Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello George porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.
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Come genere cinematografico il western non è più di gran moda e negli ultimi anni diversi cineasti vi ci sono cimentati con alterne fortune; la Campion vi si immerge portandoci dentro alcuni temi classici del suo cinema - dalla donna emancipata al rapporto con la natura fino alla brutalità insita nell'animo umano - per restituirci una storia cruda e violenta insieme, non disattendendo le alte attese per un lavoro che mancava da 12 anni. La pellicola cresce con il passare dei minuti, e se l'eleganza della regia sembra immutata rispetto alle sue opere migliori nel racconto non tutto è a fuoco, o meglio allo stesso livello. Si vede subito che l'interesse della vicenda si sposta ben preso sulla figura del rozzo e misogino allevatore Phil ( un grande Benedict Cumberbatch ) che alla lunga mette in ombra gli altri personaggi presenti. La parte finale non è da svelare e cavalca logiche emotive irrazionali, facendo comunque dimenticare qualche lungaggine descrittiva di troppo. E la conclusione - così per come è narrata - fa meritare al film un mezzo voto in più.