il diritto di uccidere regia di Nicholas Ray USA 1950
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il diritto di uccidere (1950)

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locandina del film IL DIRITTO DI UCCIDERE

Titolo Originale: IN A LONELY PLACE

RegiaNicholas Ray

InterpretiHumphrey Bogart, Gloria Grahame, Frank Lovejoy, Carl Benton Reid

Durata: h 1.31
NazionalitàUSA 1950
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1950

•  Altri film di Nicholas Ray

Trama del film Il diritto di uccidere

Dixon Steele, sceneggiatore hollywoodiano e reduce della Seconda guerra mondiale, è soggetto a improvvisi scoppi di violenza. L'uomo viene sospettato di avere ucciso una ragazza, ma viene discolpato da una vicina di casa che si prende una cotta per lui. La loro relazione viene compromessa dal dubbio che l'uomo sia un vero assassino.

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Voto Visitatori:   8,45 / 10 (29 voti)8,45Grafico
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Voti e commenti su Il diritto di uccidere, 29 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  11/04/2021 13:30:30
   8 / 10
Pellicola non scontata con una trama originale e un'ottima suspense. Splendidi i due protagonisti, finale riuscito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/04/2020 00:15:31
   8 / 10
Dei primi film noir di Ray questo è quello che mi è piaciuto di piu', forse piu' completo e ben fatto.
Bogart è un uomo facile all'ira sospettato di un omicidio, freddo e distaccato anche per il lavoro che svolge...scrive infatti sceneggiature, spesso di noir appunto, per il cinema.
Al centro del film il dubbio che sia lui o meno il carnefice, un dubbio che assale sempre piu' le persone che gli stanno accanto.
Superba prova di Bogart, una delle sue migliori a mio avviso.
Un film che tiene incollati alla sedia.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  02/03/2019 01:44:39
   8 / 10
Tra il noir e la storia d'amore, pellicola anni '50 che poggia su una sceneggiatura ben scritta e sul divo immortale Humphrey Bogart.
Non ebbe molto successo di pubblico, forse per via del finale, ma risulta ancora oggi un pellicola di grande pregio.

mrmassori  @  30/04/2016 15:29:36
   9 / 10
Grandissimo Film mischiando i tratti del noir e del thriller, con una delle interpretazioni migliori del mitico Bogart. Anche la Grahame impeccabile nel suo ruolo. registicamente ineccepibile e coninvilgente. Assoultamente da vedere

_Hollow_  @  03/11/2014 01:06:16
   9 / 10
Nulla da riferire che non sia stato già ampiamente descritto nei commenti precedenti. Faccio notare solo come a volte il protagonista sia stato chiamato Steel quando il cognome sarebbe Steele come riportato nella scheda, e che la cosa è più che scusabile visto che difficilmente la scelta non sia proprio un richiamo all'acciaio, alla sua tempra. A tal proposito Bogart è stato eccezionale, grandissima prova (anche se la parte gli calza a pennello, non si discosta poi tanto dal carattere dei soliti detective del noir/pulp).
Nonostante gli anni (che un minimo si fanno sentire) il ritmo rimane tragicamente serrato ("fino a ieri ...").

Goldust  @  06/10/2014 12:04:39
   8 / 10
Personaggi senza speranza, ottimi interpreti, grande capacità del regista di instillare il seme del dubbio nella mente dello spettatore mantenendo il livello di tensione sempre costante. Un bel dramma nero, impreziosito dalla esplosiva coppia Bogart - Grahame.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  17/07/2014 17:58:45
   8 / 10
Spesso le opere di Ray hanno vissuto nel tempo di grande fama merito dei Cahiers du cinéma, la qualità avvolte non è corrisposta alle aspettative, in questo caso con un bel soggetto tra le mani, fa centro. Un po al di fuori dal classico tema che ha infarcito le sue opere, lo scontro tra generazioni, un Bogart che già aveva avuto alle sue dipendenze l'anno prima, e con sua moglie, la Grahame (curiosità, 8 anni dopo sposerà proprio il figlio di Nicholas Ray e a questo seguiranno parecchie malelingue che la costringeranno giocoforza a lavorare per la tv), che nel calibrare il magnetismo del suo fascino manderebbe a scuola mezza Hollywood contemporanea.
In contumacia Bacall, la Grahame è una di quelle attrici che si adeguano con naturalezza alla meccanicità della coppia noir, rispetta i topos, seducente dark lady, qualsivoglia anche lucida ad esasperare la sofferenza propria di quelle donne, colluse con la malavita, in quei 10 anni da Capra a Lang era nel suo massimo splendore, e tiene testa alla star del film, Bogart che l'anno prima si mise in gioco con Ray nella celebre arringa finale de 'I bassifondi di San Francisco'.

