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Persino un regista come Stanley Kubrick, alle prime armi e ai suoi tempi, ha avuto difficoltà a parlare di ciò che voleva e anche difficoltà nell'esprimersi al meglio nelle poche occasioni avute. KILLER'S KISS ha veramente poco da dire, nel suo essere un film di gangaster con in mezzo una possibile storia d'amore, tanto che forse le parti più riuscite sono le scene di pugilato, insieme ovviamente ad un'ultima grande parte d'azione e violenza. Il film diverte ma la costruzione narrativa è del tutto labile e si vuole porre rimedio con un paio di suggestioni visive, neanche troppo ben calate nel film.
film abbastanza anonimo con una colonna sonora mediocre ed una trama classica. Si nota una cura registica nel dare alle immagini un senso oltre la mera storia.
Un coacervo di passioni amorose e di pulsioni sessuali mostrate con una forza espressiva notevole, ma smorzata da una cadenza traballante e con parti mute ove si sente la mancanza di dialoghi. Curioso ma non bellissimo.
Film acerbo, Kubrick farà molto di meglio anche nel breve futuro ("Rapina a mano armata" e "Orizzonti di gloria") ma ci sono già alcuni degli elementi che lo renderanno grande. Una messa in scena già da maestro, flashback funzionali allo sviluppo della vicenda e ottimo ritmo, per quella che è una storia trita e ritrita del grande schermo. Lui gira già da regista navigato, ma evidentemente non c'è la magia che verrà nei lavori successivi.
Seconda prova alla regia per il giovane Stanley Kubrick, a due anni di distanza dal suo fallimentare esordio con "Paura e desiderio". Anche questa pellicola ha una durata scarna, ma il miglioramento dal flop d'esordio è netto. Pur non risultando un capolavoro come molti altri film che saranno poi sviluppati dal regista newyorkese, i tratti della filosofia di Kubrick si possono intravedere ed esteticamente è un prodotto discreto, anche se ancora amatoriale. L'ora e un quarto scorre senza intoppi e ci sono tutti i presupposti per assegnare a questo film una sufficienza piena. Consigliato.
Secondo film di Kubrick e primo ad essere distribuito mi pare. Come già scritto un noir godibile, anche se un po minimale, che però nelle scene finali già dimostra come il mitico regista già ci sapesse fare.
Secondo lungometraggio per un giovanissimo Stanley Kubrick che questa volta esplora il genere noir riuscendo,malgrado gli scarsi mezzi, a creare un'opera soddisfacente e godibile malgrado sia lontana anni luce,ovviamente, dai capolavori del futuro. Ad una trama semplice e alquanto lineare Kubrick affianca una fotografia superba ed una/due scene di grande impatto e maestria come quella famosa nel magazzino dei manichini e quella,dall'alto tasso di tensione , nel rifugio dei malviventi. La recitazione purtroppo non è il massimo ma alla fine su questo aspetto si passa su mentre il ritmo ,nonostante i tanti anni che la pellicola si porta sul groppone,è più che buono anche grazie alla durata contenuta. Infine chiudo col deludente finale che rispecchia la scarsa brillantezza della storia. Ricapitolando , "Il bacio dell'assassino" è un buon modo per scoprire un Kubrick agli esordi , ancora un po acerbo e distante dalla profondità tecnica e contenutistica della maturità ma comunque sempre valido e interessante.
Opera minore di Kubrick questo "Bacio dell'assassino", noir classico a basso budget che si lascia guardare senza grossi problemi grazie anche alla durata contenuta. Non siamo di fronte ad un film memorabile (il talento di Kubrick sboccierà più tardi) ma ad un buon film destinato ai cinefili e a tutti coloro che desiderano scoprire il lato B di Kubrick.
