il selvaggio regia di László Benedek USA 1954
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il selvaggio (1954)

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locandina del film IL SELVAGGIO

Titolo Originale: THE WILD ONE

RegiaLászló Benedek

InterpretiMarlon Brando, Mary Murphy, Lee Marvin, Robert Keith, Jay C. Flippen

Durata: h 1.19
NazionalitàUSA 1954
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1954

•  Altri film di László Benedek

Trama del film Il selvaggio

In una tranquilla cittadina della California spadroneggia una banda di giovinastri dediti all'ubriachezza, alle gimkane motociclistiche e ad azioni di teppismo. La banda č capeggiata da Johnny (Brando) un duro (all'apparenza) ma dal cuore tenero. Un giorno verrŕ accusato ingiustamente di omicidio, e verrŕ scagionato proprio dalla testimonianza del poliziotto del paese.

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Voto Visitatori:   7,67 / 10 (27 voti)7,67Grafico
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Voti e commenti su Il selvaggio, 27 opinioni inserite

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topsecret  @  22/08/2021 14:06:42
   6½ / 10
Alcune cose nella sceneggiatura mi convincono poco e non sempre i dialoghi risultano impeccabili, ma IL SELVAGGIO è un cult che si fa apprezzare per le sue interpretazioni e per la carica emotiva che trasmette.
Dura poco e la visione non conosce tempi morti.

Project Pat  @  30/06/2016 12:45:48
   6½ / 10
Marlon Brando non fu solamente Stanley Kowalski, Terry Maloy e Don Vito Corleone; fu anche Johnny Strabler, il centauro duro ma dal cuore tenero.

Uscito lo stesso anno di "Fronte del Porto", seppur prima, basterebbe paragonarlo (manco a farlo apposta) a quest'ultimo per constatare quale sia una pellicola indimenticabile, che dopo 50 anni e passa tiene ancora ed è sempre un piacere rivedere e sinceramente, pur riconoscendone i meriti iconici (quanti, con addosso un qualsiasi giubottaccio di pelle e sopra la propria moto ancorché scassata, con magari dietro la propria bella, ancorché brutta, non se la sentono un po' Brando, pure senza cappello?), non ho trovato "Il Selvaggio" un film capace di elevarsi al di sopra di quanto anzidetto, un filmone, in sintesi.

Infatti, se è vero che è grazie a pellicole come questa che, dopo quegli anni, la società (o almeno parte di essa) non sarebbe più stata la stessa (e a tal proposito, anche James Dean in "Gioventù Bruciata" docet), è altrettanto vero che nulla sfugge a quell'immortale nemico che vi è sempre stato e sempre vi sarà: il cliché, altrimenti noto come luogo comune.
Potrà forse dispiacere dirlo, ma alla fin fine, presa singolarmente, la storia di questo film è infatti ben poca cosa e se si aggiunge poi che non sono neanche un biker... .

Tutto ciò mi porta dunque a dare un soppesato, prudente sei e mezzo, sebbene al momento di quel magnetico sorriso finale da parte del buon Marlon, la tentazione di dar otto sia stata forte, assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  24/04/2016 14:06:37
   7 / 10
Uno dei più importanti e storici affreschi della ribellione giovanile, pensieri ed ideologie racchiuse alla perfezione nelle figura di Marlon Brando (per me rovinato solo da quel cappello) destinata a rimanere indelebile nell'immaginario collettivo.
Per il resto il film è godibile ma senza speciali particolarità, se non per lo sbilancio dello spettatore su quale corrente seguire e per la presenza di supporto di Lee Marvin, inconfondibile zoticone ubriaco dagli occhi ambigui e penetranti.

Passati 70 anni e ha ancora il suo perché; niente male considerando che i film generazionali sono tra i primi a soccombere alla prova del tempo.

ZanoDenis  @  01/12/2014 22:33:54
   7½ / 10
Cult anni 50, con un come sempre bravissimo Marlon Brando, che rappresenta la ribellione dei giovani, la loro voglia di evadere, il protagonista e il suo modo di fare/vestire, oramai sono entrati nell'immaginario collettivo, forse dura un po poco, per riuscire ad approfondire la psicologia del protagonista, però è comunque un buonissimo film

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/12/2010 20:02:48
   7 / 10
Celebre cult movie che deve la sua fama alla presenza iconica di Marlon Brando, intramontabile e splendido divo senza tempo in una performance leggendaria. Ma il film si ferma qui, perché la sceneggiatura è di inaspettata goffaggine e, più che descrivere il disagio giovanile, mette in scena solo un gruppo di vandali senza cervello.
Invecchiato sotto molti punti di vista, totalmente sensazionalistico nei suoi presunti intenti sociologici, ma godibile e con una fattura di grande professionismo (produce Stanley Kramer). Ha dalla sua la durata spedita, la bellissima fotografia 'espressionista' e il suo imprescindibile protagonista.

