I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
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Probabilmente uno dei migliori film italiani degli ultimi 10 anni, quello che più mi ha sorpreso è la coralità, un gioco di incastri per nulla facile che svela il giusto senza far capire troppo ma dando solamente quelle informazioni che stuzzicano la fantasia dello spettatore e lo invogliano a proseguire. Una serie di personaggi interessanti, forse talvolta un po' stereotipati quello sì, ma direi abbastanza comuni e realistici, soprattutto per un ambiente cittadino.
Per quanto riguarda la recitazione non sono tutti allo stesso livello, quelle che mi sono piaciute meno sono la moglie dell'affarista e la ragazza, non sempre naturali specialmente la prima ostenta troppo certe espressioni. I migliori invece il ragazzo schizofrenico e il padre della ragazza.