Uno dei primi lavori di una firma importante, Stanley Kubrick, è "Il bacio dell'assassino". Chi ha seguito tale regia sa, in effetti, che questo del 1955 non è altro che un sondare il terreno da parte di Kubrick. Lo spettatore è abituato a storie più architettate e con sceneggiature più avanzate. Comunque la premessa serve per far capire che i veri lavori del cineasta si registreranno in seguito, nonostante tutto "Il bacio dell'assassino" conserva per se un qualcosa di effettivo, ma più sul lato tecnico. Una buona fotografia e una squisita selezione di oggetti e fondali scenici donano al prodotto un qualcosa che ricade nel nome di particolarità. La storia, invece, vive in un meccanismo di smodata semplicità. Le vicende insomma oltre ad essere troppo mielate, ovvero nel finale, non offrono nessun spunto di genialità. Le situazioni si registrano nel nome di una schematica storia ove si innesca una sorta di triangolo amoroso, scelta standardizzata nelle collezioni della cinematografia. Una delle più grandi positività è collegata alla lunghissima resa dei conti ove una insolita ed accattivante skené sarà il campo di una sfida vita mia- morte tua. In tutto ciò si nota comunque un grande e prolungato auto compiacimento di Kubrick con la macchina da presa, ma nulla da dire. "Il bacio dell'assassino" è un film compatto con esigenze ed ambizioni ridotte, per gli amanti della regia o per chi lo studia è un tassello di cultura in più.
Quando anche gli appunti di un grande regista hanno valore artistico!
L'esordio di Kubrick è convenzionale nella trama (come per Rapina mano armata) e anche prevedibile negli sviluppi. Tuttavia è già maturo l'uso del tempo, dei flashback, degli spazi angusti e dei vicoli dei bassifondi. E alcune scene (la ballerina, l'uccisione dell'amico) sono di grande impatto.
Associare il film al nome del regista lascia spiazzati. Storia d'amore e di coltello lontana anni luce da quello a cui ci ha abituati Kubrick in seguito, se si esclude la splendida fotografia rimane ben poco di questo mediometraggio dove, oltre alla scarsa vena dei protagonisti, ad essere totalmente assente è il punto di forza di tutti i thriller: La suspense. Andare a cercare i meriti di un'opera con il lanternino soltanto perché l'ha diretta un gigante della cinematografia mondiale non ha senso, ha più senso essere obiettivi e riconoscere che non tutte le ciambelle riescono con il buco. "Il bacio dell'assassino" è una storia di passioni, quelle che nascono all'ombra di rapporti difficili, esplose violentemente ed incontrollabili, rapporti che fondano le proprie basi sulla logica del possesso, la donna è un semplice strumento di conquista e di piacere, oggetto di attenzioni legate alla clausola di fedeltà e sottomissione, se ci si sottrae a questo statuto sono botte. Sovente, ad interferire a questa condizione, c'è il terzo incomodo, colui che si intromette per senso di giustizia all'inizio e per scombussolamento ormonale sempre di più in seguito, resta il fatto che nel novanta per cento degli episodi in cui un qualsiasi cittadino si erge a paladino per sottrarre la femme fatale di turno dai soprusi del suo uomo, se ne innamora. La prevedibilità è il batterio principale di un film di azione dove non dovrebbero esistere certezze, la formula della narrazione del protagonista mediante flashback (bisogna dire usata spesso anche con ottimi risultati), qui risulta determinante e toglie qualsiasi incertezza riguardo l'epilogo della storia, fin dall'inizio sappiamo bene come il tutto andrà a finire. La banalità del racconto non deve comunque distogliere l'attenzione sul fatto che Kubrick a 27 anni non disponeva ancora di quella incredibile capacità di inventare quei modelli narrativi intrisi di contraddizioni e metafore, i primi lavori (corti e medi metraggi) possono essere definiti "assaggi sperimentali", l'ipnotico fascino della rappresentazione arriverà in seguito. Quindi, non aspettatevi un capolavoro, accettate la mano ancora acerba del giovane Kubrick, godetevi l'impianto scenografico con le suggestive immagini delle strade sporche e deserte di New York, pensate che quell'uomo, 13 anni dopo, avrebbe diretto un certo film.
Primo vero lungometraggio di Kubrick, nella mia personale classifica il suo film meno interessante dopo il mediocre Spartacus. La debolezza a livello di soggetto viene compensata da alcune eccellenti intuizioni a livello di regia, ed il film, sebbene ancora acerbo sotto molti punti di vista, risulta tutto sommato godibile. Il preludio ai futuri capolavori del regista.
L'ho trovato molto godibile, con un Kubrick ancora giovane, sì, ma che dimostra già la sua grande mano di regista.. la scena dei manichini nel magazzino la definirei inquietante..
