I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
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film imponente di virzì, sicuramente il migliore di quelli che ho visto del regista toscano. messa in scena formale e inappuntabile, con costruzione dei personaggi resa benissimo dagli attori, tutti degni di nota, ad eccezione di un lo cascio che ho trovato fuori luogo e in tono minore rispetto ad un gigantesco gifuni e a un credibilissimo bentivoglio. nonostante il libro sia ambientato nel connecticut, virzì e riuscito a trasporlo in brianza in modo fantastico, delineando stupendamente questo nostro martoriato paese roso dalla voglia di denaro e abitato da una genia di arrampicatori sociali ributtanti e da una classe apicale priva di ogni anelito di umanità. unica nota lieta viene rappresentata da serena, la sola insieme alla golino, a mostrare sentimenti umani, in una provincia che adora un solo dio, la ricchezza.