Michael Corleone, il padrino della cupola mafiosa italo-americana, ormai anziano, decide di ripulire la sua vita ed i suoi affari cercando di instaurare un regime di convivenza pacifica con le altre famiglie di New York. Ma a malincuore è costretto a rivedere la su posizione quando una delle altre famiglie rivendica dei diritti sui Corleone.
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L’ultimo capitolo della saga dei “Corleonesi”. Certamente questo rimane, nell’ambito della trilogia, quello più difficile da giudicare, certamente il più complesso, il più ambizioso del grande regista italo-americano ..come far calare il sipario sulla famiglia Corleone ..la scelta è per un parallelismo con la rappresentazione scenica della “Cavalleria rusticana” ..incontriamo personaggi invecchiati, ormai evoluti, nuove leve e ambientazioni che si fanno sempre più istituzionali (basti pensare alle sacre sale del Vaticano).. ..chiudere con il passato portandosi dietro pesi immani (l’uccisione di un fratello), ma anche provando a riallacciare rapporti che sembravano irrimediabilmente compromessi ..infine delegare lo scettro ma nel rispetto di ferree regole d’onore, in una società che vede l’affermarsi di nuovi “pezzi da 90”. La messa in scena è come sempre ineccepibile, per ambientazioni, fotografia, colonna sonora, costruzione dei personaggi e per una sceneggiatura che tratteggia una storia che, in senso lato, probabilmente non avrà realmente mai una fine ..ma si eccede nel manierismo, dilagando forse oltre ogni logica alcuni passaggi.. ..rimane cmq una degna conclusione per una saga che ha fatto la storia del cinema. Attori sempre in stato di grazia, tra tutti ovviamente si erge la figura di Al Pacino, ma da apprezzare anche la performance del giovane Garcia ..ovviamente impedibile per gli amanti del genere!