Ritratto in piedi di una bambina di otto anni, bugiarda e assassina con due morti sulla coscienza. Se ne avesse una. Quando la madre scopre la verità, cerca di ucciderla e di uccidersi.
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Carina la passerella teatrale degli attori dopo il finale, in cui si stempera la tensione del film, e la giovane protagonista si ritrova a essere simpaticamente sculacciata.
Quando, qualche mese fa, vidi THE BAD SEED di e con Rob Lowe non avevo idea si trattasse di uno dei due rifacimenti di questo film diretto da LeRoy. Un film certamente inquietante e insolito per quei tempi, piuttosto ben recitato da tutto il cast, nonostante alcuni interpreti eccedano un po' con la teatralità della loro performance, ma comunque altamente credibili. La storia è abbastanza lineare, il coinvolgimento e l'interesse che suscita nello spettatore è decisamente apprezzabile e anche il ritmo narrativo, nonostante le 2 ore di durata, sembra abbastanza fluido da non permettere distrazioni di sorta. Merita la visione.
Di bambini terribili ne è piena la storia del cinema anche se, probabilmente, vanno ricercati in film horror più efferati e stilisticamente meno fini di questo." Il giglio nero" fissa infatti uno standard drammaturgico nonché contenutistico ben più alto e ha il pregio di far calare lo spettatore in una dimensione angosciosa senza mai mettere in primo piano le gesta eclatanti della sua giovane protagonista. Va detto che è una pellicola fittamente parlata e con un finale con meno carica emotiva di quanto forse ci saremmo aspettati ( complice il maledetto codice Hayes allora vigente ); è indiscutibile però che riesca a mantenere la tensione ( e l'attenzione ) alta sugli eventi per due ore abbondanti senza al contempo disdegnare un bel disegno psicologico dei personaggi principali, e questo è un grande merito di sceneggiatori, cast e regia. Un grande film che sfiora il capolavoro e che suggerisco senza riserve.
Molto bello, tematica affascinante e attori in parte. Diabolica e perfetta la bambina, l'avrei uccisa volentieri ogni volta che appariva sullo schermo. Insopportabilmente malvagia.
Peccato per certe lungaggini, certi momenti e dialoghi ridondanti e troppo insistiti e caricati. e qualche forzatura di troppo. Oltre naturalmente al finale, forse posticcio, ma lì non si poteva scappare alla mannaia della censura ovviamente. Il finale "buonista" era un obbligo imposto dall'alto e, comunque sia, è un film che per l'epoca, e considerati tutti i paletti, osa tantissimo e lo fa molto bene, regalando molte sequenze da brivido, un'atmosfera cupa e tesissima e personaggi affascinanti, molto ben interpretati.
Gli evil child se lo vogliamo classificare come genere probabilmente nascono da questo film, uno schiaffo potente alla famiglia borghese ancorata su teorie lombrosiane e dove invece la minaccia non solo convive nello stesso tetto, ma è stata allevata con amore. Nulla però argina la perfidia e la capacità manipolatrice scambiata con innocente sfrontatezza, il desiderio è avida cupidigia che non siferma davantia nulla. Le Roy firma un capolavoro mantenendo l'impostazione teatrale del testo d'origine e ne fa un meccanismo perfetto di atmosfera inquietante insieme all'angoscia che nasce dalla cresxente consapevolezza di aver cresciuto inconsapevolmente un seme malvagio e crudele, incapace di ogni sentimento di colpa. Maiuscola la prova della Kelly e di un cast con pochi nomi conosciuti ma bravissimi nel loro compito. L'unica minima perplessità è sul finale, ma bisogna capire che per l'epoca una tematica del genere era già da sé molto coraggiosa.
Non mi ha coinvolto nè convinto più di tanto, anche se è tutt'altro che un brutto film. Non l'ho trovato così cupo e angoscioso come alcuni utenti dicono. Secondo me penalizzato in parte dal doppiaggio italiano (mal fatto come per buona parte dei film di quel periodo).