Teso ed eccessivamente frenetico noir di un giovane Kubrik, troppo schematico nella sceneggiatura e poco approfondito nei personaggi per poter essere considerata un'opera matura. Brilla comunque per l'ottima fotografia e per un paio di scene di forte carica emotiva ( il match di boxe, la lotta nel magazzino dei manichini). Raccontato come un lungo flashback, delude profondamente nel finale.
dopo una colluttazione il protagonista, creduto da tutti privo di sensi, ascolta il tradimento della propria amata, disposta a tutto pur di vedersi salva la vita: pensavo questa rivelazione avesse un peso per il proseguio del film, invece pochi minuti dopo i due partono insieme ( senza spiegazioni di sorta), nel più classico degli happy ending.
Posso azzardarmi a dire che è il film peggiore di Kubrick anche se per certe ragioni oggi è diventato un cult-movie nel suo genere (un pò come certi film minori di Roger Corman!). La storia ha qualche motivo d'interesse, ma si fa facilmente dimenticare, a parte la (notevole) sequenza dei manichini. Girato con un budget molto ridotto, anticipa per certi versi il primo capolavoro (o quasi), il successivo "Rapina a mano armata"
Complimenti a Kubrick per aver sfornato un discreto film con un budget così irrisorio. Certamente siamo ancora lontani dai suoi capolavori, e già l'anno dopo farà un grosso passo avanti con "Rapina a mano armata". La trama è abbastanza liscia e fluida, con qualche piccolo intreccio, memorabile la scena del combattimento. Titolo che, in ogni caso, potrebbe trarre un pochino in inganno.................
Il Maestro Kubrick firma quest'opera in tutto e per tutto, segnandola di una fotografia memorabile, una regia già matura e dal livello tecnico inconfondibile, perde qualcosa nello script piuttosto semplice, ma sguazza alla grande nel clichè dell'Hard Boiled americano intessendo una trama tutt'altro che noiosa o tirata via. Purtroppo il cast non è all'altezza e spesso viene da chiedersi se con qualche soldo in più Kubrick non avesse sfornato capolavori con qualche anno di anticipo ( la pellicola fu ripresa in una ventina di giorni e girata con l'aiuto di parenti amici per una spesa di appena 75.000 dollari). Alcune sequenze sono davvero emozionanti anche oggi (scontro finale, interni/finestra, incontro di boxe, sogno del protagonista), altre fanno intuire come il regista fosse un vero precursore della cinematografia mondiale. Consiglio di recuperarlo a tutti coloro che non vogliono perdersi nulla di Kubrick e del grande cinema.
Bel film di Kubrick. Non gli do di più per evitare l'accusa - tra l'altro fondata - di dare voti politici ai film. E' un film valido, ma impallidisce di brutto in confronto ai filmoni girati da Kubrick(dopotutto è solo il suo 2°film)che minimo minimo sono capolavori a metà e molti sono capolavori assoluti. La trama è lineare e il film è stato girato bene, secondo me Kubrick è stato troppo aspro nel criticare se stesso, anche se con Eyes Wide Shut ha ripreso alcune delle tematiche di questo film. Non ha certo rivoluzionato il genere, ma è un film seguibilissimo, pur senza pretese e sicuramente va visto per poter approfondire la carriera del grandissimo regista statunitense.
Non è il primo film di Kubrick! Prima di questo Kubrick aveva già girato "Paura e desiderio", anche se di fatto è più una prova che un'opera vera e propria. anche questo non è sicuramente un film del Kubrick che tutti conosciamo, ma si possono già trovare una miriade di spunti che fanno intravedere il genio assoluto che si cela dietro la telecamera. la sceneggiatura è banale, ma il film nel complesso regge benissimo. Il primo grande Kubrick sarà il prossimo, "Rapina A Mano Armata".
Un noir di bella fattura con una trama semplice e dei personaggi abbastanza riusciti. In questo film però è la regia a spiccare e in alcune inquadrature s'intravede il Kubrick che verrà. Purtroppo gli attori e le musiche non sono granchè e alcune scene d'azione sono davvero troppo lunghe e finiscono per annoiare.
C'è poca storia e media recitazione in questo film. Ma Kubrick si sente tutto: bellissime riprese, inquadrature, luci. In effetti le parti migliori del film sono quelle non parlate. Non è uno dei capolavori successivi, ma merita una visione.
