Nella giungla birmana alcuni ufficiali e soldati inglesi sono prigionieri dei giapponesi. Questi ultimi impongono agli inglesi di costruire un ponte, essenziale per i loro trasporti di guerra. I prigionieri si rifiutano di farlo. Ma in un secondo tempo, il colonnello comandante degli inglesi Nicholson, per dimostrare la propria superiorità, si dedica con i suoi alla costruzione di un ponte imponente, mettendosi per così dire in competizione con gli avversari in una specie di paradossale fanatismo patriottico.
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Gran bel film, considerato che è uscito nel 1957, Il ponte sul fiume Kwai è un film sulla guerra capace di esprimere però una grande umanità. Il film affronta i tropi della prigionia, del rigore morale ed etico e dell'onore, la cooperazione opposta alla competizione e allo sfruttamento come tratto distintivo del progresso e dell'evoluzione umana (mi viene in mente The animal farm di Orwell del 1947). Personalmente ho anche visto, più in generale, uno spaccato realista e abbastanza obiettivo della seconda guerra mondiale, un conflitto che ha visto tanti atti di eroismo scontrarsi con tanti atti di codardia, sospendendo il giudizio morale dei vinti in favore di una disincantata fotografia della natura umana e delle sue contraddizioni. E ripeto, siamo nel 1957 in piena guerra fredda in cui il mondo era più o meno diviso in comunisti e anticomunisti, in vinti e vincitori. E' possibile ammirare tutto ciò nella simmetria della trama che mostra tutta la irrazionalità del conflitto, i personaggi hanno tutti un profondo senso dell'onore che rende invevitabile e tragico il corso delle loro azioni in finale emblematico e spettacolare. Un plauso particolare va al grandissimo Obi ehm Alec Guinness che mostra un grande senso della Forza in questo film, bellissima l'ambientazione, un colossal da non perdere.