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neorealismo asiatico, condito da una punta di grottesco e surrealismo. Di sicuro un film spiazzante, situazioni granguignolesche e ai limiti dell'assurdo. Mi è particolarmente piaciuta la caratterizzazione degli attori (il bambino cicciotto mi fa tenerezza e ricorda me da piccolo :-D ), l'attrice che impersona la femme fatale, il giovane keung, e mi ha anche particolarmente colpito il dualismo favelas di periferia - moderni grattacieli ecomostri. Sicuramente vale la pena di guardare questo "brutti sporchi e cattivi" cinese. Film impreziosito da un finale ottimo.
Questo non è un film normale, e credo che Fruit Chan (ha in retaggio anche un film intero di due H. sui gabinetti pubblici!) sia uno dei registi piu' schizofrenici del mondo. A Venezia si dice "brusà" e in effetti c'è da chiedersi che tipo di sostanze usa costui prima di realizzare un film. Un vero film trash, travestito da opera d'autore. Vi basta? Uno script che ricorda vagamente (e chissà come mai) quello di "Susanna" di Bunuel, cfr. la storia di una prostituta capace di fare qualsiasi cosa per comprarsi un biglietto aereo per gli Usa - ma che poi mette a nudo lo sfruttamento delle risorse umane rispetto ai privilegi assenti nel mondo animale.
Un po' un "Mondocane" orientale, dove ogni tipo di efferatezza è sottolineata fino alla provocazione piu' bieca: amputazioni di arti, scene di macelleria, odori putridi di carne animale maiali in un troguolo, commercio carnivoro, sperma iniettato in un animale "vero", biogenetica, carni trafitte e annientamento fisico, piscio, *****, etc.
Un film volutamente "disgustoso" che è difficile valutare con obiettività, al cui confronto lo stesso Cronenberg sembra (ed è tutto dire) un regista per bambini. Eppure, vivaddio, un film "splendidamente" e finalmente "infetto".
La sua truculenza gratuita non è mai priva di causa: l'Hong Kong dei bassifondi, passato e presente si fondono, una strada divide i quartieri poveri da quelli residenziali, come con i meninos de Rua del Brasile, e l'immagine fissa su "hollywood" (simbolo di utopia occidentale) ricorda l'Empire di Andy Warhol, pur con le dovute differenze metaforiche.
Il film è visivamente sgradevolissimo, e forse per questo un giorno verrà rivalutato e riscoperto come un'iconoclasta e teoretica fiera espositiva (estremista) della trasfigurazione umana e mentale.
I pochi che l'hanno visto si sono ovviamente divisi: puo' valere infatti 1 o 10 (beh quasi) allo stesso tempo, a seconda delle angolazioni
Film assolutamente da evitare se si è vegetariani, o dopo aver abbondantemente cenato