Gabo Viola  @  19/03/2010 01:09:50
   8½ / 10
Film adrenalinico come pochi...ci sono scene di assoluta suspence, Brando come al solito bravo (anche se meno fodamentale rispetto ai capolavori di Kazan, dove davvero è un mostro sacro). La pellicola se la gioca tutta sul ritmo: e vince.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  18/03/2010 01:53:45
   6 / 10
Uno dei film propaganda della ribellione tipica di quegli anni che qui fà forza sull'indole selvaggia del protagonista (e di Brando in prima persona).

Gruppo REDAZIONE maremare  @  25/10/2009 18:17:19
   7½ / 10
Il film non è memorabile, ma ha il pregio di assurgere Brando nell'orbita del mito

3 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2009 18.47.15
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LoSpaccone  @  25/10/2009 18:13:08
   6½ / 10
Qualcuno addirittura gli attribuisce velleità sociologiche (malessere giovanile, ecc.) ma secondo me sotto questo punto di vista è un film soltanto rumoroso e ingenuo, che però ha fatto epoca principalmente per merito di Brando e per la sua straordinaria capacità di elevare lo stile dei suoi personaggi ad icone senza tempo. Per questo forse può essere considerato il divo per eccellenza.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  14/09/2009 12:42:36
   6½ / 10
Uno dei films che ha reso celebre Marlon Brando (che nell' incipit sulla moto con gli occhiali sembra Slash, il quale però non ha il cu.lone di Marlon), portavoce di un disagio giovanile che anticipa i ribelli di Ray. "Il Selvaggio" però, a confronto di "Gioventù Bruciata" perde su tutti i fronti. Sceneggiatura un po' scemotta che non riesce ad approfondire le ragioni di queti selvaggi, né a darne una particolare caratterizzazione. In queto senso riesce meglio la regia di Laszlo. Lee Marvin fuori parte.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/08/2009 21:23:26
   7½ / 10
Buon film divenuto un cult.
Indimenticabile l'immagine di giovane e bel Brando Marlon a cavallo della sua moto, un indimenticabile ribelle.
Il film, invecchiato bene, scorre bene per tutta la sua breve durata.
Merita senza dubbio una visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  03/07/2009 18:48:55
   7½ / 10
Con questo film Brando creò un mito anni 60. Giacca di pelle, jeans, stivali e motocicletta da vero duro da strada. Il film è buono, paonazzo e scorretto. Ho visto un discreto montaggio e delle ottime scene d'azione. Il personaggio di Johnny fu citato e copiato per molto tempo nel corso degli anni.

Lunamagica  @  03/04/2009 21:04:50
   9 / 10
Uno dei film più belli di Marlon Brando diretto da un regista semi sonosciuto. Anni 50 a go go.

Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  16/02/2009 23:23:17
   7½ / 10
Bè...un gran bel film interpretato da quel selvaggio di Johnny, meglio conosciuto come Marlon Brando. Un pezzo di storia...da non perdere.

harry stoner  @  23/03/2008 00:07:03
   7½ / 10
Questo fu uno dei primi film che toccava da vicino la rabbia e la frustazione giovanile degli anni 50.Insieme a Fronte del porto,che usci' lo stesso anno,contribui a fare di Brando quel divo inimitabile che poi ha attraversato cinquant'anni di cinema.Certo la pellicola risente il passare del tempo,ma e' comunque un valido prodotto per riflettere un po' sui giovani del tempo.

