garage olimpo regia di Marco Bechis Argentina, Italia 1999
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garage olimpo (1999)

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locandina del film GARAGE OLIMPO

Titolo Originale: GARAGE OLIMPO

RegiaMarco Bechis

InterpretiAntonella Costa, Carlos Echeverría, Chiara Caselli, Dominique Sanda

Durata: h 1.38
NazionalitàArgentina, Italia 1999
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1999

•  Altri film di Marco Bechis

Trama del film Garage olimpo

Maria, una maestra militante di diciannove anni vive con sua madre Diane in una bidonville. Difficoltà economiche hanno indotto la donna ad affittare alcune stanze della casa. Una viene occupata da Félix, un ragazzo timido e innamorato di Maria. La ragazza che opera in una organizzazione che si oppone alla dittatura argentina verrà tradita proprio da Félix e verrà portata nel "Garage Olimpo", uno spaventoso luogo dove i prigionieri vengono torturati con ogni mezzo prima di essere spediti verso la morte.

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Voto Visitatori:   8,13 / 10 (44 voti)8,13Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior produttore
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Voti e commenti su Garage olimpo, 44 opinioni inserite

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VincVega  @  23/10/2023 11:07:33
   8 / 10
"Garage Olimpo" è un pugno allo stomaco che è ancora più forte se si pensa all'ispirazione a fatti veri. Per di più le torture e le violenze non sono quasi mai mostrate sullo schermo, diventando quasi insostenibili a livello psicologico per i prigionieri, ma è un qualcosa che colpisce anche lo spettatore. Una pellicola che fa riflettere.

Jumpy  @  06/10/2023 14:35:14
   8½ / 10
El Olimpo era uno dei centri di detenzione/tortura durante la guerra sporca in Argentina... già solo per questo il film andrebbe visto a scatola chiusa, per il rilievo storico e politico.
La bravura del regista è anche nel rendere l'atmosfera cupa, deprimente e oppressiva senza mostrare apertamente violenze e torture, ma, almeno per la maggior parte, lasciate intuire

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Si intrecciano politica repressiva, drammi personali, sentimenti, passione, ma anche tradimenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  04/07/2021 17:50:25
   7 / 10
Film di denuncia atipico .. alla spettacolarità (macabra) dei fatti viene contrapposta e sottolineata l'ambigua normalità delle efferatezze , quasi fossero una cosa normale , il tutto sottilineato da recitazioni compassate ,mai eccessive che non fanno che aumentare questo senso di perversa tranquillità del periodo..
Da questo punto di vista un gran film , meno dal fatto che la pellicola giri "un pò in tondo " non proponendo alternative all'incipit della prima mezz'ora se non nelle ultime durissime sceme a coronamento di una lucida follia mascherata da prassi ordinaria.
Buono ma con un pò più di enfasi e coraggio sarebbe stato migliore .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  06/03/2021 22:50:39
   8 / 10
La Guerra Sporca e' una pagina nera della Storia mondiale poco conosciuta ai più ma non meno atroce e aberrante della ben piu' famigerata questione dei desaparecidos nel Cile di Pinochet, Marco Bechis ne ricorda in maniera assolutamente priva di edulcoranti i dettagli, nella fattispecie il rapimento, la tortura e l'omicidio di decine di migliaia di attivisti e rivoluzionari affiliati a Peron che combattevano contro il regime paramilitare di Videla. Un film senza speranza ne' possibilita' di redenzione alla pari del successivo Figli (sempre di Bechis) ma decisamente superiore per impatto emotivo. Bellissima e tragica la storia di Maria e del suo rapporto distorto al limite della sindrome di Stoccolma con uno degli aguzzini del garage Olimpo, una casa degli orrori in pieno centro a Buenos Aires dove si compiono crimini innominabili sotto l'indifferenza della cittadinanza e col beneplacito della Chiesa.
Molto ben girato e ben recitato (bravo Echevarria). Da recuperare

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  22/03/2016 20:59:26
   7½ / 10
Buon film sull'Argentina della dittatura militare, tra studenti sequestrati e torturati, madri disperate, clero compiacente coi macellai al potere, e torturatori dal volto pulito.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  30/01/2016 23:51:52
   7½ / 10
Minimale, non estremo, come poteva essere, ma visivamente cupo e angosciante.... lo scopo era soprattutto di far conoscere la vicenda...... complessivamente riuscito.

