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Terzo film dedicato al mostro di Frankenstein prodotto dalla Universal nel 1939. Quello che colpisce di quest'opera più che la trama (che appare piuttosto lineare) è l'aspetto tecnico,che presenta una buona regia e fotografia e sopratutto delle scenografie meravigliose,tra le migliori che mi è capitato di vedere.......... Altro aspetto degno di nota è la recitazione,nel cast infatti ritroviamo per l'ultima volta nel ruolo del mostro Boris Karloff,Bela Lugosi nei panni di Igor e Lionel Atwill nei panni di uno sfortunato poliziotto senza un braccio (questo attore reciterà in un altro paio di film dedicati al famoso mostro). Insomma un film niente male,non esaltante per quanto riguarda la trama ma ugualmente piacevole da vedere.
Al 3° capitolo la regia passa da James Whale a Rowland V. Lee ed entrano a far parte del cast Basil Rathbone, Bela Lugosi e Lionel Atwill (quest'ultimi 2 ritorneranno anche nei seguiti). IL film ha un buon ritmo, un apprezzabile colonna sonora, si avvale di scenografie particolari ben fatte e di una fotografia in bianco&nero molto buona; perciò tecnicamente non è male, se non altro a Lee manca quella totale adesione alla follia in cui sguazzava Whale, facendo dei primi 2 capitoli (ma anche dell' UOMO INVISIBILE) autentici gioielli; anche se non manca una robusta dose d'ironia e delle macchiette azzeccate. Bella prova di Rathbone che conferisce umanità e sarcasmo al figlio dello scienziato. La sceneggiatura in qualche punto è un po' fumosa ma non scade mai nel ridicolo e il finale per me è spettacolare: la morte della Creatura anticipa in qualche modo di 50 anni la fine del cyborg in TERMINATOR 2! Per quanto riguarda la continuità con i film precedenti non mi ricordavo che anche il paese si chiamasse Frankenstein; e il laboratorio dello scienziato mi sembrava molto più distante dal castello....
Non all'altezza dei precedenti capitoli firmati da James Whale ma sicuramente una storia meritevole che si ricollega con semplicità ed efficacia ai fatti avvenuti in precedenza. A dirigere la baracca c'è Rowland V. Lee, che non avrà il talento del suo predecessore ma è in grado di dar vita a buone atmosfere aiutato anche da un comparto scenografico di tutto rispetto. La storia è presto detta: il figlio del celebre Barone si trasferisce nel villaggio in cui il padre diede vita alla creatura. Uomo ragionevole ed equilibrato, gentile ed affettuoso con moglie e figlioletto, una volta venuto a sapere che il lavoro del padre non è andato perduto si incaponirà nel tentativo di continuare quegli studi causa di tanto dolore. La gloria scientifica e il riscatto del proprio nome sono alla base di una follia che causerà parecchi guai. Inoltre il ritorno al vecchio castello non è certo visto di buon occhio dalla popolazione locale, ancora terrorizzata dai fatti avvenuti in passato e attenta che non si ripetano. Suggestivo trovare insieme sullo schermo due immense icone del cinema horror: ovvero Bela Lugosi (nei panni di Igor) e Boris Karloff (in quelli del "mostro"). Chi si è sbellicato con la mitica parodia "Frankenstein jr" di Mel Brooks troverà molti punti di contatto con questa pellicola, parecchie situazioni e personaggi sono ripresi da qui, per quella che resta una delle black-comedy più famose e riuscite di tutti i tempi. Tra i nuovi personaggi spicca il tragico ispettore Krogh, mentre il mostro di Frankenstein è ancora una volta vittima più che altro, nell'occasione sfruttato da Igor per i suoi progetti di rivalsa. Dignitosa chiusura della trilogia dedicata alla creatura nata dalla penna di Mary Shelley.
Terzo episodio riguardante le vicende Frankensteniane, in cui stavolta è il figlio del dott Henry Frankenstein a venire a contatto con il mostro a cui il padre diede la vita anni addietro. Mostro che viene interpretato per l'ultima volta dall'ormai stanco e nuovamente muto (ma pur sempre leggendario) Boris Karloff, a cui viene affiancato un Bela Lugosi in gran forma, qui nei panni di Ygor, il servitore del Frankenstein senior. Probabilmente il film non è all'altezza dei due precedenti (il regista non è più Whale), ma la contemporanea presenza dei due più degni rappresentanti dell'horror anni '30 non può che farmi propendere per una valutazione positiva.