il lago di satana (1966)

Stravagante e folle pellicola diretta da Michael Reeves nel 1966.
Allora, praticamente di gotico questo film ha solo l'atmosfera,infatti per quanto riguarda lo sviluppo della storia l'opera di Reeves prende direzioni parecchio originali e strambe per il periodo in cui è stato realizzato.
Troviamo infatti numerosi momenti ironici e comici sparsi un po per tutta la pellicola,la strega è realizzata in modo divertentissimo,una specie di vecchiaccia-terminator che accoppa chiunque incontri lungo la sua strada..... presenti anche diverse scene di sesso.... di Reeves si potrà dire di tutto tranne che non fosse un regista coraggioso (oltre che maledettamente dotato).
Un lavoro particolare e piacevole,non presenta ne lungaggini ne momenti morti,ha un buon ritmo e diverte assai,merita una visione.

Un gotico bizzarro e curioso che si riallaccia in parte alle produzioni italiane d'epoca. Non si capisce se Reeves abbia voluto dare un tocco comico al tutto, vuoi per mancanza di idee o budget irrisorio, oppure il contrario. La strega Vardella (Barbara Steele) ha un make up piuttosto grottesco ma in certi punti riesce comunque ad inquietare parecchio. Nel complesso il film si lascia seguire tranquillamente senza stranamente annoiare. Peccato per un paio di cadute di stile, come l'inseguimento finale in perfetto stile fantozziano e il ridicolo modus operandi della strega.

A far da macabro fondale al film in questione, "Il lago di Satana" troviamo Michael Reeves regista morto suicida all'età di 26 anni; il tutto per un film horror, detto in modo abbastanza cinico e impertinente, è un ottimo biglietto da visita.
In ogni caso "Il lago di Satana" non è un vero e proprio Horror, o perlomeno la regia cerca di dirottare le faccende, in modo schematico, nella semiserietà mandando dunque in tilt gli amanti del genere. La prima parte potrebbe andar bene, ma nella restante parte di pellicola viene a crearsi un'atmosfera abbastanza modesta. Si salvano veramente poche sequenze, forse quelle iniziali in pieno stile gotico. Da depennare dall'album dei ricordi le sequenze dell'inseguimento finale davvero orrende.

Michael Reeves si concede (e fa bene) incursioni politiche irridendo a dovere il comunismo, c'è proprio una scena (quella dell'uccisione dell'albergatore) ove è messo in evidenzia il simbolo materiale del movimento, metaforicamente in luce, invece, la morte e dunque il disastro del comunismo.

"Il lago di Satana" in linea di massima resta insufficiente, la vena sarcastica, ironica della regia giova pochissimo recando varissimi difetti e limiti al film; insomma davvero difficile prendere sul serio tale prodotto, a tratti anacronisticamente balordo (la strega contro i poliziotti!) e concettualmente abbastanza misero.
La sceneggiatura effettivamente è il vero punto morto del film, la storia risulta scardinata e quasi immotivata, si nota una superficialità sbalorditiva, alle volte anche sul piano tecnico.
Non vale la visione.

Uno tra i 3 horror diretti dal prematuramente scomparso Michael Reeves; ironico e discreto, anticomunista e ben recitato, fa molto leva su omaggi al cinema gotico di Mario Bava (del resto tra gli attori c'è anche la Steele, già presente ne La maschera del demonio) e ad un certo vampirismo.

Il make up della strega non è nulla di che, ma ciononostante questa riesce comunque ad inquietare; non si riesce a capire se il film (girato in Italia) voglia essere semiserioso o pocoironico, ma ciò che è importante è che esso ad ogni modo si lascia tranquillamente seguire sino alla fine.

Discreto.

E' un horror curioso, non del tutto riuscito a mio parere, causa molto probabilmente dal budget ai limiti del ridicolo che si è riflessa su una sceneggiatura poco curata. Michael Reeves però aveva talento da vendere e dal punto di vista visivo il film è valido con una prima parte più rispettosa delle regole del gotico e con richiami alla Maschera del demonio di Mario Bava. Gradualmente l'ironia fa capolino, diventa una componente importante della pellicola fino all'inseguimento tra automobili in pieno stile slapstck.
Malgrado la presenza di Barbara Steele, vera icona dell'horror di quell'epoca (dal minutaggio scarso in questo caso), il film sconfina soprattutto nel finale su toni molto vicini alla parodia, quasi a non voler prendersi sul serio. Sinceramente non lo consiglirei ai puristi del genere.