Un villaggio protestante della Germania del Nord. 1913/1914. Alla vigilia della prima guerra mondiale. La storia dei bambini e degli adolescenti di un coro diretto dal maestro del villaggio, le loro famiglie: il barone, l’intendente, il pastore, il medico, la levatrice, i contadini. Si verificano strani avvenimenti che prendono un poco alla volta l’aspetto di un rituale punitivo. Cosa si nasconde dietro tutto ciò?
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Aspettando la recensione di Jelly che sviscererà quest'ultimo lavoro di Haneke, mi sento di scrivere un paio di righe da spettatore un pò deluso. Alla domanda "mi è piaciuto?" risponderei di ni. Se dal punto di vista tecnico il buon Michael è sempre una garanzia (fotografia e regia ottima), questa volta non mi ha convinto lo sviluppo estremamente lento e un filo conduttore difficile da identificare. Forse, questo filo può essere semplicemente "il male", insito in gran parte degli esseri umani, spesso mascherato in maniera subdola e terrificante. Haneke lo mostra piano piano allo spettatore, portandolo nella malata psiche degli abitanti di un villaggio nella germania alle porte della grande guerra. Chi è salvo da questo male?
Personalmente però ho trovato i tempi della narrazione troppo rarefatti, a volte funzionali (come la fantastica scena dell'inquadratura della porta), altre meno. Un film sicuramente non per tutti ma unico.