Horrorfan1  @  30/01/2014 07:45:16
   10 / 10
Non so giudicare se il film da un punto di vista "tecnico" è da 7 da 9 o da 10: dal mio punto di vista, di spettatore medio, e da un mio punto di vista puramente emotivo, questo film è da 10.

7219415  @  30/01/2014 01:35:42
   7½ / 10
Agghiacciante!!! Pazzesca la contrapposizione tra colonna sonora e fatti

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  29/08/2012 22:15:30
   8½ / 10
"Per vivere in questo paese ci vogliono le palle".

Un film mostruoso, come quello che racconta.

-Uskebasi-  @  26/04/2012 20:46:17
   8 / 10
Non ricordo molto se non che il senso di speranza era quasi nullo. Dai sequestrati alla ricerca della madre, fino a quell'aereo che sorvola l'oceano. Un film crudissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  11/03/2012 12:03:03
   8 / 10
Il rumore della pallina da ping pong risuona dentro il garage ossessivamente.
Quel rumore monotono simbolo di svago, di rilassamento.
E fuori dalla porta del garage la gente conduce la propria vita tranquillamente, passa trafelata con la sua 24 ore, si scambia un bacio fugace, pensa che bel paese è questa Argentina bagnata dal sole e con un ragazzino che col pallone li farà credere che Gesù Cristo esiste, ed è pure sceso in Terra anche se invece di essere alto e biondo è basso, tarchiatello e con un cestone disordinato di capelli neri.
Già, probabilmente Gesù Crìsto però, quello vero, si è fermato alla porta di quel garage e non perchè non ami il ping pong ma perchè, purtroppo, la vita ci dimostra che non sempre può essere dapertutto.
Certo non è mai entrato nel Garage Olimpo.
Vi è entrata Maria però, presa a forza da casa e condotta in questo Inferno di persone scomparse che tali, ahimè, resteranno per sempre.
Perchè l'Argentina del Maradona giovane è questa, uno stato terribile dove basta poco, alcune volte niente, per esser portato via per sempre, interrogato, torturato, umiliato, ucciso.
Ne avevamo parlato con Polanski, già. Garage Olimpo è la visualizzazione di quello che La Morte e La Fanciulla raccontava soltanto. Badate bene, anche in Garage Olimpo la componente sadica non prende mai il sopravvento, c'è un senso della misura in quello che viene mostrato ed anche gli aguzzini sono raccontati in maniera così banale e déshabillé che quello che in realtà sono veramente, dei sanguinari ed indifendibili mostri, sembra una cosa del tutto naturale. Ma la gente appesa ai ganci, legata nuda sopra degli sporchi tavoli, bendata, seviziata e umiliata son lì, e Bechis ce li mostra con un senso "etico" davvero raro, figlio forse del rispetto dovuto a un pezzo della storia sudamericana che il regista conosce benissimo essendone stato anch'esso una vittima.
Se c'è un difetto in Garage Olimpo, e questo è davvero strano vista la storia e la materia raccontata, una inaspettata freddezza nello spettatore, l'incapacità di entrare completamente in empatia col personaggio, comunque molto ben caratterizzato, di Maria.
Straordinaria nel prefinale la chiusura del cerchio con la prima scena del film, e quell'inquadratura sotto il letto del Generale è veramente geniale. Terribile la vicenda della madre di Maria, forse ancora più esplicativa rispetto a quello che accadeva nel Garage su cosa fossero capaci di fare quei farabutti, sull'inumanità di tutto quello che stava accadendo (e qui non eravamo sotto l' "ipnosi" del nazismo, il mondo era andato avanti lordo del suo sangue, certe vicende così "istituzionalmente" terribili sono ancora, se possibile, più ingiustificabili).
Si entra nel Garage Olimpo non sapendo niente di quello che sta accadendo.
Si mette una benda.
Si viene stuprati, torturati e umiliati.
Intanto si sente nella radio una gioiosa musica, la trascinante musica latina.
E quella pallina da ping pong che lentamente va da una parte all'altra.
ping
pong
ping
pong
poi si prende un vaccino o almeno così dicono.
Ci si addormenta.
E poi il Mare.
E intanto Il Ragazzo d'oro fa un goal scartando 7 avversari.
E nella stessa partita, perchè il calcio a volte, come la Vita, ha un'ironia incredibile, segna di mano anticipando il portiere.
E' la Mano di Dìo dirà il Pibe.
No, caro Diego, la Mano di Dìo non butta un pallone in rete.
E non butta uomini vivi in mare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  30/01/2012 22:11:34
   8 / 10
Innanzitutto voglio sottolineare che il film non mi è piaciuto.
Il ritmo è lento, e sicuramente non è per tutti..
perchè allora ho elargito un 8 ?!?!
semplice, perchè è uno dei pochissimi film che tratta del tema (censurato) dei desaparecidos durante una dittatura ( non mi ricordo se in cile o in argentina)...
Ho trovato particolarmente inquietante la normalità dei carnefici nel timbrare cartellini, avere una normalissima famiglia , lamentarsi e dialogare con i suoi colleghi..
Ma la scena che secondo me innalza il valore del film è proprio quella in cui uno dovrebbe sentire le urla di tortura dei malcapitati, ed invece i carnefici mettono una radio accesa per soffocare le urla..
veramente diabolico, inumano e spaventoso!!!

