il grande sonno regia di Howard Hawks USA 1946
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il grande sonno (1946)

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locandina del film IL GRANDE SONNO

Titolo Originale: THE BIG SLEEP

RegiaHoward Hawks

InterpretiHumphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Martha Vickers, Dorothy Malone, Peggy Knudsen

Durata: h 1.54
NazionalitàUSA 1946
Generethriller
Tratto dal libro "Il grande sonno" di Raymond Chandler
Al cinema nell'Agosto 1946

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Trama del film Il grande sonno

Philip Marlowe, é il detective che ha il compito di porre fine alle intimidazioni dirette alla figlia minore del generale Sternwood. Nella vicenda però viene coinvota anche la figlia più grande del generale, suo marito é infatti scomparso nel nulla..

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Voti e commenti su Il grande sonno, 87 opinioni inserite

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ZanoDenis  @  04/09/2015 13:13:39
   9½ / 10
Ennesimo lavorone di Hawks, regista che trova in questo film e in "Scarface" i suoi due cult più rappresentativi, regista che, ne approfitto adesso per elogiarlo, è più duttile che mai, ha segnato un'epoca della Hollywood classica passando da più generi, dal Noir/Gangster (dove diciamo, se la cavava benino), alla commedia elegante, al western, toccando sempre vette, mantentendo sempre vivo qualsiasi genere e dirigendo piccole pietre miliari, ma probabilmente qui e in "Scarface" trova la sua massima vetta, cio che lo consacrerà alla storia.

Passando al film: probabilmente troviamo uno dei noir più rappresentativi del periodo, gli anni 40, in cui il genere era decisamente abusato, infatti finì per esaurirsi relativamente presto. Il grande sonno ne è uno dei rappresentanti per eccellenza, per tutto:

- Partiamo dalla sceneggiatura: Probabilmente una delle migliori che abbia mai visto, presa dall'intreccio di due libri di una stessa serie, presenta un intreccio molto fitto, ma mai confusionale, uno dei punti deboli può essere l'incapacità dello spettatore di ricordarsi tutti i nomi che si presenteranno durante la visione, ma basta armarsi di concentrazione. Il racconto si basa sulla tipica struttura noir di quegli anni, un investigatore privato che dovrà scoprire un semplice ricatto, si ritrova in una questione molto più grande di lui, piena di doppigiochi, inganni, altri ricatti, e una buona dose di omicidi. Altro elemento caratteristico del genere è la presenza della femme fatale, e in questo caso stiamo parlando di una delle più celebri del tempo, una Lauren Bacall dallo sguardo magnetico, affascinante, elegante, e praticamente per tutto il film piena zeppa di mistero, il che la rende una vera e propria icona del genere, fra poco parlerò anche di Bogart, ma devo prepararmi perché non ho abbastanza aggettivi per elogiare un attorone del genere.
Discreta la presenza di colpi di scena all'interno del film, tutto ben calcolato, in maniera sobria, senza rendere il tutto irrealistico, il regista ci da pure il beneficio del dubbio, non si chiarisce mai totalmente la questione, nemmeno a film terminato, lo spettatore rimarrà sempre con piccole incertezze.
Un piccolo difetto del film è l'assenza di vere e proprie scene memorabili, parliamoci chiaro, in realtà tutto il film può essere considerato una scena memorabile, ma così facendo, non c'è una scena che si fa ricordare di più rispetto ad altre, anche se diversi omicidi e diverse sequenze per quanto ben realizzate, in qualunque altro film, sarebbero diventate vere e proprie scene cult.
Bogart, Bogart, che attore, maledettamente affascinante, interpreta un uomo di mezza età, pieno di malinconia, non che la caratterizzazione del suo personaggio sia così profonda, e nemmeno così originale, già nel noir queste figure erano state realizzate, e col tempo iniziavano a stereotiparsi sempre di più, ma qui Bogart fa un lavoro eccellente, il magnetismo dello sguardo, la sua presenza scenica, il suo carisma, sembrano come bucare lo schermo, riesce ad interpretare uno dei più completi antieroi noir, un classico uomo cresciuto nella giungla metropolitana, abituato ai complotti torbidi della città in cui vive, e probabilmente proprio per questo se la sa cavare perfettamente. In ogni caso, attore immenso.
Altra nota di merito va sicuramente ai dialoghi, sempre eccellenti, brillanti e spesso ironici, guardacaso gli scambi di battute più interessanti vedono come protagonisti Bogart e la Bacall, devo dire che anche il doppiaggio italiano in questo caso si è dimostrato valido e ben capace.

-L'ambientazione del film, come accade per molti noir, è un altro dei punti di forza, volendo essere sincero, perferisco l'ambientazione molto più opaca e quasi onirica di altri noir, come quelli di Fritz Lang, rispetto a questa, quella aveva un suo fascino estremo, la fotografia probabilmente era superiore. Qui siamo in un frangente opposto, Hawks lascia da parte l'onirico, le ombre esagerate di Lang e preferisce dedicarsi ad una rappresentazione della metropoli più realistica possibile, sempre col suo torbidume, sempre col suo fascino ammaliante, ma ben più cruda e reale.

-Stupenda la regia di Hawks, geniale per come riesce quasi a non farsi notare, movimenti di macchina ridotti al minimo indispensabile, pochissimi virtuosismi, Hawks riesce quasi a far credere allo spettatore di star vivendo la vicenda in prima persona, riesce a far immergere totalmente nella vicenda, complici anche un montaggio straordinario, che rende il film estremamente fluido e scorrevole (e a quei tempi non era una cosa molto comune) senza un attimo di respiro, una catena di eventi in successione, senza pausa. Incredibile l'uso della macchina da presa, soltanto un genio del genere poteva riuscirci, qualche anno dopo Welles realizzerà "L'infernale Quinlan" dove praticamente userà una concezione di regia totalmente opposta, piena di virtuosismi con la macchina da presa che si fa notare il più possibile, probabilmente questi due noir rappresentano i massimi picchi di due tipi di regia totalmente diversi all'interno del genere. Provate a notarla qui la macchina da presa, se ci riuscite!!

Un film come non ne fanno più, rappresentante di un genere come non ne fanno più. Gran Cult.

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