il cameraman e l'assassino regia di Rémy Belvaux, André Bonzel, Benoît Poelvoorde Belgio 1992
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il cameraman e l'assassino (1992)

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locandina del film IL CAMERAMAN E L'ASSASSINO

Titolo Originale: C'EST ARRIVÉ PRČS DE CHEZ VOUS

RegiaRémy Belvaux, André Bonzel, Benoît Poelvoorde

InterpretiBenoît Poelvoorde, Jacqueline Poelvoorde-Pappaert, Nelly Pappaert

Durata: h 1.35
NazionalitàBelgio 1992
Generethriller
Al cinema nell'Ottobre 1992

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Trama del film Il cameraman e l'assassino

Colto e allegro, Benoît č un omicida periodico dedito all'eliminazione di "pesci piccoli" (vecchi, pensionati, donne sole). Una piccola troupe lo segue e filma i suoi delitti. Delitto dopo delitto la distanza tra l'assassino e chi lo filma diminuisce fino ad annullarsi.

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Voto Visitatori:   7,58 / 10 (24 voti)7,58Grafico
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Voti e commenti su Il cameraman e l'assassino, 24 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Evarg Nori  @  24/10/2023 14:14:44
   6 / 10
Scritto dal trio di registi esordienti(nonchè co-produttori e interpreti del killer e della troupe)un pò l'incrocio tra "Cannibal Holocaust" ed "Henry-Pioggia di sangue" che per satira del giornalismo e impennate sopra le righe potrebbe aver ispirato "Assassini Nati".In patria e non solo si è fatto notare,e comprensibilmente visto il periodo in cui certi film non erano ancora comuni come oggi.E infatti rivisto oggi ci può stare giusto come film estremo dalla violenza fredda e impassibile(salvo qualche tocco di umorismo acre)con un killer che un pò anticipa certi personaggi tarantiniani( narcisista logorroico che tra un uccisione e l'altra filosofeggia o recita poesie)ed è tecnicamente competente.Ma il tema della critica dei media è puramente decorativo,così come il pur non spiacevole b/n.Il compiacimento prevale,la fasscinazione morbosa è palese e la conclusione con classica morte in diretta scontata.Il titolo originale significa "è successo nel tuo quartiere".

alex94  @  09/01/2023 10:01:17
   8 / 10
Tra le pellicole più interessanti degli anni 90,un falso documentario brillante e di rara raffinatezza nel quale seguiamo le azioni lucide e ciniche di Ben,un serial killer, e della troupe che lo segue nelle sue malefatte, fino a divenire loro stessi complici dei suoi crimini ( un po' come lo spettatore che guarda).
Tematiche forse non nuovissime ma affrontate con un piglio fresco e visionario.
Perfettamente interpretato,realizzato e terminato tra mille difficoltà è certamente una pellicola che vi rimarrà in mente per moltissimo tempo, provocatorio e disturbante come poche altre opere.

Boromir  @  20/10/2022 00:03:24
   8 / 10
Una definizione di film estremo, di quelli che sanno mescolare i generi popolari più disparati (docu-fiction, noir, grottesco, horror, commedia nera), riuscendo a evolverne le implicazioni teoriche. Il fascino dell'opera scaturisce nelle sue ambiguità intrinseche, e per indagare sulla natura del nostro voyeurismo pone al centro di tutto un serial killer colto, spiritoso e comunque crudele, epitome di un tarantinismo ante litteram. L'aver declinato il discorso al linguaggio del mockumentary contribuisce a diminuire la distanza che la macchina cinema (e lo spettatore stesso) tiene di fronte all'esibizione dura e realistica delle efferatezze. Al netto di qualche lungaggine, un esperimento riuscitissimo sulla fascinazione multimediale per la violenza, al quale Oliver Stone risponderà con derive ancor più folli, sperimentali e psichedeliche (Natural Born Killers).

