il laureato regia di Mike Nichols USA 1967
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il laureato (1967)

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locandina del film IL LAUREATO

Titolo Originale: THE GRADUATE

RegiaMike Nichols

InterpretiDustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross, Murray Hamilton, Buck Henry, Brian Avery, Walter Brooke, William Daniels, Elizabeth Wilson, Norman Fell, Alice Ghostley, Marion Lorne, Eddra Gale, Richard Dreyfuss, Arthur Tovey, William H. O'Brien, Frank Baker, Elisabeth Fraser, Elaine May

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 1967
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il laureato" di Charles Webb
Al cinema nel Settembre 1967

•  Altri film di Mike Nichols

Trama del film Il laureato

Dopo aver finito il college, Benjamin Braddock, ritorna in famiglia tra la noia e l'imbarazzo ed instaura una relazione con la signora Robinson. Quando però Benjamin conosce la figlia della signora Robinson, Elaine, se ne innamora; la madre per evitarlo svela la loro relazione ma il giovane tra la disperazione tenta il tutto per tutto per conquistare Elaine.

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Voto Visitatori:   8,20 / 10 (146 voti)8,20Grafico
Miglior regia
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior regia
Miglior film commedia o musicaleMiglior regista (Mike Nichols)Miglior attrice in un film commedia o musicale (Anne Bancroft)Miglior attore debuttante (Dustin Hoffman)Miglior attrice debuttante (Katharine Ross)
VINCITORE DI 5 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film commedia o musicale, Miglior regista (Mike Nichols), Miglior attrice in un film commedia o musicale (Anne Bancroft), Miglior attore debuttante (Dustin Hoffman), Miglior attrice debuttante (Katharine Ross)
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Voti e commenti su Il laureato, 146 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

adrmb  @  24/11/2017 17:33:21
   8 / 10
Personalmente avendo visto il film dopo aver fatto una panoramica generale sulle innovazioni portate dalla New Hollywood, a suo modo ciò ha permesso che dalla visione, e sempre con riferimento al contesto storico dell'uscita, ne uscissi leggermente scosso.
Mi ha scosso aver visto prendere il contesto alto-borghese dell'America sessantina e costruirci una storia di apatia e alienazione, da questo punto di vista il film parla in maniera potentissima allo spettatore, pur non raggiungendo i picchi di drammaticità raggiunti in pellicole successive del periodo come 'Taxi Driver' e 'Apocalypse Now' dove la profonda ferita del Vietnam si inserisce prepotentemente tra i temi. Con questo inevitabilmente ho finito per rivedermi di più, saranno i vent'anni e le millemila seghe mentali che faccio sul futuro. XD

La regia di Nichols è sofisticatissima nel soffermarsi sui primi piani dell'esordiente Hoffman, inquadrature che senza uno straccio di dialogo riescono a esprimere tutto il dissidio interiore del protagonista. Certo, poi quando si aggiungono le meravigliose note folk rock coperte dalla malinconia di Simon & Garfunkel (veramente, note più azzeccate per le atmosfere del film non si potevano trovare, per me) si ottengono le scene capolavoro: straordinaria la sequenza di cinque minuti in cui si susseguono l'immensa Sound of silence e la delicata April come she will che racconta i mesi di relazione tra il protagonista e la (eccezionale) Brancorft in cui emerge chiarissimo il senso di sofferente alienazione (la scena in cui Ben dalla stanza oscura chiude la porta sulla cucina coi genitori tutti infiocchettati consumano il pranzo è dolorosissima). La colonna sonora indubbiamente è ciò che dà la marcia in più al film, ma come detto sopra, la regia introspettiva si difende più che bene (altra sequenza notevole, il montaggio alternato tra il balzo del protagonista sul lettino della piscina e quello sulla signora Robinson, tecnica credo - importata direttamente dalla Nouvelle Vague, pienamente efficace, e finalmente lo spettatore in America è chiamato a partecipare alla comprensione del film in maniera un poco più attiva).

