giornata nera per l'ariete regia di Luigi Bazzoni Italia 1971
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giornata nera per l'ariete (1971)

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locandina del film GIORNATA NERA PER L'ARIETE

Titolo Originale: GIORNATA NERA PER L'ARIETE

RegiaLuigi Bazzoni

InterpretiIra Fürstenberg, Edmund Purdom, Silvia Monti, Rossella Falk, Agostina Belli, Pamela Tiffin, Franco Nero, Wolfgang Preiss, Andrea Scotti, Guido Alberti, Renato Romano, Corrado Gaipa, Maurizio Bonuglia, Luciano Bartoli

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 1971
Generepoliziesco
Al cinema nel Luglio 1971

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Trama del film Giornata nera per l'ariete

Dal romanzo di D.M. Devine. Tre donne assassinate, un uomo morto per spavento e la mancata uccisione di un bambino sono le imprese di uno psicopatico.

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Voto Visitatori:   6,50 / 10 (11 voti)6,50Grafico
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Voti e commenti su Giornata nera per l'ariete, 11 opinioni inserite

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Alpagueur  @  25/10/2020 11:42:53
   6½ / 10
Siamo alle prime luci dell'alba del 1 gennaio: un giovane professore di inglese australiano, John Lubbock (Maurizio Bonuglia), sta tornando a casa a piedi al termine di un veglione di capodanno trascorso con amici in un locale vicino Milano. Mentre attraversa il tunnel di Rho viene aggredito da una figura misteriosa che lo colpisce ripetutamente alla schiena con una spranga; una giovane prostituta (Agostina Belli), appartata nei pressi con un giovane (Luciano Bartoli), ode le urla ed è proprio il ragazzo a mettere in fuga il misterioso assalitore. Successivamente (13 febbraio) la moglie paralitica del Dr. Binni, Sofia (Rossella Falk), viene uccisa, strangolata in casa; il killer lascia sul luogo un guanto di pelle nera al quale manca un dito, quasi a voler simboleggiare che si tratta della prima vittima e che ne mancano altre 4. Il reporter d'assalto Andrea Bild (Franco Nero), uomo spigoloso con qualche problema di alcolismo, segue entrambe le inchieste. Il caso vuole che egli conosca da vicino sia il giovane professore aggredito sia il marito della prima vittima poichè erano tutti e 3 presenti allo stesso veglione di capodanno unitamente a Hèlene (Silvia Monti), sua ex dalla quale in passato ha avuto un figlio e alla quale chiede qualche dettaglio su Bullock, e al prof. di francese Vermont (Edmund Purdom); Hèlene gli confida che il giovane Bullock era molto triste la notte di capodanno perchè la donna di cui era innamorato, Isabel (Ira Von Furstenberg), aveva intrecciato una relazione proprio con Vermont. L' inchiesta di Andrea viene però rallentata dal Dr. Binni, uno degli azionisti del giornale per il quale lavora, che ne chiede la rimozione dall' incarico. Estremamente contrariato, Andrea decide di continuare le indagini per suo conto non prima però di aver manifestato il suo disappunto al capo redattore Traversi (Guido Alberti), uomo anziano e malato di cuore che verrà ritrovato morto in un parco (29 marzo) con accanto un altro guanto al quale stavolta mancano 2 dita. I sospetti iniziano ad addensarsi proprio su Andrea, visto che molti testimoni in redazione avevano ascoltato il suo dissidio con la vittima. Non solo: Isabel gli telefona promettendogli interessanti rivelazioni e gli dà appuntamento nell'hotel dove risiede ma quando Andrea giunge sul posto la trova già morta, annegata, con il solito guanto che galleggia nella vasca da bagno (12 aprile). La quarta vittima è Giulia (7 maggio), la giovane prostituta che si trovava vicino al tunnel dove venne assalito Lubbock. E anche qui lo stesso indizio lasciato dal killer, ovvero il guanto nero con un dito mancante in più (siamo arrivati a quattro), a sottolineare il numero di vittime che mancano.