DogDayAfternoon  @  28/06/2014 19:01:09
   6½ / 10
Rispetto ad altri noir del periodo mi è sembrato un po' più anonimo, viene dato poco spazio al fatto centrale mentre a tutti gli aspetti collaterali viene data maggiore enfasi, tanto che l'omicidio della ragazza ad un certo punto sembra non essere più l'ossatura della trama del film ma solo un pretesto per introdurre il protagonista. Bogart come sempre una garanzia, molto interessante il suo personaggio, ma per il resto non mi ha preso più di tanto anche se comunque non mi ha mai annoiato.

steven23  @  05/04/2014 20:59:01
   9½ / 10
Piccola parentesi!
"In a lonely place"... prima del film è già il titolo ad essere splendido. Poi ecco quello in italiano: "Il diritto di uccidere". Solo una domanda... perché? Non centra nulla con quello originale e non centra nulla con la pellicola. Per non parlare dell'altro titolo: "Paura senza perchè". Se possibile ancor più stupido del primo.

Presenti SPOILER

Chiusa la parentesi passiamo al film. In una sola parola direi eccezionale, così come sublime risulta la coppia protagonista.
Il film è eccezionale per svariati motivi, non ultimo la capacità del regista di abbracciare e alternare vari generi durante lo svolgimento senza, però, regalare alcun passaggio forzato. Il tutto avviene con grande naturalezza. La prima mezz'ora o meglio, fino all'uccisione della guardarobiera, il film sembrerebbe quasi una commedia... i toni dei dialoghi (in particolare con la stessa ragazza) e le musiche sembrano confermarlo. Poi tutto cambia e ci si ritrova catapultati in quello che parrebbe essere un giallo morboso, forse un noir. C'è il presunto assassino, c'è la presunta dark lady. Ma le carte in tavola cambiano ancora quando la caratterizzazione della coppia protagonista diviene più approfondita. I canoni del noir vengono così stravolti e la pellicola assume toni estremamente drammatici alternati da passaggi decisamente più leggeri e, perchè no, romantici... ed è proprio quest'ultima alternanza che ho trovato straordinaria nella sua naturalezza.
Altro punto a favore del film è la regia di Ray la quale, aiutata da una fotografia impeccabile, regala alcune sequenze davvero da manuale. Basti pensare alla similitudine tra due delle scene più intense del film, quella in cui Steele chiede all'amico di emulare l'omicidio con la sua fidanzata e quella in cui tenta di uccidere la sua futura moglie. In entrambe viene data enorme importanza agli occhi di Steele, i quali sembrano persino apparire in maggior risalto rispetto al resto del corpo, quasi a evidenziare la follia che cova dentro l'uomo.
Interessante anche il fatto di utilizzare la violenza quasi come espressione della propria sofferenza interiore e di punirla sul finale con la privazione di quanto più caro Steele avesse.
E il finale è semplicemente meraviglioso!

Ho lasciato per ultimo il cast. Senza dimenticare Smith e Lovejoy, entrambi più che buoni, l'attenzione non può che essere catturata dai due protagonisti. Bogart regala quella che, per quanto mi riguarda, rimane fin'ora la sua migliore interpretazione; le sfaccettature del suo personaggio sono molteplici e tutte rappresentate con estrema maestria: passa dall'essere uomo violento e deviato a dolce e romantico in una maniera assolutamente incredibile, per non parlare della rassegnazione che lo sommerge nel finale. Fantastico!
La Grahame, però, non è da meno. Perfetta nell'apparente dark lady, perfetta nel ruolo di donna innamorata persa e perfetta quando il dubbio che Steele possa essere l'assassino inizia a tormentarla. E pensare che non doveva nemmeno esserci lei, bensì la Bacall, sostituita poi per motivi di mercato. Dubito avrebbe potuto fare di meglio. Tra l'altro essere diretta dal proprio marito mentre si è in procinto di divorziare non fa altro che aumentare ancor di più il valore della sua prova.
Insomma, penso di aver detto tutto ciò che avevo da dire. Film capolavoro. Punto!

"Sono nato quanto mi hai baciato. Sono morto quando mi hai lasciato. Ho vissuto per qualche settimana mentre mi hai amato."

