il piacere regia di Max Ophüls Francia 1951
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il piacere (1951)

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locandina del film IL PIACERE

Titolo Originale: LE PLAISIR

RegiaMax Ophüls

InterpretiGaby Morlay, Madeleine Renaud, Jean Gabin, Daniel Gélin

Durata: h 1.33
NazionalitàFrancia 1951
Generecommedia
Tratto dal libro "Il piacere" di Guy de Maupassant
Al cinema nel Settembre 1951

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Trama del film Il piacere

Le sofferenze della moglie di un viveur che nascondeva sotto una maschera l'età avanzata per ottenere ancora conquiste amorose. La "casa" di Madame Tellier chiude un giorno per permettere alle ospiti di assistere ad una prima comunione: sacro e profano. Una modella tenta il suicidio dopo che è stata piantata dall'amante pittore; lui sposerà la donna ormai immobilizzata per sempre su una carrozzella.

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Voto Visitatori:   8,40 / 10 (10 voti)8,40Grafico
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Voti e commenti su Il piacere, 10 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Goldust  @  20/04/2021 11:11:58
   8 / 10
Tre episodi di diversa durata e profondità per raccontare in immagini l'omonima opera di Maupassant. Il tocco del regista è lampante soprattutto nel primo episodio con il ballo estremo di un anziano viveur che non vuole arrendersi allo scorrere del tempo; il secondo brano è quello più lungo ed importante, con la tranquillità di una famiglia di campagna sconvolta dall'arrivo di un gruppo di ragazze di facili costumi; il terzo episodio - con l'amore contrastato tra pittore e musa - è forse il meno riuscito del lotto eppure è anche quello che trasmette più chiaramente il suo messaggio di malinconica felicità. Sospeso nei tempi e nei luoghi e unito nelle sue anime da una voce off per una volta pertinente tra i lavori firmati da Ophuls è forse quello che preferisco perchè unisce il divertimento all'eleganza senza dimenticare di essere struggente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  01/05/2020 20:31:08
   8 / 10
Dopo il precedente "la ronde" non siamo ancora scesi dalla giostra dell'amore e altre tre nuove storie vengono raccontate.
Il concentrarsi su un solo racconto in particolare, chiaramente il secondo essendo gli altri brevi e di contorno, aiuta a mio avviso la narrazione e il risultato finale, insomma mi sono divertito piu' che con il precedente, questo è ovvio.
Il primo e il terzo in qualche senso rappresentano la malinconia per i tempi in cui l'amore era giovane e per storie d'amore finite.
Ma è nell'episodio centrale che Ophüls da il meglio di se, aiutato da scenografie imponenti, gira in modo fluido tra carrelli e piani-sequenza eccellenti. mostrando una maestria registica avanti con i tempi, soprattutto per l'Europa.
Divertente...un vero "piacere" guardarlo!

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  13/11/2014 21:39:44
   8 / 10
Meno motteggiatore di 'La Ronde' altrettanto sperimentale, è un Ophuls che opera con meno discrezionalità nell'irrogazione del suo moto artistico, si spinge ad un livello accademico, elitario come d'altronde insegna la sua formalità sempre molto lirica attenta assimilatrice delle avanguardie.
Il suo cinema ibrido franco-germanico è ricettacolo di un'ampia varietà di riprese, i 2 episodi più brevi posti all'inizio e alla fine contengono 2 sequenze da antologia, l'ouverture con la panoramica della festa di carnevale per poi seguire dolly e carrello il ballerino mascherato e infine il suicidio dell'ultimo episodio, rapido angoscioso con la cinepresa in soggettiva.
Tanta formalità ma altrettanta concettualità, il sintetismo narrativo dell'ultima storia d'amore scandagliata con precisione sopraffina, quello centrale più lungo si concede qualcosa in più per ritrarre la classica dicotomia tra la vita di città e quella di periferia, il primo è da grande regista, un corto d'alta scuola.

pinhead88  @  28/02/2010 21:41:04
   8 / 10
Ottimo film di Ophüls,pulito nelle inquadrature e con uno stile modernissimo.un film intensamente poetico nella sua leggerezza e raffinatezza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/12/2009 18:45:10
   9 / 10
Che gran film! Il piacere fonte di gioia e di estasi ma anche anticamera di amarezze e tragedie. Ophuls adatta tre racconti di Maupassant in cui il piacere viene legato con l'amore, la purezza e la morte.
E' un film ad episodi ma di una qualità sublime, che seppur preferendo il secondo, nulla tolgono agli altri due, coincisi e pieni di significato anche nella loro brevità.
Altro grande merito è la parte tecnica del film: dalle scenografie molto curate e una bella fotografia in bianco e nero. Tuttavia questa patina classica del film non nasconde la sua modernità. La macchina da presa è sempre in movimento, possedendo però una grazia ed una eleganza assoluta (non per niente Kubrick era un grande estimatore di questo regista) che si insinua nello scenario ma al contempo mantiene un certo pudore, una distanza oggettiva dai personaggi.
Un gran film e un regista da riscoprire.