La breve sinossi di questo film prometteva un bel po' di omicidi sadici e colpi di scena intelligenti e contorti, ma in realtà è uno degli sforzi gialli più noiosi che abbia mai incontrato finora. La trama non è coinvolgente e introduce troppi personaggi superflui a cui piace comportarsi in modo sospetto anche quando non ne hanno assolutamente motivo! Prendiamo la ragazza dell'eroe, per esempio! È una ragazza bionda, ma occasionalmente indossa una parrucca nera senza dire perché. Ad ogni modo, stiamo cercando un assassino in un mondo di feste sessuali selvagge, ricatti, astrologia e giornalisti davvero confusi. L'assassino non ha esattamente fretta (commette solo un omicidio al mese, come si può evincere dalle date indicate sopra) e perché dovrebbe essere? Sembra che non ci siano poliziotti che indagano sul caso e il pericolo più grande viene da un giornalista alcolizzato con parecchi problemi personali. Gli omicidi non sono particolarmente spettacolari o fantasiosi. Anche la colonna sonora di Ennio Morricone, compositore che amo particolarmente, stavolta non sembra particolarmente incisiva e cerca di riecheggiare per ampi tratti quella de "L'uccello" di Argento, sempre da lui composta. Franco Nero è un tipo davvero figo, ma ovviamente si sente molto più a suo agio indossando il suo cappello da cowboy (Django) con la sua immancabile compagna Pamela Tiffin (tant'è che appena due anni dopo reciteranno nuovamente assieme in "Los amigos" di Paolo Cavara), e lo rende un protagonista molto poco convincente. Nessuno del cast è davvero degno di nota, a parte, forse, Rossella Falk (la ricordo principalmente per la parte della madre di Vincenzo in "Non ho sonno" di Argento). Aggiungiamo a ciò un ingrediente astrologico e superstizioso sul modus operandi dell'assassino che lo fa uccidere solo il martedì (leggere all'inizio). Riesce comunque a rimanere tollerabile. Ma quando l'identità dell'assassino mascherato viene finalmente rivelata, è a dir poco anticlimax. Sembra che i realizzatori del film avessero in mente un colpevole completamente diverso, ma alla fine siano stati costretti a cambiare i loro piani. Forse per ragioni astrologiche. Un giallo quasi del tutto dimenticabile tranne che per l'innovativo ed entusiasmante lavoro con la fotocamera del leggendario fotografo Vittorio Storaro che lo rende degno di una visione unica (grandangolo esasperato all'inizio col point-of-view del killer che se va a spasso per la festa, grandangolo spinto nell'aggressione della prostituta e sempre il solito pov, inquadrature dal basso nel secondo omicidio della paralitica, inseguimento finale al buio nei corridoiodell'immensa villa di Helene con inquadrature traballanti e sempre un po' di fisheye che a Bazzoni piace tanto, qualche effetto flou durante la festa etc.)
Il problema più grande è il fatto che il tentativo dei film di rendere l'assassino un po' difficile da indovinare dà a questo alcune idee piuttosto sciocche e illogiche da decifrare, che vanno dall'idea di tutte le morti che si verificano alle date specificate alla connessione astrologica e come tutto si lega per farlo sbrogliare, creando una trama piuttosto disordinata e confusa. Allo stesso modo, senza un sacco di violenza o uccisioni sanguinose qui, questo diventa piuttosto blando e stereotipato qui quando non ha alcun tipo di ascendente stellare su cui concentrarsi. Tuttavia, questi non sono necessariamente difetti paralizzanti nel complesso e hanno molto da apprezzare. Per esempio la scena iniziale, con la voce cammuffata su nastrotape opportunamente rallentato, e fatta ascoltare per telefono alla polizia ("domenica 31 dicembre, non sono un assassino, non ancora, o piuttosto solo nell'intenzione, e l'intenzione secondo la legge è delitto solo quando è tra in atto, il mio nome movente è razionale, compatibilmente alla grandiosità del mio scopo, ho scelto quasi tutte le mie vittime fra persone per le quali la morte non potrà essere che una liberazione, sono un uomo, ho una donna, perchè ho deciso di tenere un diario, anche se inciso in modo che nessuno riconoscere la mia voce, per studiare le mie mosse, per non commettere errori, con l'anno nuovo 5 persone periranno per mai mano, anche se non ho ancora deciso in che modo"), mentre la telecamera indugia abilmente con un fisheye esagerato sui diversi partecipanti della festa, man mano che l'assassino fa il suo ingresso, è suggestiva e inquietante...purtroppo però tutto questo viene smorzato tremendamente da quella musica da piano-bar che si sente subito dopo e che accompagna i titoli di testa. Pessimo utilizzo delle musiche...già sono così così in più le piazziamo al momento sbagliato nel posto sbagliato, come si fa? Già da qui poi ci vengono dati troppi indizi per individuare l'assassino, davvero troppo facile.

