il lago delle oche selvatiche (2019)

Siamo sulla falsariga del film precendente del regista, "Fuochi d'artificio in pieno giorno": la Cina periferica in via di sviluppo e un noir con tutti gli stilemi del genere (femme fatale, pioggia, protagonista sconfitto e in balia degli eventi). Il difetto però di questa opera sta nel suo (voluto) ingarbugliamento di sceneggiatura, in una molteplicità di personaggi, piani narrativi e sottotrame che ingolfano quello che a conti fatti si presenta come un noir d'azione. Se quindi l'impianto tecnico/visivo rimane eccellente (con alcuni fotogrammi di bellezza pura) e una fotografia che gioca sul sicuro ma che è innegabilmente appagante per gli occhi, il problema sta nell'incapacità di dare maggior linearità ad una vicenda che sembra quasi importare meno a Yinan che non raccontare le contraddizioni della Cina che sta nascendo (dai conflitti del lavoro alla micro-criminalità, dalla violenza sulle donne alla ricerca del guadagno facile). Tanto il film precedente era lineare nella sua essenzialità tanto questo si smarrisce più volte nelle molte cose che ha da dire (mantenendo però una sua coerenza stilistica nel come dirle).

Una trama che si poteva dipanare e raccontare in maniera più fluida e, cosa più importante, con una trentina di minuti in meno nella durata.
Per tutto il tempo si percepisce una certa atmosfera da noir, dove la caratterizzazione dei personaggi risulta quasi il nodo cruciale del film, mostrandone i lati più ambigui.
Il ritmo è piuttosto cadenzato nella sua linearità ma, in alcuni momenti, le lungaggini di dinamiche troppo dilatate rischiano di appesantirne la visione, nonostante la regia, l'ambientazione e la prova del cast si fanno apprezzare senza fatica.

Un film molto legato alle regole del noir principalmente, però rielabora al suo interno non solo questo ma altri generi come il poliziesco ed il polar francese, senza dimenticare qualcosa anche di Antonioni. Il contesto è un luogo quasi indefinito, un'enclave a sè stante, dove esistene disperate di incontrano, dove le regole non sono scandite propriamente dalla legge. Non mancano momenti di ritmo serrato, ma generalmente l'atmosfera è sospesa, ai limiti del contemplativo. La bravura del regista è quella di riuscire a fondere diversi stili con una certa dimistichezza ed in una forma piuttosto solida e rigorosa. Ovviamente una trappola per bimbominkia.

Film particolare , molto criptico in alcune scene dove si contrappone lo statuto mafioso cinese con la voglia di progredire nel futuro . poi c'e' la fotografia molto scura e opprimente e i due protagonisti che sono quasi agli antipodi ..
Insomma è uno scontro di mondi che si protende teso e cupo sino ad una fine scontata ma neanche troppo . Su tutto gli animali che in varie sequenze sembrano simboleggiare un ritorno alle origini perdute della società.
Buon film ma non di semplice inquadratura