roy rogers  @  29/02/2008 10:45:32
   8 / 10
Bellissimo!!!! Grande Marlon Brando!!! Dopo aver visto qesto film sognavo anche io di scorrazzare su una bella motocicletta e il giubbino di pelle a fare casino!!!!!!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  19/01/2008 15:53:09
   7½ / 10
Una banda di giovani motociclisti capeggiata da Marlon Brando scorazza per le strade degli Stati Uniti, sbeffeggiando qualsiasi tipo di regola o divieto. Arrivati in un villaggio, scatenano all’inizio la curiosità degli abitanti e l’opportunismo dei commercianti. Ben presto però diventano padroni del luogo, dandosi a bere, a schiamazzare, a disturbare e a distruggere. Il poliziotto che dovrebbe mantenere l’ordine è un pauroso e un debole, mentre sono alcuni cittadini senza scupoli che si prendono la briga di fare “ordine” a modo loro. L’arrivo in forze della Polizia riporterà alla fine l’ordine legittimo.
Questo è uno dei primi film americani in cui appare il problema della microcriminalità, che proprio nei primi anni 50 fece la sua comparsa nella opulenta e annoiata civiltà occidentale. Anche stavolta però il cinema di Hollywood non fa niente per capire e analizzare socialmente il fenomeno, anzi ne resta affascinato e quasi si mette a esaltarlo. Fin dall’inizio vediamo il branco all’opera, ma non sappiamo niente dei suoi componenti: da dove vengono, da quale strato sociale, che storie hanno alle spalle. In compenso la mdp li osserva scrupolosamente e ne mette in risalto le caratteristiche (i vestiti di pelle, il modo di parlare, il loro comportamento pseudo-anticonformista, le loro luccicanti moto, il loro “codice etico”) creando un’aura di “fascino perverso” intorno a loro.
Se si deve indicare una colpa allora il film la individua nel mancato uso dell’autorità. Il tutore dell’ordine dovrebbe usare forza e imperio, non parole e cedimenti alla paura. E’ la soluzione più “facile” insomma: basta essere più restrittivi e severi e questi fenomeni non succederebbero. E’ colpa del lassismo se c’è disordine e nell’ottica superficiale del film può essere anche giusto.
Guarda caso però il film fallisce nel mettere in cattiva luce la banda di motociclisti. Saranno sì dei fanulloni e degli smidollati, ma intanto riescono a fare quello che vogliono e condurre una vita tutto sommato “libera” e “selvaggia”, fuori dagli opprimenti standard perbenisti. Il capo della banda viene addirittura nobilitato grazie alla storia con la candida e gigliesca figlia del poliziotto. Nonostante l’apparenza da duro e la ruvida scorza, il finale dimostra che dentro di lui batte un cuore, dove sopravvivono ancora i valori della gratitudine e del sentimento amoroso. Il solito prologo “moraleggiante” ci fa capire che l’incontro è stato decisivo per portare lo scapestrato di nuovo sulla retta via.
Si tratta però di un aspetto secondario. Il nucleo del film è nell’esaltazione della vita libera dei motociclisti. Infatti il film produsse un’ondata di imitazioni e il “selvaggio” tutto pelle e maleducazione divenne il modello dei giovani. Sembra strano ma il potere delle immagini cinematografiche va al di là o svela proprio le vere intenzioni di chi le usa.

Sestri Potente  @  18/01/2008 23:11:15
   9 / 10
Gran bel film con Marlon Brando nelle vesti di un motociclista: ormai è un cult! Bellissima questa storia in cui una banda arriva dal nulla in una tranquilla cittadina americana e da li scatena l'inferno... Imperdibile!

Dick  @  24/07/2007 01:39:34
   8 / 10
Curioso ed interessante film che metteva in evidenza per la prima volta una gioventù insofferente agli schematismi e alle costrizioni sociali. Continua a dare gusto.
Meno male che io il macigno sulla schiena non ce l' ho avuto. :)