La scrittura poi personalmente l'ho trovata leggermente più altalenante: abilissima nel tratteggiare il carattere luciferino della Robinson, in praticamente tutte le scene della prima parte in cui dialogano Brancroft e Hoffman, con menzione per il tentativo iniziale di seduzione e i tentativi di dialogo durante l'atto sessuale (altra scena importante: le fughe notturne non sono che un autoinganno e fuga occasionale, effimero piacere), si "standardizza" maggiormente con l'apparizione della figlia con conseguente perdita di smalto del film nel suo complesso che però sa brillantemente recuperare con un finale meritatamente entrato nell'immaginario collettivo che sa mischiare benissimo suspense, tensione, l'euforia della vittoria che si traduce in un sentimento effimero perchè nell'ultima inquadratura sul bus dei volti dei protagonisti questi progressivamente s'incupiscono, chiaro segnale della preoccupazione per l'intrapresa strada rivolta a un futuro incerto, con pendenti tutti i conflitti aperti durante tutto l'arco della pellicola, e non chiusi. Finale - ripeto - potente.
Ecco, dicevo comunque che se la seconda parte perde comunque un po' di smalto, riesce abilmente comunque a dipingere la metamorfosi di Hoffman che di contro a un suo progressivo "imbarbonimento" fisico e calo di reputazione negli ambienti perbenisti domestici v'è sempre più risolutezza (risolutezza che va ovviamente a scontrarsi con l'impacciataggine iniziale resa in maniera leggermente caricaturale come la scena della reception dell'albergo e disagio) che esploderà nel climax finale e nell'estasi di pochi secondi assaporata sull'autobus.

Per me gran film, non mi sognerei mai di piazzarlo tra i film migliori mai visti ma sa parlare genuinamente al cuore dello spettatore. Per chi si sente in vena malinconica/nostalgica.

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Ultima risposta 24/11/2017 18.06.25
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demarch  @  24/11/2015 18:56:36
   8½ / 10
Anche in questo caso devo ringraziare iris per la visione (anche se mortacci vostra un film da 1.48 diventa da 2.30 maledetta pubblicità).
Comunque, anche qua siamo di fronte ad un film ancora attuale, che parla di insofferenza e di stravizi, di amore e di odio.
Gli attori se la cavano egregiamente ma sono le musiche e soprattutto l'ottima regia a saltare all'occhio.
Una perla che merita di essere annoverato tra i migliori film americani e tutti dovrebbero vedere.
solo una postilla: dustin hoffman interpreta un ragazzo di 21 anni ma cacchio ne dimostra almeno 30!

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Ultima risposta 25/11/2015 17.12.54
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Pashat97  @  29/04/2015 18:26:28
   8½ / 10
Questo è uno dei migliori film che ho visto: tutti i suoi aspetti sono perfetti. In primo luogo, il cast. Dustin Hoffman in uno dei migliori ruoli della sua vita. Assolutamente nervoso ed impacciato all'inizio, intimidito dalla sensualità della sig.ra Robinson, ed al contrario deciso e risoluto alla fine quando è completamente assorbito dall'amore verso Elaine. Anne Bancroft e Katharine Ross interpretano i loro ruoli in modo eccellente. Anne Bancroft in special modo dona sensualità al suo personaggio in un modo molto naturale. In secondo luogo, la regia. Un eccellente Mike Nichols ci regala scene da grande cinema. La sceneggiatura è ottima. Ed infine la grande musica di Simon Garfunkel che interpreta brani indimenticabili come "The Sound of Silence" o "Mrs. Robinson". Questo è un grande film, un vero gioiello del cinema. Lo raccomando vivamente a tutti: la fine del film piacerà ed entusiasmerà.

