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Ultimo film di Pollack (e suo primo documentario, credo), sull'architetto Gehry; vengono realizzati vari parelleli tra arti (scultura, architettura, cinema, ecc.) mostrando come queste abbiano vari punti in comune, si intervista gente famosa (Geldof, Hopper, ecc.) ed il film, breve, mostra il talento del grande regista anche su questo genere.
Magari non proprio per tutti, ma è un film interessante; notevoli le 2 ore di extra nel dvd (e nell'edizione c'è pure un libro, che completa l'approfondimento sui temi trattati) Feltrinelli Real cinema, di BIM.
"Gli architetti hanno molto da farsi perdonare, il 99% di quello che realizzano è mer.da. La gente quando esce di casa la mattina si deprime. Sono sempre stato d'accordo con quello scrittore inglese Auberon Waugh, il figlio di Evelyn Waugh che diceva: se a una festa incontri un architetto picchialo senza pietà"
Qualcuno disse, riguardo al Guggenheim Museum di Bilbao: il museo espone le opere o sè stesso ? E' interessante vedere cosa succede nello studio di un archistar del calibro di Gehry, farsi un'idea di come possano venir fuori, da scarabocchi che sembrano non avere senso, le forme più fluide e impossibili che l'architettura abbia mai visto. Gehry, come ogni altro personaggio di spessore, ha la sua buona parte di detrattori, dai quali viene accusato di scaricare il grosso delle sue idee astratte sulle spalle dei centinai di tecnici e collaboratori che si ritrova. Giusto, ma è vero anche che per essere arrivato a quel punto ha dovuto far la gavetta anche lui. E poi tutti gli architetti, una volta raggiunta la fama mondiale, non credo che si scomodino a fare cose meno piacevoli del dare ordini. Gehry lascia comunque un'impronta importante nel nostro mondo; le sue architetture sono tutt'altra cosa dal circostante tessuto urbano: sembrano davvero, come si dice nel film, dei corpi extraterrestri. Le sue forme fanno parte di quell'un percento restante che non è merd.a, tra le poche capaci di distogliere dal grigiore quotidiano e di sublimare un'attività che diventa sempre meno arte e sempre più edilizia.
Documentario eccellente, mostra il Gehry privato e il Gehry architetto, interpella ammiratori e critici accaniti, svela aneddoti, pensieri e dietro le quinte di quello che è un vero e proprio artista. Vedetelo se volete diventare architetti o documentaristi.
Di questo architetto conoscevo pochi lavori, grazie al documentario di Pollack ho potuto apprezzare meglio l'autore del museo Guggheneim di Bilbao. Soprattutto è stato interessante scoprire come nasce un'idea di un certo livello, quanta cura occorre nella ricerca della forma e in particolar modo dei materiali ed anche quanto occorra tener conto dell'ambiente circostante. Questo documentario ha il pregio di non annoiare perché passa dalla chiacchierata tra amici, alle interviste di critici, attori, terapisti per passare ancora alle immagini sublimi delle sue creazioni e dei suoi modelli in scala.
questo documentario non mi è affatto piaciuto, trovo Gehry un mediocre architetto, spesso troppo autoreferenziale, e pieno di se.
appallottolare un foglio, disegnare uno scarabocchio e poi chiedere ai suoi mille assistenti di aprirsi in 2 per far reggere quella struttura è troppo facile..
Eccellente bio-pic (bio-doc?) su uno dei più grandi architetti degli ultimi decenni. Gehry ha saputo, nel bene e nel male della percezione estetica ed in bilico tra genio e maniera, piegare l'eccellenza delle tecniche costruttive e strutturali, dell'uso dei materiali e della luce al piacere dell'arte figurativa. E' così che i principi di destrutturazione e decomposizione del cubismo e del futurismo conquistano scala e dignità di edifici, colpiscono lasciando a volte entusiasti, a volte perplessi, mai indifferenti, che è lo scopo dell'arte in fondo. Pollack ci mette del suo con movimenti di macchina che permettono di penetrare gli schizzi, ammirare i volumi e accarezzare le forme. Da vedere per rivalutare la categoria.