Un buon noir questo secondo lavoro di Kubrick. Tralasciando alcune cose come il finale banale e una storia non proprio originale ma comunque godibile,oltre che delle recitazioni al limite della sufficienza,il film ha comunque degli ottimi spunti:prima di tutto la regia. Kubrick,ancora acerbo per quanto riguarda la sua tecnica registica successiva,a 25 anni lavora in modo eccellente regalandoci inquadrature splendide come un gioco di specchi per non parlare dell'ambientazione nel magazzino dei manichini. La colonna sonora da il giusto ritmo alla pellicole e la fotografia fa il resto.Tra l'altro il film non risulta essere nemmeno noioso perché veloe in molti punti e veloce in durata,nemmeno un ora e dieci di film.
Non è certamente un opera matura di Kubrik, s'intravvedono ancora acerbità nella scelta degli attori e nella storia, un noir carico di tutti gli elementi del genere, ma: la musica è un elemento caratterizzante il film, ritmica e sincopata, adatta nelle scene d'azione e inseguimento, molti simbolismi presenti in questo 2° film di Kubrik, utilizzata anche una sequenza onirica con riprese in "negativo" certamente interessanti per l'epoca, le interpretazioni sono un pò troppo asciutte, ma le riprese tipiche di Kubrik iniziano a vedersi, la regia non brilla così come la sceneggiatura per originalità, ma siamo sulla buona strada per ciò che verrà dopo
Il secondo lungometraggio di Kubrick risente, forse, un po' dell'età. La trama è banale e a parte qualche bella trovata (il sogno girato in negativo, il bicchiere scagliato contro la telecamera e il combattimento nel magazzino dei manichini girato con la camera a spalla) non rimane nient'altro. Bella la fotografia, firmata dal regista.
Bisogna conoscere tanto di Kubrick per apprezzare questo film e le metafore (?) che Kubrick vi inserisce. Nn mi sento alla'ltezza x interpretarlo fino in fondo! Cmq magistrale x l'epoca
il primo Kubrick... e uno dei meno interessanti. delle buone trovate ci sono, anzi delle bellissime trovata, ma nel complesso è un film un pò freddino e assolutamente incompleto... poi il finale è assolutemente banale. comunque, le premesse c'erano eccome
Mi è piaciuto moltissimo "Il bacio dell'assassino", secondo lungometraggio di Stanley Kubrick. Si tratta di un film molto breve ma costruito benissimo in ogni sua parte, fin nei dettagli. Bellissima le scena del sogno di David, realizzata al negativo.
se devo essere sincero,di kubrick ho preferito molto di più il suo film precedente(rapina a mano armata).forse è la trama che non mi ha colpito un granchè(nonostante sia stata narrata divinamente,probabilmente grazie ad un'azzeccato montaggio pieno di flashback),c'è da dire che le scene dell'inseguimento e quelle della fabbrica dei manichini sono veramente notevoli!tutto sommato è un buon noir,con una fotografia impeccabile.
Il secondo lungometraggio di Kubrick è un noir girato con mezzi alquanto modesti e tratta la storia di un amore fra due persone fallite: un pugile che non riesce ad emergere e una ragazza dal passato tragico. La loro perfetta simmetria è ben rappresentata nella scena iniziale, ognuno nel proprio appartamento, l'uno di fronte all'altro. Film con qualche ingenuità ma dalla fotografia folgorante, con delle scene ben curate come il sogno di Davy e la lotta nella stanza dei manichini. Gli attori principali, Smith e la Kane non sono il massimo nella recitazione, ma Frank Silvera, già apparso in Fear and desire offre una ottima caratterizzazione al suo personaggio.
nn sono d accordo con chi dice che questo sia un filmino, una semplice rova di regi per mr kubick.. l ho trovat odavvero molo originale, l soria mi è piaciuta molto per nn parlare oi del piano tecnico di regia, assolutamente perfetto e affascinante..bellissimo il finale tesissimo.un kubrick gi molto in forma.. eril mio utimo film che mi mancava suo..quindi classifica finale
1) 2001: odissea ello spazio 2) arancia meccanica 3) barry lyndon 4) shining 5) full metal jacket 6) orizzonti di gloria 7)il dottor stranamore 8) eyes wide shut 9) rapina a mano armata 10)spartacus 11) apina a mano armata 12) il bacio dell assassin 12) lolita
Noir di alto livello, caratterizzato da un personaggio principale verso cui non si può provare altro che simpatia. Eccellente la scena del combattimento nel deposito di manichini, memorabile il finale: grandioso!