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Ultima risposta 02/05/2015 14.00.34
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hghgg  @  17/02/2014 21:48:13
   8 / 10
Credo sia il film americano che più di tutti rispecchia l'atmosfera del periodo in cui è stato concepito, dell'anno in cui è stato girato, la seconda metà degli anni '60, il 1967, l'anno della Summer of Love, della nascita definitiva della cultura Hippy e della sublimazione di un genere/non-genere musicale che diventava adulto, la psichedelia; ed anche il periodo in cui i giovani, la nuova generazione prendeva il dominio e lottava contro le vecchie generazioni, contro il mondo, contro se stessa, unione e solitudine, conflitto interiore e utopia di libertà. "Il Laureato" miglior film di Mike Nichols, mette al centro dello schermo tutto questo unendoci anche una complessa e osteggiata storia d'amore, ponendosi quindi come ponte perfettamente inquadrato nell'atmosfera del biennio '66-'67 tra il vecchio cinema americano e la New Hollywood in procinto di uscire dal ventre dell'arte proprio a cavallo tra quel 1967 e il 1968 con le opere prime di Scorsese e Coppola e con "Ciao America" di De Palma. Ma se la New Hollywood sarà voce e musa della fine dell'utopia Hippy e della morte definitiva del sogno americano, tra il 1968 e la prima metà dei '70 ("Midnight Cowboy" "Cinque pezzi facli" "Panico a Needle Park" "Mean Streets" "Badlands" "La Conversazione"), sublimando poi il funerale degli Stati Uniti e la solitudine del giovane uomo americano rispetto alla società, con le opere mature della seconda metà dei '70 ("Taxi Driver" "Il Cacciatore" "Apocalypse Now" "Quel pomeriggio di un giorno da cani") mettendo al centro la sconfitta e la perdizione giovanile di fronte alla crudezza della vita, "Il Laureato" si pone ancora ben lontano da tutto questo, in un anno che è il fulcro e l'apoteosi di quel sogno fallito dell'America che si era trasformato nel sogno di libertà degli allora nuovi giovani americani.
Lontano, eppure già così vicino; perché "Il Laureato" non è ancora New Hollywood eppure nel personaggio di Benjamin c'è già buona parte di ciò che caratterizzerà tanti volti del nuovo cinema indipendente americano: Benjamin, egregiamente interpretato da un esordiente Dustin Hoffman che sarà appunto uno degli attori e dei volti simbolo della New Hollywood, è già "l'uomo comune" il "ragazzo comune americano" il simbolo della nuova generazione, in lotta contro la società, che lo emargina, e con se stesso, oltre che con i dubbi e i pregiudizi delle vecchie, sconfitte, generazioni di ex-giovani americani. E in perenne scontro con il futuro. Nel personaggio di Benjamin c'è già tanta New Hollywood. Non ce n'è sempre altrettanta nel resto del film che come detto prima rispecchia perfettamente, in tutti i suoi aspetti, il 1967, film quindi moderno eppure stilisticamente ancora ancorato al vecchio cinema americano, ovviamente se confrontato con ciò che verrà successivamente e da cui quest'opera verrà decisamente superata per coraggio, avanguardia e spinta innovativa, oltre che per crudezza di immagini e temi.
"Il laureato" è insomma tutta una contraddizione, un tira e molla tra due epoche diverse a lui passate e future eppure perfettamente incastrato nella sua epoca, un mirabile esempio di film che è passato, presente e futuro allo stesso tempo e sono pochi i film che hanno queste caratteristiche. E non per questo risulta ingarbugliato o pesante anzi, grandissimo merito alla regia di Nichols che rende il tutto perfettamente centrato, godibile, divertente (il film ha delle sequenze e delle battute per me davvero spassose) con un occhio ad atmosfere quietamente lisergiche. Non è un caso perché questo film con la musica è un tutt'uno anche se è musica lontana dalla psichedelia. Lontana ma non troppo, ancora una contraddizione. Le musiche sono infatti principalmente pezzi del duo Folk-Rock Simon&Garfunkel (autori di diversi bei dischi tra il 1966 e il 1970). C'è l'etereo brano leit-motiv del film "The Sound of Silence" pezzo apparso sul disco "Sound of Silence" del 1966 e utilizzato nel film l'anno successivo. La sua straordinaria tessitura melodica, quieta, lontana, eterea e indubbiamente dal vago sapore psichedelico (per quanto riguarda il rilassamento sensoriale che provoca) accompagna più di una scena del film, commuove e trasporta nel sogno; forse è il miglior brano del duo. Se non ricordo male anche la quasi altrettanto bella "Scarborough Fair/Canticle" appare nel film, brano d'apertura del disco (sempre del 1966) "Parsley, Sage, Rosemary and Thyme" altro gioiello del duo. Simon & Garfunkel scrivono poi un inedito appositamente per il film, una prima versione di un altro dei loro capolavori, scritto proprio per un personaggio del film (uno dei più memorabili personaggi del cinema anni '60). Parlo ovviamente della celeberrima "Mrs.Robinson" la cui versione definitiva è stata poi inserita nel miglior disco, a mio parere, del duo "Bookends" del 1968 il loro disco più coraggioso e psichedelico. Una colonna sonora eccellente, ed eccellente non solo per la qualità delle canzoni ma anche per come Nichols permette a queste di accompagnarsi alle sue immagini. Sublime.