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Con il suo ex marito che veniva da lei e il salvataggio di Tony l'assassino che sembrava avere, come un artista di trapezi, eccellenti capacità acrobatiche si è rivelato un osso duro da decifrare o catturare. Questo fino a quando non ha perso l'equilibrio ed è caduto a circa 15 metri piedi dal loft abbandonato della fabbrica atterrando sulla schiena. È allora che scopriamo chi è il killer, con la sua faccia pesantemente truccata, ma riconoscibile. E anche il movente.

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Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, in un solo film abbiamo Bazzoni, Morricone, Vittorio Storaro (3 oscar per la fotografia) e Eugenio Alabiso, il montatore del buono il brutto e il cattivo. Non è male alla fine. Diciamo che anche se la trama vacilla, resta un film discreto, che fa anche capire che un prodotto considerato marginale al tempo e oggi (chi lo conosce?) ha dentro delle manovalanze per alcuni superiori a qualsiasi film italiano degli ultimi trent'anni (alcuni fan lo considerano stilisticamente perfetto, per diverse scelte di regia e movimenti di macchina...come ho detto prima quello iniziale del bagno, il primo e il quarto omicidio... la sequenza stalking della vittima solitaria nel parco al crepuscolo crea una rappresentazione elaborata in cui la natura vertiginosa dell'assassino colpisce e li lascia disorientati, il che rende una sequenza assolutamente agghiacciante, ma ricalca quella di Amelia nel parco nelle 4 mosche di Argento. L'evidenziazione dello stalking nel finale funziona anche con l'idea di inseguire un bambino prima di entrare nell'inseguimento mirabolante, che è ciò che rende un finale emozionante).
In conclusione potremmo dire che "Giornata nera per l'ariete", alias "The Fifth Cord", è un thriller italiano piuttosto noioso... il giornalista Andrea Bild, interpretato da Franco Nero, è un personaggio sgradevole... la cinematografia, il lavoro con la telecamera e le ombre sono magnifiche. ..tuttavia, la sceneggiatura non è coinvolgente (diverse situazioni quantomeno dubbie), il killer non ha carisma (usa sempre armi diverse, strangola la prima vittima, provoca un infarto alla seconda, affoga la terza, sgozza la quarta) la conclusione è debole e il motivo degli omicidi è sciocco e assurdo (si affida all'astrologia e alla superstizione e questo non depone certo a suo favore)...insomma Andrea alla fine dice al commissario che si tratta di un "paranoico, sadico e superstizioso", ma non ce ne accorgiamo mai, nemmeno col senno di poi. Il titolo è una mezza rivelazione, poco suggestivo e anche quello che dovrebbe essere il punto forte cioè le musiche di Morricone qui sono sbiadite e incastrate male. I delitti si sarebbero dovuti studiare meglio...anche l'omicidio di Giulia, dopo quella buona ripresa col grandangolo fai vedere una timida rasoiata alla gola e finisce li. Si capisce che l'assassino non è motivato realmente a tutti gli altri delitti, e proprio quello che ha progettato di compiere sin dall'inizio (Isabel) non viene mostrato! (quando Andrea arriverà nella sua camera d'albergo, si vedrà semplicemente Isabel dentro la vasca da bagno ormai morta). Gli omicidi vanno sempre accompagnati da musiche adeguate...su questo non si può soprassedere...Non ci siamo qui. Non c'è trasporto, non c'è tensione. Questo film deficita gravemente di titolo, musiche e movente ad hoc (che considero fondamentali per un buon giallo). A fronte di una ottima fotografia, movimenti di cinepresa e di location abbastanza interessanti. Recitazioni appena passabili (ritroviamo qui Renato Romano, che solo pochi mesi prima aveva interpretato l'amico ornitologo di Sam Dalmas ne "L'uccello dalle piume di cristallo", qui relegato invece a un ruolo più marginale, coinvolto in squallidi e morbosi appuntamenti a base di sesso e drink). Insomma troppo poco per classificarlo un 'must' del genere giallo. Di Bazzoni ho apprezzato di più "Le orme" (1975), anche se si tratta di un giallo psicologico, ma mi ha trasmesso più emozioni.
Per chi volesse approfondire le ambientazioni, le può trovare qui:
https://www.davinotti.com/articoli/le-location-esatte-di-giornata-nera-per-l-ariete/320