Goldust  @  18/03/2021 16:41:03
   6 / 10
Molto innovativo per i tempi, con questa troupe che segue i passi di un killer squilibrato durante il suo lavoro, ma anche un lavoro che cammina costantemente sul baratro del cosiddetto esercizio di stile, più interessante nella forma che nel contenuto. La scelta del bianco e nero gli infonde un'ulteriore dose di mistero ma anche qui andiamo poco oltre il comparto visivo; c'è da dire che il protagonista Poelvoorde, che è anche uno dei tre registi, ha la faccia da matto ideale per la parte.

benzo24  @  03/06/2020 19:43:59
   8 / 10
"Il Cameraman e l'Assassino è un film atipico. Girato in un anacronistico bianco e nero da tre (aspiranti) registi, è stato forse il primo mockumentary nel senso attuale del termine ad arrivare al grande pubblico.

Perché film atipico, allora? Perché Il Cameraman e l'Assassino sembra rifiutare, fondamentalmente, l'idea alla base del mockumentary, ovvero quella di "cinema verità". In quest'opera manca fondamentalmente l'idea di riflettere il reale: è esagerata, esasperata, grottesca, iperbolica.

Una troupe di tre ragazzi sta realizzando un documentario che racconti la vita di un killer. Il killer in questione si chiama Ben che tra una bevuta e l'altra, una poesia e un pranzo in famiglia, una visita a casa di amici e un incontro di boxe, uccide uomini e donne, vecchi e bambini per poi rubare il loro denaro.
La troupe, che filma tutte le gesta dell'uomo, si ritroverà a divenire complice dello stesso.

Ben, l'assassino, è un serial killer che vive ammazzando e rubando i soldi delle sue vittime. Rubare però non è essenzialmente il motivo per cui uccide: essere un assassino fa parte della sua natura, non più uomo ma soggetto, che ha motivo di esistere proprio perché viene ripreso.
Narcisista, folle e logorroico, Ben si rivela un fiume in piena di fronte la camera. Un essere spietato e persino affascinante ma triste nel suo essere "ai margini", un outsider che non vede l'ora di primeggiare e che trova nella troupe cinematografica un modo per farlo.

Ben non sembra provare veri sentimenti, uccidere lo rende vivo ed è il proprio modo per auto-affermarsi, lo capiamo soprattutto quando uccide volontariamente un suo amico sparandogli e poi continua a mangiare un pezzo di torta come niente fosse, rendendo palpabile il terrore che provoca nei suoi "seguaci" ma che si mischia con l'ammirazione degli stessi.

La troupe lo segue. inizialmente lo fa con il solo scopo di "raccontare" ma, lentamente, viene risucchiata dal vortice di violenza che l'assassino rappresenta. Se inizialmente il suo scopo è mostrare la realtà di un serial killer in maniera distaccata, in un secondo momento diventa parte attiva delle attività di Ben, godendone in maniera scellerata, arrivando ad aiutarlo prima con il suo silenzio e poi divenendo parte attiva delle scelleratezze psicotiche dell'uomo. Se Ben è una forza malvagia ma a tratti primordiale i membri della troupe sono l'umanità che da quella malvagità si fa attrarre e possedere divenendone riflesso.


In uno dei momenti più belli e interessanti della pellicola, Ben e la sua troupe si incontra/scontra con una troupe televisiva.
La differenza tra i due gruppi non viene subito colta dal killer che li definisce "colleghi". Al che Remy, il regista, spiega la sostanziale differenza tra i due: "noi facciamo CINEMA". Ecco, è in quella scena o meglio in questa frase che il senso di un film come Il Cameraman e l'Assassino viene a galla. Il rifiuto del cinema verità in un finto documentario, la consapevolezza di essere finzione, cinema, un mezzo che la realtà la rielabora, così diverso dal mass media televisivo che ha invece la pretesa di riproporla tale e quale. In una frase sola uno dei capostipiti del mockumentary contemporaneo rifiuta l'idea stessa alla base del mockumentary contemporaneo negandone l'essenza.

La succitata scena è però anche l'occasione per rifiutare l'idea di una TV che pretende di raccontare la verità, un atto denigratorio verso un mass media che spaccia una realtà contraffatta per verità, senza sporcarsi, osservando di nascosto, dal buco della serratura. Un confronto impari tra cinema (povero di mezzi) e televisione (ricca e seducente), con il cinema che uccide il concetto di "spettacolo" televisivo."