Rinnovo ancora la mia lode per l'ottima regia di Nichols che resta solida ed è sempre molto efficace. Ancora non abbandonata ai feroci (e per me, sia sempre chiaro, immensi) sperimentalismi tecnici e visivi di alcuni suoi giovani colleghi (Scorsese, De Palma e Schlesinger su tutti) è comunque, in quel 1967, una regia fresca e nuova, movimentata e pur piantata a terra (altra contraddizione) fantasiosa ma non ancora pronta a spiccare il volo, comunque rassicurante nel suo esser qualcosa di nuovo nel cinema americano. Ottimo in ogni caso il lavoro di Nichols che ci regala bellissime sequenze e inquadrature e gestisce divinamente il ritmatissimo e rapido finale, rassicurante lieto fine nella sua ribellione giovanile e nella sua indefinibilità. Finisce bene si (se pensiamo a certi finali di film New Hollywoodiani...), ma resta sospeso, un destino totalmente messo in dubbio, indecifrabile, imperscrutabile, dubbi e paure di un'intera generazione che cavalcava un sogno sono riflessi negli sguardi prima felici e poi cupi del protagonista e dell'infine suo conquistato amore (forse). Se sarà veramente un lieto fine, non lo sapremo mai, c'è solo una speranza, quella speranza che nel 1967 animava un'intera generazione. Qui sta la grande novità de "Il laureato" ora il prossimo passo sarebbe stato eliminare, troncare il lieto fine, distruggerlo perché non c'era nulla di possibilmente lieto nella morte del sogno americano che tanto realisticamente e crude(l)mente i nuovi registi americani avevano intenzione di raccontare, i dubbi cominceranno a svanire, la desolazione a farsi più chiara. Ma ai tempi de "Il laureato" per affrontare il baratro ("You're Just Pissin' in the Wind" cantava gelido Neil Young in "Ambulance Blues" nel 1974, il brano che mise definitivamente una lapide sopra l'American Dream, dopo il Watergate e le dimissioni di Nixon).
Ovviamente finali sospesi o drammatici c'erano già stati nel cinema americano (vi dicono nulla "La fiamma del peccato" del '44 e "Viale del Tramonto" del '50 entrambi di quell'immenso regista che fu Billy Wilder ?), la differenza è che l'eccezione e il coraggio diventò prassi e dovere, necessità di sputare in faccia alla società americana che li costringeva soltanto a "pisciare al vento", differenza fu anche nel realismo, nella crudezza, cinica, a-moralistica, nuda e cruda con cui i nuovi cineasti americani mostravano ciò che era soltanto realtà e da lì non si fugge. I nuovi registi americani che per oltre un decennio sconfissero i produttori, ebbero il pieno controllo sulle loro opere, e divennero AUTORI e non più registi-esecutori, le conseguenze sono su schermo e su dvd e le ho già citate.

"Il laureato" da un inizio a tutto ciò, si pone come indubbio precursore della New Hollywood, film coraggioso e nuovo pur restandosene tranquillo nel suo status di film simbolo del 1967, della stagione in cui il sogno era vivo, i dubbi e i contrasti interiori potevano ancora essere mitigati dalla fiducia e dall'utopia.
Se devo trovare un difetto a questo film be sta nella sua "incapacità" di restare con gli anni qualcosa di davvero fresco, di cui si percepisse chiaramente la portata innovativa. Il suo esistere in un limbo socio-culturale-temporale, il suo essere un ibrido coraggioso tra qualcosa che era finito e qualcosa che stava nascendo oggi lo porta a risultare non invecchiato benissimo, sospeso in quel suo 1967, in un ruolo di precursore superato dai propri figli. I grandi capolavori della New Hollywood fino alla prima metà degli anni '70 (nel biennio 75-76 la New Hollywood divenne il linguaggio definitivo e riconosciuto del cinema americano, perdendo quindi il suo status "underground" e grezzo, non necessariamente quello realista e innovativo, fortunatamente) proprio nel loro essere tremendamente grezzi, feroci, aggressivi, senza speranza, sperimentali, allucinati, acerbi, lenti e sonnolenti, conservano ancora oggi tutta la loro carica innovativa e la loro forza espressiva; anche quelli indubbiamente invecchiati meno bene ed oggi magari più pesanti visto il loro tremendo realismo e il loro ritmo blando come fossero girati sotto eroina o potenti psico-farmaci ("Panico a Needle Park" è l'esempio più ovvio) risultano, almeno a me, più freschi e moderni rispetto a "Il laureato", ancora chiara è la loro forza innovativa, sono ancora attuali nel loro disperato nichilismo o nel loro grido d'aiuto. "Il laureato" è un gran bel film che però resta chiuso in un limbo tutto suo, che gli permette di superare il passato e di anticipare il futuro senza però potercisi tuffare realmente all'interno e perciò trovo sia meno attuale e, semplicemente, meno bello per il sottoscritto rispetto ad altri titoli citati.