mario89  @  25/12/2011 19:00:48
   4½ / 10
Non mi ha convinto, troppo lento e noioso. Nn decolla mai.
EVITABILE.

lukef  @  05/09/2011 19:14:09
   8 / 10
Duro, crudo e vero. Senza troppi fronzoli il film porta alla luce una vicenda forse non tra le più note e ne fa capire tutta la drammaticità in modo schietto e asciutto. La cosa che forse colpisce di più è la normalità e la mancanza della consueta connotazione per quanto riguarda il ruolo dei carcerieri. La reale portata dell'opera infatti non si coglie nella raffigurazione della cattiveria umana, bensì nella malattia del sistema nel suo complesso. Un sistema tranquillo e rassicurante nell'apparenza ma sostenuto su terribili atrocità che per anni hanno potuto perdurare nell'ombra.

clint 85  @  30/06/2011 02:51:46
   6 / 10
Non è un brutto film, ma è troppo lento per i miei gusti...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/10/2010 00:33:24
   8½ / 10
Questo film è un piccolo gioiello di una crudezza aberrante sugli orrori di una dittatura. Non mostra quasi nulla visivamente, ma le urla e gli sguardi spauriti quelli sono presenti e ci suggeriscono perfettamente l'orrore che si compie mentre la vita aldifuori scorre nell'apparente normalità.
Aberrante è anche la normalità di certi aspetti all'interno della prigione: come un lavoro qualsiasi gli aguzzini timbrano un normale cartellino, si lamentano dei turni di servizio, controllano le tabelle dei volts da somministrare ai prigionieri. La tortura a braccetto della burocrazia, è questo uno degli aspetti più spaventosi del film di Bechis.

gemellino86  @  19/09/2010 17:15:53
   9 / 10
Ce ne sono pochi in giro di film come questi. Una storia cruda e angosciante vista con gli occhi di una ragazza. Se si voleva ricostruire gli avvenimenti del Garage Olimpo durante il periodo della dittatura fascista il regista ci è riuscito alla grande.

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/09/2010 17.17.45
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unpoeta67  @  04/04/2010 21:11:51
   8½ / 10
assolutamente superlativo questo film denuncia che ci presenta il tema dei desaparecidos ed il " lavoro " , se così vogliamo chiamarlo, della polizia segreta , vera padrona di vita e di morte .
drammatico , violento , cattivo , ...soprattutto vero...resto frastornato dopo la visione , rattristato , impotente , ...folle di sensazioni mi attraversano ...sono desolato , per l'impotenza a distanza di anni , per non aver potuto , non aver saputo fino in fondo poichè quando guardo un film non ha senso se non lo si vive così ....Io ero lì , a distanza di anni , ho odiato , amato ....io ero lì e non ho potuto far altro che versare lacrime .....