7 risposte al commento
Ultima risposta 07/04/2014 14.10.25
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7219415  @  29/03/2014 14:50:51
   7 / 10
Mi ha annoiato...Bogart resta sempre incredibile...

Oskarsson88  @  29/03/2014 02:16:10
   7½ / 10
film di qualità con un Bogart strepitoso anche se c'è qualche attimo di stanca. Film d'altri tempi..

super-@  @  19/10/2013 11:09:15
   9½ / 10
Penso anch'io che quella che Bogart ci regala in questo film sia una delle più grandi interpretazioni della sua carriera. Forse perché nel personaggio di Dixon Steele, oltre ad esserci un mix di paranoia e follia che ricorda un po' capitan Queeg e un po' l'avventuriero Charles Dobbs, c'è molto più Humphrey Bogart di quanto si possa pensare.

bm_91  @  11/04/2013 16:30:00
   9½ / 10
E' a mio avviso uno dei migliori film di Bogart, non stanca mai di sorprendere e affascinare lo spettatore! Imperdibile

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/08/2012 18:43:14
   8 / 10
Un noir molto raffinato che ha tutte le caratteristiche del genere, ma che al suo interno offre delle varianti che Ray gestisce con non poca maestria. Qui non abbiamo una dark lady, bensì una donna realmente innamorata. Invece di una dark lady abbiamo un dark man geniale, scontroso e violento. Foese anche un assassino? E' su questa domanda che si regge il film. La percezione dello spettatore si identifica con il personaggio della Graham, subisce gli sbalzi d'umore dello scrittore e insinua al suo interno il sospetto. Poco importa se trattasi di violenza innata o postumi della guerra appena conclusa. Davanti ai nostri occhi c'è un potenziale assassino. La trama delittuosa diventa di secondaria importanza perchè è solo il semplice pretesto per far incontrare i due protagonisti e sviluppare il loro complesso rapporto. Notevole anche il finale.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  05/07/2011 11:26:05
   8 / 10
Sarei tentato di sottoscrivere l'eccellente commento di KSTDED qui sotto...Gran film di transizione, che parte come un poliziesco con tinte noir per poi svilupparsi come un film sentimentale dalle fortissime spinse introspettive. Strepitoso Bogart nei panni di un uomo rude ma leale, violento ma umano, le cui azioni da scherano contribuiscono, assieme ad altre spiacevoli circostanze, ad alimentare sospetti che alla fine

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Ottima la sceneggiatura, sempre abile a giocare con l'ombra del sospetto, terribile invece il titolo italiano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  05/04/2011 23:45:40
   8 / 10
Tratto da un romanzo di Dorothy B. Hughes il film racconta la storia di uno sceneggiatore in crisi, un uomo che soffre di solitudine, di attacchi furibondi di violenza e di manie di controllo. Quando s’innamora della propria vicina di casa la loro relazione diventa ben presto piuttosto turbolenta. Un film molto intenso basato sull’ottima caratterizzazione dei personaggi. Ottime prove dei protagonisti.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  25/11/2010 22:13:45
   8 / 10
Un classico. L' uomo vive di contraddizioni verso se stesso e verso gli altri, si fa del tutto per apparire quello che non si è, ma poi bisogna fare i conti prima con l'istinto e poi con la propria coscienza.
Chi vive con la predisposizione alla violenza non riesce a controllarla neanche quando questa, durante le indagini per un delitto, potrebbe far ricadere su se stessi l'ombra del sospetto.
Straordinaria l'interpretazione dei due protagonisti, l'uno a manifestare una sicurezza ed un controllo che mano mano vanno assottigliandosi, l' altra nel constatare che anche se si scopre che le radici del male risiedono sotto un' altra pianta, quella che si sta coltivando potrebbe essere anch'essa contaminata.
Bellissima la Grahame, troppo, soprattutto per un Bogart affascinante quanto volete ma dall'aspetto stanco e invecchiato anche più dei suoi cinquantanni.
Il titolo è allo stesso tempo un' acquisizione folle di alcuni e un monito a non attuarlo di altri. Nessuno può arrogarsi il diritto di uccidere, non rientra nelle leggi dell' uomo, chi lo fa muore anche lui un attimo prima di farlo.