Resta un film molto bello, non sempre il ritmo è eccellente e la sonnolenza-psichedelica a volte rischia di diventare noia e basta ma quando la regia di Nichols accelera si assistono a momenti splendidi ed anche ad alcuni molto divertenti (questo è un aspetto che riprenderà soprattutto Scorsese) che mi hanno strappato più di una risata. I dialoghi sono un ibrido tra cinema americano classico e dialoghi più secchi e moderni, più realistici e stradaioli, la recitazione meno impostata e più libera, improvvisata, incisiva, diretta. Dustin Hoffman apre la strada alla nuova generazione di grandi attori e attrici americani degli anni '70 che inventarono la recitazione cinematografica moderna, lasciandosi alle spalle lo stile tipico degli attori fino ad almeno la prima metà degli anni '60. Recitazione secca, fresca, libera, più spesso frutto di improvvisazioni, uno stile moderno, nuovo, di straordinario impatto di cui Hoffman fu fautore insieme ai vari Jack Nicholson, Robert De Niro, Al Pacino, Jill Clayburgh, Diane Keaton, Meryl Streep, Gene Hackman e chi più ne ha, ne metta. Con loro e con il loro stile il cinema era più vicino al vero, con loro si identificavano gli uomini di tutti i giorni e i giovani degli anni '70. Uno stile più "popolare" (POP) magari mutuato dal teatro di strada, dal teatro moderno (Al Pacino, Jill Clayburgh) dal purissimo talento venuto dalla strada e dalla concezione moderna del "Metodo" (De Niro) e così via, che riuscì a rinnovare totalmente il linguaggio cinematografico attoriale più fresco e moderno, così come i registi, ora autori, padroni della loro creatura e liberi dalle costrizioni delle produzioni, stavano facendo col linguaggio cinematografico totale, ovviamente limitatamente all'America, prendendo inoltre grande ispirazione dalle precedenti rivoluzioni cinematografiche di questo tipo, ossia la Novelle Vague francese nata di fatto con Truffaut nel 1959 ("I 500 Colpi") e ancora più indietro il Neorealismo italiano ("Roma città aperta" Rossellini, 1945). Ispirazione e nuovo cambiamento, nuova rivoluzione.
Con "Il laureato" possiamo cominciare ad assaporare questo nuovo linguaggio ma non ancora a vederlo.
Dustin Hoffman ci trascina nella storia, è già un istrione, un attore completo, espressivo, talentuoso, capacissimo nell'entrare nel personaggo, il prototipo dell'attore moderno, del "nuovo attore americano". Si consacrerà come uno dei più grandi attori di sempre appena due anni dopo con "Midnight Cowboy".
Ma oltre a lui, sua rivale sullo schermo è un'attrice che si rinnova e si rimette in gioco, un'attrice che nel tramonto della vecchia Hollywood aveva già fatto cose egregie e continua a farne nel 1967. Anne Bancroft, la grandissima Anne Bancroft ci regala una delle migliori prove della sua carriera (almeno per quanto riguarda il cinema, poi c'è il teatro ma è un altro discorso). Lei, spietata, sensuale e perfida, da vita a quella straordinaria Mrs. Robinson personaggio tanto carismatico da ricevere in dono una canzone scritta appositamente per lei, proprio per questo film. La Bancroft duetta meravigliosamente con il giovane Hoffman, la classe della generazione anni '50-'60 con la nuova rampante classe di attori che rendono onore alla categoria. La Bancroft buca lo schermo, è perfetta, un'interpretazione straordinaria, da vita al personaggio come poche altre volte ho visto fare, uno dei casi in cui l'attore si annulla diventando il suo personaggio in tutto e per tutto, certo non c'è da stupirsi se Mrs. Robinson è uno dei migliori personaggi femminili (e non) forse della storia del cinema tutto. Bancroft mostruosa.
Onore a questi due grandi attori e a Nichols che dirige molto bene questa fondamentale rampa di lancio tra un'epoca e l'altra del cinema americano e al contempo questo simbolo della gioventù e della cultura giovanile americana post-universitaria del 1967. Al netto di una sceneggiatura non eccellente, con qualche buco e pesantezza e al netto di una resa al logorio del tempo, "Il laureato" resta un bellissimo film da vedere, se possibile, più volte.