4 risposte al commento
Ultima risposta 28/02/2010 21.53.16
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  19/01/2009 23:35:52
   9 / 10
Che meraviglia questo film! Che regista Ophuls! I suoi film sono l’occasione per godere di uno spettacolo di prim’ordine: scenografie curatissime, continuo movimento della mdp (che crea come una specie di ebbrezza visiva), profusione di oggetti, decorazioni che riempiono lo schermo, attori in stato di grazia che recitano con una naturalezza e una scioltezza da manuale. Tutto concorre in pratica alla perfezione tecnica. E’ bravissimo a creare ambienti narrativi molto convincenti, non importa se reali o di fantasia, l’importante è che vivono in maniera concreta nella sensazione di chi guarda.
Sembra tutto così spontaneo, così naturale, quasi senza sforzo. In realtà il tutto è frutto di impressionante abilità. Se ne sono accorti soprattutto gli “addetti ai lavori” come registi del calibro di Kubrick, Bertolucci, ecc. Io sono rimasto proprio meravigliato. Ma come avrà fatto Ophuls a organizzare le riprese, le comparse, a dare istruzioni all’operatore, a organizzare tutto? Solo un grande regista può realizzare quello che ha realizzato lui.
Il suo cinema non è solo forma, è anche contenuto. Tramite la trasposizione di tre racconti di Maupassant, Ophuls riproduce alla perfezione un pezzetto di vita francese della fine dell’800: l’epoca degli impressionisti. A quell’epoca contava molto il piacere che si riusciva a ottenere dalle piccole grandi gioie della vita, le cose che la rendono piacevole, godibile e poetica; in questo caso il divertimento, il sesso, l’amore. Non si dimenticavano però anche i limiti che si incontrano in questa ricerca: il tempo, la morale, la morte. C’è la gioia, il piacere ma anche le difficoltà, le incomprensioni e le tragedie.
Dei tre episodi di cui è composto il film, il secondo è per me il più bello, senz’altro quello più impressionista nello spirito. Peccato veramente che “Il Piacere” sia un film in bianco e nero. Se fosse stato a colori sarebbe stato uno dei più belli e perfetti mai girati.
Come dicevo la mdp è sempre in movimento, fa sentire in continuazione la sua presenza, emula l’occhio umano che non sta mai fermo. Spesso infatti le immagini sono inquadrate da lontano, magari dall’esterno di un edificio, quasi sempre con una quinta di oggetti vari che scorrono davanti. Carrellate, piani sequenza, inquadrature da lati insoliti, incrociarsi dei piani, tutto concorre a creare un effetto di straniamento teatrale, un atteggiamento distaccato e riflessivo verso ciò che viene sentimentalmente rappresentato. Si tratta quindi di un virtuosismo tecnico sempre funzionale alla storia e allo spirito del film. Non c’è mai sfoggio fine a se stesso. Fa fede ad esempio una delle ultime scene:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Invia una mail all'autore del commento wega  @  26/09/2008 17:25:24
   9½ / 10
"La felicità non è allegra". Con questa frase si chiude l' ennesima meravigliosa opera di Max Ophuls, quasi a fine carriera. Credo racchiuda in poche parole l' essenza dell' intero film. "Le Plaisir" è diviso in tre episodi dove la ricerca della felicità, e del piacere, sembra dirci che nella vita è costantemente preceduta o seguita dal dramma. Il piacere di sentirsi ancora giovane a costo di portare una maschera per ingannare gli altri, e sè stessi. Il piacere può darlo un' immersione totale nella natura, soprattutto se è una sensazione mai provata prima. Il piacere che dà la premura verso una persona che ha tentato di togliersi la vita per amore nei nostri confronti.
In comune i tre capitoli hanno la sinuosità della macchina da presa di questo regista, veramente eccezionale; è difficile trovare un autore con questi virtuosismi e non sentire mai l' odore di esercizio stilistico. Ophuls, che ha mantenuto un livello artistico costante fino alla fine, da regista di teatro qual' era, è riuscito anche a mantenere quella non avvertibilità della macchina da presa che la regia classica impone, nonostante appunto, la continua adozione di carrellate di ogni tipo e a spazio completo.
In comune c'è anche l' amore dell' autore viennese per i personaggi: la decadenza del primo episodio(l' istante in cui viene tolta la maschera supera un intero film di Visconti), l' amore per la natura e la purezza della prima comunione nonchè il senso di pudore nel persistere di non entrare con l' obiettivo nel bordello, ma guardandolo all' interno attraverso tutte le finestre; ed infine l' umanità con cui viene fotografata la tragedia della modella. Come sempre un straordinario B/N ed una eleganza scenografica che sfiora il sublime.

16 risposte al commento
Ultima risposta 21/11/2008 12.19.44
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ds1hm  @  06/06/2007 15:23:16
   7½ / 10
una giostra perfetta di sentimenti e di immagini, una rincorsa ormai persa per sempre verso un cinema senza isterismi, volgarità o inutilità. irripetibile non tanto per la sua bellezza ma per un nesso che certi film creavano tra il cuore e la mente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  05/11/2006 18:47:22
   8½ / 10
Un film di elevato stile e raffinatezza. Ophuls mostra tutto il suo genio cinematografico nel descrivere un mondo di piaceri, illusioni, sfarzi indimenticabili, amori pasionali e nel rapportare sapientemente tutto ciò a un mondo dinamico che fa girare il tempo e gli eventi in una forma a spirale senza ritorni...

Max Ophuls  @  25/09/2006 11:59:49
   8½ / 10
Commovente ma non patetico. La passione per la giovinezza che è anche amore dell'arte legata al bello...
Unico, irripetibile, indimenticabile, un mondo che se ne va tristemente lasciando rimpianti e memorie di portata indicibile...
Un inno alla laicità del piacere e dello stile...

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