Jokerizzo  @  17/02/2020 11:51:56
   9½ / 10
Disturbante e malato! Un CULT nel suo genere!

VincVega  @  28/03/2018 16:32:34
   7½ / 10
Un finto documentario da vedere questo "Man Bites Dog". Caratterizzazione sorprendente del protagonista, ragazzo brillante e acculturato, da un'apparente "normale" vita quotidiana, con interessi anche di un certo spessore (gallerie d'arte, pianoforte), in realtà anche assassino che compie un numero indicibile di efferatezze. E la troupe, da prima vagamente diffidente, fino ad immedesimarsi con il killer e diventandone complice delle sue malefatte.
A dir la verità non tutto mi convince

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Comunque ci si deve ricordare che "Il Cameramen e l'Assassino" è stato realizzato con l'equivalente di 33.000 dollari, un vero micro budget.
Pellicola che è una critica alla televisione e mass media, ma soprattutto a noi stessi, complici delle nefandezze di un assassino, guardando con curiosità quello che fa, voyeur di morte, spettatori di programmi che spettacolarizzano gli omicidi. Siamo noi.

Jolly Roger  @  03/06/2015 23:35:30
   7½ / 10
Film belga (titolo originale: C'est arrivé près de chez vous) abbastanza dimenticato, ma considerato un piccolo cult.
Il film è girato da tre amici per la loro tesi in cinematografia. L'intento è quello di mostrare quanto i media possano spingersi oltre il limite dell'etica. E' un film che anticipa i tempi, essendo girato con la tecnica del mockumentary (siamo nel 1992, a quell'epoca questa tecnica era stata utilizzata - mi sembra - solo da Deodato in Cannibal Holocaust). In sostanza, una troupe riesce a mettersi in contatto con Benoit (un serial killer) e da quel momento in poi riprenderà ogni aspetto della sua vita, col fine di realizzare un documentario.
Benoit è incredibile. È prolisso ai limiti della sopportazione, narcisista e commediante, di fronte alla telecamera è uno show-man capace di intrattenere scherzando, suonando il piano e recitando poesie con la stessa naturalezza con la quale spiega, alla troupe, i trucchi per zavorrare i sacchi dei cadaveri, in modo tale che non vengano più a galla.

"Anziani e bambini, il doppio del peso. Vengono a galla più facilmente, perché hanno le ossa porose".