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Ultima risposta 18/02/2014 09.31.39
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Manticora  @  29/01/2013 18:09:11
   9 / 10
Mike Nichols: ovvero uno dei registi della vecchia scuola che ingiustamente sottovalutati hanno dato tanto. Finalmente ho rivisto il laureato, un film di una potenza iconica abbacinante. La sceneggiatura, regia, interpreti e musica sono i cardini su cui si fonda il film. Attuale ancora adesso, con un Dustin Hoffman giovanissimo che duetta con Anne Bacrof, rimanendo schiacciato dal conformismo borghese, perchè fondamentalmente il laureato è un film sul conformismo, che schiaccia un giovane laureato, in balia degli "adulti" pronti ad incasellarlo nella routine che ha trasformato squallidamente le loro vite. Senza gioia, amore o amicizie. C'è solo la solitudine, Benjamin sempre al centro dell'attenzione degli amici dei genitori, della signora Robinson, ma in realtà è sempre solo. Una solitudine che lo attanaglia, e lo porta a girare tutta la notte in automobile. Solo l'incontro con Ellen la figlia dei Robinson scardinerà sia le sue certezze che le sue debolezze, portandolo a fare l'unica cosa giusta

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Non per niente l'anno dopo scoppiò il 68, e i giovani misero in discussione tutto quello a cui erano abituati a credere e a obbedire. Musiche di Simon e Garfunkel stupende!

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Ultima risposta 08/02/2013 21.37.49
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Invia una mail all'autore del commento diderot  @  12/10/2012 12:02:45
   7 / 10
Credo che questo film sia un po' sopravalutato. Senza dubbio è una storia interessante ben interpretata soprattutto da Dustin Hoffman, anche la colonna sonora è eccellente... la regia è senza dubbio particolare ma non so sino a che punto meritasse l'oscar, c'è però da dire che è un film del '67 quindi è probabile che non circolasse nulla di meglio. Resta comunque un film da vedere ma non vi aspettate un capolavoro perchè alla fine non è un gran che. Ho apprezzato molto il finale.

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Ultima risposta 28/01/2013 17.16.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  28/12/2011 20:05:16
   6½ / 10
Lo ammetto, non lo avevo mai visto. E mi ha deluso, forse perchè sono fuori tempo massimo. Però non ditemi che è un film che si adatta a tutte le generazioni, perchè questa è una favoletta diretta con tempi gettati un pò alla ***** di cane. Ha i suoi momenti, ha un happy and che ci sta tutto e ha un'ottima colonna sonora, ma secondo me non è un capolavoro.

6 risposte al commento
Ultima risposta 17/03/2012 03.14.06
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rob.k  @  25/08/2010 21:53:24
   7 / 10
Simpatico e bravo Hoffman, ma non ho visto un film "drammatico" come dice la scheda. Il film è demenziale all'inizio (quando lui fa la parte del fesso) per diventare una commedia nella parte centrale e sconfinare di nuovo nel demenziale alla fine... Trama gradevole ma poco succo.

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Ultima risposta 25/08/2010 23.15.43
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momo  @  02/06/2009 23:24:47
   4½ / 10
Sarà che non si può decontestualizzarlo, che ha fatto storia e bisogna per forza tenerne conto ma a me non e piaciuto. Non capisco quale sia lo scopo di questo film, se sia quello di farmi ridere o di farmi prendere atto di realtà squallide e decadenti, o di condirmi una realtà squaldia con dell'humor di modo che non la razionalizzi.

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Ultima risposta 03/09/2010 08.56.22
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uomosuono  @  07/03/2009 19:53:30
   9 / 10
Bellissimo film! Grande Hoffman! E' fantastica l'espressione finale dei due che fotografa lo spirito dolce-amaro del film...

"Benjamin? Mi faresti un favore?"
"Cosa?"
"Mi accompagni a casa?"
"Che??"

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Ultima risposta 30/03/2009 20.11.34
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Robgasoline  @  29/01/2009 11:53:34
   8½ / 10
Gran Bel Film! Ottima colonna sonora e attori tutti all'altezza.

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Ultima risposta 05/03/2009 09.10.40
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topsecret  @  04/10/2008 21:08:23
   6½ / 10
Una splendida colonna sonora e una scena oramai storica,bastano per definire un capolavoro? Sinceramente no. Il film l'ho trovato carino,scorrevole ma piuttosto semplice. Forse per apprezzarlo meglio bisogna dimenticare che ha piu' di 40 anni.

