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Una storia classica di un amore extra coniugale forse non all'altezza della bravura di questo regista che regala come al sempre una lezione di regia. A meta' tra commedia e dramma con un finale bellissimo e difficile da dimenticare. Invecchiato un po' questo bisogna ammetterlo...
Molto molto buono e pieno di dialoghi sofisticati, molto pensati, che spesso colpiscono e che contribuiscono a creare un'atmosfera e delle arie un pò particolari; bene De Sica in un ruolo misurato e buona la rappresentazione di una nobiltà incorreggibile e conservatrice.
Triste sino al finale, il film ha retto decisamente bene alla prova del tempo.
Un film molto meno banale di quello che si possa pensare, molto di classe.
Il balletto ora comico, ora drammatico degli orecchini della signora Louise che passano di mano in mano facendo il giro del globo non sono nulla in confronto a quello instancabile della cinepresa di Ophuls, ricco di trovate tecniche e di elegante malizia come da sempre ci ha abituato. La protagonista è l'ennesima figura femminile tragica della sua produzione e la Darrieux vi si applica con sofferta passione; Charles Boyer ne è il partner perfetto - grigio ma deciso - ed insieme riescono a rendere a meraviglia lo sconforto di una Società autoreferenziale, gravata da nauseanti convenzioni e chiusa a circolo su se stessa ( si veda il duello finale o il personaggio del diplomatico di De Sica ).
Commedia degli equivoci brillante e venata da una certa dose di frivolezza, almeno nella prima parte, che ne occulta il risvolto più tragico che subentra nella parte finale. E' un film molto riuscito anche per l'equilibrio eccellente della parte più tecnica, specialemente nella regia (ma con Ophuls non è una novità), abbinata alla prestazione degli attori perfettamente in parte e sempre all'altezza.
Un altro bellissimo film di Ophuls, fors'anche il più programmato dalle emittenti televisive italiane. ù Un cinema squisitamente letterario e una mise in scene barocca, ai limiti della ridondanza scenica, dove però si cela una profonda analisi della vita, la "commedia umana" (per dirla alla Balzac) e il dramma del palcoscenico più ingannevole, la vita stessa. Commedia degli equivoci e dei walzer viennesi, ma anche apologo sull'apparenza dei sentimenti ("Una donna può rifiutare un gioiello fin quando non l'ha intravisto. Dopo diventa un'eroina"), fatto di frasi cadenzate ("tornate presto!") e gesti ripetuti, di squisito accademismo morale. La Darrieux, Boyer e De Sica costituiscono la triade (opps il triangolo) perfetto della storia, e recitano con una classe superba, lasciando letteralmente a bocca aperta. Memorabili sequenze (la contessa che prova i suoi orecchini e la sua immagine riflessa nello specchio) mettono in scena il palcoscenico più reale, quello della finzione e dell'inganno. Oggigiorno questo tipo di cinema risulta eccessivo e invecchiato, ma in realtà è molto più audace di quanto ci possa sembrare
Le ultime due produzioni di Max Ophuls, avevano sì al centro la donna come punto nevralgico, come lo è stata in tutte le sue storie, ma in questo caso, e in "Lola Montes", sembra esser stata soggetto di mira impietosa da parte dell' autore. Se l' ultima sua pellicola aveva il pregio di raccontare una storia patetica senza cadere in patetismi, in questa penultima, con continui mancamenti e svenimenti della Signora a causa di questa storia d' amore travagliata, per il valore dato ai gioielli, trovo che l' eccesso di patetismo si sente, e purtroppo tanto. C' è un collegamento a "Lettera da una sconosciuta": il duello è sempre un tragico epilogo a causa di un contenzioso d' amore, e l' ambiente, è sempre la splendida Vienna di inizio secolo. Esteticamente un Capolavoro, la sceneggiatura lascia a desiderare. Perfetta come sempre la regia, non ce se ne accorge, ma non c' è un piano fisso in tutto il film, buone le interpretazioni con una buona dose di eleganza da parte di Vittorio De Sica. Complessivamente un 7=.