Preda dell'alcol per consolarsi degli scarsi successi letterari, scrittore in crisi allontana da sé il fratello e la donna che lo ama. Tenta il suicidio, ma la donna non si rassegna...
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Splendido ritratto-incubo di una dipendenza ossessiva e distruttiva nelle sue pulsioni più recondite, diretta da un genio della settima arte capace di sottili raffinatezze (memorabile il sogno del protagonista, il soggiorno al reparto psichiatrico e lo spettacolo teatrale in cui i ballerini si trasformano in impermeabili, nelle cui tasche si nasconde il desiderato whisky). Un film doloroso, struggente ed emozionante, merito anche di un Milland superlativo e di una meravigliosa Wyman. Raramente il problema dell'alcolismo è riuscito a trovare al cinema rappresentazioni adeguate alla sua portata. Questo è indubbiamente uno dei casi migliori, con "I giorni del vino e delle rose" di Edwards e "Piangerò domani" di Mann.