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Ultima risposta 04/10/2008 21.16.36
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  08/07/2008 10:41:11
   9 / 10
Un film maledettamente affascinante dall'inizio alla fine. Un triangolo amoroso pieno di insidie e colpi bassi, dove sesso e amore si alternano in maniera così semplice da far risultare credibile una storia all'apparenza assurda.
Un Hoffman divino, pieno di insicurezze prima dell'incontro con la Bancroft (bellissima, mi ha ricordato la Hepburn di Colazione da Tiffany), poi forte, determinato, sicuro e a tratti reso schizzofrenico dalle ali tappategli dal mondo che lo circonda.
Una regia asciutta e decisa, accompagnata da una colonna sonora accattivante, capace di rendere indimenticabile il viaggio del nostro laureato verso la consacrazione del suo sogno.

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Ultima risposta 25/06/2009 20.48.20
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JOKER1926  @  06/07/2008 14:39:07
   8 / 10
"Il laureato" è un film quasi perfetto, la storia di un ragazzo che dopo la laurea è in un momento di "pausa", di noia e "conoscerà" la signora Robinson...
Il film vive attimi di Humour ...
Ottimo lavoro di Mike Nichols che confeziona un film "cult", bravissimi gli attori, semplice, chiara la dinamica del film.
La carta più importante del film la giocano le magnifiche colonne sonore...
Esse accompagneranno il nostro protagonista per tutto il film, lo spettatore vivrà attimi magici, di poesia...
Film di vecchia data (1967), all'epoca qualche scena era da censura, quindi pellicola in piccola parte "proibita", film molto audace... (parliamo di 30 anni fa...)
Film con un buon ritmo, Benjamin sarà alla disperata ricerca della figlia della signora Robinson, il regista ci offre scene di passione, e ovviamente a far da cornice ci saranno le ottime musiche..!
Nel film si mescola commedia e humour, bellissima la scena dello zoo, bella la parte in cui il laureato "pedina" la ragazza a scuola.
La pellicola quindi espone le "gesta" amorose di un ragazzo degli anni 60/70 che vive momenti della sua vita in modo spensierato, innamorato di una ragazza gli darà la "caccia" senza sosta...
Ottima la fotografia, non trovo particolari difetti nella pellicola, il regista è molto abile a creare un mix di commedia e di comicità (nel limite si capisce!), la parte finale è sicuramente la migliore, il nostro laureato alla ricerca disperata della giovane (ovvero la figlia della signora Robinson) si imbatterà con strani personaggi, il giovane noleggerà una stanza e qui nasceranno i problemi..!
Bellissima la scena in cui Benjamin è a colloquio con il marito della Robinson nella stanza in noleggio..!
Ma è inutile celebrare tutti gli episodi della pellicola, il finale è particolare, bello…
Forse un po' semplice, ma lo spettatore resterà pienamente soddisfatto, contento…
Pellicola che a tratti trascina letteralmente lo spettatore nella pura passione… Emozioni, divertimento, speranza, entusiasmo sono gli ingredienti cardini del film.
"Il laureato" è un film di genere sentimentale (forse è troppo parlare di commedia) composto da grandi attori…
Film in alcuni tratti esaltante, nella semplicità dell'ultima scena (quella della chiesa) c'è la massima apoteosi della pellicola…

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Ultima risposta 08/07/2008 10.44.50
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andreapau  @  21/01/2008 12:35:00
   5½ / 10
se nel votare un film devo tenere conto dei tempi in cui è stato realizzato e del contesto politico,va a se che la serenità di giudizio parte minata.
preferisco allora essere sincero e dire che il laueato visto nell'età della ragione,è un film debolissimo,niente piu' che una peyton place rivista e corretta in chiave sessantottina, il suo incomprensibile successo è dovuto piu' ad una colossale suggestione collettiva(a voler esser buoni),che ad un reale valore.
e potrei portar ad esempio altri capolavori ben piu' datati a togliere al lauerato l'alibi del "vecchio".
già alcuni anni fa,l'osannato closer mi lascio' perplesso.
rivedere il laureato mi ha tolto ogni dubbio su mike nichols.
un aggettivo per dfinire il laureato:ingenuo
ingenuità quando si è adulti:c.o.g.l.i.o.n.a.g.g.i.n.e.