Interessante noir frutto del precoce genio di Stanley Kubrick,il regista si affida ad una trama molto semplice per delineare l’esistenza di due “losers”,un pugile che non è mai riuscito a sfondare ed una ballerina dal passato tragico. Il lavoro del regista,allora 25enne,si concentra inizialmente sulla comparazione tra i due personaggi e sulle loro vite molto piu’ simili di quanto non si possa immaginare,successivamente l’inevitabile incontro fara’ sbocciare l’amore tra i due che verra’ messo in pericolo dall’ inserimento nel contesto dell'elemento ostile. Convincente la caratterizzazione dei personaggi,con lui disilluso ma pronto a tornare a combattere per crearsi una nuova vita,lei dolcemente fragile ma al tempo stesso ambigua. Lontano dai capolavori a cui ci avrebbe in seguito abituato,Kubrick firma un film comunque affascinante,dotato di notevoli spunti tecnici a partire dall’ottimo utilizzo della fotografia e dalla ricercatezza di alcune inquadrature che sfruttano spesso un particolare gioco di specchi.
beh...se io mi trovassi a fare un secondo film...e che tutto il mondo 50 anni dopo starebbe ancora li a commentarlo..significa ke è un buon lavoro. non eccelso certo..ma con 40000 dollari ke potrste pretendere?comunque un buon noir..di buon livello sicuramente.
Noir piuttoso acerbo per Kubrick, che rivela quelle che saranno le proprie capacità solo nella scena all'interno della fabbrica di manichini, ricca di tensione. Buon rodaggio, comunque, dato che da qui in poi il buon Stanley non fallirà un colpo, a partire dall'ottimo "Rapina a mano armata".
Niente di trascendentale, se si esclude l'inseguimento con annesso duello liberatore nel magazzino di manichini: in queste sequenze si scorge qualche scintilla di quello che sarà in futuro il "ragazzino" dietro la macchina da presa. Carina pure l'idea di utilizzare il flashback come stile narrativo. Certo, visto dopo la filmografia kubricchiana post-2001 fa un pò sorridere, ma neanche tanto, a dire il vero.
grande film che riflette la ricerca maniacale della realtà di Kubrick che assomiglia incredibilemente alla ricerca del vero del grandissimo Manzoni (secondo me era un suo grande ammiratore); fantastico il gioco degli specchi quasi sempre presenti negli interni; interessante è il combattimento tra il pugile e il datore di lavoro, infatti l'uso di armi medievali e i manichini che fungono da spettatori rimandano ad un combattimento fra gladiatori nelle arene romane
Potete trovarmi originale, ma questo film mi ha stupito notevolmente per i messaggi e lo considero grandissimo nonostante la sceneggiatura sia apparentemente banale (d'altronde Kubrick era agli inizi e doveva fare i soldi). Il film mostra il terribile egocentrismo umano che si scontra verso le emozioni e verso le persone. Quando il pugile si prepara per il combattimento è inquadrato e musiche solenni lo accompagnano; ma ogni tanto le immagini mostrano gli avvisi del combattimento che volano per strada o sono stracciati per terra. Il pugile, quindi, pensa che tutto ruoti intorno a lui, al suo "importante" combattimento. Kubrick, però, dimostra il suo vero genio nel momento in cui ci mostra il combattimento tra il pugile e il datore di lavoro della ballerina: i due combattono dentro un negozio di manichini con bastoni e forconi e per difendersi mettono in mezzo i manichini che vengono fatti a pezzi. E' un'allusione all'uomo che, inconsciamente, mette di mezzo gli altri di fronte alle proprie difficoltà. Il fatto che i manichini rappresentino le persone è giustificato, ovviamente oltre che dalle loro fattezze umane, anche da una scena in cui alcuni pezzi vibrano misteriosamente come se avessero vita propria. L'urlo del datore di lavoro della ragazza ucciso dal pugile è emesso quando è inquadrata la testa e i pezzi di manichini: potrebbe essere anche il loro urlo. Questa tematica è sottolineata anche dalla sceneggiatura: il pugile e la ragazza, pur di aver salva la vita si rifiutano a vicenda: il pugile fuggendo e lasciandola sola (reazione molto plausibile data la situazione) e la ragazza, più spietatamente, fingendo da ipocrita di non amarlo, ma di amare il suo datore di lavoro. Il lieto fine, che ha lasciato molti delusi, è reso ambiguo da Kubrick: i due "innamorati" possono vivere il resto della loro vita felici e contenti, ma allo stesso tempo una difficoltà come quella passata può separarli di nuovo. E' molto più facile elargire promesse che mantenerle.