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2020 14.15.17
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DankoCardi  @  09/01/2020 23:55:42
   5½ / 10
Rientra tra i thriller italiani anni '70 che all'epoca dovevano avere il nome di un animale nel titolo anche se non aveva niente a che fare con la trama. Pur essendo un grande appassionato di questo genere non riesco ad essere troppo indulgente nei confronti della presente pellicola che ha pochissimo ritmo, una colonna sonora praticamente assente e poco più che un paio di gocce di sangue. Alcune scene ben dirette ci sono ma Bazzoni non è Dario Argento...e si vede! La scoperta finale dell'assassino, pur non essendo scontatissima, non entusiasma e non sorprende affatto; si salva solo la sempre carismatica presenza di Franco Nero. C'è di meglio.

DitaAppiccicose  @  05/06/2016 14:05:31
   6½ / 10
Tra i registi che si sono cimentati col "giallo all'italiana" nei primissimi anni settanta, Luigi Bazzoni non l'avevo mai nemmeno sentito nominare.
Il film però non è male: la regia stessa è buona ed ancor meglio è la fotografia di Vittorio Storaro. Le scene degli omicidi sono ben fatte, con l'uso della soggettiva ed un buon livello di thrilling, anche se non raggiungono lo stesso livello dal punto di vista della rappresentazione scenica, degli effetti speciali.
La trama appare piuttosto contorta e non è sempre agevole seguirne il filo; stranamente ho capito fin da subito chi era l'assassino ma nonostante questo il film rimane godibile. Gli attori non mi hanno nè entusiasmato nè deluso; Franco Nero però l'ho trovato un po' legnoso... Le musiche infine sono di un Ennio Morricone non al suo meglio.

dagon  @  23/08/2015 18:49:42
   6 / 10
italian-Giallo abbastanza ordinario, impreziosito, però, dall'avere nientemeno che Storaro come direttore della fotografia. In effetti alcune inquadrature e l'illuminazione degli interni sono più ricercate della media nell' ambito del genere.

peppe87  @  29/03/2013 01:40:07
   6 / 10
è un giallozzo che si lascia vedere, ma niente di speciale.

Leonardo76  @  15/08/2012 13:08:58
   5½ / 10
Giallo che non mi ha particolarmente coinvolto: personaggi troppo superficiali, omicidi banalotti, movente poco credibile. Si salvano alcune inquadrature alla Silent Hill (lunghi tunnel male illuminati, la fabbrica abbandonata del finale). Bravo Franco Nero nel consueto ruolo da maschio che non deve chiedere mai ma non basta a salvare il film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  10/10/2011 11:14:18
   6 / 10
Giallo dall'allestimento classico che guarda a Dario Argento ricercando,senza trovarla, una maggiore compattezza narrativa e concedendo minor spazio a scene inquietanti o sanguinarie.Tanti personaggi in gioco ,tutti come da prassi sospettabili,un assassino fedele ad una figurazione standardizzata deciso a far fuori cinque persone,come dichiarato ad inizio pellicola.
Molto blanda la definizione dei personaggi,praticamente sono appena abbozzati i caratteri di contorno mentre si lavora un po' più di fino sul protagonista,un credibile Franco Nero,giornalista-detective coinvolto nella storia fino al collo in quanto privo di alibi e legato più o meno direttamente alle vittime.
Chi conosce il filone dovrebbe intuire facilmente l'identità del killer,sicuramente più arduo definire il movente,anche se a un certo punto i sospetti sembrano venir confermati da una soluzione che sarebbe fin troppo banale.Per fortuna c'è un buon colpo di scena finale,pregevole e difficile da prevedere,come degne di nota sono la regia di Luigi Bazzoni,oltre a musiche e fotografia,curate da due signori del calibro di Ennio Morricone e Vittorio Storaro.Notevole la schiera di belle ragazze, tra cui la mozzafiato Silvia Monti e una giovanissima Agostina Belli,stranamente (per il genere) non coinvolte in particolari digressioni soft-core,le scene di nudo sono infatti brevi e poco esplicite.
"Giornata nera per l'ariete" in contraddittorio con il titolo stravagante ed indovinatissimo è film abbastanza trascurabile,molto curato nella forma ma con rari momenti davvero esaltanti.