Clint Eastwood  @  12/03/2010 12:37:25
   7½ / 10
Uno dei pochi e forse l'unico film sull'Argentina dei desaparecidos e la repressione delle forze governative argentine sul finire degli anni '70 inizio '80.

4 risposte al commento
Ultima risposta 12/03/2010 13.45.33
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Gioyest  @  06/03/2010 03:28:43
   9 / 10
Grazie per aver fatto questo grande film-testimonianza con grande sensibilità e correttezza su un tema così delicato, doloroso ed inquietante.

Lunatico  @  26/02/2010 17:54:30
   9 / 10
TheLegend  @  26/02/2010 05:39:48
   8 / 10
Otimo film.
Il migliore su questo argomento.
Visto negli anni del liceo,dovrebbero farlo vedere in tutte le scuole.

crimal9436  @  09/01/2010 12:19:10
   8½ / 10
JOKER1926  @  22/08/2009 16:16:13
   7 / 10
“Garage Olimpo” e’ un tormentoso film di denuncia (Marco Bechis) del 1999 sulla drammatica vicenda dei “Desaparecidos” che colpì per un periodo l’Argentina.
Il film e’ senza dubbio un prodotto cinematografico ben fatto sul piano tecnico (attori e fotografia) ma resta (soprattutto) un importante e concreto messaggio di denuncia su episodi incresciosi verificatisi decenni passati nelle terre sudamericane, ma (ad eccezione di Bechis che d'altronde ebbe seri problemi politici a confezionare tale film) nessun cineasta al mondo ha mai reso noto (attraverso le immagini, attraverso una pellicola cinematografica) il tutto; molti registi si sono dannati (e ancora oggi lo fanno!) a rappresentare i famosissimi lager tedeschi attaccando il Nazismo in continuazione e dunque tralasciando ben altro (un po’ come le “Foibe” ove persone innocenti furono massacrati dagli innominabili comunisti; tematiche, vicende dimenticate, cancellate, ignorate da tutti…) come gli “stermini” argentini (ancora più duri e determinati di quelli tedeschi).

Il tema “Desaparecidos” e’ stato ignorato ed oscurato (argomento abbastanza “criptico”) , ancora oggi non e’ facile capire tutti i movimenti registratisi in quel periodo nel ventre del paese; “movimenti” e morte che comunque riguardavano una piccola parte della popolazione, la polizia argentina ringhiava contro gli oppositori politici, queste persone imprigionate venivano portate in “posti speciali” (come Garage Olimpo), iniziavano fasi di tortura e quasi sempre il tutto sfociava nella morte.

“Garage Olimpo” e’ dunque un film abbastanza duro e crudo che trasmette un senso di asfissia (grazie ovviamente agli scenari e alla tetra, freddissima, agghiacciante fotografia); la pellicola oltre a presentare il tema in generale mostra anche degli incredibili “intrecci”

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Il film non presenta pecche clamorose, forse a volte la pellicola si “ferma” e non varca mai i confini della massima violenza ma comunque la fa percepire in senso prettamente psicologico; forse l’unica forzatura e’ la sceneggiatura (in linea di massima buona) ma sotto piccoli aspetti un po’ improbabile, ma ovviamente alcuni passaggi “forzati” servono ad enfatizzare e a drammatizzare ulteriormente questo prodotto cinematografico.