Vediamo Benoit che presenta i suoi nonni e sua madre, Benoit che si ubriaca al bar con gli amici, Benoit che ci fa conoscere le sue donne, Benoit che suona, Benoit che gioca e scherza con i bambini al parco – ma, un momento dopo, vediamo Benoit che uccide, e lo fa con una freddezza spietata. Uccide per soldi, ma anche per gioco; perché è il suo desiderio, la sua natura. Il tutto, mentre la troupe, indegnamente, riprende i crimini senza intervenire.
La schizofrenia di questo delirante personaggio è tutta nella gelida indifferenza con la quale, dopo aver ucciso un proprio amico per un colpo di pistola partito accidentalmente, continua imperterrito a mangiare, come se nulla fosse.
L'ascendente che il killer ha sulle persone che lo circondano è magnetico – persone che, come bambole, gli dimostrano affetto e devozione, a lui che nessun sentimento, probabilmente, nutre verso di loro. La stessa troupe subisce questo ascendente: man mano che il film va avanti, essi – che inizialmente si limitavano a riprendere gli omicidi (cosa peraltro già di per sé ignominiosa), cominceranno a giocare una parte attiva, ad aiutarlo.
E' proprio vero quel che ho letto in un precedente commento: il film presenta, dapprima, un serial killer ripreso da una troupe. Col passare del tempo, la troupe ed il killer diventano una cosa sola, complici, una squadra di morte.
Alla fine, anche lo spettatore si fonde con il killer e la troupe, diventando egli stesso un loro complice, a causa del morboso voyerismo che lo ha portato a vedere fino in fondo questo film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/06/2015 00.26.13
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ferzbox  @  28/05/2015 18:06:02
   7 / 10
Probabilmente si parla del primo mockumentary della storia; almeno per quanto ne so....anno 1992,quindi.....
Spiazzante,non credevo di trovarmi davanti ad una produzione del genere; questa pellicola belga,girata totalmnete in bianco e nero,vede per protagonista Benoit,un killer di anziani e persone indifese che si fa riprendere da una troupe cinematografica per fare un film su se stesso e il suo modo di guadagnarsi da vivere; depredare le case delle sue vittime facendo finta di essere una persona per bene con una famiglia affettuosa e tanti amici affezzionati a lui....come se le riprese fossero dedicate a qualcosa di assolutamente normale; come se uccidere a sangue freddo o fare violenza(bambini compresi se necessario) fosse un lavoro come un altro.
La complicità tra Benoit e i ragazzi della troupe è quasi di pura amicizia(grottesco vedere che qualcuno approvava il suo stile di vita)...lo stesso benoit sembra essere un libro aperto per i suoi amici quotidiani(esclusa la troupe),creando un contrasto davvero originale per essere una pellicola prodotta in un periodo ancora povero di queste tematiche.
Benoit è un personaggio che funziona molto bene grazie al suo "eccentrico" carisma,ma personalmente,dopo una quarantina di minuti,stava cominciando a nausearmi un pò....in alcuni punti,anche se capivo che faceva parte del suo stile, l'ho trovato un film troppo esasperato ed inverosimile...
Comunque,a suo modo,è un prodotto interessante....per gli amanti dei mockumentary e del cinema "crudo" potrebbe risultare una bella sorpresa...

Spera  @  21/08/2014 16:35:35
   8 / 10
No!! Ma che sorpresa!!
Addirittura un film del '92 che usa lo stile mockumentary e un bianco e nero con una grande maestria, fondendo insieme le due cose e ottenendo un prodotto davvero artistico e disturbante.
Un film anomalo che senza sapere l'anno di uscita mi ha fatto pensare alla nouvelle vague francese,per poi ricordarmi la brutalità e il disturbo di 'Arancia Meccanica'.
L'attore protagonista azzeccatissimo ci rende complice con la sua troupe di terribili delitti che vengono puntualmente registrati, il tutto raccontato in modo grottesco attraverso un' ironia cinica e tagliente.
Forse a metà risente di qualche mancanza per poi riprendersi nel finale lasciando di stucco: la semplicità e la leggerezza con cui l'occhio meccanico ci mostra certe efferatezze sono davvero sconcertanti.
La visione mi ha lasciato parecchio ehm...disturbo ma anche parecchio soddisfatto.
Ancora una volta grande cinema dal Belgio.
Consigliatissimo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/07/2013 15:29:57
   7½ / 10
Adesso si parla di mockumentary ma all'epoca una pellicola del genere era un oggetto difficilmente descrivibile che provoca sensazioni contrastanti. Il serial killer è veramente un personaggio bizzarro, logorroico e per certi versi può incutere simpatia. E' sempre davanti alla macchina da presa che parla in continuazione ma in fondo sappiamo molto poco di lui. Pensi ai serial killer e subito sei portato ad associare a fantasie sessuali perverse e morbose eppure in apparenza non ha nulla di tutto ciò.
Ciò che lo rende disturbante è questa messa in scena asettica, poco compiaciuta anche nei momenti potenzialmente più forti come la scena dello stupro giocata su registri grotteschi come tutto il film, perchè la personalità debordante di Benoit trascina gli stessi autori da osservatori neutri a fare gruppo con lui stesso, a partecipare.
E' una graduale anestesia che il mezzo di ripresa sia cinematografico che televisivo (geniale l'incontro tra le due troupe) che porta lo spettatore all'indifferenza verso gesti efferati ma che diventano ripetitivi. La verità viene artefatta da una messa in scena ideata da un pazzo con la complicità della crew e anche dal nostro voyerismo.

