature che meriterebbero una settimana di discussioni, un grande affresco-parabola e, insieme, un Diadema finalmente composto dove ossessioni e verità del regista svedese trovano la loro strada definitiva (come nel magnifico e agghiacciante epilogo del patrigno - degno di un'incrocio tra i Grimm e Freud - in quell'ottica dove realtà e occulto si avvalano della personalissima visione del regista.
Un solo dubbio tra i vaghi ricordi: quell'attore favoloso non era forse Gunnar Bjonstrand (sicuramente l'ho scritto male)?

4 risposte al commento
Ultima risposta 23/07/2008 19.36.08
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  30/07/2007 18:25:14
   10 / 10
Il vero testamento cinematografico di Ingmar Bergman: la morte, gli spettri del passato, l'amore e il tradimento, la lanterna magica, i rimandi all'infanzia e la sofferenza umana.
Ci mancherai, Ingmar.

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Ultima risposta 08/09/2007 18.59.37
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grabowsky  @  30/07/2007 14:26:27
   10 / 10
ecco xke' nn mi esalto molto guardando fellini amici...credo che bergman surclassi chiunque. e questo film raggiunge l'apice creativo e introspettivo al tempo stesso di un dio della regia e della sceneggiatura quale è. la storia comprende tutte le sfaccettature dell'esistenza, raccontate con occhi pessimisti ma intensi ed enigmatici. rivolta interiore! oggi e' morto...e un 10 a questo capolavoro e' proprio il minimo...grande!!! c manchera' e manchera' (come gia' da anni) a tutta la storia del cinema.

6 risposte al commento
Ultima risposta 30/07/2007 17.24.01
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giax-tommy  @  21/05/2006 10:54:23
   10 / 10
bergman è una scoperta dopo l'altra.credevo che vedendo "il posto delle fragole" avevo visto tutto,che "il settimo sigillo" fosse insuperabile....e invece no.ho visto questo film ed ho visto la pienezza di un grande regista.l'epilogo di una carriera fenomenale.una storia molto chiara e lineare,che si circonda di grottesco,drammaticità e paranormale.con spunti estremamente filosofici e metafisici,propone una visione dell'amore paterno molto innovativo.un bambino che riesce a parlare con il padre morto,discutendo su cosa sia Dio.e quali mature,ma in termini infantili,critiche riesce a fare.sembra un pò che il bambino,nonostante veda il padre morto,che è quindi una prova dell'aldilà,rinuncia a credere in un dio buono(infatti dice "se esiste sarà una *****"),e sembra un pò i vari isaac e antonious,dei suoi film precedenti,che sono arrivati a capire cosa sia veramente dio.l'uno ,isaac,si è completamente disilluso(dopo la visione panteistica del mondo),l'altro ,antonious,si è convinto delle sue tesi estremamente razionali.bhè con isaac si può identificare uno dei primi bergman,con antonious,la sua crescita progressiva,e ,stranamente con alexander(stranamente perchè è il più giovane),la sua massima maturità,la sua disillusione totale.infatti sono molte anche le scene in cui c'è sesso,che si banchetta,che si raccontano favole,tutti piaceri della carne.restano solo rare disquisizioni metafisiche.molto bello

5 risposte al commento
Ultima risposta 27/02/2008 01.05.26
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Crimson  @  05/09/2005 10:38:44
   8 / 10
Il mio commento si riferisce alla riduzione cinematografica di "sole" 3 ore, in cui inevitabilmente ci sono alcuni buchi che tuttavia non compromettono quasi nulla ai fini della comprensione finale. Ho trovato i primi 50 minuti di una noia incredibile: si tratta di un prologo a mio avviso troppo lungo. Forse si confà bene al resto delle vicende nella versione dello sceneggiato, ma in quest'altra stona pesantemente. Anche perchè occupa 2/3 della pellicola. Da quando entra in gioco il vescovo cambia tutto. La storia prende ritmo, brillantezza, e tocca nel profondo. La compassione che si prova per madre e figli è grande. Questa parte centrale è effettivamente la migliore del film, e emerge il tema centrale: il potere dell'immaginazione. Alexander, ribelle e furbetto, è il vero protagonista. Fanny è una bambina che stà sulle sue, tutto ciò che fà è sempre preceduto dal fratello. I due rappresentano due stadi differenti della crescita. Alexander stesso lo fà presente al vescovo in una circostanza. Egli s'imbatte in una serie di prove assurde per un ragazzino della sua età, ed è costretto a dover sviluppare precocemente alcuni metodi di fronteggiamento. Fanny al contrario subisce molto meno tale pressione. Alexander "vede" il padre, ossia secondo me il riflesso della propria coscienza con cui confrontarsi e in funzione della quale sperimentare modelli di reazione alle situazioni. Uno di questi è la menzogna, che per un bambino è "giustificabile". La finzione è fin troppo necessaria per crescere. Su ciò è di parere nettamente opposto il vescovo, che di conseguenza lo punisce. Dichiara di amarlo, ma quale punizione così severa risponde a un amore? l'amore vero, genuino, è quello della madre. Questa è la figura che mi è piaciuta di più. All'inizio la sua ingenuità infastidisce, ma lo scorrere degli eventi la mette in luce come una madre assolutamente perfetta. La parte in cui spicca il personaggio di Ismael non è molto chiara a dire la verità. Perlomeno così a me è parso. Sicuramente nella versione integrale è tutto molto più comprensibile. La fine del vescovo è davvero assurda, ingegnosa, e mi è piaciuta molto quella parte del film, fino al ritorno della madre a casa. Il finale invece richiama l'inizio: famiglia al completo e intrallazzi vari grotteschi e per me noiosi. Dei "due" Bergman, a quello delle scene pompose, ridondanti, in cui a far da padrone è il grottesco, io preferisco di gran lunga l'altro: col suo stile scarno e disadorno, con la sua capacità di generare molteplici riflessioni profonde con pochi elementi di contorno. Per questo il film mi è piaciuto molto meno di tanti altri, pur considerando che si tratta di un'opera straordinaria, in cui spiccano una fotografia e una scelta degli allestimenti eccezionali.

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Ultima risposta 15/09/2011 20.53.27
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