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Il rapporto Padre/Figlia raccontato con lo stile registico di Sean Penn, molto asciutto, senza fronzoli ed evitando spettacolarizzazioni. Del resto è tutto visto attraverso gli occhi della figlia, quindi quello che non sa del Padre non lo vediamo nemmeno noi.
Ottimo Penn come sempre, piu' come attore ovviamente. Il film è un po' pesante, molto particolare, non del tutto riuscito.
Storia ben recitata e diretta in maniera pulita. La trama è molto prevedibile e non troppo avvincente; anche le scelte narrative tendono a rallentare e ad appesantire una storia già piuttosto drammatica.
Sicuramente chi vive certe situazioni in prima persona le troverà particolari ed uniche, ma per chi guarda queste tipologie di pellicole non può fare a meno di notare una certa ordinarietà per come si sviluppano, come altre storie biografiche portate sul grande schermo. Il rapporto di amore-odio tra padre e figlia non è nuovo ma, bisogna ammettere, che vederlo interpretato da padre e figlia nella vita reale, Sean e Dylan Penn, ha un sapore particolare, risultando molto credibile e sentito. Da notare anche il sottile gioco dell'alternanza dei ruoli tra i personaggi, dove, a turno, entrambi passano dal risultare egoisti e comprensivi nel rincorrersi ed evitarsi. Interpretazioni buone, regia discreta ma storia, a mio avviso, ordinaria e manchevole di grandi picchi di drammaticità, se si esclude il finale. Prodotto discreto ma non indimenticabile.
Penn ormai è garanzia , sa recitare (vabbè non è una novità) ed ha acquistato una buona sicurezza e coraggio nelle scelte alla regia. Bel film , mai retorico e pieno di situazioni ora drammatiche ora quasi comiche e grottesche . Anche i figli se la cavano .
Ultimo e ben riuscito film da regista e attore di Sean Penn: la protagonosta è Jennifer (la figlia di Penn) che cresce con il mito di un padre eccentrico, divertente, originale. Peccato che l'uomo abbandona moglie e figli quando sono ancora piccoli e fa perdere le sue tracce lasciandoli in gravi condizioni economiche. Nei ricordi di Jennifer il papà è lunico che riesce a farla felice, la madre si è chiusa in una profonda depressione e nell'alcolismo, per cui la ragazza divenuta maggiorenne non vede alternative se non ritrovare la magia dei momenti passati accanto ad una persona forte che la possa proteggere. La seconda parte del film, ossia la fase in cui Jennifer è diventata donna e fugge alla ricerca di una vita più simile all'ideale che si era fatta da bambina, è un crescendo di avvenimenti e prove che dovrà affrontare e che le sveleranno la vera natura del padre. Le interpretazioni di Sean e Dylan Penn sono veramente ottime, entrambi sono molto credibili e ben calati nei personaggi, la storia scorre con un'attenzione narrativa non scontata.
Gli States visti da un loser con famiglia (vera due volte: quella del biopic e quella di Penn), e filmati in indie style. Prevedibile, deludente e appassionante quanto ascoltare al contrario l'intera discografia di Springsteen. In sua assenza c'è l'erede, Eddie Vedder solista.