Due fratelli, soli, nell'uno la forza dell'altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.
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Mi sono approcciato al film con aspettative forse troppo alte e ne sono risultato molto deluso: la scelta della lingua non sembra essere a conti fatti qualcosa che aggiunge al film, anche perchè i dialoghi non sono poi così presenti. Una storia potenzialmente molto interessante finisce per indugiare fin troppo sull'aspetto mistico/religioso con dei personaggi che sono raccontati più quali simil dei che fragilissimi esseri umani come era a quel tempo. Anche lo scontro fratricida non mi ha convinto. Ma nel complesso l'ho trovato un film semplicemente noioso, che non mi ha mai veramente intrattenuto e dove con il passare dello screentime mi sono ritrovato sempre meno coinvolto nella visione. Molto deluso, forse tra qualche anno gli darò una seconda chance.
Rovere si crògiola nella derivatività infettato dall'idea postmoderna ch'il citazionismo sia un valore e non un difetto, un pregio e non un deficit creativo. Gli spettatori possono divertirsi (?) a individuare le (oltre) 50 sfumature di splatter citate, ammiccate, omaggiate, partendo da "Cannibal Holocaust" dell'80 e proseguendo ad libitum. Il film, allora, si riduce a pretesto per l'individuazione dei suoi referenti, mentr'abbozza una mitopoiesi emotivamente spompata e il kolossal da epica shakespeariana affonda già durante lo tsunami dell'incipit.
Sono stato tristemente deluso da questo film, forse colpa di aspettative troppo alte. Il Primo Re si apre con una scena incredibile, bellissima dal punto di vista artistico e tecnico, ma poi rallenta sempre di più fino ad inchiodare in maniera clamorosa verso il centro; una sezione centrale più dialogata è spesso una scelta giusta, ma quando questi dialoghi sono recitati in latino e scritti con una prosopopea al limite del fastidioso, si rischia di risultare solamente noiosi. In più i combattimenti (coreografati e realizzati benissimo, soprattutto considerando il budget ridotto) sono sembrati più un esercizio di machismo, con tutta quella moviola, che qualcosa di utile alla trama.
Davvero deludente. Sarà anche costato tanto per un film italiano, ma da un punto narrativo è atroce. Una storia di una banalità allucinante. Empatia con i personaggi meno zero. I combattimenti sono anche fatti bene ma da un punto di vista emozionale proprio po' a roba. La scelta del protolatino è apprezzabile per farci entrare in un mondo che non esiste ormai più. La recitazione di Borghi è buona, quella di L'apice molto meno.
La scena finale con i quattro scappati di casa che dicono 'ora qui nasce roma'... davvero tremenda. La scena iniziale dell'alluvione anche bellina ma se dopo il film non lascia nulla la trovo inutile.