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Film veritiero, utile e drammatico… Allo spettatore in cerca di emozioni forti e di pellicole “vere” e’ consigliata caldamente la visione; un altro consiglio e’ quello di accantonare inderogabilmente le pellicole sugli ebrei (l’Olocausto e’ divenuto un genere cinematografico!) e di cimentarsi in altri orrori (ancora più grandi) accaduti in decenni passati in tante e dimenticate parti del mondo! (messaggio/consiglio rivolto a spettatori e cineasti)…


JOKER1926

21 risposte al commento
Ultima risposta 04/09/2009 08.52.47
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StranzCronenber  @  08/07/2009 13:32:14
   7 / 10
I regimi dittatoriali sono spietati e la totale assenza di uno stato di diritto, in grado di garantire il rispetto delle regole e soprattutto la tutela dei diritti dell'individuo, diventa inevitabilmente la culla per il proliferare della corruzione, dell'abuso di potere, del sopruso da parte di chi ha un ruolo tale da consentirgli di calpestare i diritti più elementari del cittadino.
Eppure, la riflessione va estesa anche a contesti in cui non vige una dittatura. Pensiamo ad esempio a Guantanamo.
Il monito espresso da questo bel film sbiadirebbe e perderebbe forza nel momento in cui si dovesse dimenticare che simili realtà non riguardano soltanto un Paese sottosviluppato, come poteva essere l'Argentina degli anni '70 e '80, ma anche società più evolute, ancora troppo inclini a cadere nella trappola della paura.
Sono convinto che se tra gli attori vi fosse stato un divo hollywoodiano, il film sarebbe stato candidato agli oscar ed esaltato con titoloni sul coraggio della denuncia, sui riferimenti più o meno espliciti al governo di Bush, e così via.
Caro Muccino, guarda e impara, così la prossima volta avrai qualcosa di più coraggioso da proporre al tuo amichetto Smith.

7HateHeaven  @  12/06/2009 22:50:17
   7½ / 10
Film di denuncia su una vicenda a cui si da troppo poco spazio.. Un tema molto coraggioso, nonchè difficile.. Sinceramente non sò quanto successo abbia avuto questo film, ma dal numero di recensioni mi pare assolutamente poco rispetto al suo valore. Bravi gli attori e molto bravo il regista.

Tony Ciccione90  @  24/01/2009 19:40:46
   8½ / 10
Duro, crudo, diretto, sconvolgente. Questo film affronta un tema poco trattato, quello dei desaparecidos e della dittatura argentina. Ci si concentra troppo su altri argomenti "più cinematografici" (vedi Olocausto e Viet-nam.). Ben vengano questi film di denuncia, specie se nostrani. Da vedere per capire.

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tabularasa  @  22/01/2009 22:49:58
   8 / 10
bel film che racconta uno spaccato della dittatura argentina,i suoi prigionieri e i suoi morti.è anche il primo che ho visto raccontare i voli della morte.

raffaelepr  @  27/11/2008 17:35:49
   10 / 10
Ottimo film, consigliatissimo per i giovani che non conoscono gli anni della dittatura in Argentina.

AMERICANFREE  @  07/11/2008 21:58:58
   8 / 10
ottimo film di denuncia molto crudo e angosciante! molte di quelle persone che commettevano quei reati camminano liberamente per le strade ..... questo ci deve far riflettere a non dimenticare le ingiustizie che ci sn nelle dittature! DA VEDERE

