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Il film di Reiner è un simpatico divertissement di stampo cinefilo ed un sentito omaggio al cinema noir anni '40 - '50, che ha il suo punto di forza nella geniale idea di fondere insieme vecchi spezzoni di pellicole celebri ( e relative star dell'epoca ) ad una storia-pretesto creata ex-novo. La confezione ed il lavoro di fotografia e montaggio sono davvero strabilianti, la galleria dei personaggi ricchissima, le situazioni le più disperate: il divertimento e forse il limite della pellicola sta infatti tutto qui, e se lo spettatore occasionale potrà magari storcere il naso sull'accumulo di sketch e per la trama non-sense quello cinefilo godrà come un bambino nel tentar di riconoscere quanti più attori e film possibili vengono omaggiati. Ovviamente, per suscitare la risata, le loro battute sono spesso rivedute e corrette, e allora può succedere che l'inarrivabile Ava Gardner disdica un incontro galante a causa di una forte diarrea, o che Cary Grant si addormenti in treno cullato dal suono di un'armonica a bocca. Curioso poi come questo lavoro riprenda alla lontana alcune idee già portate sullo schermo da Woody Allen, e cioè la commistione tra pellicole diverse ( Zelig è infatti un intarsio unico tra filmati nuovi e immagini di repertorio ) e la singolare scelta di Bogart come "braccio destro" del protagonista ( già visto in altre forme in Provaci ancora Sam ). In definitiva, un'operazione assolutamente riuscita, anche per la presenza della ben assortita coppia formata da Steve Martin e Rachel Ward, quest'ultima di una bellezza sconvolgente.