Dr.Orgasmatron  @  06/12/2009 22:53:42
   8½ / 10
Un noir dal quale tutti e tutto escono sconfitti: amore, rapporti umani e mondo circostante. Bogart è come al solito strepitoso, quasi al suo livello la Grahame. Ottimo lavoro di Nicholas Ray, estremamente duro, crudele ed avvolto da un grande alone di suspence psicologica

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  14/09/2009 16:42:22
   7½ / 10
Un noir che vira sul melodramma, originale e teso, quasi un "L.A. Confidential" ante litteram, con la poetica regia di Ray e due grandissimi interpreti: affascinantissimo Bogey e intensa la Grahame. Memorabile il finale, leggermente più zoppicante la parte centrale del film. Ad ogni modo un grande classico che merita di essere recuperato.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  24/08/2009 11:28:37
   8 / 10
Un po' noir, un po' poliziesco, un po' drammone psicologico ma sicuramente un gran bel film. Solido e calibrato "Il diritto di uccidere" si fa notare soprattutto per l'interpretazione di Bogart e della Grahame, bravissimi come coppia affiatata ma ancor più bravi come coppia titubante e sospettosa! Sono proprio loro le ruote del carro in un film che Ray gestisce in maniera quasi neutra, un po' come faceva Capello con il grande Milan!
Altro punto di forza è la sceneggiatura, che ha il merito di creare quel grandissimo personaggio che è Dixon, approfondito in maniera impeccabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  21/07/2009 16:03:13
   9 / 10
Classicone primi anni '50. Un lavoro molto caldo e atmosferico che sprigiona una potenza incredibile quando il film comincia a decollare nelle sue scene più significative. Humphrey Bogart in una grande interpretazione da uomo duro, impulsivo e violento ma anche estremamente intelligente e Gloria Grahame bellissima, innamorata ma allo stesso tempo spaventata dall'aura vivace di Dixon ( Bogart ). Splendido il bianco e nero molto intenso e ottima la sceneggiatura che mi ha vagamente ricordato "Viale del tramonto"di Wilder. Un film da vedere assolutamente.

paolino77  @  07/02/2009 12:42:22
   9 / 10
Forse la vetta del repertorio di Ray, resa tale anche dal solito strabiliante Bogart, il miglior attore della storia

Invia una mail all'autore del commento wega  @  14/10/2008 15:52:31
   8 / 10
"In a lonely place", il posto in solitudine che il personaggio di Bogart si accinge a raggiungere, forse per il resto della sua vita, in questa triste conclusione che rappresenta il finale del film. Come Billy Wilder in "Viale del tramonto" è uno sceneggiatore in crisi, Dixon Steele, il protagonista della storia, e come nel noir di Wilder, è sempre Hollywood stessa l' altra protagonista, un metafilm pure questo di Ray azzardo a dire. E' un dramma sulla creatività plasmata dagli studios, e un dramma di una storia d' amore dalle fortissimi caratterizzazioni psicologiche dei protagonisti, instabile e violento Dixen, di lei, contraddittorio perchè deleterio, è il modo di amare quest' uomo, nocivo e pericoloso per lei stessa senza dubbio. Dixon cercherà di scrivere una nuova sceneggiatura tratta da un romanzo che vuole stravolgere, la cosa speciale per il film, è che il film stesso è uno stravolgimento di un romanzo già esistente. Io sono dell' idea che questa pellicola sia ancora da annoverarsi tra i classici del noir, perchè come "Una pallottola per Roy" rappresenta quella linea di demarcazione del genere, in questo caso non tra gang e noir, ma tra noir e poliziesco; non proprio ancora poliziesco del tutto, ma dalla classica spirale psicologica dei protagonisti. Totalmente diversa dagli arcetipi del filone stesso, lo definirei un noir abbastanza fuori dagli schemi. Grandi interpretazioni di Bogart e di Gloria Grahame, e un finale eccezionale per suspense. Ottima la fotografia, dalle tinte fosche solo in precisi punti, non sono ancora riuscito ad individuare tuttavia, le doti registiche, in generale, di questo autore, considerando il fatto di aver visto solo suoi capolavori, e non essere riuscito a considerarne tali manco uno.