xanter  @  31/10/2008 14:46:30
   8 / 10
Più horror di tanti filmetti in ciecolazione, peccato che sia tutto vero e che addirittura c'è chi si auspica qualcosa di simile anche in Italia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  24/09/2008 18:38:39
   8½ / 10
Non ci si aspetti di potersi lasciar andare alle emozioni, che siano rabbia o lacrime, da questo film perchè è esattamente un'operazione contraria quella che mette in atto Bechis. Ed è il suo grande merito.
Aver saputo raccontare freddamente e con grande attenzione ai dettagli psicologici del rapporto torturatore/prigioniero, così precisamente come solo chi lo ha vissuto può essere in grado di riproporre, senza mai ricercare una facile empatia con il pubblico, produce in chi lo guarda un agghiacciamento progressivo e speculare alla situazione delle persone lì in balia dei loro torturatori.
A ricordarci che la prima regola di ogni luogo di prigionia di qualsiasi dittautura è annullare l'identità delle persone rinchiuse, leva di torno qualsiasi possibile appiglio consolatorio e di speranza, perchè dentro i Garage Olimpo semplicemente non ve n'erano.
Solamente nelle ultime immagini di quell'atroce volo sul mare, ma accompagnato dalla dolcissima musica argentina, Bechis concede di poter sentire e credere che la fine cui andavano incontro non ha cancellato l'umanità che quell'aereo portava a bordo.
E nell'ultimo sguardo di Maria non c'è quasi rabbia, ma forse solo infinita tristezza per chi come Felix non lo poteva capire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/06/2008 16:18:45
   8 / 10
La storia della giovane Maria è uguale a quella di tante altre persone che svanirono nel nulla sotto la dittatura di Videla in Argentina.Il bravo Marco Bechis utilizza il dramma di una vittima per raccontare gli anni bui che ingoiarono il paese sudamericano,mostrandosi abile nell' alternare sapientemente lo scorrere normale della vita alla luce del sole con la tragedia delle vittime rinchiuse in luoghi sotterranei e ben celati.
Le immagini sono realmente angoscianti,nonostante il regista non proponga i particolari più cruenti delle torture cui venivano sottoposti i presunti dissidenti,è impossibile rimanere insensibili davanti all’ansiogena location del garage in cui venivano imprigionate e seviziate le vittime,come impossibile è non indignarsi dinnanzi all’indifferenza degli aguzzini,dipinti come dei normali lavoratori nella loro quotidiana routine,ma pronti a trasformarsi in belve crudeli e sadiche.
In mezzo alla sanguinosa vicenda dei desapareçidos si dipana il rapporto tra la povera Maria e Felix,il suo carnefice.Bechis è bravissimo a rendere bene tutte le sfaccettature di un legame così anomalo,riuscendo a schivare banalità e situazioni ammiccanti coadiuvato dall’ottima interpretazione degli attori.Il film poggia sull’esperienza del regista a sua volta imprigionato dal regime sul finire degli anni ’70.Si nota che è un lavoro fortemente voluto e sentito da parte dell’autore che schiera in alcuni ruoli degli attori non professionisti costretti all'epoca alla tragica sparizione di un loro parente.Un film appassionato e appassionante,mai gratuitamente accusatorio,capace di mettere in risalto con intelligenza il lato oscuro dell’animo umano in un contesto da non dimenticare.

3 risposte al commento
Ultima risposta 14/06/2008 11.11.16
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  30/12/2007 20:17:58
   8½ / 10
ottimo film di denuncia su un tema ignorato ai più, forse perchè la critica mondiale è da sempre concentrata solo sul dramma della seconda guerra mondiale

popoviasproni  @  26/09/2007 18:03:11
   8½ / 10
Tragico, crudo....... un viaggio negli inferi sociali e morali dlla dittatura argentina di 30 anni fa'.
Da compatire i due protagonisti che cercano disperatamente di sollevare le proprie condizioni sfruttando le altrui debolezze: uno (il carnefice), freddo, calcolatore, privo di moralità che cerca quell'affetto in maria che non ha mai avuto e che sa di non poter ottenere perchè ella già condannata a morte certa; l'altra (la vittima) che cerca invano una via di salvezza entrando nelle grazie del carnefice.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  13/06/2007 23:17:56
   8½ / 10
Ritengo che, indipendentemente dalla loro riuscita, ben vengano questi film denuncia che spalancano porte che noi magari non avevamo mai neanche pensato di aprire.
Certo, che negli anni '80 in Sud America ed in particolar modo in Argentina è esistito il dramma dei Desaparecidos ormai lo sanno tutti, ma forse mai come in questo bellissimo film di Marco Bechis, avevamo avuto modo di entrarvici in maniera cosi' nitida e terribilmente reale.
Soltanto uno che quell'incubo lo ha vissuto sulla sua pelle poteva descriverlo cosi' bene, un'angoscia palpabile ci pervade immediatamente dal momento in cui inizia la discesa all'inferno di Maria ( un'Antonella Costa molto brava ) condotta dall'"Esercito" Argentino nei sotterranei del "Garage Olimpo".
Contribuisce a rendere ancora più reale l'intera vicenda, la scelta del regista di avere sul set sopravvissuti e genitori o figli di desaparecidos, facendoli anche lavorare senza aver letto prima la sceneggiatura per rendere ancora più convincenti le loro espressioni/reazioni.
Un film che non lascia scampo ad ottimistici epiloghi, durante la visione non passa per la testa nemmeno lontanamente che la storia possa finir bene, non c'è bisogno di conoscerne la trama, qualcosa ci fa capire che quello che stanno vivendo i protagonisti è un tunnel senza uscita.
Il film ha anche il pregio di mostrare quest'orrore senza scene di violenza dirette ed esplicite, le torture ai poveri prigionieri ci vengono sapientemente nascoste dietro porte di ferro chiuse e le grida di dolore coperte dalle musiche delle radio poste nei corridoi.
In definitiva un film che non può non essere accolto positivamente e non può senza ombra di dubbio lasciare indifferenti.

