Guy (Ryan Reynolds), un impiegato di banca, scopre di essere un personaggio all'interno di un videogame. Dopo aver realizzato che non è una persona reale, l'uomo intraprende una crociata contro i creatori del gioco, intenzionati a chiudere baracca.
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Sinteticamente: un giocattolone per adolescenti gamer. Dalla fotografia e cgi: coloratissima, plasticosa e giocattolosa ai personaggi, caratterizzati giusto per sommi capi. Per l'impatto visivo, comunque notevole, si ha appunto l'impressione di stare dentro un gioco, per mezz'ora va anche bene come intrattenimento puro, ma per 2 ore annoia un po' e non basta il ritmo a trattenere qualche sbadiglio. Si riciclano i vari clichè di genere (vabbè che ormai gran parte del cinema è un recuperare e riciclare), Matrix su tutti.
l'idea degli occhiali in realtà aumentata per "accedere" al mondo nascosto/gioco, fondendo le idee di Matrix e Essi vivono era geniale 20 anni fa... ora no, può incuriosire giusto chi non conosce il cinema anni '80 e '90, per l'appunto, gli adolescenti.