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A 18 anni dal suo ultimo film Aldo Lado ritorna dietro la macchina da presa con questo IL NOTTURNO DI CHOPIN. Dopo la visione nascono spontanee le domande: "perchè sei tornato?" e soprattutto "chi te l'ha detto di tornare?". Questa cosa che dovrebbe essere un film horror è in realtà un palese progresso degenerativo di un uomo in piena demenza senile che vuole farci partecipi del suo essere ormai inutile nel mondo del cinema di genere italiano che già era ai minimi storici senza che ci fosse bisogno della partecipazione di Lado. E' una storia che dura 84 minuti ma grazie al suo incedere narcotizzante e alla trama ingannevole riesce a non raccontare nulla, lasciando lo spettatore in uno stato di perenne dormiveglia senza nessuna speranza di slanci emozionali. La bambina, unica protagonista, è pure carina ma per colpa di dialoghi idioti e situazioni ancora più ridicole le vengono augurate sofferenze atroci e irripetibili dallo spettatore che viene colto da un raptus di tafazzismo acuto e che spera ardentemente nella fine immediata del film. Il voler sottolineare l'incubo sociale di minori che scompaiono ogni tot anni è pure apprezzabile, ma Lado gira una roba così indecente che non c'è possibilità alcuna di sensibilizzare chicchessia. Auguro a Lado altri 18 anni di silenzio...e oltre.