pinnazza  @  06/06/2007 00:07:24
   7½ / 10
mi sento di dare lo stesso voto dato a "Buenos Aires 1977", che consiglio di vedere...

seppur con atmosfere lontane i due film si eguagliano, così come le sofferenze patite dai personaggi

Rand  @  04/06/2007 18:09:19
   8½ / 10
E' stato il primo film di Bechis che ho visto, inutile dire che mi ha coinvolto prepotentemente, alla brutalità abitudinaria di una dittatura feroce si contrapponevano pochi uomini e donne che lottavano con tutte le loro forze, certo viene da arrabbiarsi con la normalizzazione delle torture, gli aguzzini vanno a torturare come andassero in ufficio, con la valigia e il pranzo, eppure Bechis ci mostra anche le insicurezze e desideri di uno di questi, Felix, senza illuderci su lieti fini e redenzioni improbabili, come diceva qualcuno: "non esistono popoli cattivi, esistono uomini cattivi", qui se ne ha un esempio lampante; la musica sottolinea le fasi salienti del film, il montaggio è eccellente. Un film che fa riflettere e ci da una consolazione amara solo nel finale, mostrandoci come dovrebbero finire tutti i torturatori di stato e gli aguzzini, senza falsi pietismi e retorica del perdono, se non altro perchè si tratta di gente così abituata ad esercitare la violenza che non potrebbero mai redimersi veramente, da far vedere ai giovani, per ricordare loro in che mondo viviamo

Il Messere  @  01/06/2007 20:17:21
   8 / 10
Opera molto personale di un autore argentino che fuggì in Italia per non divenire un altro desaparecidos. L'iter "burocratico" della vita in clandestinità aggiunge orrore alla vicenda. I carcerieri sono "impiegati" del regime che portano a compimento atti mostruosi con inappuntabile metodicità. Uno di loro è innamorato di una maestra diciannovenne,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
È il miglior film sul tema.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  20/05/2007 13:41:17
   8½ / 10
Un film che tratta in modo consapevole di uno dei temi più brutali della storia contemporanea. Ottimo il montaggio e bravi gli interpreti.

Vedi Recensione

Invia una mail all'autore del commento cintoni  @  28/03/2007 15:53:49
   10 / 10
credo sia in assoluto il film che mi ha fatto più pensare. anche se definirlo un film è non del tutto corretto. dopo un anno vorrei ancora, ma non riesco a rivederlo.
scioccante anche per l'angoscia che mi pervade al pensiero che non c'è niente che ci garantisce che certi orrori non potranno ripetersi.

Ch.Chaplin  @  04/04/2006 00:00:56
   8 / 10
veramente molto toccante..l'ho visto stamattina all'università, mi ha sorpreso molto, nonostante fosse la mattina presto..spero in ogni caso d rivederlo con occhi + critici..si tratta di una parte d storia ke l'occidente ha già dimenticato, o alla quale, anzi, nn ha mai riservato il giusto spazio..angosciante l'ultima frase ke appare sullo schermo: "i colpevoli sono tuttora in giro x le strade di buenos aires"..è un pezzo d storia ke nn possiamo ignorare, noi italiani x primi, visto ke moltissimi argentini vengono dal nostro paese e conservano tuttora cognomi italianissimi..

mister_snifff  @  09/03/2006 07:08:53
   9 / 10
ambientato nell'argentina all'epoca dei "desaparecidos" , questo film, teso e claustrofobico, è incentrato sulla storia di una di quelle vittime e del rapporto con il suo carnefice in un contesto sopraffazione, isolamento e umiliazioni continue.....il tutto scatena una certa nausea ed indignazione, soprattutto col senno di poi se si pensa che i colpevoli che hanno pagato per questa tragedia e carneficina sono stati veramente pochi (o quasi nessuno)........