baskettaro00  @  22/08/2011 19:15:47
   8 / 10
che gran bel giallone,davvero bello!
molto curato dal punto di vista della regia e con un convincente franco nero,affatto superficiale il finale e io il killer non avevo capito chi fosse.
imho tra i migliori nel genere,e fino alla visione il regista per me era completamente sconosciuto!
consigliato a TUTTI gli amanti del genere thriller/giallo,un film che sa farsi ricordare anche non mostrando violenza gratuita e roba varia.
c'è anche la bella agostina belli;)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/12/2010 11:34:16
   7 / 10
E' un giallo complessivamente discreto dalla sceneggiatura piuttosto squilibrata. Privilegia molto il lato visivo del prodotto, in cui l'ottima fotografia di Storaro e la buona atmosfera creata da Bazzoni creano delle eccellenti sequenze come il tunnel e il bambino solo in casa. Mostra però i suoi limiti nella caratterizzazione dei personaggi e nell'intreccio, dove solo il giornalista Bild, interpretato da Franco Nero offre una una maggiore profondità rispetto agli altri. Un buon film da vedere comunque.

statididiso  @  12/06/2009 02:25:42
   7½ / 10
giallo ben diretto, che sa intrigare, potendo contare su un cast di tutto rispetto, tra cui spicca l' "outsider" Franco Nero...
la s*****ttata finale lo fa somigliare più a quei 'giani all'italiana' a cavallo tra il genere poliziesco e quello trash... abbiamo anche una fuorviante parentesi voyeristica... non so quanto il film rimanga fedele al romanzo di D. M. Devine, 'The Fifth Cord '... ho intuito subito chi fosse l'assassino, ovviamente non il movente... il monologo iniziale evidenzia quanto possa essere labile il confine che separa l'intenzione dall'azione...

voto: sette e mezzo

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/06/2009 02.28.54
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phemt  @  17/06/2008 17:21:36
   7 / 10
Luigi Bazzoni è un regista ormai dimenticato dai più… Giornata Nera per l’Ariete è il suo primo giallo datato 1971 a cui, qualche anno dopo, seguì Le Orme che personalmente ho leggermente preferito al film in questione…
Tecnicamente parlando Bazzoni fa un lavoro egregio, la mdp si muove bene gestendo alla grande spazi e situazioni, la fotografia è ottima e non mancano alcune trovate di un certo livello… La sceneggiatura è ben scritta, la storia abbastanza intricata e il film (soprattutto nella prima parte) riesce ad intrigare lo spettatore…
Discreta ma non esaltante la cura nei delitti, quasi nullo lo splatter, il film si riaccende con il pre-finale (la scena di home invasion) ma il finale vero e proprio lascia un po’ l’amaro in bocca… Il movente infatti non è sensatissimo malgrado la sorpresa relativa all’identità dell’assassino (niente di sconvolgente ma comunque non me l’aspettavo)… Pesa parecchio però la lotta finale clamorosamente forzata, poco incisiva e non molto logica…
Altalenante la prova del cast, bravo ed in parte Franco Nero…

Nel complesso interessante si merita la sua visione da ogni appassionato del genere…
E tra l’altro sarebbe ora di rivalutare la breve carriera cinematografica di Bazzoni…

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