Un a donna rimane intrappolata nella casa di un avvocato e della sua famiglia a causa di un'improvvisa e inspiegabile rivolta di migliaia di uccelli, che attaccano gli abitanti del paese.
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Qualcuno puo' aiutarmi...uno dei ricordi più agghiaccianti avuti da piccolo (ehm il liberismo dei miei che mi lasciavano vedere di tutto mi ha reso così psicolabile, oggi) fu un film di spionaggio, una cosa à la Chabrol, dove una civetta veniva ammaestrata per sbranare gli occhi di una povera ragazza. L'immaginario ehm ornitologico/teologico di Hitch è diventato talmente popolare cbe oggi diventa iconizzato. E' da antologia l'unica scena mai girata, il pacioso regista che tiene sulla spalla un corvo con buona pace (e armonia) dei custodi reali di Tower Palace. L'effetto emozionale non è per puro caso: anche se dicessi che - ad esempio nella famosa scena dell'aggressione nella scuola - tutti i ragazzini che corrono e rispettivi tutori scappano da qualcosa che non c'è - e che solo in un secondo tempo diventa implosione del terrore di rapaci e non veri o manipolati, noi siamo lì a spaventarci. E magari il gioco scoperto è proprio questo: dopo aver visto il film guardiamo gabbiani e volatili con un senso di imminente timore. Nel tentativo di celebrare lo stesso effetto della doccia dopo un'escamotage come Psycho. Il film è certo il più ambizioso di Hitch, ma a livello tematico non fa che riprodurre metaforicamente (cfr. la ribellione della natura dal dominio umano, la rivalsa dei dominati sui dominatori) le solite ossessioni del regista. Tutto è filtrato magnificamente, a cominciare dalle caratterizzazioni dei personaggi: non dimentichiamo che Mitch (l'austrialiano Rod Taylor) è un'avvocato che - a detta della stessa sorella minore - "conosce un sacco di delinquenti" Tutto si spiega, no? Il dado è tratto, l'equilibrio è ristabilito. Beh forse. Melanie (in omaggio al film la Hedren chiamo' così la figlia? Indaghero') è una ricca viziata e nullafacente che finge un'identità che non ha... vanta schermaglie da dolce vita romana, tuffi in piscina e playboys comprati e buttati via ... la tipica ragazza di città che la falsa morale della provincia vorrebbe indicare persino come la diretta responsabile della tragedia successiva - la madre di Mitch nel suo egoismo incapace di controllare la paura della perdita del figlio e della solitudine - o l'amicizia/rivalità con un'altra donna, la sensuale insegnante interpretata da Suzanne Pleshette, splendida. Ma c'è di più: Hitch ingloba metafisica e psicologia in una riflessione sull'angoscia che - come in altri casi - Rebecca, Il caso Paradine, Io confesso - diventa un giudizio universale che ribalta concetti e clichè della Creazione della Terra. In questo frangente, si rispecchiano - grazie anche al talento enorme dello staff tecnico - altri caratteri minori ma assai significativi: l'ornitologa un po' chiusa nel suo "covo" di passione, o un'uomo perennemente sbronzo che invoca l'apocalisse dei versetti biblici. Nello stesso istante, gli animali in gabbia tali rimangono (i pappagalli inermi) mentre il resto della specie gabbiani compresi vuole costringere l'uomo a una vera migrazione. Tra momenti puramente horror - gore (il ritrovamento del corpo di un uomo....privato dagli occhi) ed echi che anticipano purtroppo il filone catastrofico del decennio successivo (i tumulti e l'esplosione vicino alla pompa di benzina), è anche una sorta di demone purificatore della superficialità della protagonista, la cui superficialità mentitrice subisce via via molti coltraccolpi, fino a diventare l'erema perseguitata - non la sola, ma la più punita - di un mondo che mutando il suo corso, ristabilisce l'ultimo contatto di Hitchcock - almeno a livello popolare - con la follia perdurante della realtà. Ah, uno dei più grandi film di ogni tempo