Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello George porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.
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Che gran pacco di film: mascherato da autoriale, fintamente profondo ma lungo, lento, dilatato e banalissimo. Un paio di virtuosismi in più e potrebbe rivaleggare in schifo con i peggiori sorrentini.
Western atipico della Campion , poco spettacolare molto giocato sulla psiche dei personaggi , dei due fratelli , della giovane donna e di suo figlio .. In certi momenti interessante e coivolgente in altre anche abbastanza noioso , dalla Campion lecito aspettarsi di più . Recitazioni insomma... bene Cumberbatch , un pò in sordina e prive di nervo le prove di Dunst e Plemons .
Non do meno perché da qualche parte un merito pure l'avrà, questo film. L'ambientazione Western è uno specchietto per le allodole, poteva essere ambientato in qualunque dimensione spazio-tempo perché al regista interessano solo i personaggi tratteggiati in modo statico, privo di sfumature. In parte mi ha ricordato "Another year" e alcuni tratti alla Sorrentino.
Jane Campion torn'a realizzare un film dopo 12 anni: allusivo e non suggestivo. È compito dello spettatore colmar'i buchi della storia, ma comunque, mentre si prov'a comprendere le motivazioni dei protagonisti, ci s'accorge che non sono abbastanz'affascinanti da valerne la pena. "Il potere del cane" cade "nelle trappole di quel compiaciuto estetismo che ha segnato una parte del cinema della regista neozelandese" (Simone Emiliani), perciò "è come 'Brokeback Mountain' m'ancora più noioso". Irrilevante l'apporto di Greenwood allo score.