Carlo Verdone torna a vestire i panni dei mitici personaggi dei suoi primi film, ovviamente cresciuti: ci sarà Leo, il bullo di Un sacco bello, ormai sposato, ma anche l'insopportabile Raniero e il coatto Ivano, protagonisti di Viaggi di nozze.
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Ahimé,con "Grande Grosso e Verdone" il buon Carlo si accinge a toccare uno dei punti più bassi della sua carriera. Il primo episodio è di una tristezza infinita;il bambinone invecchiato non funziona più ed è sconcertante notare come Verdone sembra aver perso anche quella capacità mimica che lo contraddistingue da sempre.Velo pietoso sul resto della combriccola,Geppi Cucciari&figli. Voto: 4 Il secondo episodio a mio avviso è il migliore dei tre;Il vecchio Furio non ha perso lo smalto e la cattiveria di un tempo ma si è saputo riciclare nel sordido professore. Oltretutto la sceneggiatura,condita da quel tocco di cinismo nero al quale Carlo ci ha abituati è sicuramente più funzionale alle grandi doti interpretative del macchiettista romano.Voto: 6.5 Il terzo episodio si trova esattamente nel mezzo.Anche la coppia coatta è invecchiata ma continua a deliziarci con le sue immancabili lezioni di "ssile".I tempi sono cambiati e la crisi matrimoniale già accennata in Viaggi di nozze è ormai un dato di fatto .Dopo averlo fatto in tutte le maniere possibili( famolo co' i Pearl Jem,sott'acqua,in macchina a 220) finalmente convengono che sia giunto il momento di farlo "normale". E qui paradossalmente è la Gerini che riesce a salvare baracca e burattini: Enza Sessa è sicuramente il personaggio più riuscito.Voto:5 Detto questo,non mi sento di affibbiare al film un voto complessivo inferiore al 5,per il grande affetto che nutro nei confronti di uno dei più grandi attori italiani di sempre.