Oskarsson88  @  22/04/2013 23:29:07
   7 / 10
grottesco sperimentale dalle tinte ironiche..molto particolare, anche se gli manca qualcosa. comunque va premiato per lo stile fuori dal comune e per aver creato un film con pochissimi soldi..

7219415  @  22/04/2013 12:07:41
   6½ / 10
Particolare...però non mi ha entusiasmato molto..

danielplainview  @  25/01/2013 09:28:27
   8 / 10
Un film cinico, spietato e ironico. Con un bianco e nero favoloso e una fotografia eccellente.

gianni1969  @  12/01/2013 16:43:41
   9 / 10
un cult assoluto,inquietante,disturbante,maledettamente feroce,praticamente sconosciuto dato i cosi' miseri voti. assolutamente da recupeeare

sweetyy  @  25/10/2012 04:29:07
   7½ / 10
Brillante e inquietante. Punta il dito contro i mezzi di comunicazione di massa.
Apparentemente sembra una commedia, ma in realtà è tutt'altro..L'ho trovato abbastanza disturbante.

marfsime  @  11/06/2011 14:53:52
   8 / 10
Avevo già visto un remake più recente..ora ho visto l'originale e debbo dire che questo è sicuramente superiore. Ottimo mockumentary che mostra le "gesta" di un sadico e pazzoide serial killer che uccide solo per il gusto di far fuori le persone..il gruppo di cameraman e tecnici al seguito che lo filmano rimangono quasi affascinati dalla sua figura ed alla fine finiscono per commettere anch'essi delle efferatezze. Un po irrealistica però la dinamica dei fatti..soprattutto per il fatto che la troupe non batta ciglio ad ogni massacro oppure anche nella scena del colpo di pistola partito accidentalmente al killer..nessuno sembra quasi osare dire nulla e l'episodio prosegue tra l'indifferenza totale. Piccola pecca nel finale dove non si capisce chi spara (non aggiungo altro per non spoilerare). Comunque ottimo esempio di mockumentary..da vedere.

pinhead88  @  07/03/2011 16:57:47
   6 / 10
Non mi ha reso partecipe come credevo, anzi mi ha pure abbastanza annoiato.
Ottima però la scelta anacronistica del b/n.

Guy Picciotto  @  28/02/2010 16:50:24
   8½ / 10
spiritoso, divertente, eccitante, satirico, bizzarro, disturbante, violento, noncurante, scioccante, lo-fi, sardonico

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  20/10/2009 11:37:31
   7 / 10
Sicuramente uno dei più amorali, feroci, esecrabili, disturbanti film che abbia mai veduto.
Pare, in un primo momento, di rivedere Godard e Belmondo: ma è tutt’altra cosa. Esiste qui, soprattutto, una sorta di perverso accordo tra la troupe e l’assassino: da una parte Ben offre l’omicidio alla cinepresa, mentre dall’altra la cinepresa ricambia dando luce ai suoi atti abominevoli, alleviandone la solitudine e accontentandone l’esibizionismo. Chi dei due disgusta maggiormente?
L’assassino frequenta i locali, pratica la boxe, suona il piano, festeggia il compleanno, va a far visita ai suoi familiari. Intanto ammazza indistintamente (o quasi) uomini, donne, bambini, anziani, neri; e recita monologhi disumani - mentre la troupe lo segue ovunque e si rende partecipe di tutto.
Il suo umorismo immondo respinge, repelle, provoca indignazione e, se un poco attira (gli elementi abietti divengono tre: il cameraman, l’assassino e lo spettatore), ci rende complici e ci invita a disprezzare noi stessi.

DarkRareMirko  @  22/06/2008 15:01:56
   8 / 10
Bella sorpresa dal Belgio di un originalità disarmante; buon livello di violenza che fà da ossimoro all'entusiasmo e alla simpatia dell'assassino che, quando non è impegnato nelle sue malefatte, si dimostra un vero amico.
Molto weird, di un abbastanza contenuto livello esploitativo, è un film consigliatissimo, che deve essere visto.
Finale azzeccato, ma forse un pò trito; è sicuramente la aprte meno originale di tutto il film.