Dan of the KOB  @  11/09/2008 22:29:30
   9½ / 10
"Nacqui quando mi baciò, morii quando mi lasciò, vissi finchè il suo amore ebbe vita"

Stupendo dramma firmato Nicholas Ray, basato su sentimenti forti e passionali quali l'amore, la gelosia e la paura e su come questi si intrecciano e si scambiano tra loro col passare del tempo e conoscendo sempre più le persone che ci stanno a fianco!
Stupendi i 2 interpreti principali (e come dubitare di Humprey Bogart???)!

xxxgabryxxx0840  @  22/08/2008 13:29:55
   9 / 10
Capolavoro di Ray, reso tale soprattutto da un Bogart in stato di grazia. Ottima anche la Grahame. Imperdibile

dgarofalo  @  11/12/2007 20:59:25
   9 / 10
come tutti i film di bogart parto con il pensare che di un grande film ma alla fine mi sorprende sempre come in casablanca, la regina d'africa con le sue ottime interpretazioni ti rende il fim di una bellezza che solo lui ti puo trasmettere
cmq film basato sul tema dellla violenza e il regista attraverso un intreccio di storie nn lo mette in risalto ma in certi tratti si nota
da vedere assolutamente

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  18/10/2007 18:19:07
   8 / 10
Il 1950, anno d’uscita di questa pellicola, è di per sé già alquanto significativo in quanto rappresenta il confine temporale che separa noir e poliziesco(o, più in generale, un giallo dalle tinte drammatiche, come nel caso in specie). Fra i vari aspetti che separano i due generi, infatti, vi è anche, e soprattutto, il diverso approfondimento psicologico del protagonista che da risoluto, arguto e cinico (ruolo tipicamente ricoperto dallo stesso Bogart in precedenza) diviene risoluto, arguto ma anche umano, molto più umano. Si scava così nelle debolezze del personaggio, quelle debolezze che lo allontanano un po’ dal mito e lo avvicinano sempre più all’uomo comune.
Dixon Steel, infatti, inizialmente viene descritto secondo i tratti più comuni, quelli espressi sopra appunto, dell’uomo, se così si può dire, da noir e anche Laurel Gray entra in scena come l’altrettanto tipica dark lady misteriosa e affascinante; con l’andare del film, però, i sentimenti fra i due prendono piede e acquistano le caratteristiche di un amore assolutamente convenzionale dove Dixon e Laurel non sono che una coppia come tante altre (nel noir, invece, gli amori sono quasi sempre impossibili, incredibilmente passionali e si muovono tra cadaveri, segreti e tentati omicidi). La bellezza di questa pellicola sta proprio qui, ossia nel riuscire a raccogliere idealmente il testimone e approndirlo da un punto di vista differente. E’ così che le incertezze del protagonista assumono un ruolo primario e mettono in luce il lato più debole di colui che inizialmente bruciava l’interlocutore con un paio di battute dall’ironia sottile; è così che la darl lady si trasforma in una semplice donna innamorata che soffre con sincerità per l’uomo che ama.
Tale caratterizzazione psicologica, ovviamente, si poggia anche sulle interpretazioni impeccabili di Bogart(che quindi lascia il segno anche nel genere successivo a quello che, si può dire, fu suo) e della Grahame che effettivamente, oltre ad essere brava, era stupenda. E’ importante e giusto sottolineare anche l’ottima prova degli altri attori, Smith su tutti.

Benché questo “In a Lonely Place”, quindi, non sia assolutamente il tipico poliziesco anni ’50, rappresenta comunque una tappa importante almeno per quanto riguarda il cambiamento forse più significativo che differenzia le pellicole anni ’40 da quelle della decade precedente. Quindi, va vista.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/10/2007 19.09.39
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benzo24  @  13/01/2006 18:55:18
   10 / 10
Film di una intensità straordinaria che ci regala una delle più belle e affascinanti interpretazioni di bogart, qui al suo secondo film con ray dopo il capolavoro Crimen. Da vedere assolutamente e da studiare ambedue queste pellicole per capire cosa è e come di fa un capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  02/08/2005 16:51:48
   10 / 10
Dopo anni di attesa sono finalmente riuscito a vedere questo film splendido, firmato Nicholas Ray.
Una pellicola sulla violenza nei rapporti tra gli uomini che è anche un dramma su un'ossessione con tinte da thriller. Ed è un film veramente molto intenso, molto ambizioso, con uno studio psicologico dei personaggi notevole.
E quello che colpisce ancora di + sono le interpretazioni degli attori. La Graham è splendida, e Bogart è immenso. Lei costruisce benissimo il suo amore che si trasforma in ossessione di fronte ai continui scatti d'ira di Bogart.
Lui invece è bravissimo a rendere misterioso il suo personaggio. Quella di Bogart in "Il diritto di uccidere" è veramente un'interpretazione indimenticabile. Da manuale.

Il film è senza ombra di dubbio un capolavoro. Ray al meglio.

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