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Cortometraggio molto carino,con un'ottima regia,bravi attori e un uso molto interessante della musica.E' stato molto comprensibilmente incensato più del lungometraggio che lo segue,che in effetti è deludente.
"Se oggi facciamo sesso domani starò di merd.a !" "A me sta bene"
Riporto: "la storia non raccontata di Hotel Chevalier è dieci volte più interessante, ed infinitamente più ricca, di quella raccontata per aprire Il treno per il Darjeeling" Stephanie Zacharek, Salon.com
" [...] Hotel Chevalier è cento volte più interessante e toccante di ogni secondo di Il treno per il Darjeeling" Rudiger Suchsland, Telepolis
13 minuti stilisticamente perfetti e di una consistenza sconcertante. Non serve conoscere storia e precedenti dei due personaggi che si muovono nella stanza d'albergo; ogni gesto, parola, silenzio, cenno e accenno rimanda a qualcosa di autentico, profondo e reale che sta oltre - e che è lecito pensare non sia mai stato scritto - che si materializza in maniera diversa di volta in volta, a seconda della risposta dello spettatore. Pezzo di bravura incredibile per Wes Anderson che rende sostanzialmente inutile l'ingombrante sequel a cui il titolo è legato. La melodia di "Where Do You Go To (My Lovely)" di Peter Sarstedt ti entra nella testa, Hotel Chevalier ti entra nel cuore. Ti fa pensare che non servono 600 pagine di romanzo o 120 minuti di pellicola per godere di una storia che vale la pena di essere vissuta. PERFETTO.
Corto meraviglioso, degna intro del gioiello "The Darjeeling limited". Natalie Portman è un angelo, e "Where do you go to my lovely?" che scorre in sottofondo ne fa il giusto contrappunto. Il talento di Wes Anderson emerge limpido anche nel descrivere una storia d'amore in poche dense carrellate.