Messaggio di fondo chiarissimo (contro il vouyerismo); più guardi, più diventi complice di ciò che guardi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  22/02/2008 00:14:42
   7½ / 10
L'idea di partenza e'originalissima e il film anticipa di parecchi anni "The Blair Witch Project",dando il via al trend del cinema-verite'tanto in voga in questi ultimi tempi...parliamo di un prodotto amatoriale girato con pochissimi mezzi (e'la tesi di laurea dei tre registi),un'opera prima acerba e stracolma di ingenuita',una parodia forzata ma allo stesso tempo ipnotica e disturbante,con un protagonista eccezionale,credibile e sempre perfettamente in parte(da urlo i deliranti monolighi tra il serial killer e la troupe)...purtroppo nell'ultima mezz'ora i registi corrono alla ricerca del classico(e in questo caso scontatissimo)colpo a effetto,banalizzando una prima parte in cui avvenimenti e omicidi scorrono in parallelo senza alcuna progressione narrativa...questo ovviamente indebolisce la riuscita complessiva del film,ma in quanto a coinvolgimento e realismo Il Cameraman E L'assassino non ha rivali,per un'idea di base da premiare a pieni voti.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

phemt  @  09/10/2007 16:04:56
   7½ / 10
Misconosciuto serial killer movie proveniente dal Belgio divenuto negli anni grazie al passaparola praticamente un cult… Mockumentario (cioè finto documentario) girato in bianco e nero sgranato dai tre esordienti registi (Belvaux, Poelvoorde e Bonzel) che seguono le gesta (e che finiscono per subirne il fascino malato) di Benoit Patard (lo stesso Poelvoorde) crudele assassino conclamato che uccide a sangue freddo quando in azione, ma che è anche in grado da vero istrione di intrattenere la crew che lo segue (e lo spettatore che guarda il film)…
Praticamente senza una colonna sonora il film brilla per l’incrocio tra cinema veritè e intrattenimento aprendo anche diversi spunti di riflessione (il fatto che la crew a poco a poco si faccia coinvolgere totalmente da Benoit su tutti) purtroppo poco approfonditi, ma soprattutto brilla per i monologhi del protagonista davvero ottimi e sempre interessanti grazie anche alla bravura di Poelvoorde perfettamente in parte…
Nell’avanzare della vicenda il film mostra però i suoi limiti: prima di tutto un’eccessiva ripetitività che può far nascere un po’ di noia nello spettatore e, secondariamente, a tratti i tre registi danno l’impressione di non essere completamente padroni della situazione (e basti pensare ai monologhi di Belvaux in ricordo degli amici) facendosi un po’ scappare di mano il film…
Girate ottimamente le scene di “home invasion” sia sulla vecchia che sulla famiglia (ma che bello, nella camera del bambino ci sono i poster di Ken Il Guerriero e de I Cavalieri dello Zodiaco) e una menzione speciale per la scena di omicidio durante la festa del ritorno a casa…
Malgrado qualche difetto e qualche spunto che poteva essere approfondito di più Il Cameraman e l’Assassino è un buon film che si merita la sua visione da parte di tutti gli appassionati del genere…

Curiosità: a quanto pare Il Cameraman e l’Assassino è la tesi di laurea di questi tre ragazzi, non per nulla il film fù girato sfruttando parenti e finanziamenti di amici, uno dei tre registi (Belvaux) è morto suicida pochi anni fa… Pare anche che questo fosse uno dei film preferiti da Lucio Fulci (non so perché ma la cosa mi suona un po’ strana)…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  29/11/2006 11:53:12
   8½ / 10
anche conosciuto come 'il cameraman e l'assassino', questa perla belga gioca con il voyeurismo dello spettatore, rendendolo complice e partecipe alla vicenda del protagonista, un pazzo e affascinante assassino senza alcun rimorso e con un grande carisma, e i ragazzi che lo riprendono, affascinati e dalla sua figura così magnetica ed enigmatica.
in bianco e nero e girato in maniera quasi amatoriale, è un film straniante e molto violento, soprattutto da un punto di vista psichico.

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