il colpevole - the guilty (2018)

ritmo incalzante da vedere

iI sette se lo merita tutto, il mezzo e per la capacità di aver utilizzato un solo attore una sola stanza. Film a mio avviso che deve essere visto per comprendere realmente la capacità di espressione del cinema che qui è ridotta ad un forma inconsistente e formidabile solo di trama e parole.

Quando voglio dormire, non prendo più melatonina ma inserisco nel lettore questo film, che di intrattenimento ha ben poco.
5 regalato solo perchè è a basso budget.

Bel thriller danese tutto incentrato sul bravo protagonista. La tensione non è nei movimenti di scena ma nei dialoghi. Durata corta ma giusta.

Particolare, come se fosse un film per radio. Unica stanza, solo un protagonista e diverse voci telefoniche. Colpo di scena interessante a 3/4 di film. Attore bravino.
Più che sufficiente.

Buon thriller danese di poche pretese girato interamente all'interno di un paio di stanze.

Carino

Niente da fare, i danesi ci sanno veramente fare: ti sfornano un thriller serrato ed avvincente girato interamente in una stanza, senza alcuna azione, tutto giocato sulle telefonate di quello che è praticamente l'unico attore in scena e sulle continue botte psicologiche provocate dai colpi di scena che si susseguono uno dopo l'altro. Ma il gioco non sarebbe riuscito senza la prova monumentale di Jakob Cedergren, un vero fuoriclasse.
Assolutamente da vedere.

Film che crea una buona dose di tensione nonostante sia interamente ambientato in una stanza. Molto interessante

Un'idea originale su un cinema che nell'era del dover sempre mostrare tutto e ad ogni costo decide di non mostrare nulla che non siano le emozioni del protagonista: è un trionfo di fuori campo, suoni lontani e lavoro d'immaginazione dello spettatore. Ed è innegabile, almeno per metà del film, che la giocata riesce e questo thriller "immobilista" sui generis funziona bene: poi inevitabilmente finisce per adagiarsi un po' nella sua staticità e il colpo di scena finale, atteso, non riesce del tutto a dare la sterzata finale di cui la pellicola aveva bisogno. Eppure, nella sua estrema semplicità, è un film coraggioso e intrigante che merita di essere visto.

...cast ridottissimo!

Più che un film..ci si immedesima sul lavoro di un poliziotto che gestisce le emergenze al telefono,si può benissimo non guardre la tv e il risultato non cambia,un buon film che riesce ad essere abbastanza intrigante,ma certamente non consigliato a chi vuole anche un film più FILM. Per farsi un idea di che genere si tratti bisogna recuperare "In linea con l'assassino" che a me è piaciuto di più,anche perché meno monotematico

Sono veramente euforico, cit.
Un thriller da camera assurdo, con la cinepresa fissa sul nostro protagonista mentre succede tutto fuori campo.
La sceneggiatura è perfetta, ed è ovvio che per reggere 90 minuti di telefonate hai margine d'errore 0. E il fatto che ti trasmetta tensione come e più di tanti thriller in cui è tutto in scena è miracoloso.
Oltre all'indagine sulla donna in pericolo (?) abbiamo anche un mistero che circonda il protagonista.
La vicenda è tesa, mette spesso a dura prova i nervi dello spettatore che pur non vedendo teme per alcuni personaggi. Forse proprio perché non vede.
Grandissimo Jacob Cedergren che con un'ottima prova sfaccetta un personaggio assai più complessa del classico "poliziotto eroe" che ci si aspetta.
Ovviamente la tecnica del piano sequenza montato non può che venire incontro alle necessità della sceneggiatura, visto che si svolge tutto in tempo reale.

Premessa: io sono una che si annoia facilmente al cinema durante i primi minuti. E The Guilty non mi ha annoiato. L'ho visto in lingua originale (danese) al TFF 36 e mi ha letteralmente tenuto con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Non so se è stato doppiato male e non rende, ma l'attore protagonista è bravissimo (almeno nella VO anche per come usa la voce)

Carino, riesce a tratti ad essere anche avvincente, nonostante sia un'ora e mezza d'inquadratura fissa in primo piano dei peli del naso di un poliziotto che parla al telefono.
Tutto sommato, se si spegnesse il video e si ascoltasse solo l'audio non cambierebbe molto.
Ecco, immaginatevi un film da seguire per radio.

fatto benino ma sa tutto molto di già visto da "locke" e da "in linea con l'assassino " e altri . nessuna particolare invenzione a giustificare un voto maggiore

Il telefono protagonista come, ad esempio, ne "Il terrore corre sul filo" ma un'unica stanza, anzi due, dove raccontare i fatti. Una bella scommessa che viene vinta grazie all'accuratezza della sceneggiatura, capace di trasferire angoscia allo spettatore non solo attraverso le piccole rivelazioni ed i colpi di scena nascosti nella storia, ma anche grazie all'efficace lavoro sui particolari dei rumori, sulle esitazioni delle voci, sulle ansie dell'operatore. Un piccolo gioiellino danese girato con pochi soldi e tante idee che ogni amante del thriller dovrebbe vedere.

Particolare ma riuscito.

Può un film girato con due spiccioli, con praticamente un solo attore e la regia che ne riprende il viso per un ora e mezza, essere comunque godibile e intenerti incollato per tutto il tempo allo schermo? No, mi sono abbiocata varie volte.
Non do un voto più basso perché comunque la vicenda ha il suo perché, ma per questo genere di film ci vuole davvero la pazienza di un Papa.

L'unico attore è molto bravo, per forza di cose lui deve reggere tutto il film. La storia ti prende ma non mi sento di dare un voto altissimo.

Mi è piaciuto molto.
Ambientazione scarna e fredda.
Un solo protagonista fisico. Voci al telefono.
Buon climax di angoscia.
Merita una visione sicuramente.

Dal trailer pensavo fosse meno pesante. Invece è un mattone, comunque tra uno sbadiglio e l'altro si riesce ad arrivare alla fine. Il tutto si svolge tutto nell'ufficio del servizio di emergenza della polizia.

Di film ambientati in ambienti angusti e ristretti se ne sono visti a bizeffe e quando è solo il telefono a comunicare con gli altri anche, vedi il recente Locke per esempio. Ma quando hai un ottimo attore ed un'ottima sceneggiatura a supporto il risultato non può che essere positivo. Chiaramente il protagonista è "parcheggiato" presso la centrale operativa perchè ha commesso qualcosa di brutto nel servizio di pattuglia, quindi è percepibile la sua voglia di riscatto. Molto buona la caratterizzazione del personaggio, abbastanza freddo fondamentalmente ma con scatti di emotività che possono essere controproducenti per un lavoro del genere. Proprio questo miscuglio di emotività e diversi stati d'animo di questo unico tramite verso il mondo esterno di Copenaghen e delle sue storie, che genera tensione e suspence con qualche buon colpo di scena. Sinceramente non si può pretendere di più da quasto piccolo gioiello.

E' incredibile come un film come "The Guilty" possa fare tanto, nonostante le poche armi a disposizione, una location e un attore fisico, poi ci sono quelli vocali. Ma non dimentichiamo la sceneggiatura, capace di portare avanti la trama senza dimenticare il background del protagonista. Realizzato molto bene, "The Guilty" fa restare incollati alla poltrona e soprattutto dimostra come il cinema non ha per forza bisogno di budget da 200 milioni di dollari per raccontare qualcosa. Con pochi mezzi, riesce anche a scavare nell'animo umano e dare un notevole profilo psicologico.