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Ultima risposta 21/04/2011 00.22.01
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metafisico  @  07/09/2007 18:32:11
   6 / 10
è un film gradevole, ma niente di che.
trovo insopportabile il messaggio nichilista che vuole comunicarci il regista.
un film sessantottino che merita di rimanere confinato a quel periodo

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Ultima risposta 24/11/2007 13.19.10
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Ossi90  @  30/08/2007 23:56:47
   10 / 10
senza parole

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Ultima risposta 31/08/2007 00.00.07
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AKIRA KUROSAWA  @  29/07/2007 01:10:09
   10 / 10
mamma mia........




sono ancora estasiato , caricato, motivato da questo splendido film di mike nicholson..dopo averlo visionato mi sono sentito addosso una voglia di vivere pazzesca..

esordio per hoffman che mostra gia da subito di saperci davvero fare e parte gia dall inizio della sua carriera con una delle sue migliori interpretazioni di sempre.
le scene memorabili sono tantissime..nella parte iniziale mi sono fatto davvero un mucchio di risate: lui imbarazzato mentre si trova davanti la donna con il doppio dei suoi anni , penso sia una delle scene piu divertenti che ho visto in vita mia , per non parlare di quando parla con il gestore dell albergo.. divertentissima la prima parte, direi una commedia fino a che succede quel che succede....
il finale è tra i piu belli che abbia visto in vita mia.. questo film entra sicuramente fra i imiei film preferiti..un capolavoro assoluto..consigliatissimo

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Ultima risposta 06/08/2007 03.06.11
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Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  13/09/2006 08:55:19
   10 / 10
MERAVIGLIOSO ! da nonn perdere assolutamente !

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Ultima risposta 24/04/2007 15.50.21
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/09/2006 01:01:19
   7 / 10
e pur sempre una commedia quindi il voto massimo che do a questo genere di film è il 7...qui c'è un buon connubio tra musica,attori e colori(la scelta del contrasto bianco-nero sembra azzeccata)

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Ultima risposta 25/11/2006 10.48.13
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franx  @  06/06/2006 21:35:13
   7½ / 10
Molto buono tutto il film, nessuna scena sprecata, tutte le battute a posto.
Un film con dei contenuti molto profondi, di vita vissuta.
Va proprio visto.
Una delle migliori interpretazioni di Hoffman ragazzino.

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Ultima risposta 31/08/2006 01.34.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  30/04/2006 13:11:36
   8 / 10
Ma quanto era già bravo Dustin Hoffman!
L'intrigante Mrs Robinson, straordinariamente odiosa e incredibilmente brava proprio per questo, è alla ricerca di svago. Un po' imbranato il nostro Bejamin, un po' sottomesso e in piena crisi d'identità.
Film datato, ma da non predere.
Indimenticabile la colonna sonora, mitica, di Simon & Garfunkel.

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Ultima risposta 30/04/2006 13.27.27
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dragonfly  @  11/12/2004 18:19:41
   10 / 10
Film che ha fatto epoca e che ha fatto riflettere un'intera generazione. Simbolo di una gioventù immortale. Un vero mito a prescindere dai giudizi critici.

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Ultima risposta 11/12/2004 18.20.28
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erighi  @  01/12/2004 12:28:47
   9 / 10
un vero cult movie.....Dustin Hoffman e' un grandissimo e qui lo dimostra davvero...

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Ultima risposta 11/12/2004 18.21.13
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  25/10/2004 08:51:47
   9 / 10
«Voglio dirti solo una parola, ragazzo. Solo una parola».
«Sì, signore».
«Mi ascolti?».
«Sì, signore».
«Plastica».
Pausa.
«Credo di non avere capito, signore».
«Plastica, Ben. Il futuro è nella plastica».

Siamo nel 1967 e questo è il vero film su quegli anni, non l'estetica beat di "Easy Rider" (peraltro successivo), non l'auto compiacimento di altri filmettini in salsa "Peace&Love".
Questo film, in apparenza innocuo, ma in realtà caustico e mirato, diede la svolta al pensiero giovanile all'alba della contestazione.
Una vicenda per certi versi innocente comela faccia di Hoffman, per altri torbida come i recessi del suo animo.
Bellissime e significative le scene davanti all'acquario, allo zoo e sorprattutto in piscina; splendida la recitazione dei tre protagonisti.
Mezzo punto in meno per il lieto fine troppo hollywoodiano e altro mezzo in meno per la figura di Hoffman che nel libro di Webb era molto + nitida e inquietante.

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Ultima risposta 12/12/2004 00.00.42
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