Invia una mail all'autore del commento cayonet  @  05/02/2006 12:29:32
   9 / 10
Argentina, fine anni '70, Maria è una ragazza diciottenne che vive con la madre, di origini francesi, in una grande villa, ormai decadente, all'interno di un disagiato quartiere di Buenos Aires situato ai margini di una bidonville.
La madre di Maria è costretta a subaffittare alcune stanze della casa ad alcuni ragazzi.
Fra questi c'è Felix, all'apparenza timido, impacciato ed innamorato della stessa Maria.
Maria, clandestinamente, fa da 'maestrina' ai poveri analfabeti che abitano la bidonville ed, allo stesso tempo, è attivista del movimento dissidente contro il nuovo regime militare.
Amaramente e drammaticamente, le vere identità di Maria e Felix verranno alla luce.
GARAGE OLIMPO apre una finestra su una pagina dell'Argentina allo stesso tempo terribile e poco conosciuta : i desaparecidos.
Attraverso gli occhi della speranza della giovane Maria, il regista, ci porta alla scoperta di una realtà schockante e sulla quale ancor oggi è stata fatta poca chiarezza.

Buenos Aires viene freddamente descritta dalle sequenze come quello che molto probabilmente era ( e forse, in parte, ancora è): una metropoli dove, nonostante il regime militare, la vita continuava tranquilla e normale per tutta la società (borghesi, medio borghesi da una parte - poveri delle bidonville dall'altra) tranne che per quella fascia di popolazione che, storicamente, dal dopoguerra in poi, è sempre stata il 'motore' delle più grandi contestazioni a favore dei diritti dell'uomo, della democrazia e della libertà: i giovani.
Proprio attraverso la storia di 2 giovani, un uomo ed una donna, uniti, forse, da un sentimento (comune?) e divisi da scelte ideologiche, veniamo portati alla scoperta di un mondo 'sotterraneo' (Garage Olimpo) cinico, infernale ed allo stesso tempo perfettamente organizzato e puntuale.
In un garage (Garage Olimpo è solo uno dei 340, accerttati, centri di detenzione creati a Buenos Aires durante la giunta militare 'VIDAL' '76-'82), appunto, è installata una postazione militare dove centinaia di 'desaparecido' vengono portati dopo la cattura (o meglio, rapimento), e lì 'selezionati' in base alla loro 'utilità informativa', scientificamente torturati ed, infine, fatti sparire.
Utilizzando due piani di racconto correlati, uno che apre e chiude il film, l'altro che narra la storia vera e propria, si rimane catpultati per un'ora e quaranta nella drammatica dimensione della paura e del dolore vissuti dalla protagonista nella speranza di una via d'uscita.
Sono Paura ed Amore i due elementi cardine sui quali ruota la narrazione.
La Paura sotto forma di solitudine, del NON CONOSCERE nulla, il destino, il dove si ci trova, il cosa ci aspetta. I prigionieri sono sempre bendati, vengono a convivere col terrore dell'inconscio, questa è la tortura fisico-psicologica che più angoscia lo spettatore di G.O.
L'Amore inteso come, d'apprima, rapporto madre-figlia e poi amore uomo-donna. L'oscuro intreccio che regola il rapporto vittima-carnefice.
Sono film come questo che dovrebbero godere di più rispetto ed attenzione da parte di tutti.
Vergogna per una Tv di stato che addirittura coo-produce progetti così belli per poi relegarli nel dimenticatoio o darceli 'in pasto' ad orari assurdi e senza un benchè minimo riguardo di presentazione e/o dibattito che, per l'argomento trattato dalla pellicola, ritengo sarebbero doverosi.





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