Beefheart  @  28/05/2007 17:06:33
   6½ / 10
Classicone anni 50 che si porta dietro il peso degli anni come un macigno sulla schiena. Tutto appare impietosamente datato: scneggiatura, recitazione, dialoghi e soggetto. La storia parla di un individuo scorbutico e ribelle che rifiuta a prescindere di scendere a patti con il prossimo, sacrificando il quieto vivere ad un'esistenza tribolata e sbandata. Costui è Johnny Strabler (Marlon Brando) che a capo di una folta banda di bikers non esita a seminare un po di disordine e, talvolta, panico, tra la gente comune delle pacifiche cittadine che attraversa in sella a quella che, a quanto pare, era la sua moto anche nella vita reale. A seguito di alcuni eventi roccamboleschi il protagonista si trova, suo malgrado, a dover fare i conti con l'onestà e la correttezza, immeritate, degli stessi che si ostina a rifiutare. A conti fatti il tutto ha un taglio piuttosto buonista e poco credibile; non avviene nulla di drammaticamente rilevante nonostante la situazione potenzialmente grave e rischiosa; i teppisti motociclisti, decisamente molesti ed ingestibili, oggi riceverebbero un trattamento ben più duro rispetto alla quasi simpatia suscitata nella gente di questo film ed il loro stesso capo sarebbe ben più spaventoso e meno bellimbusto rispetto a questo Brando impostato e sensibile che farà gola al pubblico femminile, ma che, sostanzialmente, non fa paura a nessuno e non convince affatto. In tal senso è molto meglio l'amico rivale Chino interpretato dall'ottimo Lee Marvin. Indubbiamente il regista si schiera con la filosofia di questi incompresi pionieri dell'easy-riders e, per mezzo del personaggio più positivo del suo film, lo sceriffo del paese, si contrappone ai borghesi cittadini che ritrae bigotti, ben pensanti, conservatori e violenti. Il problema è che, per come è messa giù, sembra più di avere a che fare con un'allegra compagnia di giovanottoni gogliardici ed un po bambinoni piuttosto che una vera e propria banda di anarchici motociclisti impuniti. Ovviamente il tutto, oggi come oggi, risulta debole, annacquato, banale ed infantile. Indiscutibile invece il fascino romanticamente hollywoodiano espresso dall'immagine iconografica di Marlon Brando in moto, col berretto di traverso, gli occhiali da sole a goccia ed il giubbotto di pelle, mentre, nel cuore della notte, trasporta la sua innamorata a lui abbracciata, fuori città, per poi rifiutarla virilmente e dirle che non fa per lui. Insomma un filmone, persino divertente, se calato in un preciso contesto cronologico e se si pensa al blasone che lo accompagna; assai più modesto e debole se valutato con parametri attuali ed oggettivi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/05/2007 17.20.34
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MisterX  @  14/05/2007 15:53:09
   10 / 10
...Che film...che interpretazione Brando...e che icona lui sulla moto e con il giubbotto in pelle...mitico!!

MoRnInGloRy  @  30/03/2007 18:42:22
   8 / 10
Interpretazione sublime di quel gigante/leggenda che è stato marlon brando, quel sorriso finale alla barista (Mary Murphy - di cui peraltro voglio sottolineare la grande interpretazione e la magneticità dello sguardo) ti lascia dentro un non so che di emozionante... :)
ps. se pensiamo ad uno dei film più in voga degli ultimi tempi: 3 metri sopra il cielo e a come hanno recitato i protagonisti.. mi viene sinceramente da piangere..

The Monia 84  @  09/03/2007 20:11:45
   8½ / 10
Marlon Brando in giubbotto di pelle e la sequenza iniziale dei Black Angels sono due icone intramontabili del cinema americano.
Povera me, che vivo i miei anni da 22enne nell'epoca di Scamarcio u.u

8 risposte al commento
Ultima risposta 24/07/2007 01.43.22
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raging bull  @  10/11/2006 20:58:56
   7½ / 10
Film carino... Da vedere per la grandezza e fi.ghezza di marlon in gioventù...
A livello di lavoro artistico molto inferiore ad altri film del brando come ON THE WATER FRONT. Se vi capita guardatelo... E' un buon film di quegli anni... E non dimenticate che ha 52 anni... Non tutti i film riescono a rimanere per tanto tempo...

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/03/2007 22.08.39
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  06/11/2006 15:26:54
   8½ / 10
molto bello!straordinario Marlon che sembra quasi che stia recitando la sua vita (metodo Staninslansky), di grande classe e *****-zza contribuisce a dare uno spessore qualitativo (insieme al bravo lee marvin) al film che sarebbe risultato scadente altrimenti.
un significativo documento sociale che sdegna, ma che dona speranza e molto meno atroce di Easy Rider. da vedere.

4 risposte al commento
Ultima risposta 20/01/2008 09.47.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  31/10/2006 18:54:42
   8½ / 10
Bellissimo film del filone ribelle degli anni '50".
Qui viene messe in scena la contraddizione di fondo dei ribelli: i giovani si rivoltano contro la società, ma allo stesso tempo ne usufruiscono e viceversa la società si serve dei ribelli.
Nel Regno Unito il film è uscito 10 anni dopo perchè ritenuto una incitazione alla violenza.

Marlon sparge fi.ghezza per tutto il film. Lee Marvin è agli esordi ed interpreta bene il gradasso della gang.
Come quasi tutti i film con Marlon è da vedere in inglese.

Ch.Chaplin  @  25/08/2006 13:10:12
   8½ / 10
strano che sia stato appena inserito...cmq un buonissimo film, ma sicuramente nn all'altezza di altri di brando, su tutti fronte del porto..il suo ruolo è quello del bello e bullo del quartiere, parte ke gli è sempre e gli riuscirà sempre meravigliosamente..godibilissimo e pieno di scene memorabili

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