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Una sceneggiatura senza particolari sbocchi che preme al massimo sui topoi del melodramma e un'estetica purificata da ogni ispirazione fanno parte di SHIZUKANARU KETTO (The Quiet Duel), dramma che non sforza eccessivamente l'inventiva di Akira Kurosawa, il quale inciampa nella rappresentazione più superficiale di una tragedia senza sviluppi e che inevitabilmente passa inosservata, se non per qualche personaggio scritto sotto una certa sensibilità, contrapposto ad altre figure bidimensionali che vorrebbero risaltare il lato romantico della pellicola, che a conti fatti è però molto modesta anche nelle intenzioni oltre che palesemente priva delle ideologie più basilari del cinema di Kurosawa.
Il duello silenzioso è la lotta di un dottore con una malattia invalidante come la sifilide non tanto da un punto di vista fisico, quanto le conseguenze dal punto di vista sociale che isolano l'individuo nei confronti degli affetti più cari. Fujisaki e Nakata fungono da due facce della stessa medaglia dove il primo rappresenta il senso di responsabilità portato alle estreme conseguenze e il secondo esattamente l'opposto del protagonista, incurante della malattia. Una pellicola melodrammatica dove Kurosawa eccede nell'enfasi e dove i dialoghi a volte scadono nel feuilleton rosa. Non mancano buone sequenze e tutto sommato il percorso morale dell'infermiera Rui è un elemento positivo del film.