Non è ancoral Kubrick della maturità espressiva, ma ci sono in questo brevissimo film (solo 64 minuti) i primi segni della genialità succesiva. Soprattutto la fotografia è accratissima: splendido bianco e nero, specie nelle scene di interni. Da vedere, anche perchè, tutto sommato, è un buon noir per quell'epoca.
Da questo film non si direbbe che questo regista 10 anni dopo avrebbe sfornato 2001. Lo stesso kubrick rinnega Killer's kiss così come Fear & Desire, anche se questa volta, a differenza del primo (secondo me molto piu bello) il film viene ditribuito. Killer's kiss è decisamente bruttino, sembra quasi un noir di serie b, le inquadrature sono fatte male, la fotografia è pessima (addirittura si vedono ombre della mdp sui muri e sugli attori) per non parlare poi della trama che è veramente banale. Ad ogni modo è un film molto importante per chi vuole seguire la crescita artistica di Kubrick. Dalle stalle alle stelle....
Il secondo lungometraggio di Kubrick mostra già in parte le potenzialità di quello che diventerà uno dei migliori registi della storia del cinema… Qualche colpo di genio (la soggettiva durante l’incontro con tanto di caduta al tappeto e l’uso del flashback, e del flashback all’interno del flashback, su tutte), un’ottima fotografia, qualche difetto (soprattutto nel montaggio), una storia un po’ blanda e l’interpretazione della protagonista lascia un po’ a desiderare… Naturalmente il paragone con i film successivi è impietoso ma nel suo piccolo il bacio dell’assassino si fa vedere e intrattiene il giusto…
Noir atmosferico dalle tinte fosche questo secondo lungometraggio di Kubrick, interessante per lo più per la stupefacente fotografia, espressionista e chiaroscurale e per la regia pulita. La trama è abbastanza banale, notevole invece l'uso del flashback, la buona seppur insistente colonna sonora e gli echi wellesiani. Tutto sommato un buon film lontano logicamente dai capolavori successivi ma che già lascia trapelare germi di genialità. Sorpresa.
Il secondo film di Kubrick (il primo fu “Paura e desiderio” del 1953) , anche se lontano dai capolavori che segneranno la storia del cinema, resta sempre un film fascinoso. Girato in 20 giorni e con 70000 dollari il film è particolarmente interessante per la fotografie delle strade esterne e per l’aria torbida che si respira. Molto movimentato il finale, ma la sceneggiatura langue un pò.
Film di grande stile narrativo vicino al classico anni '40: la sceneggiatura scorre come la lettura di un buon libro "noir". Kubrik inserisce nel film gli ingredienti giusti: già sperimentati e affermati nella letteratura americana del genere negli anni'40. Sperimentazione fotografica delle riprese sulle strade in bianco e nero ricca di risultati apprezzabili. Strade presenti nell'incubo- sogno del pugile in forma di negativo: dà l'idea di un esterno irreale da cui può giungere una minaccia intuita, fantasmagorica. Contenuto di buon spessore etico: l'amore trionfa lungo una verità di confessioni leali e sincere che scavano nella profondità dei problemi della propria vita. Il cattivo suscita nella donna un erotismo ingannatore: subdolo e confuso perché inaspettatamente violento. Il sesso è presente dapprima in forma fatalista e ignara poi si stempera, grazie alle strutture del dialogo, in sentimenti d'amore noti e ben collaudati.
Bisogna conoscere qualcosina di Kubrick per apprezzare questo film e le miriadi di metafore che Kubrick vi inserisce; sinceramente poco altro, addirittura sfogia un lieto fine inconsueto.
Il bacio dell'assassino è un thriller giovanile di Kubrick. E' piuttosto semplice, ma già con le idee chiare. E' inoltre ben costrito ed appassionante. In un paio di sequenze ricorda secondo me Orson Welles, come nella scena dei manichini alla fine, che personalmente mi ha ricordato la famosissima scena degli specchi in "La signora di shangai". Chiaramente non è all'altezza di "Rapina a mano armata", ma è comunque un ottimo poliziesco.