E' un bel thriller assolutamente da vedere. Poi mi fa impazzire il sottofilone dei "bambini cattivi" e questo dev'essere uno dei primi film se non il primo. La bambina Rhoda, bellissima, dolce ma allo stesso tempo cattivissima e senza pietà, è perfetta per creare una storia inquietante di follia omicida. Se il regista avesse calcato di più la mano insistendo sugli inquietanti gesti della bambina e se dalla trama si fossero tagliate alcune parti prolisse e inutili saremmo di fronte ad un capolavoro. A fianco a stoccate contro il moralismo del tempo ci sono alcuni buonismi come per compensare, come per esempio il finale che secondo me ha rovinato abbastanza il film...
Il finale del film, quello originale, prevedeva che Rhoda sopravvivesse e sua madre morisse, però il codice di autoregolamentazione cinematografica statunitense di allora, pretendeva che il crimine non fosse presentato in modo che i criminali "l'avessero vinta".
Mi è piaciuto molto questo film per come la violenza viene espressa: senza mai far vedere esplicitamente nulla ma presente solo nei dialoghi e negli sguardi dei protagonisti. E ancora più particolare che la piccola protagonista, Rhoda, sia apparentemente la bambina modello, gentile, molto intelligente e con un'aria praticamente angelica...caratteristiche perfettamente agrodolci che sono ancora più impreziosite da un bianco e nero d'epoca!
Se dovessi limitarmi all'atmosfera sinistra del film - che per certi versi mi ha ricordato il capolavoro di Laughton "La morte corre sul fiume" - il mio voto sarebbe superiore. Diciamo che è un ottimo noir, o thriller psicologico se volete, ricalcato su paradigmi molto alla Hitchcock - v. la presenza di criminologi e studiosi degni del periodo-Rope - che si segnala soprattutto per alcuni personaggi davvero memorabili, su tutti il giardiniere psicolabile. Purtroppo accanto a trovate letteralmente fantastiche (le urla strazianti di xxx coperte dalla ritmica ossessiva di un pianoforte) qualche caduta narrativa c'è sicuramente, ed è proprio quando la tensione drammatica - v. la rivelazione di un segreto celato da troppi sospetti - esigerebbe un coinvolgimento emotivo maggiore. La confessione privata nei riguardi della madre del "mostro" resta un passo falso, ed è l'unico momento che la tensione si allenta. Straordinaria, invero, nella sua perfezione intollerabile, la bambina, perchè rappresenta per lo spettatore dell'epoca tutta la sua rassicurante amabilità, e per questo esplora la finzione ben più di qualsiasi horror movie (bionda e graziosa come le ragazzine di Poltergeist, tanti anni dopo). "Per i genitori i figli restano sempre dei bambini" è una frase emblematica per descrivere le aspettative di un'amore celato dall'ambigua sopraffazione affettiva che è la complicità Ps purtroppo la copia in dvd acquistata è quasi inguardabile, quindi evitate di comprare l'originale, e se possibile piratate pure (alla faccia)
Molto molto bello! Erano anni che cercavo di recuperarlo! Il bianco e nero è sempre affascinante, e la storia è assolutamente inquietante. La dolce bambina omicida è qualcosa di davvero toccante. Non dimenticherò mai questo film. Mi ha dato un senso d'angoscia che praticamente nessun altro film era riuscito a darmi.
Due giorni fa avrei dato il votone. "Il Giglio Nero", ovvero i sedimenti genetici di una pulsione criminale che nel film di LeRoy (grandissimo questo regista) è una massiccia presa a schiaffi dell' America moralista e benpensante, dove gli accusati giocano in leggero anticipo sugli accusatori (la madre sembra accorgersi che in realtà a pensare della figlia omicida è proprio lei per prima), ed il messaggio è veicolato attraverso un film provocatorio, tanto per gli anni '50 che per i giorni nostri, perché costringe lo spettatore a coglierne il messaggio stesso con la presa di coscienza di quel moralismo che il regista critica (in effetti quelle inquadrature vedo/non vedo delle mutandine di una ragazzina di dieci anni diventano provocatorie per chi ne vede il problema in primis) . Un po' come Tod Browning. Eccellente. Straordinaria l' interpretazione della madre - forse Nancy Kelly - e odiosa, anche se funziona, la ragazzina.